Ho adottato mio nipote parte uno ( incesto gay)

di
genere
incesti

Salve mi presento, sono Livio e ho trentaquattro anni. Alto quasi un metro novanta, bello piazzato, fisico ottenuto grazie ad anni di palestra e piscina, da ragazzo. Occhi nocciola e capelli castani.
Vivo con mia moglie Alessandra, è mio figlio, Luigi.
Nel mese di ottobre la nostra famiglia, venne travolta da una tragedia, mia cognata, morì, in un tragico incidente stradale, e mio nipote venne affidato alla mia famiglia.
I miei genitori sono troppo anziani per prendersene cura, e mio fratello, é in prigione per dei casini fatti da giovane, ed ora deve scontarli tutti.
Danilo, era questo il nome di mio nipote, é un ragazzo di diciotto anni, un bravo ragazzo con la testa sulle spalla, molto intelligente, e dedito alla studio.
Fa nuoto e ha vinto anche delle medaglie.
Di aspetto fisico è molto simile a me, e mio fratello è identico a noi.
Le uniche cose che ci differenziano, e che mio fratello si è un po’ lasciato andare, e non è più muscoloso come prima, ha messo su un po’ di pancetta.
Un mese dopo, la morte della madre, le cose cambiarono drasticamente, Danilo iniziò ad avere pessimi voti, iniziò a frequentare strane compagnie, insomma anche lui sembrò intraprendere la strada che intraprese suo padre e mio fratello.
E questo non mi andava bene, non volevo che anche lui si rovinasse, come ha fatto mio fratello.
Non ero riuscito a salvare mio fratello, ma sarei riuscito a salvare suo figlio.
Un giorno, eravamo in casa solo io e lui.
Lo presi prima che potesse uscire e gli parlai.
“ Danilo dobbiamo parlare!”
“ di cosa?! Vado di fretta” rispose con supponenza.
Non ci feci molto caso.
“ Sono sincero, mi dispiace per quello che hai passato, è stato orribile.. ma tutti noi, siamo preoccupati per te, perfino tuo padre!”
“ Mio padre per me è morto!”
A quel punto non so, cosa mi prese ma gli mollai uno schiaffo.
Me ne pentii subito dopo, lui mi guardò con rabbia mentre pian piano la sua guancia iniziò a diventare rossa.
“ Cazzo, mi dispiace Dani! I-io non volevo! S-scusami” dissi desolato.
Non rispose, mi guardò ancora con qualche minuto di odio, e poi se ne andò via, dandomi una spallata molto violenta.
Io rimuginai tutta la giornata a quello schiaffo, mi ero pentito moltissimo.
Ma oramai il danno lo avevo fatto e non potevo tornare indietro.
Si erano fatto le tre di notte, e di Danilo neanche l’ombra.
Ero rimasto sveglio tutta la notte, in attesa che varcasse la porta di casa e parlare, di quello che avevo fatto e del suo comportamento.
Era anche l’occasione giusta, visto che mio figlio era andato a dormire da un amichetto, non volevamo che assistesse a queste scene.
Verso le quattro, sentii il tintinnio delle chiavi nella serratura, e dopo alcuni minuti, la porta si aprì.
La porta si chiuse, e sentii dei passi, poco dopo da dietro il muro, comparve nel salone, mio nipote visibilmente ubriaco e molto probabilmente sotto effetto di qualcosa.
“ É questa l’ora di arrivare!” Dissi seduto sul divano, con le braccia incrociate.
“ Cazzo, mi hai spaventato” disse lui con voce impastata.
“ Questo atteggiamento non va più bene, Danilo! Lo devi capire, non è da te!”
“ Questo sono io! E tutti voi, lo dovete accettare”
“ no questo non sei tu! Questo è solo perché stai soffrendo, il vero te, era il ragazzo dolce, intelligente e dedito a portare a termine gli obbiettivi che si prefissava. Lasciati aiutare Dani” disse alzandomi dal divano, e mio nipote, si avvicinò a me con aria di sfida, e potei sentirne l’odore ancora più da vicino, puzzava di alcool, in una maniera pazzesca.
“ Tu non puoi dirmi, chi sono e cosa posso o non posso fare! Sono maggiorenne e posso decidere della mia vita”
“ invece no! Perché sei sotto la mia tutela, e sono ancora io che decido per te”
“ NO!” Disse lui alitami in faccia, tutta la sua puzza di alcool.
“ Non mi costringere a prendere azioni delle quali mi pentirò Danilo”
“ provaci! Io non ho paura, di niente” disse lui, barcollando leggermente e lo dovetti sorgere per non farlo cadere.
“ Dani, per favore! Fatti aiutare”, lo supplicai, non volevo arrivare a doverlo mettere in un centro di recupero, volevo che si facesse aiutare da noi, i suoi familiari.
“ Io voglio, che tu mi punisca.. zio!” Disse lui.
Rimettersi in piedi, e avvicinarsi sul divano.
“ Sono stato un cattivo bambino.. sculacciami zio!” Disse lui tirarsi giù i pantaloni e slip, e mostrarmi il suo culetto, leggermente peloso, molto sodo e rotondo.
“ rivestiti per favore, c’è Alessandra che sta dormendo!” Dissi mentre continuo a guardare quel culetto scoperto.
Arrivati a questo punto, deve confessarvi, che ho avuto anche rapporti sessuali con uomini, e di conseguenza sono bisessuale non dichiarato.
Ma sempre prima del matrimonio e prima che conoscessi Alessandra, da quel giorno ho sempre fatto l’amore con lei, e di andare con gli uomini, non ne ho più avuto bisogno.
Ma vedere quel culetto di mio nipote, lì nudo..
Mi ha fatto ripotare alla mente, tutte le volte in cui mi ero divertito con gli altri maschi.
“ Forza zietto cosa aspetti, sculacciami!” Disse lui dandosi una pacca sul culo, che vibrò.
“ Dai forza, vieni qua, rivestiti, ti porto a letto” dissi io facendolo alzare. Mi inchinai davanti al suo culetto, spalancandogli le chiappe e dargli un’annusata molto profonda e intesa, il suo buchetto odorava di mora e muschio. Quel mio gesto, innesco in mio nipote, un gemito molto intenso, e la cosa mi eccitò parecchio.
Quel odore mi inebriò e quel gemito, mi rese il mio cazzo duro come il marmo.
Tornai presto alla realtà, non potevo farlo, era mio nipote, sangue del mio sangue, non avrei mai potuto farlo con lui.
Gli tirai su mutande e pantaloni e lo portai a letto.
Non appena, lo poggiai sul cuscino, sussurrò delle parole, anche se erano molto basse le percepii.
“ Scusa zio..”
Quelle scuse potevano significare ogni cosa, ma le percepii come uno scusa generale, per tutto quello che aveva fatto.
“ Tranquillo, Dani.. tutto si sistemerà!” Le risposi, ma lui si era già addormentato, e lo guardai con sorriso e me ne andai.
E mi precipitai in bagno, a farmi una sega.
Cercando di pensare al culo, alle tette e alla figa di mia moglie.
Ma i miei intenti andavano tutti falliti, alla mente mi ritornava solo il culo di mio nipote, quel suo odore di more e muschio, quel buchino stretto e leggermente peloso, e quel suo gemito intenso e voglioso.
Cercai davvero con tutte le mie forze di non pensarci, ma alla fine, mi arresi ai miei istinti e sborrai pensando a mio nipote, in una sborrata molto copiosa.
Ripulii tutto e andai a dormire.
Facendo piano a non svegliare mia moglie. Ma ovviamente non si era svegliata, aveva il sonno molto pesante e neanche delle cannonate la potevano svegliare.
Prima di addormentarmi, ripensai a ciò che avevo appena fatto, e mi domandai.
Se avevo appena fatto la cazzata più colossale della mia vita? Oppure, la cosa più eccitante che avevo fatto nella mia vita?!
Mi addormentai con questo dilemma, magari il sonno mi avrebbe aiutato a pensare meglio con più lucidità l’indomani.
scritto il
2024-12-01
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