La regola del 30

di
genere
confessioni

La regola era chiara. Concedevo tesi di laurea solo a studenti che prendevano 30 in entrambi gli esami di Diritto Romano. Che poi il 30 io difficilmente lo assegnavo era un altro discorso.
Così quando quei due ragazzi vennero da me per propormi l'argomento della tesi che intendevano discutere ricordai loro che c'era ancora da superare il secondo esame, in programma proprio il giorno dopo.
Ma c'era un problema: non avevano potuto prendere parte ai seminari organizzati per approfondire le leggi delle XII TAVOLE, motivo per cui il 30 sarebbe stato impossibile già in partenza.
"Ragazzi, mi dispiace, ma le regole queste sono, e non si fanno eccezioni", dissi loro con decisione e indicai con la mano la porta.
I due si guardarono un attimo, annuirono in silenzio e si rivolsero a me.

"Ecco, noi consideravamo la possibilità, gentile Professoressa, di darci comunque un'occasione per dimostrarle che i numeri li abbiamo". "Quali numeri?", chiesi incuriosita. "Il 30", mi risposero all'unisono. Non capivo fino a quando uno di loro non si alzò in piedi e, abbassata la zip dei pantaloni, tirò fuori il suo membro. Stavo per urlare buttandoli fuori dalla porta quando mi fermai un attimo. Osservai il suo attrezzo e rimasi come ipotizzata. Non avevo mai visto una cosa del genere. Era enorme. Benché floscio era gigantesco. Non credevo ai miei occhi, e mentre guardavo rapita anche l'altro tirò fuori il suo, gigantesco. Ero incredula. Mi alzai, andai a chiudere la porta dell'ufficio a chiave e mi avvicinai ai due. Presi in mano i loro arnesi. Erano spaventosi, e stavano crescendo. Non resistetti. Iniziai a maneggiarli. Cercavo di metterli in bocca ma erano troppo grandi. Li leccavo incredula. Intanto i due mi spogliavano.

Li feci sedere sul divano e mi misi davanti a loro. Mi feci leccare la fica. Avevo un desiderio osceno di provare a cavalcare quei due mostri. Quando fui umida fradicia mi sedetti sul primo e cercai di farmi penetrare. Era incredibile. Spaventoso. Appena un terzo di quel palo enorme era entrato e già mi dovetti arrendere. L'altro mi strofinava il suo gigantesco attrezzo tra i seni, massaggiandoli e strizzando i capezzoli. Venni mugolando di piacere, con la fica piena di piacere. Mi alzai, mi appoggiai al tavolo e dissi all'altro di penetrarmi la fica da dietro. Sentii nuovamente il palo entrare e la mia fica dilatarsi. Il ragazzo spingeva deciso, tenendo la sua verga enorme in mano. L'altro, sotto di me, mi baciava i seni mordicchiando i capezzoli. Poi andò a leccarmi il culo, e sentii la sua lingua entrarmi dentro e frugare nei recessi più profondi. Godevo come mai, e ululando venni un'altra volta, dimenandomi furiosamente. Andai a stendermi sul divano e dissi ai due ragazzi: "Se volete il 30 all'esame inondatemi di sborra, insieme. Sulla faccia, in bocca e sulle tette". Non se lo fecero ripetere due volte. Cominciarono a massaggiarsi con vigore e dopo una trentina di secondi mi esplosero insieme tutto il loro sperma. Venni investita da una marea calda di liquido profumato. Aprii la bocca voluttuosa.

Ingoiai voracemente tutto lo sperma che potevo, mentre grossi fiotti mi ricoprivano un po' dappertutto. Occhi, guance, collo, tette, invasi da un fluire quasi inarrestabile di sborra. Leccavo tutto quello che potevo. Quando i due smisero di riversarmi addosso il loro sperma afferrai i loro uccelli e andai ad abbeverarmi alla fonte, succhiando tutto quello che potevo. Ero assatanata, e mentre ingoiavo tutto quello che riuscivo a raccogliere, leccando anche le mie tette con avidità, venni ancora, godendo felice. Stetti a succhiare i loro uccelli ancora per parecchio, fin quando, esausta e piena mi alzai per andare in bagno. "Voi andate a studiare, - dissi ai due - che domani avete l'esame. Il 30 ve lo dovete ancora meritare. Ma siete sulla strada giusta..."
scritto il
2025-03-01
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