Regalo di natale

di
genere
etero

Ciao, sono Giovanni. Ho preso in mano io la penna aiutato da Laura per raccontare dal mio punto di vista un altro episodio dei nostri veri, furtivi incontri.

Siamo nel 2009 nella settimana che precede il Natale e una mattina, al lavoro, ricevo una telefonata di Laura.
Dopo i due precedenti incontri ci siamo mantenuti in contatto, ma sempre con modalità sicure.
Cancellazione immediata degli SMS e delle telefonate appena riagganciato.
Orbene, mi comunicava che il suo capoufficio, come ogni anno alla vigilia, dava una cena nella sua casa di campagna con i colleghi vecchi e nuovi del suo ufficio.
Ghiotta occasione per parteciparvi visto che anch'io vi avevo lavorato.
Sarei passato a prenderla, senza per questo destare il sospetto dei nostri rispettivi, visto che già ci conoscevamo.
Pensare che ci saremmo rivisti mi metteva addosso una carica e un'eccitazione adolescenziale.
Non avremmo dovuto pensare ad altro che a divertirci.

Alle 19,30 sono davanti al suo cancello.
Suono. Dal citofono sento la voce di Paolo, il marito:
"Arriva subito!"
Mentre in sottofondo si ode indistinta la voce di lei.
"Divertitevi. E non bere troppo".
Pochi minuti ed eccola, chiude il cancellino e apre la portiera. Ciao, mi sorride; mentre si sporge con il sedere per accomodarsi all'interno della Scenic lesto poso il dorso della mano sul sedile accogliendo sul palmo il peso morbido delle sue natiche. Lei caccia un gridolino di sorpresa ma lascia fare, eccome.
La frugo come posso fra le cosce col vestito di mezzo e lei roteando il bacino sembra gradire.
La guardo, wow!
Capelli castano scuro, mossi, con due boccoli che le scendono lungo il viso ambrato da un trucco sapiente, un filo di eye-liner verde, intonato ai suoi occhi, orecchini a perla e rossetto mattone su quelle labbra appena schiuse foriere di desideri proibiti.
Indossa un vestito lungo, crespo color crema con sopra un bolero di pelliccia, ai piedi scarpe beige sfilate con tacco e cinturino alla caviglia.
Uno splendore! La bacio.
"Forza parti, che Paolo sarà alla finestra!"

Appena svoltati però allunga la mano sinistra fra le mie cosce massaggiandomi il pacco:
"Come sta il mio pisellone?"
Immediata la reazione; il cazzo si contorce all'interno dello slip ma così costretto mi provoca solamente dolore. Continuo a guidare in queste condizioni per parecchi chilometri con lei che celia sulla situazione; finalmente trovo uno spiazzo dove parcheggiare, mi fermo.
Faccio partire un CD che avevo precedentemente selezionato.

Trattengo il fiato mentre abbasso la zip dei pantaloni e subito lui balza fuori, gagliardo.
I coglioni gonfi mi dolgono ma umida e lenitiva arriva la bocca di lei.
Calda, socchiusa appena quel tanto da permettere al cazzo di entrare e subito inizia a fare il suo 'sporco lavoro'. La sua mano a coppa mi carezza lo scroto; alzo e abbasso il bacino accompagnando la danza della sua lingua, Laura mi sta facendo morire, ma troppo presto sublimi, arrivano le contrazioni del perineo che scaricano sul suo volto fiotti perlacei di vita.
"Cazzo! Almeno avvisa che stai per venire. Mi hai rovinato il trucco.
Guarda qui, fino nei capelli proprio oggi che sono stata dal parrucchiere!"
"È che tu sei troppo troia! E il mio uccello non resiste."
Intanto le porgo una confezione di Kleenex, accende la luce di cortesia sull'aletta parasole e inizia a ripulirsi il viso, lentamente.
Con la lingua ripassa negli angoli e intorno alla bocca.
Non posso fare a meno di osservare rapito questi suoi gesti che sprigionano una sensualità torbida, animale.
"Almeno mi sono già fatta l'aperitivo." Ironizza, ravvivandosi i capelli.

Ripartiamo e finalmente arriviamo a destinazione.
Finestre illuminate, la musica che si diffonde all'esterno. Poi strette di mano, saluti, voci.
Casa arredata con gusto ricercato, vintage e tanto legno.
Ci sediamo a tavola, saremo una dozzina. Laura mi è difronte, posso mangiarla con gli occhi.
Antipasti, crostini e salse, lei assaggia tutto, vorace; poi è la volta del primo:
cannelloni alla ricotta una specialità della padrona di casa; e qui Laura dà il meglio di sé.
Assapora il cibo con un gusto che rasenta l'erotismo, socchiudendo gli occhioni da gatta mentre la lingua, fra le labbra schiuse, cattura per assaporarlo, il boccone.
Poi un buon sorso di vino e subito il tovagliolo a tergere le labbra.
È come fare sesso! È un'istigazione a delinquere. Mi sto eccitando di nuovo.
Come se non bastasse, forse accorgendosi di questo mio stato, la troia allunga una gamba facendomi il classico 'piedino' con la punta della scarpa sulla patta gonfia.
Sento gorgogliare lo sperma nei coglioni. Non resisto devo liberarmi.
Chiedo del bagno ma un rumore di tacchi mi segue:
"Non vorrai mica farti una sega ? Guarda che anch'io ho voglia di scopare quanta ne hai tu!
Mettiti tranquillo e goditi la cena."
....Una parola!

Fingendo un'indisposizione riusciamo a lasciare il convivio prima degli altri.
Risaliti in macchina prendiamo la strada del ritorno, ma fatti alcuni chilometri...:
"Appena puoi, fermati devo fare pipì."
Accosto in uno spiazzo. Il cielo è sereno e non è poi così freddo, la luna illumina un paesaggio campestre.
Scende, lascio la portiera aperta, Un paio di passi e si solleva il vestito fin sopra il bacino, si cala gli slip fino alle ginocchia e si accuccia sui talloni.
Non voglio perdermi la scena, scendo, aggiro l'auto mentre mi slaccio i pantaloni, uccello in pugno, mi avvicino mentre un allegro crepitío di foglie secche annuncia in un crescendo un acquazzone dorato.
Sono alla giusta altezza dalla sua bocca. Forse sarà sazia di cibo, non certo di cazzo:
"Dai! Porta qui il tuo pisellone."
Schiude le labbra e lo risucchia famelica nelle fauci mentre lo zampillo di urina ha formato una polla tra le foglie.
Le sue guance sembrano scomparire in sonori risucchi. Sto impazzendo e lei sta ancora pisciando.
Mi trattengo.
Finalmente si alza, salviette in mano ma io ho fretta e ne approfitto spingendola a salire carponi sul sedile, mutandine calate, vestito arrotolato sulla schiena mostra alla luna il suo culo, le cosce tornite con il frutto succoso ancora bagnato.
Strofino la cappella fra quei petali profumati di urina poi...
Il calore e l'umore serico che avvolsero la mia carne sono impossibili da dimenticare.
Avevo le tempie doloranti e il cuore saltava impazzito difficile descrivere ciò che il mio cervello stava registrando in quel momento.

E mentre lei iniziava a sospirare piano, la mia cappella scivolava tra le pareti vellutate della sua fica finchè il ritmo dei miei colpi si fuse con quello dei suoi mugolii e delle sue grida.

"Avanti porco, su. Sfondami la fica, allagami di sborra....si, si, così, bravo, uuh ... Che bello...
sto per venire...continua così chiavami maiale...spingi...oooh, si! si! Vengo! Vengoo....aahhh!"
Sembrava percorsa da una scossa elettrica. Scrollava la testa come impazzita.
Tremava scuotendo il bacino, il suo muco vaginale mi colava lungo l'asta; velocizzai il ritmo dei miei affondi fino all'esplosione finale:

"Ooh! Ma quanto sei troia?! ..Eccomi!...Sii..Ci sono...Lo senti, è dentro fino alle palle...
Godo... Che figa sei...ti amo... Ecco, adesso! Prendila tutta...vengoo! Ti riempio..Sborro. Siii!! "

Poi solo l'ansimare dei nostri corpi.
E il silenzio ritornò padrone della notte.
Esausto, giaccio su di lei; m'inebrio del profumo dei suoi capelli scompigliati e della sua pelle sudata ancora per qualche secondo prima di sfilarmi dalle sue cosce bagnate.
La macchina è satura dell'odore di liquidi vitali, guardo il suo volto trasfigurato dal godimento:
Le palpebre semichiuse nascondono uno sguardo perso in altre dimensioni con il mascara che, liquefatto lungo le gote arrossate dall'intenso piacere, la fa somigliare vagamente ad un clown, i capelli poi sono completamente scomposti. ma è sorridente, soddisfatta, l'evidente risultato di una meravigliosa battaglia.
Manciate di Kleenex per ripulirci e ripartiamo finalmente paghi.

Guardo l'orologio, è da poco passata l'una.
"Lo sai Laura che è Natale? Auguri. Non potevi farmi regalo più bello!"
"Grazie al tuo pisellone magico io sono ancora piena di sborra.
Sarà il tuo regalo di Natale da mettere sotto l'albero!
Auguri!"

scritto il
2014-07-10
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