L'isola - capitolo 2 - Mutuo soccorso

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Capitolo 2

 

Isola sconosciuta – 15 Agosto 2024

Vorrei abbandonarmi al torpore del sole, giacere sotto quei raggi come una lucertola sulla sabbia arroventata della spiaggia; ma sono giorni strani, frenetici, giorni senza pace: giorni senza Dio. Vorrei poter dire d’aver conservato quella ieratica compostezza di cui tanto si legge nel romanzo di Melville, Moby Dick, ma così non è: il nostro bianco leviatano giace ormai inerme ed eviscerato sulla fredda cresta scogliosa della punta est, dimentico dei giorni in cui partimmo da Trieste alla volta di Patrasso e dei pochi fugaci attimi in cui fummo davvero felici. Il lento sciabordio della risacca scandisce l'orrore dei tempi che furono: giorni funesti che sempre più mi van separando dal mio povero Giulio e dalla granitica volontà di restargli fedele. Non avrei mai avrei pensato d’esser così tentata da non riuscire a far fronte a pensieri tanto scabrosi; dov'è il mio senno? La mia compostezza? Fin quando potrò far davvero affidamento su quel sentimento che mi tiene legata a lui? In questi anni ho sempre creduto che il nostro rapporto si reggesse su solide basi, che nulla avrebbe osato scalfire le promesse scambiate in quel 26 di Maggio. Così non è, e lentamente va alla deriva la feluca del nostro idillio, fra nebbie grumose generate da oblio, in un triste racconto di cui mi sento, ahimè, fautrice. Non son passate che poche settimane: settimane d’inferno, questo è innegabile, eppure ancora conservo in me la speranza di ritrovare Adele e il mio povero Giulio. Chissà quante ne hanno passate mentre noi c’arrabattiamo su questo scoglio ai confini del mondo. Dario, dal canto suo, continua a prendersi cura del nostro rifugio e  a rimpinzarmi con pesci e delle ottime bacche che rigogliose spuntano nel cuor della pineta, lì dove la fitta boscaglia va intessendosi in un intricata trama di rovi appuntiti. Sono deliziose, e ricordano tanto i corbezzoli di cui da piccola facevo intercetta ogni volta che mia nonna ritornava dal bosco; al punto che dovevano tirarmi via la coppa dalle mani per evitare che mi ubriacassi. Dario continua coi suoi “solitari” tra gli scoglio, sebbene più di una volta sia stata tentata dal dargli “una mano”. Ho resistito, son stata forte, ma sempre più di frequente vengo colta da questa voglia inalienabile, un istinto insopprimibile che mi percuote dentro, nell’anima; mi galvanizza, mi infiamma, al punto che è quasi impossibile tenere a freno le mani e, nel fresco ristoro dell'ombra, vado esplorando le mie grazie, la mia femminilità, del tutto conscia di quanto impudica possa apparire agli occhi di qualcuno venuto dall'esterno. Ma non so davvero cosa fare. Neppure da adolescente, in piena tempesta ormonale, son dovuta soggiacere così di frequente ai fremiti e ai palpiti della mia sessualità; e la cosa mi sconvolge.    

 

16 Agosto 2024

Continuo a toccarmi, non posso farne a meno. Ripenso al periodo in cui io e te, oh Giulio, siamo stati davvero felici: alle nostre passeggiate in campagna, ai timidi approcci delle tue mani tremanti. I primi baci, le prime carezze sul collo… come sono distanti quei tiepidi giorni d’Aprile. Non restan che sospiri, i miei sospiri, mentre all'ombra d’un sicomoro vo devastando quel che resta del giorno e della mia dignità, spalancando le cosce, impudica, ricercando nell’atto quel che manca al mio corpo; una pace che ottengo con sudata vergogna. Dario mi ha vista, non ho dubbi al riguardo, ma non osa parlarmi per evitare di romper l'incanto. Chissà che idea si è fatto di me ora che m'ha vista ostentare in simil facezie come una sgualdrina qualsiasi… Tutto è vano, tutto è perduto: il senno, il sonno, persino la dignità. Messer Agilulfo non indugiate ancora.

17 Agosto 2024

Perché? Perché questa cosa sta diventando il mio chiodo fisso? Perché continuo a masturbarmi e non ne cavo alcun giovamento? Con gli anni ho imparato a sopire certi appetiti, perché adesso non ci riesco più? Che cosa mi prende? È come se il mio corpo si rifiutasse di cedere alla mente, come se gli orgasmi, ottenuti con tanta fatica, non sopperissero a quella fame atavica che sento crescermi dentro. Da dove viene? Chi l'ha scatenata? Perché è così difficile porvi rimedio?

18 Agosto

Dario si è fatto male. Sì è rovinato le mani mentre s'avventurava tra i rovi che dividono la parte inesplorata dell'isola, la piana ricoperta di sterpi che corre lungo il lato nord, dal resto della stessa. L'ho trovato mentre tentava di fasciarsi da solo le ferite, invano, tremante dal dolore, e l'ho aiutato a medicarsi con il kit di pronto soccorso che lui stesso ha cavato fuori dal ventre della barca qualche giorno fa. Adesso è di là che dorme, all’ombra dei palmizi che compongono il nostro rifugio. Non oso disturbarlo, Dio solo sa se si merita di riposare dopo tanti giorni di duro lavoro. Ho già fatto miei i compiti che era solito svolgere da solo: pescare, andare a prendere l'acqua per poi bollirla; non sono compiti così difficili quando qualcuno ti ha già insegnato come svolgerli. Credo che me la caverò in questo mio nuovo ruolo da naufraga, ma la speranza che qualcuno venga presto in nostro soccorso non abbandona mai la mia mente, così come quella di rivedere Giulio non abbandona mai il mio cuore.

 

21 Agosto 2024

Con l'aumentare delle mie mansioni mi è stato pressoché impossibile scrivere. Come potevo prender nota di ciò che mi accade intorno in questi giorni se la responsabilità della nostra sopravvivenza cade completamente sulle mie spalle? Non c'è mai tempo. Mai. Passo le miei giornate a pescare, a bollire acqua, a raccogliere bacche che divoriamo con foga davanti al fuoco. Dario si è fatto cupo, inavvicinabile, colto da un nervosismo improvviso di cui non so darmi pace. Che cos'è che gli prende? Che fine ha fatto quel perfetto gentiluomo di cui avevo imparato ad apprezzare il carattere mite? Sembriamo la brutta copia di quei due: travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'Agosto, ma io non sono Mariangela Melato e lui non è di certo Giancarlo Giannini. È come se, da quando è stato costretto a fermarsi, Dario si sia finalmente reso conto che gli manca qualcosa, o meglio, qualcuno: Adele. Da quando c'è stato il naufragio non l'ho mai sentito lamentarsi della sua assenza, mai, neppure quando di notte è solito raggomitolarsi sulla stuoia in posizione fetale, per non disperdere quel po' di calore che viene dal fuoco. Eppure deve mancargli molto; tanto quanto a me manca il mio Giulio! Non ne ha mai fatto menzione… E dire che ho sempre pensato che fossero dedicati proprio a lei gli audaci rasponi che era solito concedersi sugli scogli al tramonto… non dimenticherò mai il mio sbigottimento quando, in preda all'orgasmo, l'ho udito sbiascicare il mio nome con voce tremante. Che cosa gli è preso? Spero davvero che gli passi perché la nostra situazione, già di per sé disperata, a mio modesto parere non può far altro che peggiorare.

 

24 Agosto 2024

Dario è sempre più intrattabile; non lo sopporto più. Oggi non ha fatto altro che trattarmi di merda per tutto il santo giorno; giuro che lo preferivo di gran lunga mentre lo spiavo a menarsi beatamente il cazzo sul far della sera, stuzzicando in me pensieri del tutto illeciti per una donna sposata. Ma ora? Ho paura che, se continua di questo passo, prima o poi perderò la pazienza. Come cantava Rosanna Fratello: “Sono una donna, non sono una santa”.

 

27 Agosto 2024

Ho svelato l'arcano: so perché Dario in questi giorni è simpatico quanto un sasso nella scarpa; ha le palle piene. Letteralmente, non scherzo. Ieri sono stata ad osservarlo tutto il giorno e ho potuto constatare che, nonostante il costume mal celasse una poderosa erezione, Dario non ha fatto nulla per porvi rimedio. Credo che le ferite alle mani gli facciano troppo male per convincersi a darsi sollievo da solo. Ma cosa posso io, povera donna, in questa situazione? Non faccio già abbastanza? E poi: troverò mai in me la forza di porvi rimedio? Una parte di me dice di sì, l'altra è convinta del contrario. Dov’è la verità? Dove? Dove cazzo sei Giulio?

 

30 Agosto2024

Non ce l'ho fatta più: ho ceduto. Ho finalmente dato a Dario la pace da lui tanto agognata in questi giorni. Non ne vado fiera, non ne vedo il motivo, e per di più la cosa mi ha turbato in modi di cui non avevo ancora tenuto conto. È successo stamattina, dopo l'ennesimo litigio per un motivo così futile che non mi ricordo neppure perché stessimo litigando. Dario era nel nostro rifugio, seduto su una delle stuoie che da quasi due mesi ci fanno da letto; il suo umore era nero. Si vedeva che era nervoso, e non faceva niente per dissimulare. Come al solito, ormai, aveva deciso di scaricare su di me tutta la sua frustrazione; beh non c’ho visto più: gli ho fatto una sfuriata di quelle che non si dimenticano, uno di quei sonori cazziatoni che prima o poi nella vita capitano a tutti. E che diamine? Per chi mi ha preso? Per il suo personale punching ball? L'ho lasciato per più di un'ora a cuocersi nel suo brodo, approfittando del tempo sereno per andare a pescare un bel sarago panciuto, e qualche occhiata; ma poco ho potuto quando l’ho sorpreso con gli occhi gonfi di lacrime mentre mormorava il nome della moglie. Si era rannicchiato in un angolo, offrendomi solo la sua liscia schiena nuda. Lo ammetto, mi ha fatto pena. Lo so, non avrei dovuto. Ho dei doveri nei confronti di mio marito e questi non possono venire meno per nessun motivo; ma Giulio non c'è, e son passati quasi due mesi. Con molta probabilità è annegato in mare la notte stessa del disastro. La sua memoria riempirà sempre il mio cuore ma sono stufa di farmi trattare come una pezza da piedi, e se per andare avanti, per avere un trattamento civile devo… beh sfido chiunque a biasimarmi! Ho preso in mano la situazione; sì, lo so, un brutto gioco di parole, ma sfido chiunque, nella mia stessa situazione, a fare altrimenti. Ho affrontato di nuovo Dario e i suoi occhi pieni di lacrime, e gli ho chiesto cosa ci fosse che non andasse. Abbiamo parlato, ci siamo entrambi sfogati, e per la prima volta da quando sono qui ho finalmente trovato qualcuno con i miei stessi dubbi. E dire che era così semplice… Insomma ci siamo trovati, ed è per questo che ho proposto a Dario qualcosa di cui non mi sono per niente pentita. Non ne vado fiera, ma pentita non lo sono di certo. È strano, prima nella mia testa tutto mi era sembrato così nobile, così poetico; solo adesso, a mente lucida, fredda, mi rendo conto dell'assurdità del tutto, ma ormai è inutile piangere sul latte versato… anche se non era certo latte quello lì!

Un mutuo soccorso: è così che l'ho definito quando Dario mi ha chiesto conto delle mie azioni; un mero mutuo soccorso. Nulla di volgare o vagamente sessuale, si potrebbe dire, il mio voleva essere un modo per trovare uno sfogo, per quanto estremo possa essere, con cui poter andare avanti con le nostre vite anche in un frangente così bizzarro quale può essere ritrovarsi gli unici abitanti di un'isola disabitata. Un mutuo soccorso… che ingenua che sono; la mia mente accampa scuse su scuse solo per negare ciò che il corpo, già da tempo, anelava con tutto sé stesso. Ho dunque liberato quel pitone dalla sua prigione di stoffa, senza far tante cerimonie, cominciando a saggiare quella verga nerboruta che più di un sospiro, devo ammetterlo, mi ha strappato durante le mie “esplorazioni” notturne. Gliel'ho preso in mano insomma, cominciando un andirivieni che aveva in sé qualcosa d’ipnotico. Dario non ha fiatato, la sua espressione esterrefatta si è subito trasformata in un lento e lascivo mugolio di piacere, un rantolo liberatorio con cui celebrare quella nuova, estrema, condizione che ci accomunava sotto il torrido sole di fine agosto. Il suo randello pulsava e s'ingrossava, balzando e irrobustendosi come un duro vincastro sotto il timido tocco delle mie mani. Dal suo glande violaceo un forte odore salino, selvatico; sapeva di ardore, di forza… sapeva di maschio. Ho continuato il mio massaggio per più di cinque minuti, contando uno ad uno ogni sospirato mugolio strappato alle sue labbra tremanti. Non furon’ che gemiti, silenzio e rantoli; finché, come un fiume in piena, il cazzo di Dario non eruttò tutto il suo sfogo lattiginoso. Il primo schizzo mi è finito direttamente tra i capelli, il secondo sulla guancia. Il terzo ha raggiunto le mie labbra frementi. Non avevo pensato che ci avrebbe messo così poco, altrimenti mi sarei premunita in qualche modo per non sporcarmi; ma non me ne pento. Erano settimane che non mi sentivo così viva, così appagata… così donna. Sono tutta bagnata

31 Agosto 2024

Ho ancora il gusto di Dario fra le labbra. La sega che gli ho fatto poco fa ha sortito l'esito sperato, Dario è di nuovo calmo, composto; un vero gentiluomo. Stavolta ha provato ad avvertirmi, era preoccupato che mi sarei sporcata di nuovo, come ieri; non ha capito che a me piace che mi venga addosso: lo trovo liberatorio. Una parte mi è colata fra le labbra ed io non ho saputo resistere: l'ho assaggiata. Mai, ripeto, mai e poi mai mi sarei immaginata di assaggiare lo sperma di un uomo; mi sono sempre rifiutata, persino con mio marito. Ma con Dario… con Dario è diverso. Non ho ancora trovato il coraggio di confessargli l'effetto che ha su di me la sua sborra fumante; di come ieri, dopo essermela ritrovata tra i capelli e sul viso, mi sia toccata la figa così selvaggiamente da raggiungere l'orgasmo in pochi secondi. E mentre Lui si concedeva un bel sonno ristoratore, io ho martoriato i miei poveri seni, trovando ristoro nei polpastrelli inzaccherati di sperma e nelle dita che, così impudiche, s'avventuravano leste tra le mie labbra ululanti. Un lago, un vero e proprio lago, che colava a picco tra le mie gambe tremanti. L'odore e il sapore di Dario portano via da me anche quel briciolo di senno che credevo di possedere ancora. Sono preda del puro istinto: uno squalo affamato che agogna la sua parte di piacere. Ieri mi sono toccata come mai prima d'ora, raggiungendo un orgasmo che difficilmente dimenticherò finché campo. Sto per farlo di nuovo.

 

4 Settembre 2024

Riuscirò a fermarmi in tempo?  A trattenere tutta la mia foga innata? È una domanda che mi son posta spesso in questi giorni mentre praticavo a Dario l’ennesima sega. Riuscirò a fermarmi in tempo? Qual è il limite da non superare per star bene con sé stessi? Mi è tornata in mente una scena di quel film demenziale, Scary movie, era questa la sega dell'amicizia di cui parlavano i protagonisti? È questo che ha provato Cindy Campbell quando è stata inondata da un fiume di sborra in quello scantinato? Anche lei si è eccitata trovandosi “resti” del suo amico tra i seni, sulle guance, financo nell'ombelico? Non lo so. So solo che questo Mutuo soccorso mi piace, mi piace da impazzire, anche se so già che non durerà per sempre. Le piaghe sulle mani di Dario si stanno rimarginando e non passerà molto tempo che non avremo più alcuna scusa da addurre per continuare questi nostri nuovi trascorsi. Intanto ho preso l'abitudine di andare in giro in topless; non vedo proprio perché dovrei vergognarmi visto che io e Dario siamo gli unici su quest'isola. Lui le mie tette le vede ogni giorno, non fissa altro mentre gli prendo in mano quel palo di carne che si ritrova tra le gambe, perciò non vedo proprio perché dovrei continuare a portare il pezzo di sopra. Lavarlo è una tortura, specie senza sapone, e poi le macchie di sperma sono difficilissime da togliere con la sola acqua di mare. Perciò giro mezza nuda, regalando sovente più di un “massaggio” al mio impetuoso compagno di sventure. Lui non si lamenta di certo, ma la mia micina comincia a reclamare a gran voce la sua dose d'attenzioni, e cedere anche su questo punto vorrebbe dire solo sferrare l'ennesima pugnalata alla schiena al fragilissimo rapporto tra me e Giulio. Che qualcuno mi salvi da me stessa.

 

9 Settembre 2024

Dario è uno stronzo. Cazzo, non so se essere delusa, confusa o semplicemente incazzata nera! I patti tra me e lui erano chiari: avrei continuato a prenderglielo in mano solo finché le piaghe sulle sue mani non fossero del tutto guarite; ma proprio oggi ho scoperto che le sue mani stanno benissimo, e già da una settimana ormai! Furbo lui: non ha detto niente per evitare che la cuccagna finisse, e quando gliel'ho chiesto ha detto che voleva “gustarsi ancora un po' il tocco delicato delle mie dita”. Ma che stronzo! E non c'è solo questo: è accaduto anche di peggio. Oh Giulio, mio povero Giulio, potrai mai perdonarmi? Giuro che stavolta non volevo; Dario mi ha toccato in certi punti e… Ma porca puttana, possibile che non si sia reso proprio conto che per me è stato pressoché impossibile riuscire a resistere? È tanto difficile capire che una moglie, seppure in una situazione così disperata, preferirebbe centomila volte di più restare fedele al proprio marito piuttosto che tradirlo così sfacciatamente? C'era proprio bisogno di sfiorarmi la passerina mentre lo stavo segando? Le sue mani funzionavano a dovere, altroché se funzionavano a dovere! Sono venuta come un fiume in piena. Dario aveva appena fatto in tempo a infilarmi due dita dentro che la mia patatina già spruzzava umori in ogni dove, tremando tutta mentre ero preda di un violento orgasmo. Mi sento tutta sconquassata, porco Giuda, è la colpa è tutta sua.

 

12 Settembre2024

Non ce l'ho fatta, anche oggi ho ceduto di nuovo. Oramai quel nostro “mutuo soccorso” si è trasformato in me che sego Dario mentre lui si dedica anima e corpo alla mia micina bagnata. Dovrei trattenermi, vergognarmi di me stessa, ma Dario è la mia dose quotidiana di serenità e pace e credo di esserne diventata dipendente.

 

14 Settembre 2024

Le cose si sono fatte ancor più complicate del previsto. Maledetta a me e al mio pessimo vizio di portarmi alla bocca il seme di Dario dopo che gliel'ho preso in mano: oggi ho ceduto un altro pezzettino di me stessa, e la cosa più assurda è che mi è anche piaciuto. Mi è piaciuto da matti. Eravamo intenti ai nostri soliti giochetti: io segavo Dario mentre lui mi sgrillettava impunemente la figa. Dario procedeva con metodo, dandomi tanto di quel piacere che a stento sarei riuscita a resistere un altro minuto. È stato allora che lo ha fatto: ha avvicinato la sua lucida cappella violacea alle mie labbra, mentre con le dita era ancora intento ad esplorare le calde pareti della mia micina bagnata. Non ho resistito; perché cazzo non ho resistito? Gliel’ho leccato e succhiato come un'ossessa, aspettando con ansia il momento in cui Dario mi ha inondato la bocca con suo grosso e squisito nettare biancastro. Il mio fiore s’è imperlato degli umori dell'ennesimo orgasmo, lasciandomi sconquassata e con la bocca piena. Un pompino: il mio primo pompino; ancora non riesco a rendermene conto. Col povero Giulio m’ero sempre rifiutata, perché è dovuto succedere proprio con Dario? Perché non con mio marito? M’ha sempre fatto schifo prenderlo in bocca; il povero Giulio se n'è dovuto fare una ragione. Perché con Dario è diverso? Perché con lui è sempre così dannatamente facile cedere? Ma soprattutto: perché ho una voglia matta di rifarlo?

 

17 Settembre 2024

Ci son cascata di nuovo, oramai è un vizio; in questi giorni Dario non ha fatto altro che svuotarsi le palle direttamente nella mia bocca, e la cosa, inspiegabilmente, mi appaga come non mai. Non so se quello che c'è tra noi possa ancora definirsi un “mutuo soccorso”, forse non lo è mai stato, ma non ci penso più di tanto mentre sperimento il mio primo, vero, sessantanove; e con un uomo che non è certo mio marito. Ho avuto, come tutte, la mia dose di cunnilingus, Giulio non se la cavava neanche tanto male, ma con Dario… Dario è un fenomeno. Me la bacia, me la lecca, mi penetra con le dita, e in modi che, seppure mi sforzassi, non saprei neanche spiegare. Sfiora ed esplora ogni buchetto, ogni anfratto, regalandomi il contatto della ruvida superficie dei suoi polpastrelli con i petali del mio povero fiore. La sua lingua vortica intorno al mio pistillo, ne divora con foga il nettare prezioso; mi manda in visibilio. Ed è con estrema goduria che cedo all'estasi mentre sfrego con forza la patatina sulle sue labbra. Non riesco a trattenermi, a fermarmi. Non so cosa mi prenda. Voglio solo godere e non m'importa se per farlo sfrutto la bocca di qualcuno che non è il mio Giulio. È come se un'altra Gloria abbia preso possesso del mio corpo e continua a concedersi a Dario con esecrabile lussuria. Non sono che una povera derelitta costretta al triste viaggio, contemplo il cielo terso in cerca di risposte. La mia anima si perde al largo, alla deriva… e naufragar m'è dolce in questo mare.

 

Continua…

 

Come sempre, per commenti, consigli, o semplicemente per scambiare due chiacchiere, contattatemi sull’ e-mail: Alexdna88@libero.it

scritto il
2025-01-12
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