Le calde tette di Serena

di
genere
etero

Serena e Giulia avevano deciso di fare un weekend lontano dalla loro città. Avevano optato per la città di Matera, che entrambe non avevano mai visto. Non avevano mai fatto un viaggio nel Sud dell'Italia, in verità, ma in molte, tra le loro amicizie, avevano loro parlato di quella cittadina così particolare, in cui il clima era caldo, i paesaggi meravigliosi e selvaggi… ed i ragazzi tutto quello e anche di più.
Entrambe originarie del trevigiano, si erano conosciute all'Università «Ca' Foscari», ai corsi. Serena era fidanzata da quattro anni, mentre Giulia era, più semplicemente, libera, ed era risaputo che non riusciva a stare con le mani ferme. Si imbatteva sempre in avventure di ogni tipo, e ne andava fiera. Probabilmente un po' invidiava il fatto che Serena avesse un rapporto stabile, ma sapeva anche che ormai la relazione della sua amica si era notevolmente raffreddata, e la vita sessuale di lei, al contrario della sua, era ormai ridotta a poche volte e ogni tanto.

Si recarono all'aeroporto; Giulia era come suo solito vestita molto hippy, con vestiti di tessuti leggeri e colorati. I tratti del viso, vagamente mediorientali, avevano affascinato tantissimi ragazzi, e lei, poco alla volta, quando ne aveva voglia, cercava di appagare le sue voglie con molti di loro. Serena invece era più tranquilla, con dei pantaloni jeans fascianti ed una camicetta bianca leggermente sbottonata all'altezza delle tette che metteva in mostra lo scollo della sua favolosa sesta misura. Sapeva che le sue grandi tette avevano sempre avuto il potere di ammaliare tutti, e in molti avevano dedicato loro almeno un «cinque-contro-uno». A coprire i suoi capelli, scuri con riflessi rossastri, aveva un Borsalino nero. In stazione la guardavano tutti, dato che ad ogni passo le sue tette ballonzolavano in modo ipnotico.
- Serena…! -le disse Giulia guardandola di traverso.- Te xè andà in spadina?!
Eh sì, perchè Giulia era quella tipica persona che mostrava un finto senso del pudore, facendo osservazioni da perbenista, ma poi il suo reale spirito era quello della ninfomane in cerca di avventure… a differenza di Serena.

Salirono sull'aereo che le avrebbe portate a Bari; di lì avrebbero poi preso una navetta per la città dei Sassi e delle chiese rupestri. In treno studiarono per quasi tutto il tempo, ma Giulia non resisteva alla tentazione di ridere ogni qualvolta qualcuno entrava nello scompartimento e, vedendo la pericolosa scollatura di Serena, ci finiva del tutto dentro con gli occhi, rischiando di inciampare in qualcosa o di finire addosso a qualcuno.
Il viaggio era stato organizzato molto alla buona, neanche sapevano dove andare a pernottare, ma Giulia continuava a ripeterle che non doveva preoccuparsi, che una stanza in albergo l'avrebbero sicuramente trovata, o al limite anche qualcuno che le ospitasse a casa. "Magari qualcuno fatto come Johnny Depp…", diceva.
- Ti te xè fora de vada! -le rispose Serena- E io dovrei dormire a casa di qualcuno che neanche conosco?!?
- Eddài, Serena! -la zittì Giulia- Non comportarti come una vecchia di settant'anni. Oggi i couchsurfers si arrangiano in questo modo. E poi cosa fai, ti preoccupi per il to adorato morosino? Ma non pensarci!

Finalmente giunsero a Matera. Camminarono a lungo tra le strade del centro storico dei «Sassi», guardando ammaliate quelle abitazioni in tufo o scavate nella roccia. Poi si fermarono a mangiare qualcosa. Serena aprì la borsa che portava al braccio e cacciò fuori una bottiglietta d'acqua. Fecero una breve pausa e quindi ritornarono al loro cammino.
Si fermarono nei pressi della Villa comunale, ai tavolini di un bar. In sottofondo suonava musica lounge, e Giulia si accorse che due ragazzi, due bei tipi, le stavano fissando. All'inizio fece finta di nulla, poi diede un colpetto sul braccio di Serena, e le fece capire di guardare alla sua destra, così che anche lei se ne accorse. I due ragazzi parlavano tra di loro, ma continuando a guardarle, come un predatore che punta la preda.
- I xè dei bei tosi, vero? -domandò Giulia.
- Beh, devo dire la verità… sì. Ma rimettiamoci in cammino, altrimenti si fa tardi.
- Come vorrei che ci abbordassero… -continuò Giulia.
- Ma ti la vol smètare…? Eppoi lo sai che sono fidanzata!
- Seee… sta parlando la santarellina…! -disse, scimmiottandola- No dirme miga che ti no xe xà tuta bagnada.
- Giulia, tu sei malata… anzi arrapata, fin dentro il midollo. Dai, némo ciò.

Si alzarono dal tavolo, presero sotto braccio le borse e si avviarono. Ma con somma gioia di Giulia, mentre stavano andando via, i due ragazzi le chiamarono e si avvicinarono a loro.
- Ciao ragazze…! -disse uno di loro.- Non siete di queste parti, vero?
- No… -rispose Serena.
- Beh… vedo che siete tutte sole. Noi siamo di qui, possiamo portarvi noi a vedere un po' di posti, se vi va. Io sono Nicola, e lui è Arturo.
- Ciao, ragazzi… -rispose Giulia- …ma certo, ci piacerebbe! Fa sempre comodo avere due valorosi cavalieri come guide.
Quando Giulia gli porse la mano, Nicola la raccolse e si produsse in un galante baciamano, e quindi fece lo stesso con Serena. Arturo invece salutò le due ragazze in maniera più tradizionale.

Iniziarono il loro passeggiare tra le strade di quella caratteristica città, e con l'occasione chiacchierarono a lungo e si conobbero un po' meglio. E in quell'arco di tempo, tra un discorso e l'altro, Nicola riuscì a sfruttare una delle circostanze offertegli dal caso e prendere Giulia per mano, passeggiando poi tra quelle antiche strade mano nella mano con lei. Arturo, che era un po' meno disinvolto del suo amico, riuscì comunque con una certa disinvoltura a portare un braccio lungo le spalle di Serena, che si lasciava trasportare dalla sua ironia e dalla sua parlantina garbata.
Ogni tanto, i ragazzi si lasciavano andare a qualche frecciatina sui grandi seni di Serena, stuzzicati in quel senso anche dalla stessa Giulia.
- Ma guarda che bel balcone! Sembra quello di piazza Vittorio Veneto, quello che si affaccia sui Sassi… -disse Arturo, indicando la scollatura di Serena– …ma anche questo non è niente male, come panorama!
- Ma tu hai il pollice verde, per caso? -aggiunse Nicola.
- Perché…?? -rispose Serena.
- Beh… per far crescere due meloni così…
Giulia rise di gusto per la battuta. Serena invece no; ne aveva già sentite a tonnellate, di battute del genere.
- Ehi, ehi… -rispose Serena- …poca confidenza, ragazzi, che sono fidanzata.
- Su, dài, non te la prendere… e poi credo che il tuo fidanzato non sarà mica geloso se ti faccio un complimento. Sbaglio o sei una quinta misura? -chiese Arturo.
- Beh… a dire il vero, è una sesta… -rispose Serena arrossendo e cercando di coprirsi ulteriormente il seno. Ma in fondo in fondo la divertiva essere guardata in quel modo così «selvaggio» da quei ragazzi.
- Ma davvero sei fidanzata? -le chiese Nicola.
- Sì, davvero…
- Mmmm… sai, è una cosa bellissima… essere fidanzati intendo… anche se poi… così… si perdono certe occasiooooniiiii… -aggiunse Nicola, pronunciando quest'ultima parte della frase con tono di voce ironico e un'espressione instupidita. Le ragazze sorrisero. Nicola proseguì- …vabbè, ma ormai è tempo che tu cominci a pensare a cose più importanti, chessò… lavare per terra… guardare la TV… una serena vecchiaia in pantofole…
- Bleah… che schifo… io non sarò mai così! -osservò Giulia.
- Sei mai stata in Inghilterra, Giulia…? -le chiese Arturo.
- Sì, una volta… -rispose lei.
- Mmmm… bene. Sai, a casa mia ho un thè che ho preso in Inghilterra. Vedi, gli inglesi fanno un thè molto forte, e per correggere l'amarognolo del tannino aggiungono il latte, che gli conferisce un sapore vellutato, ideale per degustarlo accompagnandolo con dei pasticcini… -poi cambiò tonalità, e con voce più profonda aggiunse- …se vieni da me te lo faccio assaggiare… sono bravo a fare il thè, sai?… Dovresti provarlo…
Quelle parole provocarono in Giulia un effetto particolare… la ragazza si sentì sciogliere l'acquolina in bocca, ma non solo… anche altre parti del corpo, più in basso, si erano fatte decisamente liquide!
Del resto era proprio quello l'effetto che Arturo, col suo studiato doppio senso, mirava ad ottenere.

Erano ormai le sette e mezza del pomeriggio, quando decisero che probabilmente era ora di rientrare. Il sole stava calando. Nicola, avendo intuito la natura particolarmente «libertina» di Giulia, lanciò una proposta: lui si sarebbe offerto di ospitare Giulia a casa sua, se lo voleva, mentre Serena si sarebbe potuta fermare da Arturo. All'idea Giulia non stava più nella pelle, già immaginando quello che sarebbe potuto accadere in quegli appartamenti. Ma Serena la prese per un braccio e la tirò in disparte.
- Ma ti te xe propio insemenìa?! -esclamò sottovoce.- Ti ha dato di volta il cervello, Giulia?!… Vorresti andare da sola a casa di qualcuno che nemmeno conosci?!
- E de cossa te g'he paura, ciò, de tradir el to moroso? I xè dei bravi ragazzi, si vede… e poi dimmi la verità: da quanto tempo non te la fai una bella sgroppata? Non è giunta l'ora di ritornare a gustarti un bel cazzo vero, invece dei soliti dita e dildo che usi ultimamente? Bene, ci vediamo dopo… ciao ciao!
Con queste parole, e dopo essersi dati appuntamento a più tardi per proseguire la serata, Giulia raccolse la mano di Nicola e insieme si avviarono verso casa di lui.

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Arturo lasciò entrare Serena nel suo appartamento. Era spazioso e luminoso, arredato con gusto moderno: qualche pianta, un televisore maxischermo, qualche poltrona e un canapé abbastanza grande.
- Di là c'è il bagno, se hai voglia di rinfrescarti. Puoi anche fare una doccia, gli asciugamani sono di là, sotto il lavandino… -le disse Arturo.
- Grazie, ma non ne ho bisogno… -gli rispose lei.
- Allora che ne diresti di metterti comoda…? -aggiunse lui- Dai, non essere così tesa, ti assicuro che mi comporterò bene…
- Ti conosco appena, cerca di capirmi… e comunque sto bene, grazie!
- Lo dico per te, Serena! Puoi anche solo toglierti la camicia, se vuoi… è completamente sudata.
- Ma sotto ho solo il reggiseno… -avvertì Serena.
- Davvero? Mmmm… ancora meglio…! –rispose lui sorridente, poi aggiunse in tono più serioso- No, scherzo, dai… comunque ho pensato a qualcosa che potrebbe piacerti…
Serena era un po' dubbiosa: Arturo sembrava un bravo ragazzo, la sua casa era in ordine… ma lo conosceva solo da poche ore. Poteva fidarsi di lui? Era sempre stata una fatalista, convinta che le cose, se devono succedere, succedono… ma quel giorno le sue convinzioni traballarono; cosa sarebbe potuto succedere, tra quelle mura? Avrebbe tradito il suo fidanzato, dopo quattro anni di fidanzamento? Un po' aveva paura. Ma la determinazione di Arturo, in certo qual modo, la intrigava.
Con delicatezza si sbottonò la camicia, lasciando venir fuori uno striminzito top ginnico, leggero e reso semitrasparente dal modo in cui le sue meravigliose tettone lo tendevano, tanto da trattenerle a stento. Il ventre era scoperto, lasciando in mostra il suo ombelico e solo un lieve accenno di pancetta. Arturo si complimentò ancora per ciò che vedeva, poi sparì oltre una porta, ritornando qualche attimo dopo con degli asciugamani bianchi ed una boccetta di olio aromatizzato per il corpo.
Arturo distese gli asciugamani sul canapé a pochi passi dall'ingresso.
- Se ti va, ti cospargerò con quest'olio profumato su tutto il corpo, e ti farò un bel massaggio rilassante. Sono un massoterapista, sai?
- Un… ché?!?
- Un massaggiatore. Faccio massaggi per professione nella palestra dove lavoro.
- …La tua non è solo una scusa per mettermi le mani addosso? -eccepì lei.
- Beh… poi me lo dirai tu se è una scusa oppure no… -le rispose lui con un sorriso.
Serena scelse di fidarsi di lui. Si abbassò i jeans. Era intrigata dal suo modo di fare, di parlare, di guardarla con interesse ma con discrezione… cominciò a pensare che quel massaggio sarebbe potuto diventare il prologo a qualcosa di più concreto e «rischioso», ma l'idea adesso non la preoccupava più come qualche minuto prima. Si spogliò, rimanendo vestita solo delle mutandine, del suo cappello nero, dei suoi bracciali color oro al polso destro e del suo collier, regalo del suo fidanzato per il loro recente anniversario. Si coprì le tette con un braccio, per quello che potè. Ma Arturo, questa volta, si sforzò di ignorarle, mostrando professionalità.
- Bello il tuo collier. Purtroppo ora dovrai toglierlo, o non potrò massaggiarti come si deve… e tu non potrai goderti a pieno l'efficacia e il piacere del massaggio…

Serena si sdraiò; Arturo le posò un asciugamano piccolo sul sedere, poi prese la bottiglietta e cominciò a versarle l'olio a filo sulla schiena, sui fianchi, sui lombi e sulle gambe. Aveva un buon profumo, con sentori di mandorla e di vaniglia. Poi si applicò nel massaggio… e a quel punto Serena constatò che il ragazzo era davvero bravo… quel massaggio era davvero molto ben fatto, e la stava mandando in brodo di giuggiole. Era estasiata dal tocco sapiente e deciso di quelle mani, e cominciava a sentire la sua vagina allagarsi di umori. Non le capitava da tanto, troppo tempo, di eccitarsi così. Le sue paure, quasi di colpo, svanirono.
Poi Arturo la fece alzare e girare, quindi prese nuovamente la boccetta dell'olio e la porse a Serena affinché se lo passasse sulla parte anteriore del corpo. Serena si versò un po' d'olio sulle tette, facendolo colare lungo l'incavo dei seni, poi sulla pancia e sulle gambe. Prese a spalmarlo con lentezza, gustando il contatto con le proprie mani come se fosse la continuazione del massaggio che Arturo le aveva fatto poco prima. In breve il corpo fu reso lucido da quell'olio.
Serena era chiaramente eccitata. Prese a giocare con i suoi seni, lasciandosi guardare da Arturo, seduto su uno sgabello. Come plastilina li premeva uno contro l'altro, li schiacciava tra le braccia incrociate… e sorrideva.

Ad un certo punto Arturo si alzò, le si piazzò alle spalle e da lì portò le mani sul voluminoso petto della ragazza, iniziando a massaggiarle lui i seni. Con le dita stringeva quella carne morbida, ne sfiorava i capezzoli, premette i seni uno contro l'altro mentre li stringeva delicatamente tra le mani.
- Hai delle tette davvero incredibili, pazzesche…! –le disse sorridendo- …Ho una voglia di succhiarle, di divorarle… me lo lascerai fare, vero?
- Dipende da come ti comporterai…
La sua risposta era dubitativa, per salvare le apparenze… ma ormai Serena non aveva più dubbi… la fidanzatina fedele stava per non esserlo più.

Serena si avvicinò a lui… sorrise, poi gli sfilò la canotta, prese la boccetta dell'olio e cominciò a sua volta a versarne un po' sul corpo del suo ospite, tonificato dall'attività fisica. Passò le sue mani sul petto e sulle braccia del ragazzo per stendere bene l'olio, poi scese più giù lungo l'addome, fino a superare la linea della cintura e posare la mano sul suo arnese, che sentì essere già dritto e duro. Gli slacciò la cintura e gli tirò giù pantaloni e boxer allo stesso tempo, portando allo scoperto il membro svettante di Arturo. Emanava un forte profumo di feromoni, e questo le piacque da impazzire. Con le sue mani unte di olio profumato lo masturbò delicatamente… poi si chinò e lo portò tra le labbra, facendo annegare nella sua bocca il glande pulsante di quell'attrezzo mentre il suo pugno serrava con forza l'asta del pene.

- Wow… sei fantastica…! Ora però ho una voglia pazzesca di farti mia… -disse lui, facendola alzare. Le disse di piegarsi in avanti. Serena acconsentì; si appoggiò al canapè e iniziò ad avvertire le sue dita che prima le sfilarono via le mutandine e quindi indugiarono sulla sua zona pelvica, facendo capolino tra le sue labbra bagnate. Emise un gemito di piacere, liquido e sensualissimo. Arturo le massaggiò la passerina per un po', poi indirizzò il glande verso il buchino di Serena.
La ragazza ritirò il suo culetto di scatto.
- No! Lì no! Non l'ho mai fatto prima…!
- Non avere paura, vedrai che non ti farà male… -le rispose lui, poi la prese per un braccio e l'avvicinò a sé- …fidati di me, so bene come si fa…!
Posizionò il suo arnese verso il buchetto del suo culo, e si accinse a penetrarla delicatamente.
- Aspetta…! -esclamò Serena. Prese la boccetta dell'olio per il corpo e ne versò un filo sul cazzo durissimo di Arturo; poi lo cosparse con una mano e lentamente, senza mollarlo, si portò il membro all'imboccatura del culo. La sua faccia divenne una maschera di tensione, man mano che lo sentiva sempre più dentro… fino a ché Arturo scelse di rompere gli indugi, e con un colpo secco di bacino la penetrò completamente, fino ad arrivare ai testicoli.
Serena inspirò rumorosamente… rimase senza fiato, con la bocca spalancata, l'urlo che avrebbe voluto lanciare le rimase strozzato in gola. Cercò di muovere un po' i fianchi per alleviare la tensione che il membro teso di Arturo esercitava sulle pareti del suo sfintere… poi, man mano che avvertiva il suo ano adattarsi, iniziò a prenderci gusto.

Reggendosi con le mani al canapè, iniziò a spingersi in avanti e all'indietro contro il bacino del ragazzo, e ogni suo movimento faceva dondolare le sue tettone, così tanto da farle quasi perdere l'equilibrio. Poi, ad un tratto, tirò un sospiro e si fermò, iniziando ad ondeggiare i fianchi sul pube di lui, prima di riprendere con lo stesso ritmo di prima.

Dopo diversi minuti di quel «trattamento», Serena si sfilò dal cazzo di Arturo e andò a stendersi sul letto, che era lì a due passi.
- Ti voglio sentire dentro di me, ora…! -disse, allargando le cosce come chiaro invito a penetrarla, stavolta per le vie tradizionali.
Arturo si ripulì l'arnese dall'olio con un tovagliolo, quindi la raggiunse, posizionando il suo membro in direzione della fichetta di Serena. Strusciò la cappella sulle labbra vaginali semiaperte e carnose della ragazza, poi la penetrò con un colpo solo, rapido, che la sorprese lasciandola a bocca aperta.
- Ommioddìo… quanto è duro! –ansimò Serena.
Mentre Arturo spingeva con forza dentro di lei, i mugolii di piacere di Serena riempivano l'aria, all'unisono con le potenti spinte che la squassavano fin dentro la pancia. Ad un certo punto Serena urlò più forte e si irrigidì in un orgasmo che la sconvolse tutta!
- Serena… sto per venire… -non ci volle molto che Arturo gemette.
Lei incrociò le gambe dietro la schiena di lui, tenendolo inchiodato a sé, il pube strettamente appiccicato al suo bacino, tremolante per l'orgasmo appena provato.
- Vienimi dentro! -gli ordinò, tirandolo a sé e baciandolo intensamente. E mentre i due limonavano di brutto, Arturo esplose, riempiendola di sperma caldo…!

La testa di Arturo giaceva sul morbido cuscino del seno di Serena; lui prese a succhiarle e leccarle alternativamente i capezzoli, incredibilmente gonfi per l'eccitazione.
- Quanto sei bella, Serena… e quanto sei sexy…
- Mmmm… anche tu… e poi hai un cazzo stupendo… sei un vero stallone da monta.
Dopo lo scambio di complimenti, mentre si baciavano ancora avvinghiati tra loro, Serena sentì il cazzo del ragazzo che riprendeva turgore dentro la sua passerina, e decise che a quel punto Arturo sarebbe stato per davvero il suo «cavallo da monta».
- Ora però tocca a me montarti… -gli disse.

Rotolando su sé stessa si portò sopra di lui e gli si mise a cavalcioni, cominciando poi a muoversi molto piano sul suo arnese, con movimenti circolari del bacino. Arturo stava godendo da impazzire, non solo per la sublime cavalcata di Serena, ma anche per l'eccitante visione delle sue tettone che danzavano ondeggiando lussuriosamente su di lui. Provo ad allungare le mani per abbrancarle, ma Serena sorridendo glielo impediva, mentre intanto continuava a cavalcare il membro rigido di Arturo, che anzi era diventato, se possibile, ancora più duro e gonfio.
- Dai, fammele toccare… -insisteva il ragazzo.
Serena continuò a negargli a lungo il contatto coi suoi seni, ora afferrandogli i polsi, ora intrecciando le dita con le sue… fino a quando improvvisamente si chinò su di lui e glieli sbattè sul viso. Arturo poteva sentire fin dentro le narici l'eccitante odore di femmina che quei meravigliosi globi di carne emanavano, e cominciò a baciarli e a succhiare ora un capezzolo ora l'altro… poi Serena si risollevo, e finalmente Arturo riuscì a mettere le mani su quel tesoro tanto desiderato, mentre lei galoppava e si inarcava per il godimento…
- Oh sì, dai, fammi godere ancora!… - urlò.- …È da quasi tre mesi che non scopo col mio moroso!
- Tre mesi…?? -esclamò lui meravigliato, mentre tenendola per le tette la aiutava nel suo movimento sussultorio.- Nooo, non ci credo… se tu fossi la mia ragazza scoperemmo ogni giorno! Sei la ragazza più calda e più sensuale che mi sia mai capitata da tanto, troppo tempo a questa parte.
Sentì il cazzo di Arturo gonfiarsi e pulsare dentro di lei, quasi come se stesse per esplodere in un nuovo orgasmo, ed accelerò il ritmo della cavalcata per favorirlo. Ma lui la fermò e le disse di inginocchiarsi tra le sue gambe.

Serena capì cosa passasse per la mente del ragazzo. Si accucciò ai suoi piedi, e prima che lui sborrasse gli avvolse il membro tra le tettone morbide, continuando a muoverle su e giù mentre le teneva premute l'una contro l'altra, in un delizioso e sensuale sandwich sul cazzo di lui. Pochi secondi dopo, Arturo esplose ancora una volta, spruzzando la propria crema calda sulle enormi bocce della ragazza.
- Aaaaaaaagg-gg-ghhhhh…! -urlò lui, in preda al piacere. Serena lasciò che lui si scaricasse del tutto sulla sua favolosa sesta misura, e a quel punto passò un dito sulle sue tette, raccogliendo tutto il seme che potè, portandoselo alla bocca e succhiandolo come se fosse un delizioso ghiacciolo. Infine glielo ripulì con un altro pompino delizioso, che lo fece grugnire di piacere ancora una volta.
- Sì, così… come un gelato alla crema… -gemette Arturo. Effettivamente quella crema aveva un sapore molto speciale, reso ancora più speciale dall'aroma dei loro umori congiunti, che le fece perdere del tutto la testa. Continuò a spompinare il ragazzo, fino a ché la sua mazza virile non perse del tutto il suo turgore.

- Mi hai distrutto… -disse Arturo, con la voce ancora stravolta dal godimento.
- Adesso sì che avrei bisogno di quella doccia… -replicò Serena, accarezzandolo dolcemente- …tra non molto abbiamo appuntamento con gli altri.
Serena si portò via un ultimo sbuffo di sperma dalle labbra con il polso destro. Aveva tradito il suo fidanzato, ma ne era valsa la pena; era stato bellissimo.
I due ragazzi raggiunsero la doccia, dove tra scrosci d'acqua e sapone si dedicarono ancora l'uno all'altra, baciandosi e carezzandosi piacevolmente.

- Ah, ovviamente dormirai qui stanotte -disse Arturo, mentre i due si preparavano a uscire.- Domani però non ti lascerò andare via senza replicare!
- No no… -rispose lei- …la replica la faremo stanotte, quando torneremo a casa. Ma questa volta mi aspetto che sarai tu a distruggermi!! -concluse facendogli una linguaccia.
Il ragazzo sorrise, la baciò sulle labbra e insieme si diressero verso la porta.

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Ah… a proposito: anche Giulia ebbe occasione di farsi la sua bella scopata… ma di questo vi parlerò in un'altra storia.
di
scritto il
2024-08-28
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