La sveglia
di
Lord Kalvan
genere
dominazione
"Svegliati cagna, hai due clienti"
Feci appena in tempo ad aprire gli occhi che sentii il ceffone del padrone sul viso.
Cominciai a spogliarmi mentre il padrone mi liberava dalla catena che mi teneva legata al letto.
"Potete farle quello che volete. Questa cagna è disponibile a tutto senza fiatare, vero puttana?"
"Si padrone, certo" risposi con gli occhi bassi.
Il padrone si sedette sulla vecchia sedia per gustarsi lo spettacolo, mentre i due vecchi che erano con lui gli allungavano due biglietti da 50 euro.
Cominciarono a toccarmi le tette, il culo, la fica, poi mi fecero inginocchiare e mi misero in bocca i loro cazzi già duri. Li leccai avidamente, come piaceva al mio padrone, che guardava divertito.
Mi fecero allungare sul letto. Uno dei due cominciò a ficcarmi le dita dentro la fica e dentro il culo, mentre l'altro continuò a spingere con forza il suo cazzo nella mia bocca fin nella gola. Mentre spingeva mi teneva per i capelli, si divertiva a chiamarmi cagna, puttana, troia e a sputarmi in faccia, mentre io continuavo a leccare il suo cazzo, fin quando sentii la sborra calda invadermi la bocca. La assaporavo con la lingua e la ingoiai tutta con avidità. L'altro continuava a frugare dentro la fica e dentro il culo, poi cacciò le dita e me le mise in bocca. "Lecca troia, lecca tutto", mi diceva, mentre si masturbava fin quando mi esplose sulla faccia. Con le dita raccolse la sborra che avevo sul viso e me la fece ingoiare, tutta, fino all'ultima goccia.
"Brava la cagna", mi dissero mentre andavano via.
Il padrone si era eccitato. Si avvicinò a me. Sapevo cosa voleva. Gli feci un pompino, leccando e strizzando il suo cazzo duro, fin quando sentii la sua sborra arrivare. La ingoiai con piacere e continuai a leccarlo a lungo, per pulirlo bene, fin quando mi allontanò bruscamente.
"Ora basta cagna."
E tornai ad allungarmi sul mio letto, ad aspettare.
Feci appena in tempo ad aprire gli occhi che sentii il ceffone del padrone sul viso.
Cominciai a spogliarmi mentre il padrone mi liberava dalla catena che mi teneva legata al letto.
"Potete farle quello che volete. Questa cagna è disponibile a tutto senza fiatare, vero puttana?"
"Si padrone, certo" risposi con gli occhi bassi.
Il padrone si sedette sulla vecchia sedia per gustarsi lo spettacolo, mentre i due vecchi che erano con lui gli allungavano due biglietti da 50 euro.
Cominciarono a toccarmi le tette, il culo, la fica, poi mi fecero inginocchiare e mi misero in bocca i loro cazzi già duri. Li leccai avidamente, come piaceva al mio padrone, che guardava divertito.
Mi fecero allungare sul letto. Uno dei due cominciò a ficcarmi le dita dentro la fica e dentro il culo, mentre l'altro continuò a spingere con forza il suo cazzo nella mia bocca fin nella gola. Mentre spingeva mi teneva per i capelli, si divertiva a chiamarmi cagna, puttana, troia e a sputarmi in faccia, mentre io continuavo a leccare il suo cazzo, fin quando sentii la sborra calda invadermi la bocca. La assaporavo con la lingua e la ingoiai tutta con avidità. L'altro continuava a frugare dentro la fica e dentro il culo, poi cacciò le dita e me le mise in bocca. "Lecca troia, lecca tutto", mi diceva, mentre si masturbava fin quando mi esplose sulla faccia. Con le dita raccolse la sborra che avevo sul viso e me la fece ingoiare, tutta, fino all'ultima goccia.
"Brava la cagna", mi dissero mentre andavano via.
Il padrone si era eccitato. Si avvicinò a me. Sapevo cosa voleva. Gli feci un pompino, leccando e strizzando il suo cazzo duro, fin quando sentii la sua sborra arrivare. La ingoiai con piacere e continuai a leccarlo a lungo, per pulirlo bene, fin quando mi allontanò bruscamente.
"Ora basta cagna."
E tornai ad allungarmi sul mio letto, ad aspettare.
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