Gargano

di
genere
tradimenti

Trovai una mattina, mentre rassettavo casa, un foglio appallottolato, nel cestino dello studio. Quasi meccanicamente lo stesi e lo stirai con le mani sopra un tavolo. Spesso, Max affidava a fogli volanti certe sue considerazioni, quasi per fissarle meglio, ma raramente le conservava. Cominciai a leggere e proseguii con crescente interesse.
“Qualche sera fa a letto, ho raccontato a Sandra questo episodio. Un collega, Lanfranco mi aveva detto in confidenza di una sua esperienza. Invitato a casa di una coppia di compagni di scuola, si era sentito proporre inaspettatamente dall’amico di poter disporre di sua moglie per un rapporto sessuale con lui cornuto consenziente che avrebbe assistito allo spettacolo. Lanfranco, dapprima incredulo e pensando a uno scherzo, aveva accettato eccitato dalla donna che si era spogliata davanti a lui invitante e lasciva. Aveva narrato di un momento piuttosto interessante ed estremamente piacevole nello scopare quella femmina calda e sfrenata sotto gli occhi del marito. Lei lo incitava a farle tutto quello che di più turpe gli passasse per la testa e Lanfranco non si era fatto sfuggire l’occasione.
Pensavo che Sandra si scandalizzasse, ma al contrario, il racconto l’aveva affascinata, intrigata. Vedevo nella penombra della camera i suoi occhi brillare. Cominciò a fare domande e si capiva che era eccitata e coinvolta. Non l’avevo mai vista sotto questo aspetto, credendola inibita e carica di pregiudizi verso certi argomenti. Non avevamo mai fantasticato di rapporti a tre, di tradimenti. Quel momento divenne l’inizio di giochi amorosi in cui la fantasia, introduceva elementi che rendevano il rapporto fra noi più gratificante. Ben presto si stabilì tono complicità e confidenze nuove, che ci consentivano di spingerci, con la fantasie, verso vette che sfioravano la depravazione. In queste invenzioni era quasi sempre lei l’adultera. Allora ci chiedevamo a vicenda se avessimo gradito un sostanziarsi di queste costruzioni della nostra mente, ed entrambi concordavamo, eccitati nell’amplesso, che si, sarebbe stato piacevole. Si trattava in buona sostanza di un elemento che ci consentiva di dominare una pulsione trasgressiva, confinandola in un mondo immaginario. Ci chiedevamo anche se nella cerchia dei nostri amici, quel gioco di fantasie fosse praticato anche da altre coppie: pensavamo, valutando i tipi, che ciò non accadesse, e anzi potesse essere considerato riprovevole.
Rifletto talvolta, a cosa accadrebbe, se Sandra realizzasse in concreto quelle finzioni. Mi infurierei, oppure al contrario, come nelle fantasie accetterei contento, con disinibita complicità?”
Riappallottolai il foglio, facendolo cadere nel cestino.
Pensai alla forte eccitazione provata a quel racconto e all’aprirsi di porte nascoste della mia mente, di abissi di passione che solo sfioravo, e che mi spaventavano e attiravano a un tempo. In quelle fantasie mi calavo in una realtà dove ero disposta a tutto per soddisfare i miei appetiti. Ma rimaneva un sogno, e non avevo dubbi che rimanesse tale.
Finalmente l’estate. Vacanza al caldo Sud, camping Il Roseto Marino, ospitati in un grazioso bungalow. Il posto è incantevole e le giornate di mare sotto il sole di giugno ci stanno ritemprando. Se ne giova anche la nostra vita sessuale.Un pomeriggio, mentre tutti riposano ci concediamo uno stupendo momento tutto nostro, in una piccola grotta marina, in cui mi addentro con Max e dove completamente nudi scopiamo appassionatamente nell’acqua bassa e calda dell’anfratto, con la trepidazione, il batticuore ma anche il perverso desiderio di essere di essere scoperti da qualcuno. Sesso con sapore atavico, in una cornice magica, come due amanti primordiali.
Quante volte desidereremo di ritornare in quella grotta!
La notte, una nuova fantasia in cui il terzo protagonista, oltre a noi due, è il gestore del complesso turistico, Salvatore, un bel ragazzo di circa trent’anni. Alto, asciutto, col capo completamente rasato. Mi ha preso in simpatia e tante volte si è soffermato a conversare con me. Si parla del più o del meno. I suoi sguardi sono eloquenti: mi desidera. Racconto del mio lavoro, e lui mi dice di immaginarmi elegantemente vestita in tailleur e camicetta, décolleté con tacco.
Forse l’immaginario erotico, in un luogo dove gli indumenti sono costituiti solitamente da pantaloncini, magliette, prendisole, trova in un abbigliamento formale, un elemento di grande eccitazione. L’idea di dover conquistare un corpo ben coperto e occultato dai vestiti, denudarlo, carpirne i caldi odori muliebri trattenuti da indumenti e calzature, possederlo infine, rende l’idea più appassionante.
Comunque, la corte che Salvatore mi fa è innegabile, per quanto educata, rispettosa, discreta. La situazione mi diverte e sto al gioco, civettando maliziosamente.
Max se ne è accorto, e ci scherziamo su:
- Non è che sotto, sotto, te la intendi veramente con Salvatore?
- Ma sai che ci sto pensando?
Ci piace inventare storie e condividerle nelle passioni dell’alcova.
La vacanza sta volgendo al termine ed oggi mentre tutti sono al mare mi attardo per riordinare le nostre cose.
- Sistemo un po’, anche in vista della imminente partenza; tu stai con i bambini, ci vediamo in spiaggia.
- Ok, non ti stancare troppo, a dopo.
Mi accorsi che Salvatore trovandosi nei pressi del nostro bungalow - avevo l’impressione che mi tenesse d’occhio -, avesse udito le parole scambiate fra me e Max. Ma feci spallucce.
Mi do da fare alacremente, ed, ecco, ho finito. Adesso raggiungo in spiaggia tutti gli altri.
Ripenso a Salvatore e sospiro. Ridacchiando parlo a me stessa:
- Sarebbe sbagliato, lo so, ma…un gioco e via…in fondo…mi da l’idea che sia molto dotato. Devo riconoscere che sotto sotto ho una voglia matta.
Sono accaldata per la frenesia di sbrigare il lavoro; mi sono appena spogliata in bagno, in procinto di indossare il bikini. Mi soffermo a guardare la mia immagine riflessa allo specchio e mi complimento con me stessa. Nonostante le tre gravidanze ho un bel corpo, tette sode - una bella terza -, glutei pieni e tonici, gambe tornite che terminano in sottili caviglie. Penso cosa darebbe Salvatore per portarmi a letto. Sono su di giri e le mie dita si stanno già affacciando alla mia figa, quando sento bussare.
- Chi può essere?
Così come sono, mi infilo il prendisole in fretta e furia, e vado ad aprire. Il silenzio domina talmente che lo scalpiccio dei miei piedi scalzi risuona nel bungalow. È Salvatore.
- Ciao Sandra, sono venuto a salutarti poiché domani, quando partirai, sarò fuori per lavoro e non potevo mancare di rivederti almeno un’ultima volta.
- Ciao Salvatore, fa piacere anche a me salutarti.
Mi studia da capo a piedi con una espressione rapita, meravigliata. Mi rendo conto di essere praticamente nuda: il prendisole è molto trasparente, zuppo di sudore com’è e, colpito in pieno dai raggi del sole, rende chiaramente visibili le rotondità dei miei seni con i capezzoli che sporgono orgogliosi; più in basso l’alone scuro del mio pelo pubico, spicca nitido attraverso la trama fine e umida del tessuto.
Salvatore, deduco, si senta incoraggiato, rafforzato per il mio presentarmi così discinta. I suoi occhi brillano di un intenso desiderio: è lampante che mi vuole adesso. Ho paura e, al tempo stesso, spero che non desista e prenda l’iniziativa. Sento il cuore che accelera e il respiro divenire più frequente e Salvatore non può non notarlo. Continua a fissarmi.
- Mi lasci fuori?
Non aspetta una mia risposta. Si introduce in casa, spingendomi dolcemente nella penombra del bungalow. Non oppongo resistenza.
Chiude la porta e gira la chiave nella serratura. Il mio cuore galoppa.
- Cosa vuoi fare?
Non risponde e si avvicina. Le sue intenzioni sono palesi, sembra un carnivoro famelico sulla preda.
- No…ti prego…Poi potrebbe sopraggiungere qualcuno dei miei - sussurro con voce tremante.
Mi accorgo che quest’ultima affermazione rivela ingenuamente che sono non sono poi cosi contraria ad assecondare le sue voglie e sto solo frapponendo scuse.
- Tranquilla. Sono tutti al mare. Alla tua famiglia ho offerto gratuitamente il pedalò per l’intero pomeriggio.
Salvatore non è passato per caso ma ha meticolosamente preparato ogni dettaglio.
E’ intraprendente, irruento. Mi attira a sé e mi bacia ardentemente la bocca. Non mi sottraggo al bacio anche se rimango passiva con le braccia allungate lungo il corpo. Mi sospinge con il volto rivolto verso il muro, mi serra in un abbraccio da dietro, mi bacia il collo, le sue mani calde palpano le mammelle fresche per la sudorazione, attraverso la stoffa leggera, si insinuano nella scollatura e mi accarezzano e poi stringono i seni, i sensibili capezzoli, che pizzicati si gonfiano e dolgono piacevolmente.
- Quanto ho desiderato questo momento, l’ho sognato dal primo momento che ti ho vista, mi ha occupato la mente in tutti questi giorni.
Tento una poco convinta difesa, una finta riluttanza.
- No, Salvatore, ti prego, non posso, sono sposa e madre.
Lui però capisce bene che non son altro che parole, che la mia ritrosia è solo formale e continua il suo assalto amoroso.
- Mi fai impazzire, Sandra. Ti voglio e non mi fermerò, lo sai bene; son certo che anche desideri lo stesso. L’ho capito in tutti questi giorni dai tuoi sguardi, dalle tue allusioni, anche se tentavi di dissimularlo. Ammettilo.
Le sue mani sui miei fianchi, ora stringono i miei glutei, sollevano il prendisole, accarezzano il pelo pubico e sono sulla mia vagina, poi dentro. Le dita frugano, si intingono nelle secrezioni che inumidiscono sempre più la mia fessura.
- Sei tutta bagnata, sei una cagna in calore.
Mi pone in bocca le sue dita umide del mio sesso facendomele succhiare.
Accidenti, che bello! Comincio a gemere, mi sto accendendo sempre più, e il mio disagio iniziale lascia posto a una incontenibile eccitazione. Percepisco il suo pene duro che preme attraverso la stoffa dei suoi pantaloncini contro il mio solco gluteo. Mi rigira e mi bacia in bocca, sul collo, sul seno. Rispondo ai suoi baci, sensualmente, le lingue giocano, si intrecciano. Con un gesto improvviso, violento lacera per tutta la sua lunghezza il prendisole facendomi sobbalzare; mi ritrovo completamente nuda davanti a lui. Sento le mie gambe indebolirsi. I suoi occhi rivelano ferocia.
- Sei bellissima.
Mi offro a una resa incondizionata.
Si libera freneticamente dei suoi indumenti. Anche lui ora è nudo: mi inginocchio davanti a Salvatore e con le mani che tremano per l’eccitazione, afferro il suo scettro eretto, con suo odore forte e pungente - certamente non si è lavato, ma la sua bestialità mi affascina -, lo stringo, lo lecco dal glande, giù giù fino ai testicoli, al perineo, al buco del culo e risalgo di nuovo, esploro il solco coronarico e il frenulo, dolcemente succhio la corona turgida, maestosa. Ansima nel piacere che gli sto procurando:
- Lo immaginavo…mmmhh…sei in fondo una grandissima zoccola…succhialo…ingoialo di più….ancora.
Apprezzo le espressioni volgari che usa nei miei confronti. Mi stimola a liberare la mia depravazione e a rendermi disinibita.
- Si sono la tua puttana pronta a soddisfarti.
Qualche goccia di liquido fa capolino sul solco della cappella turgida. Le assaggio e apprezzo il loro sapore dolciastro. Salvatore ansima di piacere. Non voglio farlo esplodere adesso, voglio di più.
L’espressione del suo volto rivela la passione che lo travolge. Mi solleva fra le sue braccia e mi butta sul letto, dove era entrato, ospite, nelle nostre fantasie. Bacia ogni centimetro del mio corpo. Mi lecca e bacia i piedi, mia segreta zona erogena. Ora c’è un incendio fra le mie cosce. La mia figa è bollente e fradicia di umori profumati, come un succulento frutto maturo. Mi allarga deciso le gambe, aspira il profumo del mio sesso. Schiaccia il suo volto sul mio pube e ingordamente mi lecca, assaggia, beve, deglutisce, si inebria di quel nettare.
- Bravo così, leccami la figa, continua e non fermarti.
Il clitoride poi, stimolato dalle sue labbra e dalla sua lingua, è turgido e molto sensibile ai suoi tocchi, sono percorsa da brividi di puro godimento. Sono travolta da un primo orgasmo e mi sto dando completamente. Sono madida, inzuppo i lenzuoli del mio sudore, il mio afrore di femmina si fonde col suo, i miei capelli incollati al volto. È giunto il momento, non intendo aspettare ancora.
- Salvatore, adesso basta, prendimi. Sbattimi, scopami senza pietà. Fammi sentire quel bellissimo arnese dentro me, fammi urlare. L’hai detto che sono una puttana e ora voglio godere.
Allora il suo membro in erezione, gonfio da scoppiare, mi penetra, forzando le accoglienti pareti della mia figa che si contraggono, lo stringono, lui le allarga, si spinge sempre più in profondità con colpi sempre più potenti. Il suo ventre sul mio, i nostri pubi si sfregano, il suo pene durissimo preme fino a toccare il fondo del mio fiore. Sono una femmina arrapata, dimentica di marito e figli che vuole solo copulare con quest’uomo; ansimo, tento di soffocare gli urli che vorrei lanciare, i miei piedi nell’orgasmo si inarcano, le loro dita s’allargano, con i tendini tesi allo spasimo.
- Com’è grosso il tuo uccello! Mi piace da impazzire, spingi forte, fammi male…oooohhh, …stupendo!
Sento il piacere che mi invade, sotto forma di calore, tutto il basso ventre e si propaga fino all’ano che partecipa con contrazioni ritmiche. Mi divincolo, mi agito, miagolo, gemo con gridolini di piacere. Sono appagata totalmente. Raggiunge pure lui l’orgasmo, mi appoggia sulle labbra il suo cazzo, che è scosso da contrazioni di piacere. Lo accolgo nella mia bocca. Un fiotto di sperma caldo mi riempie e cola sul volto, scende sul collo, sui seni. Rimaniamo nudi abbracciati sul letto, accarezzandoci e baciandoci i rispettivi sessi.
- Sei un amante fantastico - poi sorridendo - abbiamo ancora tempo.
Riesplode la passione e il suo pene ritrova vigore: salgo su di lui e cavalco il suo duro membro, rivolgendogli la schiena. Lui mi accarezza e stringe i glutei e con un dito mi penetra l’ano: mi piace essere riempita nelle mie due cavità: è una bella sensazione.
Saltellando mi impalo sempre più profondamente e non sazia con una mano mi titillo il clitoride.
Un’idea mi balena, sollecitata dal dito del ragazzo che mi ravana goduriosamente il buchetto.
- Inculami!
Posizionata a pecorina, dopo una accurata preparazione e lubrificazione, avverto l’urto violento e sublime del cazzo che allarga lo sfintere e mi sfonda il culo. Che emozione percepire quella pulsante carne che invade le mie viscere, mi martella senza pietà, esce e rientra, allarga, mi scuote. Inarcò la mia schiena, mi agito e le mie pere stupendamente pendule sballonzolano sensualmente nella loro opulenza.
- Che meraviglia, Salvatore, sto impazzendo, sborrami, riempimi tutta.
L’orgasmo ci coinvolge travolgendoci, sento il suo sperma caldo gocciolare dentro di me. E’ fantastico.
È il momento di accomiatarci, il tempo è tiranno, ci scambiamo un ultimo bacio appassionato.
- Le parole sono inutili Sandra. Mai dimenticherò i momenti emozionanti vissuti con te.
Sono le sue ultime parole, poi dopo avermi fissata per un ultimo istante ancora stesa languidamente nuda sul letto, come per fissare nella sua mente l’immagine del mio corpo che tanto piacere gli aveva recato, bruscamente si volge, ed esce dal bungalow. Ancora con il cuore in tumulto, corro sul water per svuotare il mio intestino stimolato, riassetto alla svelta la stanza, cambio l’aria della stanza che odora di sesso e sudore, getto via il prendisole squarciato, e mi preparo alla svelta perché non vorrei che il protrarsi della mia assenza venisse notato. Corro in spiaggia, dove appena arrivata, mi tuffo in acqua. Temo di rendere evidente il tumulto di passioni che ancora si agita in me, ho l’impressione - assolutamente priva di fondamento - che tutti in spiaggia sappiano e che, additandomi, commentino alle mie spalle:
- Che razza di sgualdrina! Che vergogna: ha un marito e tre bambini e si comporta in maniera dissoluta!
Quando mio marito mi raggiunge a nuoto, mi sono calmata nella frescura deliziosa dell’acqua e liberata dai miei deliri.
- Accidenti, c’è stato da fare a casa; voi piuttosto vi siete divertiti?
- Moltissimo. Pensa che Salvatore ci ha concesso gratuitamente il pedalò per l’intero pomeriggio.
- È stato molto carino da parte sua.
La sera, messi a letto i bambini seduti nel buio assoluto del retro del bungalow, sotto un cielo stellato, sussurro qualcosa a Max. Avverto irrefrenabile il gusto perverso di raccontare a mio marito del pomeriggio trascorso.
- Sai che oggi, mentre eravate al mare mi son concessa una gustosa scappatella?
- Ma davvero? E con chi?
- Con Salvatore. E me lo domandi? Ti illudi che lui ti abbia concesso il pedalò solo perché gli sei simpatico? L’ha fatto per potersi godere la tua mogliettina, in tutta tranquillità. Sei stupito? Te l’avevo detto che ci avevo fatto un pensierino. Ti confesso che ne è valsa la pena.
Gli racconto con dovizia di particolari gli accadimenti infuocati del pomeriggio. Lui sta a quello che pensa sia uno scherzo, una fantasia visibilmente eccitato.
- Continua per favore.
Ci presi gusto e calcai la mano.
- È un maschio primordiale, rozzo, puzzolente e ha un cazzo molto più grosso del tuo; ma soprattutto è un amante poderoso e instancabile. Ho raggiunto il climax più volte ed è stato così bravo che…- avvicino le labbra al suo orecchio - …gli ho concesso anche il culetto.
- Accidenti Sandra, mi hai fatto ardere e ingelosire con il tuo racconto dalle descrizioni tanto realistiche da sembrare vero. Mi hai eccitato troppo quando hai raccontato di esserti fatta scopare il culo.
- Ahahah è vero, ho una fantasia molto vivida….forse…
Pur comprendendo la eccitazione che ho suscitato tuttavia non desidero di certo scopare, con i miei orifizi in fiamme che reclamano tregua e così, per non correre rischi e dover giustificarmi con scuse, opporre dinieghi, abbasso i pantaloncini a Max e gli prendo in bocca il cazzo già duro per l’eccitante fantasiosa narrazione - in realtà una cronaca fedele -, lo lavoro per bene fino a spremergli i testicoli di tutto il loro sperma che, per la sua soddisfazione, ingoio completamente. Neutralizzate le velleità, quietati i bollori di mio marito posso finalmente concedermi un sonno ristoratore, stanca e sazia di sesso.
Che bella vacanza e che conclusione trionfale!
Ancora oggi indulgo a pensare che quel momento di passione erotica con Salvatore, non sia altro che un sogno, piuttosto che un evento reale, o forse un mio sottile senso di colpa, non del tutto sopito, me lo fa percepire in questo modo.

di
scritto il
2015-12-15
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