Carambola

di
genere
confessioni

Cominciò tutto per gioco. A me piace il biliardo, e sono anche brava: l'importante è non darlo a vedere. Sapete, sono così divertenti quegli uomini ricchi di soldi ma poveri di materia grigia, che a volte mi sento in colpa a rifilar loro le peggiori fregature. Ma io ho una famiglia da mantenere, mio figlio che va a scuola, e quel disgraziato del padre che ha pensato bene di correre dietro a gonnelle più giovani. Beh, voi che ne dite: ha fatto bene?
Fatto è che mi incontrò mentre tornavo dal giardino, mi fermò con una di quelle scuse ridicole che solo i ricchi scemi sono in grado di partorire e cercò di rimorchiarmi. Va bene, sarei andata a trovarlo: la sua villa era vicina, ma soprattutto era fantastica, con un panorama mozzafiato a picco sul mare. In effetti mi aveva sempre incuriosito quella dimora lussuosa, e l'idea di vederla da vicino mi attirava.
Giunsi col mio abito rosso, sapete, è quello che preferisco perchè riesce a contenere bene le mie tette incontenibili, ed è una comodità non da poco per me. Dall'ampio soggiorno, luminoso ed elegante, si godeva di una straordinaria vista sul golfo. Quel poveruomo ci provava, si avvicinava , mi faceva davvero sorridere. A un certo punto si offrì di insegnarmi a giocare a biliardo.

Mi condusse nella sala dove dominava, al centro della scena. un magnifico biliardo. Si, un pò so giocare, diciamo che so tenere in mano l'asta... dissi in tono volutamente equivoco. Poverino, si metteva dietro di me per strusciarsi e farmi sentire il suo attrezzo gonfio. Guarda, se riesci a mettere tre palle in buca ti regalo questo braccialetto, mi disse mostrandomi un monile non male. Naturalmente non ci riuscii, potevo mica accontentarmi di quel braccetto? Alzò la posta. Ero concentrata sulla palla da mandare in buca quando udii la voce di due ragazzi che salutavano. Mio figlio e il suo amico: sfaccendati.
Sfaccendati si, ma cazzo che bei ragazzi, pensai guardandoli con attenzione.
I loro sguardi si attizzarono quando mi videro. Bene, avevo tre maestri ora che volevano insegnarmi a giocare e io stetti volentieri al gioco. Stemmo un'oretta a provare, a tirare, finchè io cominciai a mandare in buca le palle con una certa regolarità. Il figlio, che era il più intraprendente, cominciò ad essere audace.

Accettai. Cominciai a sfilarmi l'abito rosso. Ma dopo voglio fare una partita con ricco montepremi... dissi togliendomi il reggiseno. Certo, cara, tutto quello che vuoi. In un baleno li ebbi tutti e tre attorno. Il padre si era inginocchiato a leccarmi la fica, il figlio mi baciava sul collo e mi massaggiava le tette, mentre l'amico mi allargava il culo per leccarmelo per bene. Non nego che era piacevole tanto che la fica mi si inumidì a tal punto che desiderai essere penetrata. Presi il figlio, gli estrassi l'arnese e gli dissi di mettermelo nella fica. Obbedì senza fiatare e cominciò a spingere, mentre il padre mi leccava i capezzoli e l'amico continuava a leccarmi il culo e a penetrarlo con un dito. Venni godendo e ancheggiando. A quel punto mi fermai.
Ragazzi sono andata troppo oltre, dissi arretrando. Ora giochiamo.
Seguirono proteste varie.
Facciamo così, allora: se vince uno di voi faccio quello che volete, se vinco io invece...che mi guadagno?
E il padre sparò una cifra che mi sembrò interessante.
Naturalmente vinsi io.

Ma, sapete com'è, penso che quando si vica occorra concedere qualcosa agli sconfitti, e io mi concessi. Mi allungai sul divano e li feci venire da me. Leccai con voluttà i loro uccelli già duri a dovere. Il figlio, sotto di me, infilò la sua verga nella mia fica, il padre si inginocchiò davanti a me e mi mise in bocca il suo membro, mentre l'amico riprese a leccarmi il culo e poi, con alcuni colpi secchi cominciò a entrare dandomi dolore e piacere.
Però vi voglio tutti insieme, sulle mie tette...dissi ansimando.
Spingevano con entusiasmo, riempiendomi in ogni buco. Trascorsero un paio di minuti e uscirono. mi adagiai sull'ampio divano pronta a ricevere la scarica di sperma che arrivò di lì a qualche secondo. Tre ruscelli di liquido caldo e viscoso che inondarono le mie tette. A uno a uno ripulìi con la bocca le tre verghe ingoiando tutto lo sperma che ancora fluiva. Poi presi le mie tette e le leccai avidamente.
Andai in bagno. Quando riuscii presi il telefono e vidi la comunicazione della mia banca: accredito eseguito. Eh ragazzi, è stata un'ottima carambola...
scritto il
2025-03-01
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