Mio figlio, l'uomo perfetto

di
genere
incesti

Mi chiamo Mirella, ho 36 anni, non sono sposata, ho un figlio di 20 anni di nome Luca. Questa è la mia presentazione… come potete capire sono rimasta incinta molto giovane, 16 anni, e lo stronzo che mi ha fatto questo regalino era pure sposato; io ne ero innamorata pazza, lui mi aveva promesso che avrebbe lasciato la moglie per me… ed io, da ragazzina piena di sogni, gli credetti. Quando seppe che aspettavo un bambino da lui, riuscì magistralmente a scaricarmi senza problemi… così, da lì a nove mesi, mi trovai con un bimbo ed una delusione che mi perseguitò per molti anni. Per fortuna i miei genitori mi aiutarono molto durante i primi anni, ma io mi ritrovai ad essere matura prima del tempo; tutte le mie amiche continuarono a vivere le gioie di quell’età mentre io avevo una grande responsabilità; solo che loro trovavano l’uomo giusto per loro e si sposavano, mentre io gli uomini li evitavo, sempre per la delusione dovuta a quell’episodio della mia vita… però una cosa c’era che mi faceva sentire bene: Luca, mio figlio! Ogni momento triste, ogni periodo «no», c’era lui, la cosa più dolce e più bella della mia vita.
Ah, è vero, non mi sono descritta fisicamente: sono alta (o forse bassa) 160 cm, ho la carnagione chiara, un fisico ancora tonico con due cosce tornite e il culetto a mandolino, un piccolo accenno di pancia (che cerco ostinatamente, tra diete e ginnastica, di far sparire), un seno terza misura ancora bello sodo. Non solo; ho uno sguardo sbarazzino sempre allegro, labbra carnose, il naso un po’ all’insù, occhi verdi e capelli corti lisci attualmente rossi.
Vivo, assieme a mio figlio, in un appartamento in centro città a Padova; lavoro in una ditta alimentare, prendo un bello stipendio che mi permette di mantenere agevolmente me e Luca, visto che lui studia all’Università, alla facoltà di Medicina. La sera esco spesso con delle colleghe di lavoro, e gli uomini adesso non li evito più, anzi… però quello giusto non l’ho ancora trovato, e penso che, dopo quello che è avvenuto di recente, non lo troverò per un bel pezzo. Ma ora vi racconto…

Il rapporto con mio figlio è più che positivo. Luca è un bravo ragazzo, intelligente, educato, simpatico, sa intrattenere un discorso con una donna (cosa rara per un uomo, al giorno d’oggi) e poi è un bel pezzo di marcantonio: è alto quasi 190 cm, fisico atletico scolpito dalla palestra, sguardo intenso, una bocca carnosa, occhi verdi come i miei, capelli castani lisci corti come il padre (se così si può chiamare uno stronzo come quello), e vi dico che a vederlo uno dice le donne non gli mancano.
Qualche volta Luca ed io passiamo la serata insieme: si guarda la TV, o si va fuori a fare quattro passi, mangiare una pizza, al cinema… insomma stiamo bene in compagnia, tanto che a volte non mi chiama mamma, ma per nome; dal canto mio, a volte mi sembra di essere assieme all’uomo giusto, quello che mi comprende, che mi fa stare bene… lui mi parla, mi consiglia, a volte mi rimprovera anche, ed io lo ascolto come fosse il mio uomo; ci confidiamo tutto, lui mi racconta delle sue ragazze (tante, visto che è un bel figo), ed io gli parlo degli uomini con cui esco.
Per casa non abbiamo tanti pudori, io a volte giro in mutandine e canottiera, lui a volte esce dal bagno nudo, mettendo in mostra il suo attributo niente male; tante volte io per ridere gli faccio commenti ironici sul suo organo, e lui mi sfida dicendo che non ho il coraggio di mostrarmi nuda, e una volta per fargli vedere che non mi faccio problemi mi sono tolta mutande e maglietta, restando nuda in piedi davanti a lui… ricordo ancora la faccia allibita che fece; poi si mise a ridere, e io pure. Finì tutto lì, niente di peccaminoso, come se la cosa fosse normale, e per noi lo era.

Una sera, precisamente un mese fa, stavo per andare in un locale con delle mie amiche, e Luca, vedendo che mi stavo preparando per uscire, mi chiese chi fosse il mio fortunato compagno di quella serata; gli risposi che non c’era alcun uomo quella sera, che uscivo con Paola e Michela, due amiche e colleghe di lavoro. Luca mi disse che, siccome non aveva molto da studiare, gli sarebbe sarebbe piaciuto venire anche lui con noi… ma io sapevo qual era la vera ragione: il mio figliolo aveva un debole per Paola, e in fondo lo capivo perfettamente; Paola è la classica gnoccona mora, con due tettone da quinta misura su un fisico atletico, sembra una Dea greca supertettuta ed attira gli uomini come una calamita… ma ha la mia stessa età, e per questo non mi pareva la compagna ideale per il mio bambino. Accettai, nonostante ciò, la richiesta di Luca; e così, dopo che anche lui si fu lavato e vestito, uscimmo assieme.

Incontrammo Paola e Michela davanti al locale; vedendo Luca gli fecero subito i complimenti, e Paola, oltretutto, gli disse che un compagno bello così per quella sera non le sarebbe dispiaciuto, e se lo prese sotto braccio. Io vidi mio figlio illuminarsi come una lampadina… capii subito che era quello che cercava.
Entrammo in un disco-pub, e dopo un paio di giri per perlustrare il locale scendemmo tutti in pista a ballare. Non molto dopo incontrai un mio vecchio amico, che mi fece compagnia tutta la serata, e rimasi a parlare e scherzare con lui e con Michela, mentre persi di vista Luca e Paola… ero un po’ gelosa, ma poi pensai che con la mia amica sicuramente si sarebbe divertito.

La serata passò piacevolmente e quasi senz’accorgercene avevamo fatto l’una di notte… cominciavo seriamente a preoccuparmi per il mio ragazzo, ma quando uscii dal locale con Michela trovammo Luca e Paola che, sempre a braccetto, ci venivano incontro. Ci dissero che erano andati a fare quattro passi, ma io capii che invece erano andati a farsi una bella scopata; bastava vedere la faccia di mio figlio, ancora stralunata per l’«incontro ravvicinato del miglior tipo». Stranamente non mi sentivo più gelosa, anzi ero pure orgogliosa di ciò; sapevo dell’esperienza che aveva Paola in fatto di sesso, mi aveva confidato spesso e volentieri delle gran chiavate che si faceva, a volte anche con più uomini contemporaneamente… io invece sono più casta di lei; sì, è vero, faccio l’amore spesso, e in fin dei conti sono ancora una donna piacente e con dei sani istinti sessuali… ma le «pratiche» che fa Paola non mi sono mai passate per la testa.
Cosi quella sera finì tutto sommato bene; mio figlio ebbe la sua soddisfazione, Paola anche, ed io… già, io che cosa avevo?

Andando a casa in auto ripensavo a mio figlio scopatore; me lo immaginavo nudo che si trombava la mia amica Paola… mentalmente immaginavo le scene: loro due in macchina che scopano come ricci; Paola che glielo prende in bocca, poi se lo fa sbattere in figa… poi vedo Luca che sta chiavando me… ME! Ma cosa pensavo in quel momento… mio figlio che mi sbatte, io che scopo con mio figlio… ero persa in quei pensieri torbidi, ma allo stesso tempo la cosa mi stava eccitando.
Ogni tanto posavo lo sguardo su mio figlio, mentre lui guidava e mi parlava di non so che cosa; annuivo senza capire, e intanto mi eccitavo sempre più… quella sera indossavo una minigonna nera in pelle, con un profondo spacco sul lato, sotto avevo calze autoreggenti nere e un tanga nero trasparente; cominciai ad allargare un po’ di più le gambe, e mi aprii il giubbottino di pelle mettendo in mostra la camicia bianca scollata e facendo risaltare il solco delle mie tette. Luca mi parlava di quanto era simpatica Paola, ed io ormai stavo per perdere tutti i freni inibitori… quando, non so come, me ne uscii con una frase che lo lasciò di ghiaccio.
- Ma Paola, oltre che simpatica e intelligente, scopa bene come dice?
Luca mi guardò stupito ma allo stesso tempo divertito.
- Beh… in fatto di scopare quella donna è una macchina… ma come lo hai capito?
- Intuito femminile… e dimmi, cosa avete fatto?
- Mamma, non ti riconosco più… cosa vuoi che abbiamo fatto… abbiamo scopato, spero che non te la prendi per questo…
E chi se la prendeva… stranamente ero contenta che mio figlio avesse trombato la mia amica… in quel momento me lo sarei fatto anch’io.

Quando arrivammo a casa erano le 2:00 di notte; io salutai Luca e mi diressi in camera da letto, e lui fece lo stesso.
A letto continuavo a pensare a mio figlio e alla sua scopata con Paola, e immaginavo come sarebbe stato sentire il suo arnese dentro la mia vagina; sentivo la figa colarmi, mi misi una mano dentro le mutandine e cominciai lentamente un lavoro con le dita… chiusi gli occhi pensando a Luca e, visto che dormo su un letto matrimoniale, allargai le gambe più che potevo e mi infilai tre dita dentro la figa… ero in brodo di giuggiole, mi sentivo strana e porca allo stesso tempo. Ormai avevo quasi tutta la mano dentro e mi stantuffavo con violenza, entrando in un vortice di goduria immensa; con la fantasia volavo da lui, vedevo i nostri corpi intrecciati in un amplesso incestuoso, che si cercavano con ogni centimetro di pelle… sentivo il suo cazzo entrare dentro di me, scavarmi tutta… era come un lombrico che penetra dentro la terra…!

Quando mi resi conto dei gemiti che emettevo fu troppo tardi, perché stavo venendo in un orgasmo grangioso. Gridai forte, spingendo il bacino contro la mia mano; poi mi rilassai di colpo, e nello stesso momento Luca entrò allarmato nella mai stanza:
- Mamma… cosa c’è, stai bene? Ti ho sentita gridare…
Per fortuna ero sotto le lenzuola, altrimenti mio figlio avrebbe assistito allo spettacolo di sua madre con la figa fuori, tutta in brodo.
- No, niente amore, non ti preoccupare… mi è solo sembrato di aver visto un ragno sul cuscino, sai che mi fanno paura… torna pure a dormire, e scusa se ti ho svegliato…
Luca ritornò a dormire in camera sua, mentre io, esausta per la scopata virtuale, mi lasciai andare ad un sonno ristoratore, tornando ai miei pensieri incestuosi di poco prima e domandandomi se fosse la cosa giusta.

Il mattino seguente mi svegliai alle 9:00, era sabato e non dovevo andare al lavoro. Mi ritornarono in mente gli avvenimenti della sera prima… mi sentivo strana; di solito, se la sera prima avevo scopato con qualche amico o qualcuno che avevo conosciuto, mi sentivo appagata sessualmente, ma dentro ero sempre la Mirella delusa… invece, solo essermi masturbata pensando a mio figlio Luca mi faceva sentire felice, innamorata… e non sapevo se quello fosse un bene o un male.
Mi alzai e andai in bagno a farmi una doccia. Quando uscii mi misi davanti allo specchio nuda e mi guardai: pensavo che a 36 anni dovevo trovarmi un maschio, per non restare da sola quando Luca si fosse fatto una vita sua… tante donne alla mia età sentono il peso degli anni; io invece mi piacevo, mi trovavo ancora affascinante, e in quel momento quell’accenno di pancia che avevo non mi importava più…!
Ad un tratto il pensiero mi ritornò a lui, a mio figlio; cominciai a sentire un calore crescermi dentro, e senza accorgermene mi ritrovai con la mano ad accarezzarmi la figa… la guardai bene allo specchio, e vedevo tutto quel pelo nero che copriva la vulva; notai il grilletto che spuntava fuori dalle labbra vaginali…

Mi venne un’idea: presi il sapone da barba di Luca e me lo spalmai sul pelo, poi presi il rasoio e lo specchio rotondo che uso per truccarmi; mi sedetti sulla sedia del bagno, appoggiai lo specchio per terra, e grazie all’immagine riflessa guidai il rasoio di mio figlio sul pelo della mia figa. La rasai accuratamente, tenedo un bel ciuffetto sopra, poi mi sedetti sul bidet e me la lavai per bene… senza dimenticare di dare una bella ripassata al clitoride con le dita.

Mentre stavo asciugandomi entrò mio figlio, e, vedendomi con l’asciugamano in mezzo alle gambe, si fermò di colpo e si girò verso il muro sorridendo.
- Oh…! Scusa mamma, non sapevo che eri in bagno…
- Ehi! Non si usa bussare? -dissi io, facendo finta di essere arrabbiata.
Lui lo capì, dicendomi ridendo:
- Sai com’è, con te mi sembra di abitare con un amico, che non si fa caso se si è nudi o che… a proposito, hai usato il mio rasoio?
Io lo guardai sorridendo mentre mi vestivo.
- Si, l’ho usato per radermi i peli superflui -risposi.
- Ah… i «peli superflui»? A me sembrava una rasata coi fiocchi proprio là… comunque ai maschi piace, lo sai??
- E… sentiamo, anche a mio figlio piace «rasata»?
- Certo, anzi a me piace depilata, ma poi, anche se c’è pelo, non mi dispiace mica…
La conversazione cominciava a prendere una piega molto hard, non erano certo discorsi che si fanno tra madre e figlio; ma noi siamo sempre stati così. Però solo adesso cominciavo a vedere Luca sotto un’altra luce, e mi eccitavo tremendamente. Indossai un paio di pantaloni ginnici, di quelli attillati che mettono in risalto il culetto, e un pile molto scollato, sotto il quale non misi niente. Feci colazione, e diedi l’incarico delle spese a Luca, che stranamente per un uomo ci va molto volentieri; mentre io mi misi al lavoro con le pulizie varie di casa.

Al pranzo ci pensò mio figlio: mi preparò un'amatriciana stupenda, fatta con gran gusto, piccante il giusto come piace a me e accompagnata da un buon cabernet. Intanto che si mangiava lui tornò alla sera prima, e mi disse che gli piaceva la mia amica. Io mi preoccupai.
- Ma Luca, guarda che lei ha quasi 20 anni più di te… d’accordo che avete fatto sesso, ma innamorarsi… non ti sembra un po’ troppo?
- Ma no, mamma, che vai a pensare?… Non sono mica innamorato di Paola, volevo solo dire che mi piace fare sesso con una donna così; le ragazze della mia età non hanno molta fantasia e a me piace la donna che ha tanto da insegnare…
Rimasi allibita… a mio figlio piacevano le mature…!! In quel momento ero felice, e pensavo che forse… forse? Ma «forse» cosa…?? Ero lì con mio figlio che mi diceva che gli piaceva farsi le donne mature, gli piaceva scoparsi la mia amica, e io speravo che lo facesse anche con me… era normale? No che non lo era, realizzai… ma non me ne fregava niente; se provandoci con lui ci fosse stato, gli avrei dato tutta me stessa, e ’fanculo la dignità di madre… lo volevo, lo desideravo con ogni cellula del mio corpo.

Cosi presi l’iniziativa e partii alla carica.
- Okay, ti piace Paola, non sei innamorato di lei, e forse è un bene per te, perché lei gli uomini se li mangia come il pane… ora voglio farti una domanda e voglio una risposta sincera: cosa pensi di me?
- Come cosa penso di te, non capisco la tua domanda… -mi chiese Luca confuso.
- Cosa pensi di me, quando mi vedi in situazioni un po’… diciamo… poco consone per una madre nei confronti del figlio…
Luca mi sorrise… era sveglio mio figlio, capiva tutto alla perfezione.
- Mamma… è da una vita che viviamo insieme, e non abbiamo mai avuto tabù di nessun genere; io ti ho sempre raccontato tutte le mie avventure, e tu hai fatto lo stesso con le tue, ormai tutto questo è naturale per me… però… non ti nascondo che certe volte, a vederti mezza nuda, o completamente nuda come questa mattina, provo un certo turbamento… in fin dei conti sei una bella donna, anche se sei mia madre…
Quelle parole mi davano speranza; provai a spingermi oltre.
- E non ti è mai passato per la mente che lo facessi apposta per provocarti?
Mio figlio cominciò a guardarmi con gli occhi socchiusi.
- Dove vuoi andare a parare con questo discorso? -mi rispose incuriosito.
- Dai che lo so che hai capito… o devo dirti proprio tutto?
Mi alzai dalla sedia e gli andai davanti, e levandomi il pile gli sbattei le tette davanti al naso.
- Non mi dispiacerebbe vedere cosa ti ha insegnato quella porca di Paola…
Luca mi guardò tranquillo.
- Lo sapevo che non c’erano ragni sul letto, ieri sera… tu ti stavi masturbando… e stavi pensando a me, non è vero?
- Sì, pensavo a te e al tuo fratellino che hai in mezzo alle gambe… adesso che dici, ti piacerebbe farti un «giro» con la tua mamma?
Ero eccitata come una ragazzina; lui era ancora mezzo scosso da quest’ultima mia frase, quindi presi io l’iniziativa: afferrai la sua mano e lo tirai con foga verso la mia stanza.

Quando entrammo gli gettai le braccia al collo, lo strinsi a me, lo baciai in bocca e gli cacciai dentro la lingua; lui, dopo un attimo di esitazione, fece altrettanto. Mentre me lo limonavo duro gli calai i pantaloni; intanto lui prese a pastrugnarmi le tette, provocandomi brividi di eccitazione.
Gli calai gli slip, ed il suo randello si ergeva ormai fiero e duro, che sembrava di marmo. Mi staccai dalla sua bocca e abbassando lo sguardo lo ammirai estasiata.
- Bella mazza che hai… sfido che Paola te l’ha data… ma siamo sicuri che la sai adoperare? Sai, la tua mammina è una donna molto esigente.
- Vedremo… anzi, vedrai da te… -rispose Luca, mentre con una mano si insinuava dentro le mie mutandine. Io allargai le gambe e lo lasciai perlustrarmi la vulva con le dita. Lo lasciai lavorare un po’, poi mi tolsi il resto, restando nuda.
Mi distesi sul letto, mio figlio si spogliò anche lui, rimase nudo che a vederlo per poco non mi veniva un orgasmo… era bellissimo, ora lo vedevo bene; era perfetto, e non vedevo l’ora di farmi sbattere da lui. Mi salì sopra e tornò a baciarmi in bocca, mentre strofinava il suo randello sulla mia figa che ormai era un fiume in piena.

Ci leccavamo a vicenda, ogni tanto gli mordevo le labbra; poi allargai di più le gambe e con una mano gli presi il cazzo duro… avevo in mano il cazzo di mio figlio e mi sembrava fantastico. Lui prese a leccarmi le tette, poi scese sul ventre… io mi mordevo le labbra per l’eccitazione, mi faceva morire… scese giù, sulla passera, mi aprì le labbra vaginali con le dita e si mise a leccare il clitoride, lentamente, ogni tanto se lo prendeva tra le labbra e lo ciucciava, facendomi gemere.
- Ti vuoi divertire solo tu? -gli dissi.- Dai, dammi il cazzo che ti faccio vedere di cosa è capace tua madre…
Si girò, mettendosi nella posizione del 69; cosi quando mi arrivò a tiro di bocca il suo cazzo duro glielo presi in bocca, mentre lui continuava il lavoro di lingua sulla mia vagina, assaporandone gli umori che ne uscivano. Io gli succhiavo il cazzo con passione, non avevo mai spompinato nessuno in quella maniera; gli ciucciavo la cappella e con la lingua correvo lungo l’asta fino ai testicoli, che prendevo in bocca. Mio figlio ansimava e leccava allo stesso tempo, mi ripassava la vulva con molta passione, era bravo ad adoperare la lingua, ormai stava per farmi venire un orgasmo e lui lo capì perché aumentò il ritmo delle sue leccate. Dalla foga che avevo gli succhiavo la cappella come una ventosa, a volte mi infilavo tutto il cazzo fino in gola; sentii l’orgasmo salirmi, lento ma devastante, fino al cervello, lasciai il cazzo e cacciai un urlo incredibile… erano anni che non godevo cosi, ed era mio figlio a darmi tutto quel godimento… lui percepì nello stesso tempo il mio orgasmo.
- Adesso, mamma, preparati perché sto per entrare… -mi disse, girandosi.
Io ero senza fiato per via dell’orgasmo, ma non mi tirai indietro.
- Sì, dai Luca… fai vedere a tua madre che la sai soddisfare meglio di altri uomini…
Lo incitai cosi, sapendo che mi avrebbe distrutta… che poi era quello che volevo.

Mi spinse la punta del cazzo sulla vagina, e baciandomi in bocca entrò lentamente dentro con il cazzo… era un fuso infuocato, man mano che entrava mi provocava tante piccole scossette orgasmiche.
- Sìììì… mi fai morire… ti voglio tutto, figlio mio… dai, mettimelo tutto.
Entrò tutto dentro di me e si fermò quando arrivò ad appoggiarmi le palle sul pube; lo sentivo duro e possente… cominciò ad andare su e giù, all’inizio piano piano, poi sempre più forte; infine cominciò a pomparmi con decisione facendomi venire per la seconda volta… si fermò un minuto per farmi riprendere il fiato, era impetuoso, mi faceva impazzire, avevo orgasmi continui anche quando era fermo. Ricominciò a pomparmi ed io a gridare di piacere.
- Aaaahhh… sì, sbattimi, sbattimi Luca… oddio… godo… daiii…
- Ti piace farti sbattere da me… eh, mamma…?
Mi aveva messa di fianco, e tenendomi una gamba sollevata mi scopava con vigore. Poi mi misi a pecorina, e lì me lo schiaffò dentro di brutto, in quella posizione lo sentivo ancora più a fondo; mi pompava con forza ed io guaivo… ormai non capivo più niente, mi spaccava l’utero a colpi di cazzo, ed io godevo e godevo.

Mi sollevai, mi rigirai, mi misi a cavalcioni del mio Luca, e me lo montai per bene, assicurandomi che il suo robusto fallo mi penetrasse il più possibile; volevo muovermi sopra il mio focoso figlio, volevo fargli vedere quanto la sua mammina poteva essere troia, molto di più di Paola… molto più di quanto lui stesso potesse immaginare.
Rimasi ferma un po’, mentre tutto in me si contraeva.
Le sue mani cominciarono a carezzarmi le tette, frementi. Le sue dita mi titillavano i capezzoli, poi scesero lungo l’addome, i fianchi, le natiche… fino a ché trovarono il buchetto e lo carezzarono, lo saggiarono, riscuotendo il più entusiastico compiacimento anche di quella parte.
Ero tutta presa dalla mia cavalcata, che andavo conducendo su un destriero focoso che, però, sapeva ben condividere il mio sussultare.
- Allora, la tua mamma è in grado di far godere un uomo? Che dici, sono o non solo brava come Paola…? -lo provocai.
Chi poteva immaginare che il mio piccolo Luca suscitasse in me tutto quel piacere, per natura e intensità…! E che resistenza! Mi mossi a lungo su di lui, dondolando il pube avanti e indietro sul suo cazzo, facendogli sentire il tepore della mia linfa, le crescenti contrazioni della mia figa, e lo vidi in estasi mentre nel frattempo venivo travolta da un irrefrenabile orgasmo. Mi guardava in volto, e quando comprese che avevo raggiunto la più alta vetta del godimento, mi premiò tirandomi su di sé e baciandomi appassionatamente, mentre tremavo come una foglia per il piacere.
Rimasi distesa su di lui. Ero sudata e rilassata, e godevo da morire nel sentire la sensazione di pieno che mi dava il suo cazzone dentro di me, così duro, e che sembrava non voler venire mai.

Dopo un po’ mi sollevò da sé; io protestai, stavo godendo troppo, ma lui mi calmò.
- Tranquilla mamma, che non ho ancora finito con te…
Cominciò a leccarmi il bucchetto del culo, lo lasciai fare sebbene non avessi mai praticato l’anal.
- Ho capito cosa vuoi farmi, porcellone… -gli dissi- …solo fai piano, ti prego, non l'ho mai fatto prima, non vorrai far soffrire la tua mamma…
Quando lo ebbe ben lubrificato, appoggiò la punta del cazzo sul buco, e poi spinse piano piano; sentivo un dolore atroce salirmi su, ma allo stesso tempo lo volevo tutto dentro, volevo che mio figlio mi possedesse dove altri uomini non erano mai stati. Luca era bravo, mi penetrò ormai con tutto il cazzo senza farmi molto male… ormai ero in trance, con la bocca spalancata, senza respirare, sentivo quell’asta infilarsi dentro il mio retto.
Quando arrivò alla fine si fermò un attimo; io mi ripresi, non sentivo più di tanto il dolore. Luca cominciò a muoverlo lentamente dentro, ad andare avanti e indietro piano, delicatamente; io respiravo forte ed ogni tanto bloccavo il respiro, mi sentivo aprire come un melone, mi doleva abbastanza, ma mi piaceva… dopo un po’ però ormai il mio retto si era quasi adattato al suo arnese, tanto che cominciai a spingergli il culo contro il bacino, anche se ogni volta mi faceva un male boia.
Luca aumentò il ritmo, cominciò a pompare con più violenza, ed io, con una mano, cercavo di spalancarmi di più una chiappa. Lui uscì dal culo facendo un simpatico schiocco e poi tornò nel culo, con violenza, facendomi perdere il fiato. Continuò cosi per un sacco di tempo, mi faceva impazzire… arrivai ad avere il terzo orgasmo di seguito… non riuscivo a crederci, e quando lo ebbi persi perfino i sensi.

Mi fece rinvenire mio figlio; quando mi ripresi, lui era al mio fianco. Mi sentivo stordita.
- Oooh… mioddìo… cosa mi è successo?
- Non ti preoccupare… hai avuto un orgasmo spaventoso, hai gridato come un’ossessa, non ho mai visto una donna godere così…
Gli sorrisi e gli accarezzai la testa; lo baciai con foga; misi una gamba sopra le sue, carezzandogliele con l’interno coscia… e poi, con uno scatto di reni gli rimontai a cavallo.
- Guarda, porcellone, che a tua mamma non bastano gli orgasmi, vuole anche la tua crema…
E mi impalai ancora una volta su quel cazzo, che non smetteva di essere duro. Me lo infilai tutto nella figa, finché non mi urtò il collo dell’utero con la cappella, poi cominciai a dimenarmi sempre più forte… mentre lui mi strizzava le tette, mi metteva un dito in bocca, che io ciucciavo come fosse un cazzo… ancora lunghi minuti di cavalcata, e poi lui esplose dentro la mia figa (per fortuna che prendo la pillola). Sentii lo schiaffo dei suoi schizzi di sborra dentro l’utero… fu bellissimo, e non fermai il movimento del mio bacino, tanto che sentivo la sborra colarmi fuori giù per le cosce.
Mi alzai in piedi e mi misi le dita nella figa, prendendo un po’ del sperma di mio figlio, e me lo portai in bocca gustandolo.
- Mmmm… che buono, sa di dolce… come te, amore…
- Oh cielo, mamma… spero che non sia l’ultima volta che lo facciamo; è troppo bello farlo con te.
- Proprio adesso che ci siamo trovati? No, mio caro, io non ti mollo, potrai trovarti tutte le ragazze che vuoi, potrai scoparti ancora Paola… ma ricordati che da oggi la tua mammina reclama la sua parte di sesso…

Sigillammo cosi un patto tra noi. Quel pomeriggio finì così, dopo due ore abbondanti di sesso. Luca non andò più a letto con Paola… o almeno questo mi disse lui, sebbene lei continuasse a provarci con lui; ormai aveva me, diceva! Oltretutto si è fatto la fidanzata, dice che lei tromba bene ma che io lo faccio godere di più. Non solo, ha anche scoperto -ironia della sorte- che a lei piacciono anche le donne. Lei ogni tanto viene a casa nostra, e quando capita mi guarda in un modo strano… chissà che non si finisca a letto tutti e tre; a me non dispiacerebbe affatto, e penso che non dispiacerebbe nemmeno a Luca, il mio uomo perfetto.
di
scritto il
2024-08-18
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