Dietro la maschera - Capitolo 2
di
LtMilligan
genere
saffico
L’ascensore salì silenzioso verso l’ultimo piano dell’hotel. Bianca e Sofia erano ferme una accanto all’altra, senza quasi sfiorarsi, ma l’elettricità nell’aria era palpabile.
Bianca sentiva il battito del cuore rimbombarle nelle orecchie. Non era sicura di cosa stesse succedendo, né di cosa aspettarsi, ma l’idea di essere sola con Sofia in una stanza, lontana dagli sguardi della fiera, la faceva tremare di un’emozione nuova.
La porta si aprì con un suono morbido.
Sofia fu la prima a uscire, con Bianca che la seguì subito dopo.
Arrivarono alla porta della stanza e per un attimo rimasero immobili.
«Sei sicura?» chiese Bianca, la voce quasi un sussurro.
Sofia si voltò verso di lei, mordendosi il labbro inferiore. I suoi occhi brillavano di qualcosa di indefinibile, un misto di nervosismo e desiderio.
Poi annuì.
Bianca inserì la chiave nella serratura e la porta si aprì.
La stanza era illuminata solo dalla luce soffusa della città che filtrava attraverso le tende leggere. Il letto era grande, le lenzuola ancora immacolate. Un piccolo minibar brillava nell’angolo.
Sofia fece qualche passo avanti, incerta.
Bianca si chiuse la porta alle spalle, inspirando a fondo per calmarsi.
«Vuoi qualcosa da bere?» chiese, la voce un po’ più roca del solito.
Sofia si girò verso di lei, le mani intrecciate davanti a sé.
«No,» rispose piano. «Voglio…»
Le parole si persero nel silenzio.
Ma Bianca aveva capito.
La distanza tra loro si ridusse in un istante.
Bianca sentì il respiro di Sofia sfiorarle la pelle quando le loro labbra si avvicinarono, esitanti, incerte. Fu Sofia a colmare l’ultimo spazio tra di loro, posando un bacio morbido sulle labbra di Bianca.
Un brivido le attraversò entrambe.
Il bacio era timido all’inizio, un gioco di esplorazione dolce e insicuro, ma poi si fece più intenso.
Bianca sentì le mani di Sofia afferrarle la vita, le dita che stringevano il tessuto della sua maglia.
Si baciarono ancora, più a fondo, e quando le loro lingue si sfiorarono per la prima volta, un piccolo gemito sfuggì dalle labbra di Sofia.
Bianca si sentì sciogliere.
La paura, l’insicurezza, tutto svanì.
Rimase solo il desiderio.
Le mani iniziarono a muoversi da sole.
Sofia le fece scivolare il mantello del cosplay lungo le braccia, facendolo cadere a terra con un fruscio leggero. Bianca sentì il calore della pelle di Sofia sotto le dita mentre le accarezzava le braccia nude.
Quando le labbra di Sofia si spostarono lungo il suo collo, Bianca rabbrividì.
«Sei bellissima,» sussurrò Sofia contro la sua pelle.
Bianca si irrigidì per un istante, l’insicurezza tornò a sfiorarla, ma poi sentì le mani di Sofia stringerla con dolcezza, come se volesse dirle che non c’era niente di cui vergognarsi.
«Anche tu,» rispose, e per la prima volta lo intendeva davvero.
Con un gesto incerto, fece scivolare le dita lungo i fianchi di Sofia, tracciando il contorno morbido del suo corpo.
Sofia ansimò piano, chiudendo gli occhi.
Si stavano scoprendo, centimetro dopo centimetro, senza fretta, senza paura.
La notte era ancora lunga.
Bianca sentiva il battito del cuore rimbombarle nelle orecchie. Non era sicura di cosa stesse succedendo, né di cosa aspettarsi, ma l’idea di essere sola con Sofia in una stanza, lontana dagli sguardi della fiera, la faceva tremare di un’emozione nuova.
La porta si aprì con un suono morbido.
Sofia fu la prima a uscire, con Bianca che la seguì subito dopo.
Arrivarono alla porta della stanza e per un attimo rimasero immobili.
«Sei sicura?» chiese Bianca, la voce quasi un sussurro.
Sofia si voltò verso di lei, mordendosi il labbro inferiore. I suoi occhi brillavano di qualcosa di indefinibile, un misto di nervosismo e desiderio.
Poi annuì.
Bianca inserì la chiave nella serratura e la porta si aprì.
La stanza era illuminata solo dalla luce soffusa della città che filtrava attraverso le tende leggere. Il letto era grande, le lenzuola ancora immacolate. Un piccolo minibar brillava nell’angolo.
Sofia fece qualche passo avanti, incerta.
Bianca si chiuse la porta alle spalle, inspirando a fondo per calmarsi.
«Vuoi qualcosa da bere?» chiese, la voce un po’ più roca del solito.
Sofia si girò verso di lei, le mani intrecciate davanti a sé.
«No,» rispose piano. «Voglio…»
Le parole si persero nel silenzio.
Ma Bianca aveva capito.
La distanza tra loro si ridusse in un istante.
Bianca sentì il respiro di Sofia sfiorarle la pelle quando le loro labbra si avvicinarono, esitanti, incerte. Fu Sofia a colmare l’ultimo spazio tra di loro, posando un bacio morbido sulle labbra di Bianca.
Un brivido le attraversò entrambe.
Il bacio era timido all’inizio, un gioco di esplorazione dolce e insicuro, ma poi si fece più intenso.
Bianca sentì le mani di Sofia afferrarle la vita, le dita che stringevano il tessuto della sua maglia.
Si baciarono ancora, più a fondo, e quando le loro lingue si sfiorarono per la prima volta, un piccolo gemito sfuggì dalle labbra di Sofia.
Bianca si sentì sciogliere.
La paura, l’insicurezza, tutto svanì.
Rimase solo il desiderio.
Le mani iniziarono a muoversi da sole.
Sofia le fece scivolare il mantello del cosplay lungo le braccia, facendolo cadere a terra con un fruscio leggero. Bianca sentì il calore della pelle di Sofia sotto le dita mentre le accarezzava le braccia nude.
Quando le labbra di Sofia si spostarono lungo il suo collo, Bianca rabbrividì.
«Sei bellissima,» sussurrò Sofia contro la sua pelle.
Bianca si irrigidì per un istante, l’insicurezza tornò a sfiorarla, ma poi sentì le mani di Sofia stringerla con dolcezza, come se volesse dirle che non c’era niente di cui vergognarsi.
«Anche tu,» rispose, e per la prima volta lo intendeva davvero.
Con un gesto incerto, fece scivolare le dita lungo i fianchi di Sofia, tracciando il contorno morbido del suo corpo.
Sofia ansimò piano, chiudendo gli occhi.
Si stavano scoprendo, centimetro dopo centimetro, senza fretta, senza paura.
La notte era ancora lunga.
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