Padre stupra il figlio per vendetta ( incesto gay)
di
Aleandro98
genere
incesti
Questa storia è il sequel, del racconto erotico, padre e figlio stuprati dal fattorino della pizza.
Questo racconto contiene scene molto forti ( stupro, sesso violento, sputo, frustate) Se non siete appassionati di questo genere, vi sconsiglio di non leggerlo.
Per tutti gli altri, buona lettura, spero vi possa piacere.
•••••••••••
Erano passate diverse settimane, da quel orribile e devastante violenza che aveva subito Blerim, quell’avventura lo aveva traumatizzato, non ebbe più rapporti con sua moglie, e anche il suo matrimonio ne stava risentendo.
L’uomo non voleva più fare sesso con sua moglie, tantomeno non voleva che lei, lo toccasse, e non capiva perché.
La donna chiedeva spiegazioni in maniera pacifica, ma finivano sempre per litigare in modo violento e aggressivo.
Raffaele sapeva il motivo e si sentiva terribilmente in colpa, per quello che era successo.
Blerim non ebbe più alcun rapporto padre e figlio, si era chiuso a riccio, e non parlava più con nessuno, se non per litigare con sua moglie.
Raffaele, voleva cancellare quello che era successo, ma non poteva.
Cercava anche lui dialogo con il padre per potersi scusare, ma non lo degnava neanche di uno sguardo.
Una sera, la donna dopo l’ennesimo litigio, prese le sue cose e andò a dormire da sua sorella.
Così padre e figlio rimasero soli a casa.
Blerim, una volta soli, si alzò dal letto, e andò in camera del figlio, il quale era sdraiato sul letto, a messaggiare.
Lo stava guardando con puro odio e vendetta.
Doveva punirlo in modo esemplare, per quello che le aveva fatto, e quel giorno era arrivato.
Stava architettando quella vendetta da settimane.
Raffaele accorgendosi del padre, spense il suo telefono;
“ papà, tutto ok?” Chiese lui, vedendolo con una strana espressione.
Blerim non rispose andò verso suo figlio, lo prese per le caviglie con brutalità.
“ Papà cosa stai facendo, fermati!”
Blerim, lo rigirò così da poter vedere il suo fondoschiena, il figlio stava cercando di ribellarsi, ma non ebbe molto successo.
Il padre con uno scatto veloce, lo immobilizzò, e gli tirò giù il pantaloncino senza slip.
Nel frattempo Blerim, si era già denudato della parte di sotto ed era pronto per violentare il figlio e avere così la sua vendetta.
“ Papà, no.. ti prego, fermati.. parliam….. aaaaa, noooo!” Disse Raffaele implorando il padre di fermarsi e sentirsi successivamente il cazzo duro e dritto nelle sue viscere.
Era bello duro e possente, saranno stati almeno 20 cm di cazzo.
Raffaele urlava e piagneva dal dolore mentre il padre lo scopava durante e a pelle, senza nemmeno lubrificare neanche una volta.
Raffaele era immobilizzato, dalla possente prese del padre, l’unica cosa che poteva fare, era parlare e urlare.
Ma Blerim, stufo di sentirlo lamentarsi, prese i suoi slip appoggiati sul letto, e li mise in bocca del figlio, a modo di bavaglio.
E le diede una botta talmente forte e decisa, che suo figlio fece un acutissimo gemito pieno di dolore.
Quella botta, significa che era lui a comandare e lui doveva stare in silenzio, altrimenti non avrebbe risposto delle sue azioni.
Raffaele capì all’instante e fra dolore e gemiti, si lasciò andare.
Blerim, andava sempre più forte nel scopare suo figlio, tant’è che fuoriuscì anche del sangue, ma neanche in quel caso, il padre non volete smettere di riprendersi la vendetta sul figlio.
Lo aveva troppo umiliato.
si sentiva, un’uomo vuoto, come se il suo involucro fosse stato svuotato della sua intera esistenza.
Era un morto che camminava.
Prese la sua cintura dei pantaloni, la piego a metà, e lo frustò con molta violenza mentre lo stava inculando.
Raffaele fece alcuni gemiti molto dolorosi, per quelle frustate.
Il culo diventò rosso come un peperoncino, più veniva frustato e più Raffaele piangeva e si lamentava, per quel dolore allucinante.
Successivamente iniziò anche a sputargli addosso, sulla schiena, sulle chiappe e qualche sputo finì anche nei capelli, e in altri post.
Voleva dargli la peggior vendetta che poteva, per farle sentire tutto il suo odio e disprezzo.
Tra sputi e frustate, Blerim, venne all’interno del figlio, non emettendo neanche un genito, per quella eiaculazione.
L’uomo uscì dal culo del figlio, e notò il sangue sulle lenzuola e sul suo cazzo.
“ Pulisci tutto!” Disse lui, per poi andare in bagno e farsi una doccia.
Raffaele con il culo davvero molto dolorante, tolse le lenzuola piene di sangue, e le andò a smacchiare con dei prodotti specifici e poi le mise in lavatrice.
Si guardò nell’enorme specchiare che c’era nella lavanderia, e scoppiò a piangere in un pianto silenzioso e doloroso.
Mentre si guardava il culo gocciolante di sborra e sangue.
il culo eravcompletamente spaccato, le faceva un male assurdo, ora capiva il dolore che stava passando il padre, e si sentiva così arrabbiato per quello che le aveva fatto passare, si sentiva una merda.
Si sentiva in colpa, per non aver fermato l’accaduto, per non aver fatto il possibile per evitare quella umiliazione e violazione.
Ma la colpa più grande che sentiva,
alla fine era quella di aver partecipato attivamente alla violazione, sborrando dritto in gola al padre. Quello era il suo più grande rimpianto.
Questo racconto contiene scene molto forti ( stupro, sesso violento, sputo, frustate) Se non siete appassionati di questo genere, vi sconsiglio di non leggerlo.
Per tutti gli altri, buona lettura, spero vi possa piacere.
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Erano passate diverse settimane, da quel orribile e devastante violenza che aveva subito Blerim, quell’avventura lo aveva traumatizzato, non ebbe più rapporti con sua moglie, e anche il suo matrimonio ne stava risentendo.
L’uomo non voleva più fare sesso con sua moglie, tantomeno non voleva che lei, lo toccasse, e non capiva perché.
La donna chiedeva spiegazioni in maniera pacifica, ma finivano sempre per litigare in modo violento e aggressivo.
Raffaele sapeva il motivo e si sentiva terribilmente in colpa, per quello che era successo.
Blerim non ebbe più alcun rapporto padre e figlio, si era chiuso a riccio, e non parlava più con nessuno, se non per litigare con sua moglie.
Raffaele, voleva cancellare quello che era successo, ma non poteva.
Cercava anche lui dialogo con il padre per potersi scusare, ma non lo degnava neanche di uno sguardo.
Una sera, la donna dopo l’ennesimo litigio, prese le sue cose e andò a dormire da sua sorella.
Così padre e figlio rimasero soli a casa.
Blerim, una volta soli, si alzò dal letto, e andò in camera del figlio, il quale era sdraiato sul letto, a messaggiare.
Lo stava guardando con puro odio e vendetta.
Doveva punirlo in modo esemplare, per quello che le aveva fatto, e quel giorno era arrivato.
Stava architettando quella vendetta da settimane.
Raffaele accorgendosi del padre, spense il suo telefono;
“ papà, tutto ok?” Chiese lui, vedendolo con una strana espressione.
Blerim non rispose andò verso suo figlio, lo prese per le caviglie con brutalità.
“ Papà cosa stai facendo, fermati!”
Blerim, lo rigirò così da poter vedere il suo fondoschiena, il figlio stava cercando di ribellarsi, ma non ebbe molto successo.
Il padre con uno scatto veloce, lo immobilizzò, e gli tirò giù il pantaloncino senza slip.
Nel frattempo Blerim, si era già denudato della parte di sotto ed era pronto per violentare il figlio e avere così la sua vendetta.
“ Papà, no.. ti prego, fermati.. parliam….. aaaaa, noooo!” Disse Raffaele implorando il padre di fermarsi e sentirsi successivamente il cazzo duro e dritto nelle sue viscere.
Era bello duro e possente, saranno stati almeno 20 cm di cazzo.
Raffaele urlava e piagneva dal dolore mentre il padre lo scopava durante e a pelle, senza nemmeno lubrificare neanche una volta.
Raffaele era immobilizzato, dalla possente prese del padre, l’unica cosa che poteva fare, era parlare e urlare.
Ma Blerim, stufo di sentirlo lamentarsi, prese i suoi slip appoggiati sul letto, e li mise in bocca del figlio, a modo di bavaglio.
E le diede una botta talmente forte e decisa, che suo figlio fece un acutissimo gemito pieno di dolore.
Quella botta, significa che era lui a comandare e lui doveva stare in silenzio, altrimenti non avrebbe risposto delle sue azioni.
Raffaele capì all’instante e fra dolore e gemiti, si lasciò andare.
Blerim, andava sempre più forte nel scopare suo figlio, tant’è che fuoriuscì anche del sangue, ma neanche in quel caso, il padre non volete smettere di riprendersi la vendetta sul figlio.
Lo aveva troppo umiliato.
si sentiva, un’uomo vuoto, come se il suo involucro fosse stato svuotato della sua intera esistenza.
Era un morto che camminava.
Prese la sua cintura dei pantaloni, la piego a metà, e lo frustò con molta violenza mentre lo stava inculando.
Raffaele fece alcuni gemiti molto dolorosi, per quelle frustate.
Il culo diventò rosso come un peperoncino, più veniva frustato e più Raffaele piangeva e si lamentava, per quel dolore allucinante.
Successivamente iniziò anche a sputargli addosso, sulla schiena, sulle chiappe e qualche sputo finì anche nei capelli, e in altri post.
Voleva dargli la peggior vendetta che poteva, per farle sentire tutto il suo odio e disprezzo.
Tra sputi e frustate, Blerim, venne all’interno del figlio, non emettendo neanche un genito, per quella eiaculazione.
L’uomo uscì dal culo del figlio, e notò il sangue sulle lenzuola e sul suo cazzo.
“ Pulisci tutto!” Disse lui, per poi andare in bagno e farsi una doccia.
Raffaele con il culo davvero molto dolorante, tolse le lenzuola piene di sangue, e le andò a smacchiare con dei prodotti specifici e poi le mise in lavatrice.
Si guardò nell’enorme specchiare che c’era nella lavanderia, e scoppiò a piangere in un pianto silenzioso e doloroso.
Mentre si guardava il culo gocciolante di sborra e sangue.
il culo eravcompletamente spaccato, le faceva un male assurdo, ora capiva il dolore che stava passando il padre, e si sentiva così arrabbiato per quello che le aveva fatto passare, si sentiva una merda.
Si sentiva in colpa, per non aver fermato l’accaduto, per non aver fatto il possibile per evitare quella umiliazione e violazione.
Ma la colpa più grande che sentiva,
alla fine era quella di aver partecipato attivamente alla violazione, sborrando dritto in gola al padre. Quello era il suo più grande rimpianto.
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