Rocco il mandingo -2-
di
LanA
genere
trio
Di solito non mi piace, ma qualche volta succede che a farlo è un bel ragazzo, e allora mi eccito e la cosa mi procura più fastidio che piacere.
Anche stasera è finita così.
Ma l’unica volta che mi sono eccitata per la verità non provavo fastidio.
Forse il disagio che provavo dipendeva dal fatto che mi piaceva proprio tanto sentire un palo incredibilmente duro che si strofinava sfacciatamente sul mio corpo per avere piacere.
Anche se mi vergognavo di essere trattata come un oggetto per dare piacere, ero compiaciuta di essere stata scelta per questo.
La mia prima reazione è stata di scostarmi, lui mi ha sorriso fissandomi negli occhi e io non sono sfuggita.
Ero contenta che lui approfittasse deliberatamente dei movimenti della danza per farmi sentire la sua virilità.
È l’unico con cui ho ballato più volte.
Ogni volta che mi invita mi dico che non posso dirgli di no, è l’unico negro del locale, io non sono razzista.
E poi non ha fatto niente che non hanno fatto anche gli altri… non è colpa sua se io mi sto accendendo di voglia.
Ma forse anche il sentire che il cazzo che preme contro di me ha fatto presa sulla mia voglia innata.
È un cazzo vigoroso, marmoreo e gigantesco.
Da percepire è incantevolmente lungo e splendidamente grosso.
Ciò spiega la mia remissività.
Non so cosa dire, non so se è solo la mia eccitazione che mi fa allungare la mano ad accarezzare il grosso membro da sopra i pantaloni.
Lo trastullo solo un attimo, maneggiando il terribile strumento di piacere.
È un cazzone pauroso, affascinante, si accresce, aumenta; è enorme, almeno il doppio di quello di Turi, anche attraverso la stoffa sento che è percorso da vene in rilievo, sembra un ramo bitorzoluto.
Un ramo d’ebano, penso, e impaurita lascio immediatamente la presa arrossendo come una scolaretta.
Turi si è un poco infastidito quando ho accettato il terzo ballo.
Gli ho detto che mi faceva pena, io da emigrata lo capivo, poveretto, così lontano da casa, solo.
Ne so qualcosa anche se sono italiana come si vive al nord dove tutti mi guardano come un essere inferiore.
Turi è un uomo dolcissimo, molto sensibile.
Si è scusato con me per la sua mancanza di tatto e indirettamente mi ha detto di continuare a ballarci.
Sono arrossita come una scolaretta.
CONTINUA ...
Anche stasera è finita così.
Ma l’unica volta che mi sono eccitata per la verità non provavo fastidio.
Forse il disagio che provavo dipendeva dal fatto che mi piaceva proprio tanto sentire un palo incredibilmente duro che si strofinava sfacciatamente sul mio corpo per avere piacere.
Anche se mi vergognavo di essere trattata come un oggetto per dare piacere, ero compiaciuta di essere stata scelta per questo.
La mia prima reazione è stata di scostarmi, lui mi ha sorriso fissandomi negli occhi e io non sono sfuggita.
Ero contenta che lui approfittasse deliberatamente dei movimenti della danza per farmi sentire la sua virilità.
È l’unico con cui ho ballato più volte.
Ogni volta che mi invita mi dico che non posso dirgli di no, è l’unico negro del locale, io non sono razzista.
E poi non ha fatto niente che non hanno fatto anche gli altri… non è colpa sua se io mi sto accendendo di voglia.
Ma forse anche il sentire che il cazzo che preme contro di me ha fatto presa sulla mia voglia innata.
È un cazzo vigoroso, marmoreo e gigantesco.
Da percepire è incantevolmente lungo e splendidamente grosso.
Ciò spiega la mia remissività.
Non so cosa dire, non so se è solo la mia eccitazione che mi fa allungare la mano ad accarezzare il grosso membro da sopra i pantaloni.
Lo trastullo solo un attimo, maneggiando il terribile strumento di piacere.
È un cazzone pauroso, affascinante, si accresce, aumenta; è enorme, almeno il doppio di quello di Turi, anche attraverso la stoffa sento che è percorso da vene in rilievo, sembra un ramo bitorzoluto.
Un ramo d’ebano, penso, e impaurita lascio immediatamente la presa arrossendo come una scolaretta.
Turi si è un poco infastidito quando ho accettato il terzo ballo.
Gli ho detto che mi faceva pena, io da emigrata lo capivo, poveretto, così lontano da casa, solo.
Ne so qualcosa anche se sono italiana come si vive al nord dove tutti mi guardano come un essere inferiore.
Turi è un uomo dolcissimo, molto sensibile.
Si è scusato con me per la sua mancanza di tatto e indirettamente mi ha detto di continuare a ballarci.
Sono arrossita come una scolaretta.
CONTINUA ...
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