Incontro al buio

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genere
confessioni

INCONTRO AL BUIO
Era la prima sera.
Mi aveva fatto un certo effetto entrare in quell'ambiente soffuso e silenzioso.
Tutte le pareti erano rivestite di una carta vellutata, rosso cupo, che creava un'atmosfera stranamente sensuale. Ero imbarazzata, confesso, ma cercai di non darlo a vedere. L'uomo che mi stava facendo strada aveva modi garbati ma decisi. Aprì una porta e mi fece entrare. La stanza era piccola, e quasi tutto lo spazio era occupato dal letto. Una sedia, un tavolino, una piccola cassettiera, un appendiabito e una poltroncina costituivano l'essenziale arredamento. C'era anche uno specchio ovale appeso sul tavolino. "E qui c'è il bagno, signora, con doccia", mi disse sorridendo. "Tra pochi minuti sarà qui. Se vuole indossare una maschera qui c'è ampia scelta", e aprì un cassetto nel quale, insieme ad alcuni asciugamani, c'erano anche diverse maschere, di varia foggia e colore, ma tutte in tessuto ricamato, Erano leggere e piacevoli al tatto. "Grazie", risposi un pò rigida.
L'uomo mi salutò e scomparve oltre la porta, Il tempo di provare un paio di maschere, di guardarmi allo specchio e sentii bussare alla porta. "Si, avanti" risposi esitante.
Sulla porta apparve un uomo dallo sguardo sorridente. Era alto, fisico massiccio ma gradevole. "Una donna in maschera, quella che preferisco...", mi disse guardandomi negli occhi. "Sei tutta da scoprire...Mely", e si avvicinò per accarezzarmi i capelli. "Hanno la consistenza della seta, belli...", mi disse, mentre con le mani scendeva sul viso, sul collo, sui seni, che cominciò ad accarezzare con decisione. Mi strizzava i capezzoli. Un doloroso piacere m'investì come un campo elettrico. Iniziai a dimenarmi. Con sapienza mi tolse il vestito e lo lanciò sulla sedia.
Rimasi in slip e reggiseno.
Mi afferrò per le spalle e mi fece piegare sul divano. "Accarezzati", mi disse.
Eseguii in silenzio, mentre lui guardava e cominciava a spogliarsi. Accarezzavo la mia fica, che cominciava a diventare umida. Si chinò su di me e, senza togliermi gli slip, cominciò a leccarmi il culo. Con le mani mi afferrò le natiche e le allargò. Sentii la sua lingua penetrare con voracità dentro il mio buco posteriore e, dopo qualche istante, avvertii la consistenza del suo membro che, spingendo, iniziava a farsi strada all'interno del mio culo. Due, tre, quattro colpi, ritmati e bene assestati: lo sentii entrare.
Ansimai, per il dolore e per il piacere.
Mentre continuava a spingere mi tolse il reggiseno e iniziò a tormentarmi i capezzoli. Con una mano giocava con i miei seni e con l'altra accarezzava la mia fica.
Sentii le sue lunghe dita entrare nella mia fessura, mentre il suo membro continuava a spingere dentro il culo. I miei buchi erano in fiamme, non mi trattenni e venni mugolando di piacere.
Sentii il suo attrezzo vibrare. Allora mi girai e lo presi in bocca. Lo leccai brutalmente. Gocce di sperma iniziavano a fuoriuscire, allora spalancai la bocca e lo feci esplodere sulla mia lingua. Ingoiai tutto avidamente, stando attenta a non farmi sfuggire nemmeno una goccia del suo liquido caldo e vellutato.
Continuai a succhiarlo fin quando anche l'ultima stilla di sperma finì sulla mia lingua. Assaporai estasiata la sua sborra leccandomi le labbra con piacere e voluttà.
Lui si adagiò sfinito sulla poltrona. Lo guardai divertita. "Questo è solo l'antipasto, bello mio, il meglio deve ancora venire", gli dissi ammiccando.
Mi stesi sul letto e cominciai a masturbarmi per tornare ad eccitarmi.
Lui mi guardava ingolosito.
Avevamo ancora tutto il pomeriggio a disposizione...
scritto il
2025-03-07
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