La mia verginità persa con una tettona

di
genere
prime esperienze

Non avrei mai pensato che un’app di incontri potesse davvero funzionare, o che potesse portarmi a qualcuno come lei. All’inizio era solo curiosità, una distrazione in mezzo a giornate tutte uguali. Ma bastò scorrere una manciata di profili per trovarla. Arianna.

La sua foto profilo era qualcosa che non dimenticherò mai. Lei era seduta su un letto, con un maglione largo che scivolava pigramente da una spalla, rivelando la pelle chiara e liscia. Il contrasto tra la morbidezza del tessuto e la luminosità della sua carnagione era ipnotico. I suoi capelli lunghi, castano scuro, ricadevano con noncuranza sulle spalle in morbide onde. Guardava dritto in camera, con quegli occhi grandi e scuri che sembravano leggerti dentro, incorniciati da un trucco perfetto: una linea sottile di eyeliner che accentuava la profondità dello sguardo e una sfumatura leggera di ombretto che brillava appena.

Non potevo fermarmi lì. Aprii le altre foto, e ogni immagine mi rivelava qualcosa di nuovo, come pezzi di un puzzle impossibile da ignorare. La seconda era un selfie scattato in macchina. Un primo piano che metteva in risalto le sue guance morbide e un sorriso appena accennato, con quelle fossette che comparivano a tradimento. Portava un paio di occhiali sottili, che le donavano un’aria da ragazza intelligente e sensuale, un connubio devastante. Le sue labbra, leggermente dischiuse, sembravano fatte apposta per attirare l’attenzione: morbide, carnose, un tocco di gloss che rifletteva la luce del sole attraverso il parabrezza.

Ma poi arrivò la terza foto. Era quella che mi colpì più di tutte. Indossava un abito nero aderente, il tipo di vestito che sembra cucito addosso. Ogni curva del suo corpo era perfettamente esaltata: un fondoschiena grande, pieno, e quel seno… enorme, abbondante, quasi surreale. Sembrava morbido anche attraverso lo schermo, come se ogni piega del tessuto fosse studiata per enfatizzare la sua figura prorompente. Non potevo smettere di guardarla, immaginando come fosse dal vivo, come sarebbe stato avere quella presenza davanti a me.

Eppure non era solo il suo corpo. C’era qualcosa nel suo viso, nei dettagli. La quarta foto era più semplice: un sorriso dolce, con un cono gelato in mano. I suoi capelli mossi si increspavano leggermente sulla fronte, e c’era quella stessa luce nei suoi occhi, un mix di innocenza e malizia. Era questo che mi faceva impazzire: poteva sembrare la ragazza della porta accanto in una foto e la più provocante delle donne in un’altra.

Non ci volle molto perché iniziasse lei a scrivermi. Arianna era diretta, sicura di sé, e il modo in cui mi provocava mi lasciava senza parole. “Ti piace quello che vedi?” aveva scritto, accompagnando il messaggio con un’emoji maliziosa. Come potevo rispondere? Ogni dettaglio del suo corpo, ogni linea, ogni curva, mi piaceva più di quanto volessi ammettere.

Parlammo per giorni, con lei che giocava con la mia timidezza, godendosi ogni mia esitazione. Poi scoprimmo che abitavamo nella stessa provincia, una di quelle zone sperdute dove non succede mai nulla di interessante. Fu lei a proporre di incontrarci, con una disinvoltura che mi fece sentire un ragazzino. Io accettai subito, anche se il cuore mi batteva forte al solo pensiero.

Non ero mai stato così nervoso in vita mia, ma allo stesso tempo, non riuscivo a smettere di pensare a quelle foto. Ad Arianna. E al fatto che, presto, l’avrei vista dal vivo.

Quando arrivò il giorno dell’appuntamento, ero un fascio di nervi. Non riuscivo a smettere di immaginare come sarebbe stata dal vivo, e il pensiero di vederla davvero mi faceva tremare le gambe. Avevamo deciso di incontrarci in un bar al centro del paese, uno di quei posti piccoli e tranquilli, dove puoi parlare senza dover urlare sopra la musica. Quando la vidi arrivare, però, capii subito che la serata non sarebbe stata affatto tranquilla.

Arianna era un sogno che camminava, anche vestita in modo più casual. Indossava un paio di jeans skinny chiari, che sembravano scolpiti sul suo corpo, abbracciando ogni curva e mettendo in risalto il suo fondoschiena perfetto. Sopra, portava una semplice maglietta bianca leggermente attillata, che enfatizzava il suo seno prorompente in un modo devastante. Il tessuto morbido seguiva la forma generosa del suo petto, e il leggero scollo rotondo lasciava intravedere appena un accenno di pelle. Sotto, delle sneakers bianche completavano il look, dandole un’aria disinvolta e irresistibile.

I suoi capelli castano scuro cadevano in morbide onde sulle spalle, e portava i suoi inseparabili occhiali, che le donavano quell’aspetto di dolcezza e intelligenza che mi aveva già fatto perdere la testa. Ma ciò che mi colpì di più fu il suo sorriso. Era disarmante, un mix perfetto di innocenza e malizia, accompagnato da quelle fossette che mi facevano desiderare di essere l’unico a conoscerle così bene.

“Ciao, finalmente ci incontriamo,” disse, e la sua voce era morbida e leggera, con un tono che sembrava accarezzarmi. Non so come riuscii a rispondere senza balbettare, ma quando si sedette accanto a me al bancone, il mondo intero sembrò dissolversi.

Arianna era disinvolta, il tipo di persona che riesce a trasformare anche la conversazione più banale in qualcosa di interessante. Giocherellava con la cannuccia del suo drink, e ogni tanto mi lanciava quegli sguardi da sopra gli occhiali che mi facevano dimenticare persino come respirare. Quando si piegava in avanti, la maglietta aderente si tendeva sul suo petto, e io dovevo fare uno sforzo immane per non fissarla. Ma sapevo che lei se ne accorgeva. Lo capivo dal modo in cui sorrideva, come se stesse giocando con me.

Dopo un po’, fu lei a decidere di spostare la serata. “Andiamo a vedere le stelle,” disse, con una disinvoltura che mi fece sentire un ragazzino alle prime armi. Mi portò su degli scogli vicino al mare, un luogo isolato e tranquillo, dove l’unico rumore era quello delle onde che si infrangevano sulla riva.

Ci sedemmo vicini, e lei si tolse il giubbotto di jeans che aveva portato, appoggiandolo accanto a sé. La maglietta, anche nella penombra, sembrava fatta apposta per attirare l’attenzione sul suo seno, che si muoveva appena a ogni suo respiro. Le sue gambe incrociate, il modo in cui inclinava la testa per guardarmi mentre parlava: ogni suo gesto era studiato per incantarmi.

Eppure, c’era qualcosa che non tornava. Arianna continuava a flirtare, a sfiorarmi appena con il braccio e a lanciarmi sorrisi provocanti, ma c’era una distanza che non riuscivo a colmare. Quando provai a fare un complimento, lei lo accolse con un sorriso rapido, ma sembrava non darle peso. E quando tentai di chiederle qualcosa di più personale, lei cambiò subito discorso, tornando a parlare di cose leggere e apparentemente prive di significato.

Alla fine della serata, mi riaccompagnò alla macchina. “È stata una bella serata,” disse, e il suo sorriso era dolce, ma sfuggente. Non accennò nemmeno a un bacio, limitandosi a salutarmi con un cenno della mano. Rimasi a guardarla mentre si allontanava, i jeans che ondeggiavano a ogni passo, la sua figura che si allontanava nella notte.

Tornai a casa con una strana sensazione di vuoto. Arianna era stata tutto quello che avevo immaginato, eppure… non sembrava esserci niente di autentico dietro il suo fascino. Non riuscivo a capire se fosse stata una buona serata o un fallimento. Ma una cosa era certa: lei non sarebbe uscita facilmente dai miei pensieri.

Dopo quella serata sugli scogli, qualcosa di Arianna continuava a lasciarmi un sapore strano in bocca. Era stata provocante, magnetica, ma anche distante, come se avesse messo un muro invisibile tra noi. Nei giorni successivi, ci eravamo scritti qualche volta, e ogni messaggio da parte sua sembrava un gioco di equilibri tra dolcezza e malizia, come se volesse tenermi sospeso, incerto.

Poi arrivò il messaggio che cambiò tutto.

“Che ne dici di rivederci? A casa tua magari… così evitiamo complicazioni.”

Quel “evitiamo complicazioni” mi colpì più di quanto avrei voluto ammettere. Era diretto, quasi distaccato, e il tono implicava una sola cosa: Arianna non cercava romanticismo o lunghi discorsi, voleva qualcosa di più semplice, più… fisico. Per un attimo, mi sentii in difficoltà. Non ero sicuro di essere pronto per qualcosa del genere, ma la tentazione era irresistibile. E poi, come potevo dire di no a lei?

“Va bene,” risposi. “Ho casa libera venerdì sera. Passa quando vuoi.”

Le ore che seguirono furono un misto di ansia e aspettativa. Mi aggiravo per casa cercando di preparare tutto, come se fosse un evento importante. Sistemai il divano, cambiai le lenzuola del letto, e persino la cucina, solitamente trascurata, brillava di pulizia. La mia mente correva a mille: Cosa significava davvero quel messaggio? Come sarebbe stato avere Arianna così vicina, senza più filtri?

Ogni tanto, mi fermavo per rileggere i suoi messaggi. C’erano piccoli dettagli che ora mi sembravano più chiari: i complimenti che faceva alle mie foto con un tono scherzoso, le battute velate di doppisensi, il modo in cui evitava sempre di parlare troppo di sé. Arianna non cercava un legame emotivo, e per quanto questo mi mettesse un po’ a disagio, c’era una parte di me che non riusciva a smettere di desiderarla.

Quando il giorno arrivò, passai più tempo davanti allo specchio di quanto avrei voluto ammettere. Scelsi un outfit semplice, una maglietta scura e un paio di jeans, cercando di sembrare rilassato e casual, anche se dentro di me ero tutto tranne che tranquillo.

Alle otto precise, il campanello suonò. Quando aprii la porta, la vista di Arianna mi lasciò senza fiato.

Indossava un outfit casual, ma ogni dettaglio sembrava studiato per mettermi in difficoltà. Un paio di leggings neri avvolgevano le sue gambe in modo impeccabile, enfatizzando la rotondità perfetta del suo fondoschiena. Sopra, portava una felpa corta grigia, leggermente oversize, che lasciava scoperto appena un accenno della sua pancia piatta e liscia. Ma la vera protagonista, come sempre, era il suo seno. La felpa, per quanto morbida e apparentemente casual, non riusciva a nascondere l’abbondanza sotto di essa. I contorni delle sue curve erano inconfondibili, e ogni movimento del suo corpo sembrava enfatizzare quel particolare dettaglio in modo quasi ipnotico.

“Ciao,” disse con il suo solito sorriso malizioso, le fossette che spuntavano sulle guance morbide. “Spero di non disturbarti troppo.”

“Mai,” risposi, sentendo la voce incrinarsi appena. Lei rise piano, come se trovasse divertente la mia evidente timidezza.

Entrò con disinvoltura, posando lo zainetto che portava sulla spalla accanto al divano. Si guardò intorno, facendo scivolare lo sguardo sui dettagli della stanza. “Hai fatto le pulizie di primavera per me?” scherzò, appoggiandosi al bracciolo del divano.

“Sai com’è… volevo che fosse tutto in ordine.” Cercai di sorridere, ma sapevo che stavo trasudando nervosismo da tutti i pori.

Arianna si sedette, incrociando le gambe in un modo che attirava inevitabilmente lo sguardo. La felpa si spostò leggermente, rivelando un accenno del reggiseno nero che indossava sotto. Si appoggiò allo schienale, guardandomi con un’espressione rilassata ma piena di intenzione.

“Allora,” disse, tirando fuori il telefono per controllare qualcosa. “Hai pensato a cosa faremo stasera?”

La domanda era innocente solo in apparenza, ma il suo tono lasciava poco spazio all’immaginazione. Mi sedetti accanto a lei, mantenendo una distanza che mi sembrava prudente. Lei si voltò verso di me, sollevando un sopracciglio.

“Sei sempre così teso?” chiese, ridacchiando. “Rilassati, non sono qui per mangiarti.” Fece una pausa, poi aggiunse con un sorriso più ampio: “A meno che tu non voglia.”

Quelle parole mi colpirono come un fulmine. Il modo in cui le aveva dette, con quella voce bassa e seducente, non lasciava dubbi sulle sue intenzioni. Arianna non era lì per parlare o per costruire qualcosa di profondo. Era lì per giocare, e voleva che io lo capissi.

Mi ritrovai a fissarla, catturato dal modo in cui i suoi occhi scuri sembravano scavare nei miei pensieri. Lei si allungò per prendere un cuscino e si sistemò più comodamente, la felpa che si tendeva appena sul suo petto.

“Bene,” disse infine. “Vediamo come va questa serata.”

Il suo sorriso era un mix perfetto di dolcezza e provocazione, e io sentii che stavo per perdere ogni controllo.

Il silenzio nella stanza era assordante. Seduti sul divano, a pochi centimetri l’uno dall’altra, sentivo ogni secondo allungarsi in un’eternità. Arianna era lì, rilassata, con quel sorriso enigmatico che mi faceva sentire sempre un passo indietro. Io, invece, non sapevo da dove cominciare. Avevo un nodo in gola e un turbinio di pensieri in testa, ma soprattutto non riuscivo a smettere di guardarla.

Il suo seno catturava ogni mia attenzione, come una calamita irresistibile. Ogni tanto cercavo di distogliere lo sguardo, ma bastava un suo movimento, una lieve inclinazione del corpo, perché i miei occhi ci tornassero, tradendo ogni mio sforzo. Lei se ne accorse subito.

“Non sei molto bravo a essere discreto, eh?” commentò con un tono divertito ma leggermente irritato.

La sua voce mi fece sobbalzare. “Io… no, non volevo…” balbettai, cercando di giustificarmi, ma le parole mi morivano in bocca.

Lei sospirò, scocciata, e si avvicinò di colpo, accorciando quel poco spazio che ci separava. “Sei sempre così impacciato, o è solo con me?” chiese, inclinando la testa di lato mentre i suoi occhi scuri mi fissavano con una certa impazienza.

Non seppi cosa rispondere, e lei sembrò perdere del tutto la pazienza. “Sai una cosa?” disse, spostandosi leggermente sul divano. “Forse hai solo bisogno di un piccolo incoraggiamento.”

Prima che potessi dire o fare qualcosa, Arianna si tirò indietro la felpa in un gesto deciso, scoprendo il reggiseno nero che sembrava appena in grado di contenere la generosità del suo seno. Il suo corpo si inclinò appena verso di me, e il modo in cui quelle curve perfette si muovevano mi lasciò completamente senza fiato.

“Ecco, così non devi più immaginare,” disse con un tono ironico, ma i suoi occhi brillavano di una luce che mi faceva girare la testa. “Adesso hai qualcosa di meglio da guardare.”

Rimasi immobile, incapace di reagire, mentre lei prendeva la mia mano e la portava lentamente verso il suo seno, guidandola senza esitazione. “È questo che volevi, vero?” sussurrò, le sue parole cariche di provocazione e sfida.

Il calore della sua pelle sotto la stoffa mi fece perdere ogni traccia di razionalità. Arianna, vedendo il mio imbarazzo, rise piano, scuotendo la testa. “Sei incredibile,” disse, e poi si avvicinò ancora di più, posando le sue labbra sulle mie in un bacio che non aveva nulla di esitante.

La sua bocca era morbida, calda, e si muoveva con una sicurezza che mi lasciava quasi stordito. Le sue mani, invece, non persero tempo: si insinuarono sotto la mia maglietta, esplorando la mia pelle con una disinvoltura che mi faceva sentire completamente in balia di lei.

Io, timido e inesperto, cercavo di seguirla, di imitarla, ma ogni mio movimento sembrava goffo in confronto alla sua esperienza. Lei però non si fermava, come se sapesse esattamente cosa fare per spingermi oltre ogni mia insicurezza.

“Arianna…” riuscii a sussurrare tra un bacio e l’altro, ma lei mi zittì posando un dito sulle mie labbra. “Non parlare,” disse con un sorriso malizioso. “Lascia fare a me.”

Le sue mani si mossero rapide, sfilandomi la maglietta in un solo gesto, e poi fece lo stesso con la sua felpa. Rimase davanti a me in reggiseno, il suo corpo perfetto che sembrava scolpito da un artista. Il suo seno, enorme e abbondante, era un capolavoro: la pelle chiara, liscia, e il modo in cui si muoveva ad ogni suo respiro mi lasciava senza fiato.

“Sei così teso,” disse, ridendo piano. “Rilassati un po’, ok?” Poi si sporse in avanti, afferrando le mie mani e guidandole sui suoi fianchi, facendomi sentire la morbidezza della sua pelle attraverso i leggings.

Quando le sue labbra tornarono sulle mie, il bacio si fece più profondo, più intenso. Lei mordicchiò leggermente il mio labbro inferiore, tirandomi sempre di più verso di sé, fino a farmi sdraiare sul divano. Il suo corpo era sopra di me, e ogni movimento faceva sembrare il momento sempre più inevitabile.

Con una naturalezza disarmante, Arianna slacciò il reggiseno, lasciandolo scivolare via. I suoi seni si rivelarono in tutto il loro splendore, perfetti, morbidi, e così incredibilmente reali che per un attimo non riuscivo a distogliere lo sguardo. Lei rise, divertita dalla mia reazione, e si chinò verso di me, prendendo la mia mano e posandola sulla sua pelle nuda.

“Adesso tocca a te,” sussurrò, guardandomi con quegli occhi scuri pieni di desiderio.

Le mie mani si muovevano incerte, ma lei sembrava sapere esattamente come guidarmi, facendomi sentire il calore del suo corpo, la morbidezza della sua pelle. I suoi gemiti leggeri, appena percettibili, erano un incentivo che mi spingeva a lasciarmi andare sempre di più.

Con un movimento lento e sensuale, portò le mie labbra sul suo collo, spingendomi a esplorare con la bocca il suo corpo. La sua pelle aveva un sapore dolce e leggero, e i suoi sospiri mi facevano capire che stavo facendo la cosa giusta.

Le sue mani si spostarono sul mio corpo, scendendo lungo i miei fianchi e tirandomi sempre più verso di lei, fino a quando la distanza tra noi non esistette più. Eravamo persi l’uno nell’altra, e per la prima volta nella mia vita, mi sentii completamente libero di abbandonarmi al momento, lasciando che Arianna mi guidasse in un mondo che non avevo mai conosciuto prima.

Il respiro di Arianna si fece più profondo mentre la mia mano, guidata dalla sua, scivolava lentamente sulla sua pelle. Il suo seno, enorme e morbido, era un capolavoro che sembrava scolpito per essere adorato. Ogni volta che le mie dita sfioravano la sua pelle, sentivo i suoi piccoli brividi, e i suoi occhi scuri mi osservavano con una scintilla di desiderio che sembrava divorarmi.

“Non essere timido,” mi sussurrò, la sua voce un misto di dolcezza e malizia. Poi, spostandosi appena sopra di me, prese il mio viso tra le mani e lo avvicinò al suo petto. “Vai avanti… so che vuoi farlo.”

Le sue parole mi fecero tremare di nervosismo, ma la tentazione era troppo forte. Lentamente, lasciai che le mie labbra si posassero sul suo seno, morbido e incredibilmente caldo. Iniziai con piccoli baci, sentendo il sapore della sua pelle e il battito del suo cuore accelerato sotto di essa. Lei inclinò leggermente la testa all’indietro, lasciando che un gemito appena percettibile sfuggisse dalle sue labbra.

“Così… bravo,” sussurrò, le sue dita intrecciate nei miei capelli mentre mi spingeva dolcemente a fare di più.

Passai la lingua attorno a uno dei suoi capezzoli, prima di chiudere delicatamente le labbra su di esso. La sua risposta fu immediata: un respiro spezzato, il suo corpo che si inarcava leggermente verso di me. Continuai a succhiare e leccare con una lentezza quasi reverenziale, cercando di assorbire ogni suo gemito, ogni movimento del suo corpo.

Arianna, intanto, non rimase immobile. La sua mano scese lungo il mio torace nudo, sfiorandomi con una delicatezza che mi faceva impazzire. Sentivo il suo tocco percorrere la mia pelle fino a raggiungere i miei pantaloni. Con un gesto deciso, abbassò la zip e infilò la mano all’interno, trovando la mia erezione che sembrava aspettare solo lei.

“Eccoti qui,” disse con un sorriso divertito ma perverso, il suo sguardo puntato dritto nei miei occhi. Iniziò a muovere la mano lentamente, accarezzandomi con una sicurezza che mi fece trattenere il fiato. Il contrasto tra la sua fermezza e la mia timidezza era quasi schiacciante, ma allo stesso tempo mi eccitava in modi che non avevo mai immaginato.

Continuai a concentrarmi sul suo seno, alternando baci, carezze e piccoli morsi sui suoi capezzoli. Ogni volta che la sentivo gemere o sussultare sotto di me, mi sentivo più sicuro, più audace. La sua pelle era calda e vellutata sotto le mie dita, e il modo in cui reagiva ad ogni mio tocco mi faceva sentire come se stessi finalmente facendo qualcosa di giusto.

Arianna, invece, sembrava divertirsi a giocare con me. La sua mano si muoveva con un ritmo lento e deliberato, aumentando e diminuendo la pressione in modo da tenermi sempre sul filo del rasoio. Mi guardava con un sorriso malizioso, come se sapesse esattamente cosa stava facendo al mio corpo e alla mia mente.

“Ti piace, eh?” sussurrò, inclinando la testa di lato mentre accelerava leggermente il movimento della sua mano. “Sai, sei davvero carino quando sei così… perso.”

Non riuscivo nemmeno a rispondere, perso com’ero tra le sensazioni che mi travolgevano. Ogni tocco delle sue dita, ogni movimento delle sue labbra, ogni sussurro che usciva dalla sua bocca sembrava spingermi sempre più vicino al limite.

Lei si chinò verso di me, mordicchiandomi leggermente l’orecchio. “Non trattenerti,” mi disse con un tono che era allo stesso tempo un ordine e un incoraggiamento. “Lasciati andare.”

Seguendo il suo consiglio, chiusi gli occhi e mi concentrai solo su di lei, sul suo corpo, sulla sua voce. I nostri movimenti si intrecciavano in un crescendo di desiderio, un gioco di piacere e tensione che sembrava non avere fine.

Ero completamente perso in lei, e non volevo mai ritrovarmi.

La stanza sembrava carica di un’energia palpabile, quasi elettrica. I nostri respiri si intrecciavano, e il calore dei nostri corpi riempiva ogni angolo. Arianna, con la solita disinvoltura, si spogliò degli ultimi indumenti che le restavano addosso. i leggings sportivi scivolarono lungo le sue gambe sode, lasciandola completamente nuda davanti a me.

Il suo corpo era magnifico, ogni curva sembrava disegnata per tentare. Il seno, che già mi aveva stregato, ora era completamente libero, morbido, perfetto. Mi sentivo ipnotizzato da lei, dal modo in cui si muoveva con una grazia sensuale e sicura, come se sapesse esattamente l’effetto che aveva su di me.

“E ora tocca a te rilassarti,” disse con un sorriso complice, abbassandosi lentamente fino a inginocchiarsi davanti a me.

Mi prese la mano, posandola delicatamente sul suo seno, lasciandomi sentire la sua morbidezza per un momento prima di togliersela con un sorriso divertito. “Ma lascia fare a me, eh?”

Con un gesto deciso, prese la mia erezione tra le mani, guardandomi con quei suoi occhi scuri e profondi. “Sei così duro… così pronto,” mormorò con un tono che mi fece tremare. Poi avvicinò i seni, stringendoli attorno alla mia virilità con una maestria che mi fece gemere subito.

“Ti piace così, vero?” continuò, muovendoli su e giù con un ritmo lento ma deciso. Il calore della sua pelle contro di me era incredibile, e il modo in cui mi guardava, con quel sorriso provocante, mi faceva perdere ogni inibizione.

Arianna inclinò la testa leggermente di lato e, con un gesto volutamente sensuale, fece cadere un sottile filo di saliva tra i seni, rendendo tutto ancora più fluido. Il movimento divenne più scorrevole, più intenso, e il piacere salì di livello.

“Così va meglio,” disse con un tono soddisfatto, aumentando il ritmo. I seni morbidi scivolavano sulla mia pelle, stringendomi con una delicatezza che sembrava contrastare con l’intensità del piacere che mi stava regalando.

Ogni tanto, si chinava per baciarmi sulla punta, le sue labbra calde che aggiungevano un ulteriore strato di piacere. Ogni suo movimento era perfettamente calibrato, un mix di sensualità e sicurezza che mi lasciava senza fiato.

“Non trattenerti, voglio sentirti,” mormorò, guardandomi con un’intensità che sembrava trapassarmi.

Era impossibile resisterle. Il piacere cresceva sempre di più, un’onda che mi travolgeva completamente. Il suono dei nostri respiri e del suo seno che si muoveva contro di me riempiva la stanza, creando un’atmosfera carica di tensione e desiderio.

“Sei adorabile quando perdi il controllo,” disse, il tono della sua voce basso e carico di malizia. Continuava a muoversi, accelerando leggermente, mentre i suoi occhi non lasciavano mai i miei.

Il mio corpo era in balia di lei, di quei movimenti che sembravano non avere fine, di quella morbidezza che mi avvolgeva completamente. Ogni muscolo si tendeva, ogni respiro diventava più rapido, e sapevo che non avrei resistito ancora a lungo.

Arianna lo sapeva. Mi osservava con quel sorriso compiaciuto, come se stesse leggendo ogni mia reazione, ogni pensiero. “Sei così facile da leggere,” disse, il tono divertito ma anche soddisfatto. “Mi piace vederti così… perso per me.”

E io lo ero. Perso in lei, nella sua bellezza, nella sua sensualità, nel modo in cui sapeva farmi sentire come se il mondo intero fosse svanito, lasciando solo noi due.

Il mio corpo tremava ancora, ogni fibra attraversata da un piacere che non avevo mai provato prima. Arianna si alzò lentamente, i suoi movimenti sinuosi e fluidi, e si sedette sul divano accanto a me, le gambe leggermente divaricate, il respiro profondo e affannato.

“Adesso,” mormorò, guardandomi con quel suo sguardo scuro e carico di desiderio, “vediamo cosa sai fare tu.”

Il cuore mi martellava nel petto mentre mi avvicinavo a lei. La mia mano tremava leggermente quando la posai sulla sua coscia, sentendo la sua pelle liscia e calda sotto le dita. Arianna sorrise, divertita dalla mia timidezza, e prese la mia mano, guidandola verso il centro del suo piacere.

“Non aver paura,” sussurrò, posizionando le mie dita sopra la sua intimità già umida. Il contatto mi fece trattenere il respiro. Era morbida, calda, invitante.

Cominciai a muovermi con goffaggine, il mio tocco incerto e timoroso, ma Arianna mi osservava con pazienza e un pizzico di divertimento. “Così, più piano,” disse, la sua voce un sussurro appena udibile. Guidò i miei movimenti, insegnandomi a muovere le dita con un ritmo più lento e deciso.

Man mano che prendevo confidenza, i suoi sospiri si fecero più profondi, più intensi. Sentivo il suo corpo reagire sotto il mio tocco, il modo in cui i suoi fianchi si muovevano leggermente, cercando più pressione, più intensità.

“Bravissimo,” gemette piano, lasciandosi andare contro il divano. “Continua così, proprio così.”

Le sue mani si aggrapparono al cuscino accanto a lei mentre io mi chinavo, osservando ogni sua reazione, ogni fremito che le attraversava il corpo. Mi sentivo travolto dalla sua bellezza, dalla sua sensualità, e volevo darle tutto il piacere che potevo.

Decisi di osare di più. Con delicatezza, spinsi una delle dita dentro di lei, sentendo il suo calore accogliermi. Arianna gemette più forte, i suoi occhi si chiusero mentre le sue labbra si schiudevano in un’espressione di puro piacere. “Sì, così… di più,” mormorò, muovendosi contro la mia mano.

Aggiunsi un’altra dita, muovendomi lentamente, cercando di ascoltare ogni segnale che il suo corpo mi mandava. Arianna cominciò a muoversi con più intensità, il suo respiro accelerò, e ogni tanto mi dava indicazioni con la sua voce roca e carica di desiderio. “Più in profondità… sì, così… Dio, non fermarti.”

Mi sentivo meno impacciato, più sicuro. Vedere il suo corpo rispondere al mio tocco, sentire i suoi gemiti, era una sensazione incredibile. Mi piegai in avanti, lasciando che le mie labbra sfiorassero il suo seno, succhiando leggermente mentre continuavo a muovere le dita dentro di lei.

Arianna gemette forte, afferrando i miei capelli e tirandomi leggermente verso di lei. Il suo corpo tremava, e i suoi gemiti divennero quasi dei piccoli urli soffocati mentre il piacere si accumulava. “Sì… sì… così,” mormorava, quasi senza fiato.

Poi, improvvisamente, il suo corpo si irrigidì, e le sue mani mi afferrarono con forza. “Ti prego,” disse, la sua voce un miscuglio di supplica e comando, “ti prego… scopami. Scopami adesso.”

Le sue parole mi colpirono come un fulmine, lasciandomi senza fiato. La guardai, i suoi occhi che bruciavano di desiderio, il suo corpo che sembrava chiamarmi. E in quel momento, tutto il mio imbarazzo, tutta la mia timidezza, sembravano scomparire.

Arianna non mi diede il tempo di pensare. Mi tirò verso di sé con una determinazione che mi fece dimenticare ogni esitazione. Mi ritrovai sopra di lei, il nostro corpo contro corpo, la sua pelle calda e morbida che mi avvolgeva. Il suo sguardo era un invito chiaro, i suoi occhi scuri e profondi mi divoravano mentre mi guidava con sicurezza.

“Non pensare, agisci,” sussurrò con un sorriso malizioso, il respiro ancora affannato.

Mi posizionai sopra di lei, il mio corpo tremante, sentendo la tensione dell’anticipazione. Le sue gambe si aprirono, accogliendomi con una naturalezza che mi lasciò senza fiato. Con una mano, mi guidò dentro di lei, il calore avvolgente che mi fece perdere ogni pensiero razionale.

Entrare in lei fu un’esplosione di sensazioni. Era calda, stretta, perfetta. Il mio movimento iniziale fu goffo, incerto, ma Arianna sorrise e mi diede un lieve colpetto sul fianco. “Più a fondo,” disse, con un tono deciso ma dolce, muovendosi contro di me per guidarmi.

Cominciai a muovermi, i nostri corpi che si incontravano in un ritmo lento ma crescente. Ogni volta che spingevo, lei emetteva un piccolo gemito, e quei suoni mi riempivano di un senso di potere e desiderio che non avevo mai provato prima.

“Così, bravo,” gemette, il suo corpo che si muoveva sotto di me con grazia e passione.

Poi, con un movimento fluido, si sollevò leggermente e mi fece sdraiare, prendendo lei il controllo. Mi guardò dall’alto, il suo seno abbondante che oscillava leggermente mentre si posizionava sopra di me. La sua pelle brillava leggermente per il sudore, e io non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei.

Si abbassò lentamente, prendendomi dentro di sé con una lentezza provocante, i suoi occhi fissi nei miei mentre cominciava a muoversi. Il suo ritmo era deciso, sicuro, e i suoi gemiti si facevano sempre più intensi. Il modo in cui il suo corpo ondeggiava sopra di me era ipnotico, e io mi aggrappai ai suoi fianchi, cercando di seguire il suo ritmo.

“Così va meglio,” disse con un sorriso complice, aumentando il ritmo. Ogni movimento era un’ondata di piacere che mi travolgeva, i miei gemiti che si mescolavano ai suoi.

Dopo un po’, si chinò su di me, il suo seno che sfiorava il mio petto, il suo respiro caldo contro il mio orecchio. “Voglio sentirti ancora più dentro,” mormorò, prima di spostarsi e farmi tornare sopra di lei.

Questa volta, mi guidò in una posizione diversa. Si girò, mettendosi a carponi davanti a me, il suo fondoschiena perfetto in evidenza. Il mio respiro si bloccò per un momento mentre osservavo quella visione, poi mi posizionai dietro di lei. Arianna mi guardò da sopra la spalla, un sorriso soddisfatto sulle labbra. “Adesso dammi tutto,” disse.

Cominciai a muovermi, spingendo dentro di lei con più sicurezza. I suoi gemiti divennero più forti, e ogni volta che spingevo, il suono della nostra pelle che si incontrava riempiva la stanza. Le mie mani si aggrapparono ai suoi fianchi, cercando di tenere il ritmo, e sentivo il mio piacere crescere sempre di più, un fuoco che mi consumava dall’interno.

“Così… sì, proprio così!” gridò Arianna, muovendosi contro di me con foga.

Il piacere arrivò all’improvviso, travolgente. Sentii il mio corpo irrigidirsi, e un’ondata di calore mi attraversò mentre raggiungevo l’orgasmo con un gemito profondo. Ogni muscolo si tese, il mio respiro si fermò per un istante mentre il piacere esplodeva dentro di me, lasciandomi senza fiato.

Arianna si girò verso di me, il viso soddisfatto, mentre mi lasciavo cadere accanto a lei, esausto. “Niente male per un principiante,” disse con un sorriso malizioso, accarezzandomi il viso con dolcezza.

Arianna non mi diede il tempo di pensare. Mi tirò verso di sé con una determinazione che mi fece dimenticare ogni esitazione. Mi ritrovai sopra di lei, il nostro corpo contro corpo, la sua pelle calda e morbida che mi avvolgeva. Il suo sguardo era un invito chiaro, i suoi occhi scuri e profondi mi divoravano mentre mi guidava con sicurezza.

“Non pensare, agisci,” sussurrò con un sorriso malizioso, il respiro ancora affannato.

Mi posizionai sopra di lei, il mio corpo tremante, sentendo la tensione dell’anticipazione. Le sue gambe si aprirono, accogliendomi con una naturalezza che mi lasciò senza fiato. Con una mano, mi guidò dentro di lei, il calore avvolgente che mi fece perdere ogni pensiero razionale.

Entrare in lei fu un’esplosione di sensazioni. Era calda, stretta, perfetta. Il mio movimento iniziale fu goffo, incerto, ma Arianna sorrise e mi diede un lieve colpetto sul fianco. “Più a fondo,” disse, con un tono deciso ma dolce, muovendosi contro di me per guidarmi.

Cominciai a muovermi, i nostri corpi che si incontravano in un ritmo lento ma crescente. Ogni volta che spingevo, lei emetteva un piccolo gemito, e quei suoni mi riempivano di un senso di potere e desiderio che non avevo mai provato prima.

“Così, bravo,” gemette, il suo corpo che si muoveva sotto di me con grazia e passione.

Poi, con un movimento fluido, si sollevò leggermente e mi fece sdraiare, prendendo lei il controllo. Mi guardò dall’alto, il suo seno abbondante che oscillava leggermente mentre si posizionava sopra di me. La sua pelle brillava leggermente per il sudore, e io non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei.

Si abbassò lentamente, prendendomi dentro di sé con una lentezza provocante, i suoi occhi fissi nei miei mentre cominciava a muoversi. Il suo ritmo era deciso, sicuro, e i suoi gemiti si facevano sempre più intensi. Il modo in cui il suo corpo ondeggiava sopra di me era ipnotico, e io mi aggrappai ai suoi fianchi, cercando di seguire il suo ritmo.

“Così va meglio,” disse con un sorriso complice, aumentando il ritmo. Ogni movimento era un’ondata di piacere che mi travolgeva, i miei gemiti che si mescolavano ai suoi.

Dopo un po’, si chinò su di me, il suo seno che sfiorava il mio petto, il suo respiro caldo contro il mio orecchio. “Voglio sentirti ancora più dentro,” mormorò, prima di spostarsi e farmi tornare sopra di lei.

Questa volta, mi guidò in una posizione diversa. Si girò, mettendosi a carponi davanti a me, il suo fondoschiena perfetto in evidenza. Il mio respiro si bloccò per un momento mentre osservavo quella visione, poi mi posizionai dietro di lei. Arianna mi guardò da sopra la spalla, un sorriso soddisfatto sulle labbra. “Adesso dammi tutto,” disse.

Cominciai a muovermi, spingendo dentro di lei con più sicurezza. I suoi gemiti divennero più forti, e ogni volta che spingevo, il suono della nostra pelle che si incontrava riempiva la stanza. Le mie mani si aggrapparono ai suoi fianchi, cercando di tenere il ritmo, e sentivo il mio piacere crescere sempre di più, un fuoco che mi consumava dall’interno.

“Così… sì, proprio così!” gridò Arianna, muovendosi contro di me con foga.

Il piacere arrivò all’improvviso, travolgente. Sentii il mio corpo irrigidirsi, e un’ondata di calore mi attraversò mentre raggiungevo l’orgasmo con un gemito profondo. Ogni muscolo si tese, il mio respiro si fermò per un istante mentre il piacere esplodeva dentro di me, lasciandomi senza fiato.

Arianna si girò verso di me, il viso soddisfatto, mentre mi lasciavo cadere accanto a lei, esausto. “Niente male per un principiante,” disse con un sorriso malizioso, accarezzandomi il viso con dolcezza.
scritto il
2025-01-03
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