Il trofeo

di
genere
etero

Apro un occhio… poi l'altro…
Oddio, già la sveglia?
Poi mi ricordo che giorno è oggi… un lampo e sono sotto la doccia.
Sì, il mio bagnoschiuma preferito, «La Perla», mmhh… che aroma meraviglioso. Una schiuma voluttuosa mi avvolge dalla testa ai piedi, voglio essere uno schianto oggi.
In camera sulla poltroncina mi aspettano i vestiti, scelti ieri sera dopo un intenso consulto con me stessa davanti allo specchio. Maglioncino nero con la cerniera, la mia gonna preferita, corta sopra al ginocchio di tessuto grigio. Ma è nella biancheria intima che ho dato fondo a tutta la mia fantasia: un completino rosso, con un meraviglioso reggiseno a balconcino in pizzo, e uno slip sgambatissimo. Mentre lo indosso mi sento molto trasgressiva, di solito per andare al lavoro sono molto più sobria… ma oggi metterò in campo tutte le mie armi.
Dopo essermi vestita mi scruto con attenzione nel grande specchio del mio armadio: sto proprio bene, i capelli, tagliati di fresco la scorsa settimana, mi piacciono parecchio, i sottili colpi di luce applicati dal parrucchiere mi illuminano il viso.
Mi trucco accuratamente, un tocco del mio profumo… sono pronta.
Non sono riuscita nemmeno a fare colazione, sono… emozionata? Agitata? Mentre accendo l'auto ed esco dal garage, mi do della stupida. Cazzo, ho 33 anni, dovrei essere un filo più distaccata!
Il tragitto verso la casa di riposo dove lavoro oggi mi sembra infido, pieno di deficienti che non sanno guidare… o magari sono io che ho la testa tra le nuvole? Non mi concedo nemmeno il tempo di rispondere, appena arrivo nel cortile mi precipito giù dalla macchina ed entro.
Saluto distrattamente alcuni vecchietti nell'atrio, mentre mi dirigo con passo frettoloso verso l'ufficio degli operatori.

"Finalmente sei arrivata!" mi accoglie Marta, l'assistente sociale, vedendomi entrare.
"Caffè?" chiede Antonella, l'infermiera, porgendomi la tazzina.
"Grazie, non ho neanche fatto colazione!"sbotto sedendomi.
"Sei emozionata, vero?".
Non lo ammetterei neanche sotto tortura… con loro, poi…!
"Ma no, è che non ho sentito la sveglia!".
"Col cazzo! Si vede che hai perso troppo tempo sotto la doccia a insaponartela per bene, giusto?" ribatte Antonella, con il solito tocco di classe che la contraddistingue.
"Beh, se deve essere guerra, che almeno possa mettere in campo tutta l'artiglieria!".
"Allora, ripassiamo i termini della scommessa", dice Marta. "Chi di noi tre porterà il trofeo alle altre due entro stasera alle 6, vincerà la posta in palio, okay?" ripeto.
"Sì, copertura totale delle notti per un mese. Allora, tutte tre d'accordo?".
Le nostre mani si stringono mentre scoppiamo a ridere.

"Cosa c'è di tanto divertente?".
Tutte tre ci giriamo verso la porta, dalla quale è giunta la domanda.
Eccolo lì, il trofeo. Daniele, il nostro obiettore.
22 anni, due occhi azzurri che non si possono prendere sul serio, un sorriso disarmante, un corpo alto, asciutto, seppure con tutti i muscoli al proprio posto. Daniele, che da quando è arrivato ci ha rimescolato l'anima… e non solo quella.
Sono tre mesi che è arrivato qui a prestare servizio civile, e da quel giorno tutte e tre noi operatrici abbiamo iniziato a fantasticare come delle adolescenti scatenate, fino ad arrivare alla scommessa.
Entro oggi bisogna provare a portarselo a letto, e chi ci riuscirà dovrà portare un suo capo d'abbigliamento, il più intimo possibile, alle altre due.
Lo soppeso con lo sguardo… giuro, dovrò essere io a portarmelo a letto! E non di certo per la scommessa: ne farei 200 di notti per lui, ma proprio perché me lo farei volentieri! E poi la cosa divertente sta tutta in un piccolo segreto… che so di conoscere solo io.
È vergine.
Me l'ha confessato un pomeriggio, davanti ad un caffè, arrossendo come un adolescente sorpreso con un giornale porno in mano.
Per un istante la cosa mi ha intenerito… poi ho desiderato con tutta me stessa di essere io la prima, la donna che gli farà provare per prima le gioie del sesso. Il termine di paragone con tutte le altre che verranno.
Né Marta né Antonella conoscono il suo segreto, gli ho giurato che avrei tenuto la bocca chiusa… su una cosa del genere si butterebbero a pesce!

"Allora, che avete da ridere?" chiede sedendosi al tavolo.
"Niente, cose da donne, non potresti capire!" lo prende in giro Marta.
"Sono giorni e giorni che secondo me mi state prendendo per il culo, state attente!" risponde con aria offesa Daniele. "E comunque, ambasciator non porta pena… voi due dovete andare ad una domiciliare dai coniugi Bianchini…" dice, indicando Marta e Antonella.
"No, ti prego, dimmi che è uno scherzo!!!!!" si lamenta Antonella.
"Proprio così invece, l'ha detto la direttrice. Hanno problemi con i vicini di casa…" risponde Daniele.
"E ci credo, due cagacazzo del genere! Lui, poi, non ne parliamo!" borbotta Marta.
"Dai, muovetevi!" esclamo io, cercando di non far trasparire il giubilo che mi pervade.
Sto realmente godendo come una maiala… due piccioni con una fava: la visita domiciliare non la devo fare io… e rimango da sola con Daniele!!!!!! E vai!!!!!!
È necessario però pianificare una strategia, mica posso comparire davanti a Daniele e scoparmelo così, di brutto grugno! «Ma poi chi l'ha detto che non si può?» mormoro tra me e me.
Okay, ma è necessario che controlli prima l'ambiente; non posso certo farmi beccare dalla direttrice che mi scopo l'obiettore.
Faccio un giro per la casa di riposo, fingo di controllare alcune cose in sospeso, passo nell'ufficio della direttrice, che trovo immersa nei conti insieme al commercialista.
"Buongiorno Roberta, avevo proprio bisogno di lei" mi accoglie mentre entro nel suo ufficio.
Vedo la mia vittoria sfumare… cazzo, cazzo, cazzo!!!!!!!!
"Mi dica…" borbotto a denti stretti.
"Dovrebbe sistemare i dati degli interventi domiciliari dell'anno scorso; le dispiacerebbe farlo insieme a Daniele? Almeno mettiamo a frutto la sua abilità con il computer!" dice allungandomi un fascio di fogli.
Ma allora c'è un dio in cielo che mi ama!!!!!!!!

Mi precipito verso la stanza del computer, al secondo piano… zona isolata, cazzo che botta di culo!
"Daniele, dovremmo sistemare questi dati…" esordisco entrando nell'ufficio.
"Sono già pronti, li avevo già sistemati ieri qui sul computer" mi risponde, con uno dei suoi sorrisi da ragazzino.
Oddio, sono pazza di lui… sexy, servizievole… vergine!!!
"Io speravo di imboscarmi qui per un po'… ma se il lavoro è quasi tutto fatto…" mormoro, fingendo uno sconforto che non provo affatto. Magari è un tenerone e si commuove.
"Beh, la boss non lo sa che il lavoro è tutto fatto… siediti, facciamo due chiacchiere!".
Avevo solo bisogno di un invito.
O la va o la spacca!
Mi siedo sulla seggiola vicino alla sua, e chissà come mai la gonna mi sale sulle gambe… ma di sicuro non la sistemo!
"Allora… come ti vanno le cose?" gli chiedo, tanto per rompere il ghiaccio.
"Come vuoi che vadano? Sto qui quasi tutto il giorno, di sera studio… non ho neanche il tempo di uscire con i miei amici!" si lamenta, con un broncio proprio tenero.
"Ma almeno con la tua ragazza uscirai ogni tanto, no?" la butto lì con fare casuale.
"E chi ce l'ha la ragazza? Quelle della mia età vogliono uscire con quelli più vecchi… e io resto a bocca asciutta!".
"Ed escici anche tu con quelle più vecchie!" gli rispondo, incredula per la splendida occasione di aggancio che mi ha porto su un piatto d'argento.
Ma quanto è ingenuo!
"…Perché, tu ci staresti con me? Non ti sembro un bamboccio?" chiede, arrossendo.
Ma se la mette su questo piano è fin troppo facile!

Decido di giocare subito le mie carte. Mi sporgo verso di lui e appoggio le mie labbra decise alle sue esitanti. Come sono morbide.
Inizio ad accarezzargli leggermente le labbra con la mia lingua, lui le socchiude piano, poi con la sua, esitante, mi viene incontro.
Da una parte mi dico che dovrei andarci cauta, non devo spaventarlo… ma chi resiste a questa bocca così tenera e dolce, penso, mentre mi spingo più a fondo nella sua bocca.
Gli prendo una mano, la appoggio su un mio seno… una mano lunga, dinoccolata, da adolescente appena cresciuto.
Mi accarezza piano, mentre continuiamo a baciarci. Il tocco delicato della sua lingua inizia a farsi più irruento. Diavolo… volevo eccitarlo, e sono io che mi sto bagnando come una fontana!
Allungo una mano per toccarlo… mioddìo, com'è duro! Nel turgore del suo membro trovo tutto l'impeto di un ragazzino che ci mette veramente poco ad eccitarsi!

Scivolo dalla sedia, mi inginocchio davanti a lui, non desidero altro che sentirlo dentro la mia bocca.
"Cosa fai?…" mormora, mentre inizio a slacciargli la cintura.
"Voglio farti godere… posso, vero?" mormoro, con una risata sommessa da vera mangiatrice di uomini.
Non gli do neanche il tempo di rispondere… gli ho già sbottonato i pantaloni e avvicinato le labbra all'apertura dei suoi boxer bianchi. Lo accarezzo con le labbra… sento che si irrigidisce, mentre un gemito sommesso gli sfugge.
Con un po' di fatica gli abbasso i boxer.
"Oddio… che meraviglia…" non posso fare a meno di dire, vedendo il suo membro turgido e duro che viene quasi incontro alle mie labbra. Chi l'avrebbe mai detto che questo obiettorino timido fosse così ben fornito? E poi è pure vergine.
Con la lingua inizio ad accarezzarlo, piano, percorrendolo dalla radice al glande.
Lo sento fremere, ho davvero voglia di sentirlo in bocca…
Inizio lentamente a farlo scivolare dentro le mie labbra… lo sento gemere, mentre stringe i pugni. È veramente duro, entra quasi a fatica tutto nella mia bocca… lo sento spingere contro il palato, la lingua, spingersi verso la mia gola.
Ho paura che possa venire da solo… non voglio perdermi questa occasione.
"Perché hai smesso?" si lamenta sottovoce.
"Perché ho voglia di scoparti… tu no?" sussurro, le mie labbra contro le sue.
Non aspetto la sua risposta, con un gesto rapido mi sfilo le mutandine… bella l'idea di mettersi le autoreggenti, tutto più semplice, no?
Daniele fa per alzarsi, ma io lo rispingo giù sulla sedia.
"No, voglio starti sopra io!".
Mi metto a cavalcioni su di lui e lentamente… molto lentamente… mi lascio scivolare sul suo membro turgido.
"Oh… mio… dio…" mi sfugge dalle labbra.
Con un dolce movimento dei fianchi inizio a muovermi su di lui. Lo guardo… ha gli occhi socchiusi… le labbra semiaperte… direi che se la sta godendo un mondo anche lui la sua prima volta!
Le sue mani si animano, mi abbassano la cerniera del maglioncino… scostano le coppe del mio balconcino, lasciando allo scoperto il mio seno. Come un cucciolo affamato si butta sui miei capezzoli, che succhia e mordicchia con irruenza.
"Ehi… piano…" ridacchio prendendogli il viso tra le mani e baciandolo leggermente.
"Come sono belle…" mormora leccando i capezzoli.
Direi che impara in fretta… me lo coltiverò proprio bene, il ragazzo…
Continuando a mordicchiarmi i capezzoli mi afferra per le natiche, cominciando a spingere più a fondo.
Mi sento completamente piena di lui… il suo sesso spinge in profondità, regalandomi sensazioni stupende. Lo vedo aggrottare le sopracciglia mentre i suoi movimenti si fanno più rapidi.
"…Dimmi che stai per venire anche tu… non riesco a resistere…" geme sottovoce.
"Sì… continua a spingere, dai…" ansimo, rovesciando la testa all'indietro.
Un'ultima spinta e lo sento venire con violenza dentro di me, mentre anche io vengo travolta dall'onda profonda dell'orgasmo.

Rimaniamo abbracciati per qualche istante, mentre i nostri respiri tornano lentamente alla normalità.
"Roberta… è stato bellissimo…" mi dice, con una carezza dolce.
"Anche per me…" rispondo… e anche se può sembrare strano è proprio vero.
Adesso capisco perché per gli uomini è così eccitante essere il primo per una donna. È proprio eccitante!
"Ti posso chiedere un regalo?" gli chiedo.
"Dimmi pure…".
"Mi lasci i tuoi boxer? Li voglio conservare come ricordo…" mi sento un po' ridicola a fare così la romanticona.
"Certo, se tu mi lasci le tue mutandine!" risponde lui.
"E come faccio? Ho le autoreggenti… che faccio, giro senza slip?" rispondo allibita.
"Certo, così io penserò tutto il giorno alla tua figa pronta per me!".
Ci scambiamo i nostri trofei. Io sto gongolando, l'ho proprio fatta in barba a quelle due!
"Torno al lavoro, ciao!" gli mando un bacio e me ne vado. Corro nel mio armadietto a nascondere il trofeo, non vedo l'ora che quelle due tornino!

Il ritmo del lavoro mi sommerge, mi ritrovo con parecchie cose da fare… due visite domiciliari, un salto in Comune per alcuni documenti… e tutto il giorno senza mutandine…! Altro che trasgressiva… questo è essere proprio troia!

---

Sono le 18:00, la giornata è finita; ci ritroviamo in ufficio io, Marta e Antonella. Ci guardiamo tutte e tre… nessuna parla.
"Facciamo una cosa!" propongo. "Chiudiamo tutte e tre gli occhi, chi ha il trofeo lo mette davanti a sé e al tre li riapriamo, vi va?".
"Va bene, io sono pronta!" dice Antonella.
1… 2… 3!
Apriamo gli occhi… e tutte e tre restiamo senza parole.
Davanti ad ognuna di noi c'è un paio di boxer bianchi… uno uguale all'altro.
"E questo cosa cazzo significa?" le parole mi escono a fatica, la bocca improvvisamente secca.
"Ehi, io non so quando l'avete fatto voi… ma io so di essere stata la prima, mi ha detto di essere vergine!" si infervora Marta. La guardo allibita, e anche Antonella. "…Non ditemi che l'ha detto anche a voi…" geme sconsolata.
"Sì… a me l'ha detto qualche giorno fa…" rispondo io.
"Anche a me… non vedevo l'ora di sverginarlo!" si incazza Antonella.
"Ma allora ci ha prese per il culo!".
"Certo che vi ho prese per il culo! Pensavate davvero di potermi usare come un trofeo?".

Ci giriamo tutte tre verso la porta da dove è arrivata la sua voce.
Con aria di scherno, Daniele si avvicina al tavolo e vi getta sopra tre mucchietti di stoffa colorata.
Arrosisco di vergogna nel riconoscere le mie mutandine… quelle nere devono essere di Antonella, le porta sempre di quel colore; mentre quelle rosa sono sicuramente di Marta.
Ma poi che mi frega di chi sono le mutandine? Ci ha prese in giro, 'sto stronzo!
"Vi ho sentite un giorno che parlavate della scommessa e non ho saputo resistere. Pensavate davvero che, solo perché sono più giovane di voi, potevate intortarmi in questo modo?".
Avrei voluto spaccargli la faccia, se non fosse che mi sentivo proprio da schifo. Mi imbarazzava l'idea di tre ultratrentenni prese per il culo da un ragazzino di 22 anni.
"Sì… hai ragione, non dovevamo usarti come un trofeo… ma ci piacevi talmente tanto…!".
"Se dici che vi piacevo così tanto, Roberta, avreste potuto dirmelo! Una scopata ogni tanto non fa male a nessuno, anzi! Ma così no! Okay, tenetevi pure i miei boxer come trofeo, ne ho un sacco nell'armadietto… potrete goderveli quando farete le notti qui tutte sole! Vi penserò mentre sarò in giro con la mia ragazza!" ci risponde mentre apre la porta. "Comunque, un'ultima cosa: per la vostra età, direi che ci sapete fare ancora…!" ed esce.

Ci guardiamo in faccia tutte e tre… e tutte e tre abbassiamo gli occhi.
Che figura di merda!
di
scritto il
2024-09-18
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