Sul sofá in tubino rosso

di
genere
etero

Roberta M. L'avrete capito è una donna assai portata per il sesso.
Lo ama in tutte le sue forme, pur non essendo lesbica non disdegna la compagnia di altre donne apprezzandone soprattutto la dolcezza dei modi e la sensibilità ma con gli uomini è più naturale, più a suo agio, li conosce bene e a volte li usa.
Il sesso poi la fa sentire viva, importante e le fa dimenticare i pensieri; e adesso di pensieri ne ha uno grosso: il marito l'ha lasciata per un'altra.
Forse, a suo tempo avrebbe fatto bene a non sposarsi, ma non è andata così.

Oggi riprende anche il lavoro dopo un periodo di ferie, è demoralizzata e triste; ripensa al suo matrimonio e ai tradimenti mentre accalcata in autobus si reca in ufficio.
Scende un paio di fermate prima per fare due passi e riprendersi dagli effetti del Tavor, assunto la sera prima per riposare meglio.
L'aria mattutina di questo lunedì di fine giugno le rinfresca le idee, un caffè veloce al bar, e via, si ricomincia...

Le domande di rito dei colleghi sulla vacanza la distraggono un po' e per fortuna con alcuni di loro si può confidare e sfogarsi.
In particolare con Luca, collega di alcuni anni più giovane e celibe.
È persona che sa ascoltare e quando interviene lo fa sempre con garbo e con un certo senno.
Perciò una volta messo al corrente degli avvenimenti il suo consiglio fu quello di cercare distrazioni, di svagarsi, inutile piangersi addosso.
"Sai cosa potremmo fare sabato?...un boccone da qualche parte e il resto della serata in discoteca.
Da quanto tempo non balli?
Vedrai, ti divertirai sopratutto a vedere ballare me.
Conosco un collega, Arturo che lavora nella sezione Real Estate, buon ballerino, che uscirebbe volentieri magari portandosi dietro un'amica. Lo contatto e poi ti so dire."

Sulle prime Roberta non fu molto convinta della proposta ma siccome non voleva scontentare il collega, accettò la proposta.
Man mano che i giorni passavano si convinceva sempre più che quella di Luca era una buona idea; finché giunse sabato, il giorno dell'appuntamento.

Roberta tiene molto al suo aspetto.
Ha cura per i particolari e anche questa volta vi profonde la solita attenzione:
Tubino rosso fuoco sopra il ginocchio, tanga di pizzo nero, autoreggenti grigie, orecchini e catenina d'oro , tre bracciali d'avorio. Scarpe bianche a tacco alto, capelli mossi, belli morbidi, un filo di rimmel e di lucida labbra e per finire una french bianca sulle unghie. Il risultato?
Da applauso!
Quale fosse il suo intento per la serata è facile immaginarlo; da alcuni giorni la sua passerina aveva dato dei segnali di risveglio che lei aveva sopito ignorandoli, ma stasera poteva andare diversamente.

Purtroppo all'appuntamento manca l'accompagnatrice di Arturo il quale, imbarazzato si profonde in una sequela di scuse.
Quarantotto anni, magro, capelli lunghi brizzolati raccolti in una coda di cavallo, pizzetto; non si può dire che sia un brutto uomo ma per Roberta ha nell'espressione del viso un non so che di laido, uno di quegli uomini che pensa che la donna sia solo l'apparato deambulatorio di una fica il che, però in questa occasione forse non guasta.
Dopo una cena un po' troppo lunga per far venire l'ora, si dirigono fuori città al Carousel, discoteca piuttosto alla moda scelta da Luca.
Scelta infelice in quanto frequentata in massima parte da persone con la metà degli anni dei nostri amici.
Ma la consumazione, compresa nel prezzo d'ingresso, li obbliga a trattenersi al tavolo.
La donna è contrariata, non ci pensa neanche a ballare, in mezzo a quel casino poi...
Finisce la sua 'pina colada' e butta lì una proposta:
"Ragazzi, facciamo un salto a casa mia per un drink? Staremo senz'altro meglio che qua!"

È allegra Roberta, fin troppo, merito del rum; ride e scherza specialmente con Arturo che si dimostra simpatico e arguto.
Una volta giunti a casa, li fa accomodare servendo loro rum, vodka, noccioline e altri snack, mentre per se versa una dose di buon scozzese con tanto ghiaccio continuando a celiare sul divano con Arturo, mentre Luca sembra piuttosto attratto dai titoli della libreria.
È circa l'una e mezza e Roberta è particolarmente brilla e su di giri, si permette delle allusioni piccanti su loro tre, ridendone sguaiatamente subito dopo; senza accorgersi del vestito che le è risalito fin quasi all'inguine e neanche del pacco di Arturo che si é vistosamente ingrossato.

Una mano di lui ora le sta accarezzando piano una coscia per saggiare una sua reazione, per tutta risposta Roberta posa il tumbler, si allunga sul divano reclinando il capo all'indietro in un palese invito al bacio.
La lingua di Arturo le sprofonda in gola, aggrovigliandosi alla sua:
"Mi piaci troia!" le sussurra mentre la carezza della mano si fa più audace risalendo la sericità delle calze fino al pizzo del tanga.
Anche Luca, non più distratto dai libri, si sta palpando i coglioni gustandosi la scena.
Roberta ha smesso di ridere, ora sospira allargando le gambe per lasciare via libera ad Arturo che intanto si è aperto i pantaloni per far respirare il cazzo congestionato mentre con le mani le strappa con un colpo secco la misera barriera di pizzo che lo separa dal meraviglioso frutto fradicio di lei; mentre gli occhi appannati di Roberta fanno appena in tempo a mettere a fuoco l'immagine di Luca che le si avvicina con l'uccello duro in mano...poi la cappella violacea le sparisce in bocca soffocandola.
"Hei! Accidenti come munge questa maiala, mi sta aspirando l'anima!"
In effetti sembra essersi ripresa e sta sbocchinando Luca con la maestria di una battona da viale; ingolla, succhia, aspira quell'uccello che sembra stia per esploderle in bocca da un momento all'altro.
L'altro, intanto è affogato con la faccia fra le morbide labbra e gli umori di una caverna bollente.
"Forza, chiava questa vacca!" Incalza Luca. "Non vedi che non ne può più!"
Già, perché a giudicare dai brividi e dalle convulsioni che percorrono il suo corpo, Roberta è giunta al punto giusto di 'cottura'.
Arturo allora si alza e tenendosi la nerchia in mano la dirige deciso in quel solco infernale di godimento.
Un grugnito e un gridolino accompagnano l'affondo tanto sognato.
Finalmente Roberta oggi può dirsi sazia di cazzo, uno in bocca e uno che la svanga in figa, che sogno!
Luca è il primo a tagliare il traguardo con un grugnito.
Quattro lunghe, violente siringate di sborra le inondano le tonsille; la quantità è tanta e tale che Roberta si sente affogare; con un conato riversa sul suo tubino rosso uno rigurgito di whisky, catarro e sperma.
Arturo ha fatto appena in tempo a sfilarsi per non essere inondato da quella marea vischiosa e dando così a Roberta il tempo di riprendere fiato.
E ne ha bisogno perché i conati non sono cessati anche se ormai il contenuto del suo stomaco è sparso sul suo bel vestito; poi, insaziabile lei si avventa di nuovo sul cazzo semi duro di Luca e inizia con la lingua un meticoloso lavoro di pulitura, aiutandosi ogni tanto con le dita per non perdere una stilla di quella crema e per assaporarne il gusto come fosse un delizioso dessert.
L'altro intanto, ingrifato dalla visione dello spompinamento può riprendere la chiavata dove l'aveva interrotta.
Le solleva le gambe per poterla infilzare meglio; le viscide labbra della figa risucchiano il cazzo accogliendolo fino ai testicoli.
Dapprima lentamente poi via via in un crescendo rossiniano, i furiosi affondi convogliano sperma dai coglioni sù sù lungo i dotti.
Scossi da quel ritmo, i grossi seni di Roberta sembrano budini, irresistibili per la lingua di Arturo.
Ora il suo cazzo sotto pressione sta per esplodere.
Frasi sconce e rabbiose poi, ecco...Pronto si sfila da quella tana rovente e impugnando il cazzo ne dirige a fontana i lunghi getti sui peli del pube e sul vestito, infine lo scrolla sul viso arrossato di lei che prontamente lo accoglie in gola suggendo e lappando ciò che resta del frutto di un'epica cavalcata.
Ora è tutto finito. I due uomini si dirigono in bagno a ripulirsi mentre sul divano Roberta giace spiaggiata, a gambe distese, sporca, col vestito sgualcito e imbrattato di sperma.
Ricorda una tavola dopo il banchetto nuziale.














scritto il
2014-11-18
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