L' emigrante parte terza

di
genere
prime esperienze

Era arrivato l' inverno, quel paesino di montagna così triste e noioso d'estate, durante i mesi invernali diveniva allegro e  vivace.
Io, come al solito, iniziavo i giri di perlustrazione.
Ormai conoscevo la zona e sapevo che c'erano tre alberghi che reclutavano il personale tramite agenzie del settore. Il più delle volte erano ragazze giovani che avevano voglia  di fare esperienza e divertirsi.
Il pomeriggio mi munivo di giornale, esclusivamente italiani.
La maggior parte di quelle ragazze proveniva dall nord Europa ed erano affascinate dalle storie della dolce vita italiana.
Mentre sorseggiavo il mio caffè, guardavo in giro.
Lei era lì, con il tipico vestito tirolese (divisa indossata dalle ragazze in quell' albergo).
Più alta di me di una spanna, capelli castano chiaro, occhi blu, formosa.
Quel vestito con il tipico corsetto stretto metteva in risalto il suo vitino da vespa che si allargava mettendo in mostra i suoi fianchi.
il suo seno prosperoso spinto all' insù stava a fatica in quella cornice ricamata del corsetto.
Le domandai se fosse tedesca?
Lei rispose, si, "Germania dell' est".
Avevo già conosciuto ragazze che venivano dall' altra parte del muro.
Eran ragazze a cui piaceva divertirsi e si godevano la libertà che la maggior parte di loro non aveva mai conosciuto.
Io e un mio amico l' anno scorso ne conoscemmo due.
Erano venute per passare un fine settimana sulle piste a sciare.
Dopo una serata divertente a bere e scherzare, il fine settimana lo abbiamo passato in camera, loro a pecora, noi dietro a sfondarglia il culo, lì mettilo lì, così lo sento entrare, dicevano.
Ma questa è un' altra storia che magari vi racconterò in seguito.
Iniziammo a fare coppia fissa io e quella fanciulla con fattezze di donna.
Lei aveva una voglia smodata di sesso, si scopava ogni volta che ci vedevamo.
Riuscimmo a organizzare tre giorni di festa insieme, destinazione Europark,  un parco divertimenti  in Germania.
Partimmo la mattina presto, con la sua macchina.
Guidavamo a turni, tocca a me dissi!
Lei seduta vicino in minigonna.
Io non riuscivo a non guardarla.
Lei disse " Guarda la strada, le mie gambe le puoi guardare dopo".
Io risposi " se non le guardo allora le tocco".
Iniziai a accarezzarle.
Lei disse " ora ci penso io a farti mettere le mani sul volante ", me lo tira fuori e inizia a farmi una sega.
Io mi rilassai sul sediolino, ero eccitato, stavo per venire e dissi " Sto per venire! fermati! o ti sporco tutto il sedile ".
Lei disse " ci penso io ", si infila sotto il braccio e lo prende in bocca, lo succhia fin quando non ebbi un Orgasmo, lo ingoia tutto, poi alza la testa e dice " problema risolto, non mi andava di dover lavare la tappezzeria".
Era prevista una tappa a casa sua, erano le tre e mezza, a casa sua non c'era nessuno. Ne approfittammo per farci un' altra scopata.
Eravamo lì nudi nel letto col solo il lenzuolo addosso.
Sento aprire la porta e entra una signora sui 50, era sua madre.
Aveva un aspetto giovanile, gonna corta e scollatura vertiginosa.
Tra me e me  pensavo anche a lei come alla figlia, piace il cazzo.
Il mio membro era ancora duro.
Lei notò il lenzuolo rigonfio e si avvicinò. Ciao Katrin, avete fatto un buon viaggio? poi mi tende la mano e io gliela stringo, imbarazzato da quella situazione, lei continua a guardarlo, la cosa mi eccitava
e il mio pene sobbalza sotto il lenzuolo
Lei si siede sul letto e poggia una mano vicino alla mia gamba.
Era così vicina che sentivo il calore della sua mano attraverso il lenzuolo.
Domanda, cosa fate questa sera, Vi fermate qui a mangiare?
Intando Katrin sposta il lenzuolo di scatto, questo viene trattenuto dal mio pene eretto mentre l' altra metà del mio corpo resta scoperta, si alza si rimette le mutandine, mi da un bacio e esce dalla stanza insieme con la mamma.
La tavola era apparecchiata per quattro, io domandai chi era il quarto, lei rispose " mia sorella".
Katrin non parlava molto della sorella, mi diceva sempre che lei era strana, e si divertiva a fargli degli scherzi.
La sera tutti seduti a tavola, solo donne in quella casa.
Katrin, mi disse che il padre era andato via quando era nata sua sorella Anika.
Anika, non sembrava appartenere a quella famiglia di donne, tutte  alte, formose, imponenti , lei era piccola di statura, mingerlina con occhiali grandi che gli coprivano tutto il viso, indossava dei Leggings e un maglione largo che gli arrivava quasi alle ginocchia.
Mangiammo, subito dopo la mamma si alzò e disse "io ho un appuntamento questa sera non aspettatemi farò tardi".
Poi si girò verso Anika e disse "ci pensi tu qui ", lei annuì.
Eravamo sul divano, faceva freddo e avevamo una coperta sulle gambe.
Ne approfittai e feci scorrere la mano sotto la coperta, Katrin già eccitata dal ditalino 
che le stavo facendo, mi disse "ora ci divertiamo".
Chiamò la sorella " Anika vieni qui , l' italiano ti vuole conoscere meglio ".
Lei arrivò in ciabatte si sedette su un pouf difronte al divano.
Katrin poggiò un piede sul pouf, disse "mi fai un massaggio, sorellina?" il suo piede, nonostante la statura, era piccolo e ben curato. Quell smalto rosso faceva risaltare le sua dita affusolate .
Anika era da sempre succube della sorella non riusciva a dirle di no, o forse non voleva.
La tirannia della sorella scaturiva in lei strane sensazioni che non riusciva a decifrare.
Iniziò a massaggiare dai talloni alla pianta del piede.
Le dita ornate di quello smalto rosso si aprivano, quella visione stimolava la mia fantasia.
Con le dita continuai  a massaggiarle la fica.
Lei eccitata, aprì istintivamente le gambe. La coperta scivolò e adesso il movimento della mia mano era ben visibile.
Anika guardava, come la sorella col bacino seguiva il movimento della mano.
Con il piede tra le mani, si sentì assalita dal desiderio.
Un calore improvviso esplose nel basso ventre.
Ora il massaggio divenne caldo e leggero.
Con entrambe le mani accarezza il piede come se fosse un grosso fallo. 
Katrin sente le mani calde e vogliose accarezzarle il piede, lo sporge in avanti e alza il maglione di Anika.
I leggings avevano una macchia tra le gambe, il desiderio di Anika era evidente e quei leggings bagnati ne erano la prova.
Katrin dice "Ti piace guardare, ti piace, troia!", le infila il piede tra le gambe e
inizia a strofinare il piede sul sesso di Anika.
Lei eccitata se lo stringe fra le cosce.
Katrin: leccalo! E glielo mette davanti alla bocca.
Lei inizia a leccargli il piede.
Katrin eccitata da quella sensazione di  potere, mi chiede se voglio vedere una Troia arrapata.
Io dico "sì"
Quella sensazione mai provata, la lingua ruvida le accarezza la pianta del piede fino a infilarsi tra le dita.
Katrin prende un grosso cuscino che era lì sul divano, lo poggia a terra davanti a me e con voce ferma dice  " scopatelo !".
Anika obbedisce, il cuscino orizzontale tra le cosce e inizia con movimenti lenti e sensuali.
Porta il suo sedere  in avanti,  poi indietro, in alto, chiude gli occhi.
Si sente eccitata e con smania cerca il bordo del cuscino, quel cordolo duro.
Katrin dice : "guarda, la troia ! Come scopa,  ti piace, ti piace il cazzo!" e le alza il maglione.
Non aveva il reggiseno, le tette piccole e sode, i capezzoli rigidi all' insù.
I leggings erano entrati tra le natiche, aveva un culo piccolo e sodo a mandolino.
Si distingueva perfettamente la forma della fica, nel suo oscillare si vedeva il  bordo del cuscino che si faceva spazio tra le sue labbra.
Ormai il desiderio era così intenso che era sopraffatta dai sensi.
Katrin di fronte a lei le sfilava il maglione, io dietro di lei le sussurravo paroline dolci all' orecchio, e con la mano tra le sue gambe sfregavo il suo clitoide,
Anika aveva il viso a 30 centimetri da quella scena che gli provocavauna una voglia smodata,  iniziò a toccarsi e avidamente avvicinò il viso per sentire quell' odore agre che proveniva dal sesso di Katrin.
Io lessi nei suoi occhi la lussuria, vidì il  protendersi verso la fica.
all'orecchio di Katrin sussuravo " è una cagna in calore, fatti leccare, fatti leccare da quella troia".
Katrin disse " lecca, troia!", io spostai le mutandine ormai zuppe, Anika allungò il collo e con la lingua la leccò dal buco del culo fino al monte di venere.
Il suo corpo fremeva al tocco di  quella lingua calda e bagnata che senza pudore la profanava nelle parti più intime.
Io imperterrito la incitavo "fattela leccare, sì così!, ti piace?", Lei con voce flebile, rotta dal piacere, ansimando disse" sì, mi piace, lecca, leccamela!"  Io le domandai " vuoi vedere come mi scopo la tua sorellina?", Ormai sull' orlo dell' orgasmo ansimante mi rispose "sì!, scopatela, scopala".
Tirai fuori l' uccello andai dietro ad Anika, la tirai su e la misi a pecora.
Abbassai i Leggings fino alle ginocchia e gli infilai il cazzo tra le gambe.
Lei strinse le gambe per sentirlo meglio.
Era così bagnata che scivolò dentro senza alcun sforzo.
Aveva una fica stretta e la  voglia di cazzo che  aveva la fece arrivare subito all' orgasmo.
Apri la bocca per godere, ma Katrin le prese la testa tra le mani e la schiacciò tra le sue gambe.
Lei diceva "sì vengo, lecca troia! sì così, così, voglio vedere, sì voglio vedere come gli rompi il culo!", io lo tirai fuori lo poggiai, tra le sue natiche e spinsi, entrò tutto.
Lei aprì la bocca per il dolore, quel movimento delle sue labbra fece sì che Katrin esplodesse in un orgasmo clitorideo, mentre io continuavo a scoparmela.
Dopo quella volta Anika capì perché non riusciva a dire di no.
A lei piaceva essere usata come un oggetto.
di
scritto il
2024-12-02
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