In quel momento non era mia figlia

di
genere
incesti

Giulia aveva diciotto anni, lo so che per un genitore la propria figlia è la più bella del mondo, ma lei lo era davvero, era veramente diventata una gran bella gnocca. Non perdevo occasione per dirglielo quando la vedevo in abbigliamenti succinti o addirittura nuda.
Mi piaceva proprio. Aveva conservato la naturalezza di quando era bambina e non prendeva alcuna precauzione per nascondere le sue nudità, girava per casa tranquillamente senza niente addosso considerandola una cosa normalissima.
C'è da dire che nessuno di noi genitori le ha mai contestato questo comportamento, perché avremmo dovuto? In fondo l'abbiamo cresciuta noi, anch'io ho fatto la mia parte, Giulia è solo la mia bambina che è semplicemente diventata grande. Ho seguito tutte le fasi del suo cambiamento, i peli sul pube, le tettine che spuntavano, il suo nuovo atteggiamento da piccola donna, la vanità e la malizia, ero sempre io, in qualità di figura maschile, che le consigliavo un abbigliamento piuttosto che un altro, per valorizzare i suoi punti di effetto. Le facevo anche delle foto durante la vestizione per le prime serate in discoteca. Insomma, è sempre stata il mio grande amore, come lo può essere l'unica figlia per tutti i padri del mondo.
Poi è molto affettuosa ancora adesso, mi abbraccia volentieri come faceva prima e non mi risparmia mai un bacio sulle labbra.
Quando mi abbraccia non mi molla più, vuole le coccole e la mia autonomia mi permette di assecondarla per pochi secondi, poi mi devo divincolare perché gli stimoli erotici sono sempre in agguato. Lei lo sa e forse lo fa apposta, ma non cambia niente, non deve più succedere niente.
Ce la trovavamo nel letto molto spesso, è sempre stata una mammona, d'inverno col pigiama, ma d'estate ...
Mi giravo e non sempre con la mano toccavo mia moglie.
“Giuly! Cosa ci fai qui? Non vedi che non ci stiamo in tre nel letto?” Ma la mia era una constatazione amichevole, mai e poi mai l'avrei scacciata, anzi, era una presenza gradevole, era la freschezza e l'innocenza di un'adolescente che vuole godersi la vicinanza delle persone amate.
Era molto curiosa per ciò che riguardava la sfera sessuale, come tutte le ragazzine ha avuto diverse occasioni per scoprirne i particolari. L'abbiamo beccata a guardare in camera nostra dal buco della serratura mentre eravamo intenti a fare sesso, probabilmente lo ha fatto più volte, ma ho tappato il buco con il nastro isolante solo quando ce ne siamo accorti. Immagino che abbia assistito a scene piuttosto erotiche, avrà visto il mio cazzo duro penetrare la sua mamma, con tutte le varianti possibili, ci avrà visti e sentiti godere, ignari della sua presenza, delle sue emozioni, dei suoi traumi adolescenziali e della sua probabile eccitazione.
Abbiamo trovato il nostro vibratore, che credevamo perfettamente nascosto, nella sua cameretta, dove lei lo aveva lasciato a causa di un'emergenza che non le ha dato il tempo di rimetterlo a posto.
Mia moglie era rimasta traumatizzata quella volta che è entrata di sorpresa in camera sua e l'ha trovata nel bel mezzo di un orgasmo. Era coperta dal lenzuolo e si intravedeva la sua mano appoggiata al pube, non si era accorta di sua mamma, perduta com'era nell'estasi del piacere. Era inequivocabile.
Quando se n'è accorta si è anche un po' incazzata perché non ha bussato. E lì aveva non più di quindici anni. Non c'è stato alcun commento, mia moglie in seguito c'è andata con i piedi di piombo, bussando più volte per entrare ed attendendo con infinita pazienza una esplicita risposta da parte sua.
Insomma, un'adolescenza più che normale ma vista dai genitori che continuano a considerarla bambina, quando la natura giorno per giorno cambia tutti i parametri e crea questo meraviglioso miracolo.

A diciott'anni aveva ormai perso la sua verginità con un suo coetaneo, l'anno precedente era diventata completamente donna, e che donna!
Ormai la trovavo molto meno nel lettone, ma non era escluso, e quella mattina ce l'ho trovata. Mia moglie era già uscita da un po' e noi dormivamo ancora, faceva già caldo e il lenzuolo era in fondo ai piedi. Mi sono svegliato e l'ho vista vicino a me che dormiva. Quella estate era la prima volta che faceva molto caldo ed avevo l'occasione di vedere Giulia un po' scoperta, vestita soltanto di una graziosa canottiera ridottissima e un paio di mutandine bianche altrettanto succinte, a pancia in giù a pochi centimetri da me. Era splendida, perfetta nelle sue forme, già leggermente abbronzata, i lunghi capelli castani che coprivano il cuscino, il culetto meraviglioso che rompeva la lunga e dolce linea della schiena, il candido indumento intimo che non ne copriva per niente la curva, la morbidezza di queste precarie mutandine seguiva, e si adattava fedelmente, all'incavo che le natiche offrivano incontrandosi, le sue cosce lunghissime erano leggermente divaricate, una mano era abbandonata sul letto a pochi centimetri da me, e l'altra era nascosta sotto la sua pancia, ma la mia posizione non mi permetteva la visione eterea della sua intimità.
Era immobile, solo il respiro leggero la animava. L'ho ammirata a lungo nella sua innocente bellezza, poi a malincuore mi sono imposto di evitare questo spettacolo che mi stava imbarazzando e mi sono girato dall'altra parte, turbato e incantato come con lei non mi era mai successo. Non sono riuscito a riprendere sonno, avrei voluto trascinarmela vicino, abbracciarla e accarezzarla, ma era un pensiero che si discostava troppo dai miei, sia pur trasgressivi, princìpi. L'avrei fatto se non fosse stata così maledettamente indifesa e provocante, ma in queste condizioni no, avrei manifestato esplicitamente il mio inevitabile desiderio sessuale, il mio stato sarebbe risultato evidente e non altrimenti giustificabile. Anch'io indossavo solo gli slip e un'erezione si poteva nascondere solo voltandole le spalle.
Pensare ad altro non cambiava la situazione, lei era lì, la sentivo respirare e sentivo il profumo che aveva messo la sera prima per uscire con il suo ragazzo, mi piaceva immaginare che ci avesse fatto l'amore, e che ora si stesse assaporando il giusto riposo. Avrei voluto vederla mentre lo faceva, scoprire l'unico aspetto che non conoscevo di lei, la immaginavo disponibile, aperta a tutte le richieste, senza tanti pudori e molto attenta al proprio piacere, ma anche se mi sbagliavo trovavo la cosa ugualmente eccitante.
Non sono riuscito nel mio intento, per un po' ho continuato a rigirarmi fino a che sono rimasto supino, la testa girata verso di lei, nella posizione ideale per godermi la vista del suo corpo, per non perdermi niente di quella situazione, ho seguito tutti i suoi piccoli movimenti e mi sono accorto che la mano nascosta era infilata dentro le mutandine e stava accarezzando il suo sesso, mi sono accorto che le cosce erano molto più divaricate di prima, e che leggeri sussulti la stavano inquietando. Era vittima di un imbarazzante dormiveglia, forse non si rendeva conto di non essere nel suo letto, non credo che in normali condizioni lo avrebbe fatto in mia presenza. A questa scoperta le mie mutande, anch'esse piuttosto ridotte, non sono state più in grado di contenere l'erezione, ho dovuto coprirmi con una mano, nel caso si fosse svegliata non avrebbe avuto questo inopportuno impatto visivo. Coprirmi con il lenzuolo che avevo in fondo ai piedi avrebbe richiesto un movimento che avrebbe potuto svegliarla, e io non volevo che interrompesse il mio e il suo incanto per nessun motivo. La sua mano libera ha cercato involontariamente di avvicinarsi a me, ma non gliel'ho permesso, l'ho allontanata dolcemente rimettendola dov'era. La mia mano invece, che serviva a nascondere il glande che ormai faceva capolino dagli slip, non ha resistito alla tentazione di sfiorarlo e aumentare la voglia, ho pensato di alzarmi e di andare in bagno a mettere fine a questa inebriante tortura, ma il mio sguardo era incollato alla sua grazia, non potevo staccarmi dalla bellezza del suo corpo eccitato e intendevo gustarmi tutto il seguito, qualunque potesse esserne l'epilogo. Mi stavo masturbando come stava facendo lei, ma lei non era consapevole, io sì. Lo facevo solo con due dita, con molta cautela perché non provocasse un suo risveglio improvviso e per evitare nello stesso tempo che il mio stato di eccitazione raggiungesse l'apice, sarebbe stato disastroso.
L'apertura delle sue cosce aveva raggiunto ormai un angolo quasi retto per agevolare la sua mano, la vedevo sempre più agitata, la stoffa delle sue mutandine era in continuo movimento, le natiche si contraevano ritmicamente e intravedevo la forma del suo dito che accarezzava il clitoride, da un momento all'altro si sarebbe svegliata convulsa in un orgasmo imbarazzante, avrei dovuto fingere di non accorgermene, e non era facile visto il mio stato di eccitazione, avrei dovuto di nuovo voltarle le spalle con il rischio di svegliarla in anticipo. Aveva raggiunto il massimo del piacere, non restava che l'orgasmo con conseguente inevitabile risveglio, eccola, ci sta arrivando, è incredibile questo spettacolo che mi sto gustando, mia figlia che sta per godere ed io che la guardo e mi masturbo, nello stesso letto, basterebbe che spostassi leggermente la mia mano per accarezzarla ed essere io stesso a causarle gli ultimi sussulti, è troppo invitante il suo culetto da palpare, oppure che le avessi lasciato fare altrettanto, sarebbe stato sufficiente sfiorarmelo per farmi venire, anzi no, non è stato necessario, sento già i sintomi, mi fermo ma ormai l'orgasmo si è messo in moto, sento scorrere inarrestabile lo sperma dentro di me, è partito e si sta facendo strada nel suo canale dedicato, sto venendo ... no, cazzo, non sono riuscito a trattenermi, Giulia si sveglia di soprassalto in preda all'orgasmo, assapora sospirando il suo piacere ad occhi chiusi, poi si volta verso di me, rimane imbambolata per qualche secondo cercando di capire cosa fosse successo, si accorge del suo stato di eccitazione e toglie la mano dalle mutandine, sorpresa di trovarsi accanto a me in una situazione tanto delicata. Ci guardiamo un attimo negli occhi tentando entrambi di capire, lei non ha ancora visto gli effetti che il mio orgasmo sta causando, si sta solo domandando cosa le sia successo, possibile un sogno tanto realistico?
Possibile sentirsi così bagnata e così agitata? E possibile non avere una spiegazione da dare al proprio genitore che sta osservando stupito gli effetti di un sogno erotico così evidente?
Sono ancora scosso dagli spasmi dell'eiaculazione, sto ancora ansimando di piacere, di imbarazzo e di vergogna, il cazzo sta ancora pulsando e liberando le ultime gocce di sperma, e il suo sguardo cade inesorabilmente proprio lì. Il suo stupore è evidente ma non tragico come temevo. Ora le si presenta un ulteriore quesito, certamente non è stata lei, c'è la mia mano a trattenerlo e ad essere inondata dallo sperma, ma si chiede quanto dev'essere stato provocante il suo comportamento per causarmi una tale eccitazione.
Si sente terribilmente a disagio, distoglie lo sguardo e capisce immediatamente che io sono molto più a disagio di lei, ed è stata lei a provocarmelo.
I suoi occhi verdi si velano di lacrime mentre un silenzio carico di emozioni sconvolgenti ruba il posto alle meravigliose sensazioni di poco fa. Un silenzio che dura un'eternità, l'incognita dei suoi pensieri di diciottenne travolta inconsciamente dagli effetti di una situazione imprevista e orribilmente contro natura.
Lei sa di essere desiderabile, lei sa che io sono molto sensibile alla sensualità femminile, lei sa che la scena che mi ha involontariamente offerto avrebbe potuto crearmi subbuglio, ma si sarebbe aspettata di essere svegliata ai primi sintomi del suo sogno erotico, in modo da non cadere in questo incestuoso epilogo. Poi le lacrime si asciugano e lasciano spazio a una parvenza di serenità e forse di compiacimento per essere stata tanto desiderata dall'uomo che ha sempre visto all'apice del suo desiderio, irraggiungibile, il tenero, invidiabile amante della sua mamma, il seme che le ha dato la vita, da amare e adorare come nessun altro uomo.
È lei stessa a tentare di stemperare l'atmosfera carica di tensione che si era creata, ormai era fatta, era inutile pentirsi, non sarebbe servito a niente, anzi avrebbe creato un ostacolo tra di noi difficile poi da superare. Abbozziamo entrambi un sorriso di complicità, le accarezzo il viso e la bacio sulla fronte, reprimo la tentazione di baciarla sulla bocca, lasciando intendere che l'episodio non avrebbe creato inutili danni al nostro rapporto famigliare.
Lei ha avuto soltanto un sogno erotico giustificabile, specialmente alla sua età, io mi sono lasciato influenzare dall'eccitazione di una splendida ragazza che in quel momento non era mia figlia, ma il simbolo della bellezza, del sesso e della provocazione.
Dopo una comprensibile esitazione mi viene vicino e mi abbraccia, incurante del contatto con i liquidi che mi ricoprono, mi bacia sulle labbra e mi dice “Scusa papi, non so cosa mi sia successo”. Cerco la sua mano che fino a un attimo fa era impegnata a darle piacere e la annuso, lei con le dita mi apre le labbra e me le fa assaggiare.
Un sapore inebriante di umori vaginali, il sapore di sesso di quella che ora era ridiventata mia figlia e mi stava provocando di nuovo, stavolta cosciente e maliziosa.
E poi “Papi, vai a lavarti prima di sporcare le lenzuola”, ma siamo stati a lungo abbracciati, e col dito raccoglieva lo sperma in eccesso che colava dai miei fianchi, la stessa sostanza dalla quale era stata creata.
scritto il
2016-07-22
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