Rocco il mandingo -3-
di
LanA
genere
trio
Turi
Carmela sta ballando ancora con il negro.
Non c’è bisogno di dire quanto la gelosia mi roda.
Li guardo sperando che lei capisca.
Lei mi dà una occhiata e mi sorride, tenera e dolce per un momento, ma subito torna a stringersi al suo nuovo amico.
Già prima ho sorpreso mia moglie con un’espressione di ammirazione stampata sul volto mentre lo fissava.
Le ho detto di smettere di contemplarlo, e lei sorpresa si è girata verso di me negando.
Non era imbarazzata per il fatto che mi ero accorto del suo sguardo, e questo mi ha fatto pensare che mi sbagliavo.
L’orchestra sta suonando un lento, e il tizio stringe mia moglie tra le braccia.
Carmela, da quanto posso vedere, lascia che lui prema il suo corpo contro di lei…
Mi immagino le deliziose sensazioni che sta provocando quel porco e sento montare la rabbia.
Odio questa maledetta melodia, non finisce mai…
Lui le sussurra qualcosa all’orecchio, lei ride... maledetto!
Stanno evidentemente diventando molto amici, e la mia ansia cresce…
Lo odio! Improvvisamente vedo le mani di lui, vagare su tutto il corpo di mia moglie.
Mi alzo di scatto…
Ma no, stanno ballando normalmente, mi vergogno come un ladro umiliato dalle mie fantasie…
È un ballo normale, e io mi immagino che lui la stia ispezionandolo minuziosamente, e che tutti stanno guardando mia moglie e questo tizio strusciarsi l’uno all’altra in maniera lasciva, accarezzandosi l’un l’altra sulla pista da ballo.
Tornano al tavolo non appena termina la musica, e Carmela mi presenta il suo cavaliere.
So che dovremmo scambiare due chiacchierare insieme, che dovrei offrirgli qualcosa da bere.
No, no, no.
L’orchestra attacca un altro pezzo e lui si sta già allontanando.
Guardo Carmela. Dio come è bella.
Si sta divertendo, è normale che sia contenta se un uomo le dedica delle attenzioni.
Mi sorride felice, si piega verso di me e mi sussurra che mi ama.
Si stringe a me sfiorandomi il braccio, e dicendo qualcosa che non sento perché la musica è troppo alta.
“Stai pensando al negro?” l’aggredisco fremendo.
“Ma che dici… no… io no!” risponde e sembra sincera.
Poi sorride e mi dice che avendo dovuto lasciare lei stessa il suo paese natale, prova compassione per il negretto, comprende la solitudine e le difficoltà di quel povero emigrante, solitudine che anche lei, da meridionale che vive in Piemonte sperimenta ogni giorno.
CONTINUA ...
Carmela sta ballando ancora con il negro.
Non c’è bisogno di dire quanto la gelosia mi roda.
Li guardo sperando che lei capisca.
Lei mi dà una occhiata e mi sorride, tenera e dolce per un momento, ma subito torna a stringersi al suo nuovo amico.
Già prima ho sorpreso mia moglie con un’espressione di ammirazione stampata sul volto mentre lo fissava.
Le ho detto di smettere di contemplarlo, e lei sorpresa si è girata verso di me negando.
Non era imbarazzata per il fatto che mi ero accorto del suo sguardo, e questo mi ha fatto pensare che mi sbagliavo.
L’orchestra sta suonando un lento, e il tizio stringe mia moglie tra le braccia.
Carmela, da quanto posso vedere, lascia che lui prema il suo corpo contro di lei…
Mi immagino le deliziose sensazioni che sta provocando quel porco e sento montare la rabbia.
Odio questa maledetta melodia, non finisce mai…
Lui le sussurra qualcosa all’orecchio, lei ride... maledetto!
Stanno evidentemente diventando molto amici, e la mia ansia cresce…
Lo odio! Improvvisamente vedo le mani di lui, vagare su tutto il corpo di mia moglie.
Mi alzo di scatto…
Ma no, stanno ballando normalmente, mi vergogno come un ladro umiliato dalle mie fantasie…
È un ballo normale, e io mi immagino che lui la stia ispezionandolo minuziosamente, e che tutti stanno guardando mia moglie e questo tizio strusciarsi l’uno all’altra in maniera lasciva, accarezzandosi l’un l’altra sulla pista da ballo.
Tornano al tavolo non appena termina la musica, e Carmela mi presenta il suo cavaliere.
So che dovremmo scambiare due chiacchierare insieme, che dovrei offrirgli qualcosa da bere.
No, no, no.
L’orchestra attacca un altro pezzo e lui si sta già allontanando.
Guardo Carmela. Dio come è bella.
Si sta divertendo, è normale che sia contenta se un uomo le dedica delle attenzioni.
Mi sorride felice, si piega verso di me e mi sussurra che mi ama.
Si stringe a me sfiorandomi il braccio, e dicendo qualcosa che non sento perché la musica è troppo alta.
“Stai pensando al negro?” l’aggredisco fremendo.
“Ma che dici… no… io no!” risponde e sembra sincera.
Poi sorride e mi dice che avendo dovuto lasciare lei stessa il suo paese natale, prova compassione per il negretto, comprende la solitudine e le difficoltà di quel povero emigrante, solitudine che anche lei, da meridionale che vive in Piemonte sperimenta ogni giorno.
CONTINUA ...
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