Se decriptando un file
di
samas2
genere
tradimenti
Qualche giorno fa ho trovato un file secretato, sul tablet di mia moglie che lei aveva lasciato a casa. A caso, tentai di indovinare la password fra le tante che lei usava, e con un po’ di intuizione e fortuna, trovai la soluzione. Non sono geloso, ma quanto lessi, mi creò un sommovimento interiore incredibile. Ma andiamo con ordine. Ecco quanto trovai riportato nel file, che copiai rapidamente su una mia cartella, ovviamente con password, per riguardarla con attenzione.
Diario-
Stavo affrontando un contrattempo fastidioso quel pomeriggio: l’idraulico, Thomas, aveva anticipato l’appuntamento e Max era impegnato. Malumore a parte, la giornata calda e soleggiata mi invitava a godermela. Appena entrata in casa, il campanello suonò: era Thomas, un giovane affascinante. “Mi aspettavo di trovare suo marito, ma decisamente ho guadagnato,” disse, ammirandomi. Indossavo un vestitino verde che evidenziava le mie curve.
Mentre lavorava, ci scambiamo alcune chiacchiere. Il suo fascino primitivo si faceva sempre più evidente, mentre parlava con passione del cibo e delle donne. “A me le donne fanno impazzire,” disse, lasciando intendere il suo interesse. Nonostante il suo modo diretto di esprimersi, mi divertiva. “Sei più giovane di me,” dissi, ma lui non si smentì. “Il verde ti dona,” ribadì, guardandomi con desiderio.
Quando scivolai mentre salivo le scale, le sue braccia forti mi afferrarono, e una mano si fermò sul mio seno, facendo vibrare l’atmosfera. “Faccia vedere,” disse, togliendomi la scarpa e accostando il mio piede al suo volto, aspirandone l’odore con voluttà. Rifiutando di lasciare che me ne andassi, mi sollevò e mi portò in camera.
Lì, chiusi gli occhi, invitandolo a baciarmi. Le sue labbra mi avvolsero, e in un attimo ci trovammo in un vortice di passione. Mi strappò l’abito, lasciandomi in lingerie, e le sue mani esploravano ogni centimetro del mio corpo. Non potevo più fermarmi. “Sei così giovane,” protestai, ma il suo desiderio era palese.
“Guarda che razza di figa sei,” esclamò, afferrando i miei seni. “Queste son belle tette.” Le sue mani scivolarono verso il mio inguine, dove la sua lingua cominciò a deliziarmi, esplorando e assaporando ogni angolo. “Sei un’artista,” dissi mentre mi abbandonavo al piacere. Poi fu il mio turno: lo stuzzicai con la bocca, e lui si lasciò andare, gemendo di piacere. Prima della sua ormai imminente esplosione sussurrai sconciamente:
“Adesso chiavami,” dissi. Lui obbedì, penetrandomi con forza. Mi prese selvaggiamente, e le mie grida soffocate dal piacere riempirono la stanza. “Vorrei venirti dentro?” sussurrò. “Vai tranquillo,” risposi, mentre entrambi raggiungevamo l’apice.
Ma il pomeriggio non è finito. Dopo aver rifiatato lui ha un’idea stuzzicante. Finiamo sotto la doccia. Thomas sorride, “Così verifichiamo se funziona bene l’impianto.” I getti caldi scivolano sulle nostre pelli, riaccendendo la passione. Le sue mani scorrono voluttuosamente sulle mie curve bagnate, mentre la sua verga si erge maestosa. “Sembra che funzioni egregiamente,” esclamo, divertita. “Ce la fai a farne un’altra, o sei stanco?”
“Ehi gallinella, per chi mi prendi? Adesso ti sfondo.” Con uno sguardo malizioso, mi impalo su quel cazzo insaziabile, e un altro fantastico orgasmo esplode in me, accompagnato da qualche gridolino che lo accende ulteriormente. Alla fine, prendo in bocca il suo glande, gustando ogni goccia di piacere. “Anche l’ingoio, mi vuoi far morire di gusto; sei stratosferica!”
Soddisfatta, rifletto su quanto tempo perso per il lavoro sia stato ripagato con interessi. Mentre ci sistemiamo, Thomas mi osserva compiaciuto: “Sei una gran bella figa, Alice. Questo sesso è al primo posto nella mia classifica. Tuo marito è un uomo fortunato. Se hai bisogno, chiamami; vengo anche nei festivi.”
“Certo che lo so, anche tu sei bravo. Sarai il mio idraulico personale.” Finito il lavoro, se ne va fischiettando, fiero della preda conquistata. “Che figa che mi è capitata,” immagino si vanterà con gli amici.
Dopo, sistemo il letto, cambiando le lenzuola impregnate dei nostri umori, e rilasso il corpo, soddisfatta. Propongo a Max di uscire a mangiare una pizza; non ho voglia di cucinare. Ripenso a ogni attimo esaltante di quel pomeriggio, gli occhi chiusi.
Quando Max torna, si scusa per avermi lasciato l’idraulico. “Beh, è stato un piccolo sacrificio. L’idraulico? Ci sa fare, posso dirlo avendocontrollato da vicino.”
Max mi guarda, sospettoso ma ignaro del doppio senso nelle mie parole. Così, usciamo insieme verso un tramonto infuocato, avvolti in una dolce brezza.
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