Pan per focaccia

di
genere
tradimenti

“È stato bello il concerto?”
Ecco, la domanda di mia moglie, la più innocente del mondo, mi preoccupa per il suo modo sarcastico di esprimerla.
“Be', diciamo che mi aspettavo di meglio”
“So che è finito alle undici, tu sei tornato all'una! Ah, dimenticavo, ho trovato del sangue nel tuo asciugamano del bidé, almeno penso che sia sangue. Ti sei fatto male?”
Mia moglie è molto attenta, anche troppo.
”No, non credo. Quando è successo?”
“Stamattina. C’era una piccola macchia rossa, l’ho messo a lavare. Se vuoi farmi dare un'occhiata, se si vede qualcosa ...”
“Ma va, non è il caso”
L’argomento sembra chiuso, lei apre lentamente le gambe per agevolare le mie manovre iniziate da poco e finge di gustarsi le mie carezze, mentre la sua mente macina i pochi indizi che ha a disposizione.

Sì, è vero. Ieri sera Luca mi ha fatto anche male, dovevo immaginare che mi avrebbe lasciato i segni della sua irruenza. Ora, passandomi il dito sul buco del culo non si sente più il gonfiore, ma all’interno il bruciore è ancora piuttosto fastidioso e spero che lei ci giri alla larga, non esiterebbe a infilarmi dentro un dito se lo trovasse a portata di mano, sa che di solito non mi dispiace affatto.

Io e Luca ci conosciamo da quando eravamo bambini, siamo stati molto più che amici, le prime timide scoperte sessuali le abbiamo fatte insieme, le prove per essere pronti ad affrontare la nostra più grande aspirazione: la figa.
Quando i suoi erano fuori, a casa sua trascorrevamo insieme interi pomeriggi.
Iniziammo giocando, ognuno col proprio pisello in mano a contare le prime gocce di sperma, poi il coraggio di scambiarsi i piselli. Ogni volta sempre più arditi fino a superare i limiti che ci eravamo prefissi. Accettai con riserva la sua richiesta di venirmi in bocca, dipendeva dallo schifo che mi avrebbe fatto, la sputai solo per orgoglio, ma la sputai solo la prima volta.
Sapevamo entrambi che non ci sarebbero state conseguenze, ma lui si preoccupò moltissimo quella volta che io non riuscii a trattenere l'orgasmo e gli venni dentro. Ormai eravamo esperti, avevamo sperimentato tutte le posizioni che permettessero una penetrazione completa, le mie quattro gocce di sperma finirono in profondità e rimasero per ore dentro di lui.
Abbandonammo le pratiche per mesi, fino ad avere l'assoluta certezza che non avremmo avuto a che fare con una gravidanza indesiderata.
Ricominciammo, ma senza entusiasmo perché nel frattempo le nostre attenzioni cominciavano a rivolgersi all'altro sesso, certe bambinelle spregiudicate ... che prima o poi sarebbero cresciute … e allora …

Ieri sera siamo andati a un concerto, io e lui, dieci minuti e siamo scappati via. Un mattone tremendo!
Siamo finiti a casa sua, la casa che ha condiviso con una ragazza per qualche anno e che ora è a sua completa disposizione.
Abbiamo bevuto, forse troppo, abbiamo scherzato, riso e accennato con riserbo alle nostre piccole trasgressioni adolescenziali. Ho tentato di lasciar cadere l'argomento imbarazzante, ma lui sembrava a suo agio quando mi ha chiesto:
“Ti ricordi ... quando ho vissuto settimane di panico credendo di essere incinto?”
“Certo che mi ricordo. Eravamo un po' sprovveduti a quei tempi” rispondo io.
“Sai quante volte ho sognato di renderti pan per focaccia?”
“Non funzionerebbe, prendo la pillola!”
La risata simultanea ha avuto vita breve, ci siamo guardati e abbiamo smesso di sghignazzare.
“Credo si sia fatto tardi, è stata comunque una serata che dovremmo rifare, magari bevendo un po' meno ...” E mi sono alzato per togliere il disturbo.
“Ma dai” mi dice “Se vai a casa così presto rischi di trovare tua moglie che sta ancora scopando! Dagli il tempo anche quel poveretto!”
La battuta non ha avuto l'effetto sperato, nessuno dei due ha accennato a un sorriso. Anche Luca si era alzato e ci siamo trovati vicini, pericolosamente vicini. Non so dire con esattezza chi dei due si è avvicinato di più. Ci siamo trovati bocca contro bocca, lingua contro lingua.
Ci siamo abbracciati fino a quando le rispettive eccitazioni non hanno preso il sopravvento, allora ci siamo spogliati a vicenda, come facevamo tanti anni fa, baciandoci e toccandoci, come se non fossimo mai cresciuti.
È passato un quarto di secolo e ieri sera ho finalmente riassaggiato il suo sperma, non erano più quattro gocce ma una dose abbondante che ho trattenuto a lungo nella mia bocca, indeciso se deglutire o no. Poi ho scartato la seconda opzione e l'ho mandata giù. Lui era in estasi, coricato sul divano sussultava ancora ad ogni piccolo movimento della mia lingua che lambiva le ultime stille del suo piacere.
Il suo cazzo era incredibilmente buono, lo stesso identico sapore che avevo mantenuto in memoria, me lo sono gustato fino a quando ha esaurito la sua prestanza.
“Sei stato grande” mi ha detto “avrai fatto senz'altro molte esperienze con cazzi in bocca ...”
“No, l'unico è stato il tuo”
“Non ci credo neanche …”
Poi lo stesso trattamento è toccato a me, e nessuna donna mi ha mai fatto un pompino così intenso. Anche lui mi ha assicurato di non avere mai avuto esperienze omosessuali, ci credo poco ma non ha poi molta importanza.
Anche Luca ha ingoiato il mio sperma e lo ha trovato delizioso ed eccitante, mi ha baciato di nuovo, la sua bocca sapeva di sperma, ma anche la mia non era da meno. Poi siamo rimasti in silenzio, ognuno a cercare il proprio pretesto per non sentirsi troppo colpevole di aver infranto i radicati princìpi eterosessuali.
Luca non mi ha più chiesto niente, potevo anche rivestirmi e andarmene soddisfatto, avevo deciso che i rimorsi sarebbero stati giustificati dall'ebbrezza dell'alcool. Evviva!
Però … dal momento che avevo trovato una scusa più che valida, perché non sfruttarla fino in fondo? Certo, a parte il modesto vibratore che mia moglie mi infila spesso nel culo e gode più di me, un vero cazzo non l'ho mai preso. E questo è un vero cazzo.
Sapevo che mi avrebbe fatto male ma ormai non ci avrei rinunciato per nessun motivo. Con suo grande stupore ho assunto una posizione strategica che scoprimmo a quei tempi, e l'ho invitato a 'rendermi pan per focaccia'.
È stato dolcissimo, mi ha allargato lo sfintere con le dita e poi mi ha penetrato lentamente, un millimetro per volta, creandomi più piacere che dolore. Mi allargavo le natiche con le mani ed ogni volta era un successo, lo sentivo entrare sempre più in fondo e speravo sempre che fosse ancora a metà. L'ultimo affondo è stato doloroso ma è passato subito tanto era bella la sensazione. Lui a questo punto ha lasciato da parte la delicatezza e mi ha inculato come fossi una troia, sfogando la sua voglia nel modo più istintivo, io non mi sono tirato indietro, anzi spingevo le mie chiappe contro il suo inguine sincronizzandone i colpi.
Temevo un orgasmo violento e invece si è fermato mentre veniva, si è fermato a pulsare mentre accoglievo il suo seme dentro di me ...

“Scusa, fermati, voglio sentirti dentro” è mia moglie che me lo chiede mentre si gira a pancia in giù e mi offre il suo culo su un piatto d'argento. Il suo culo non ha paura di niente e la fa godere di puri orgasmi anali, ma questa sera è diverso, si aspetta una conferma ai suoi sospetti, sta cercando disperatamente altri indizi. Solo per un attimo perde il controllo del suo corpo e si abbandona insieme a me al piacere dell'orgasmo.

Ora siamo abbracciati in questa ambigua atmosfera post-orgasmica e mi sto quasi addormentando.
“Ah, dimenticavo” mi riporta alla realtà “Mentre stavi per venire ti ho sentito sussurrare qualcosa che non ho capito, l'unica cosa chiara è stato un nome ...”
“Ma va? Che nome? Spero sia una bella figa”
Lei accende la luce e mi guarda con aria di sfida.
“Luca”
Senza aspettare la mia eventuale reazione rispegne la luce ed aggiunge con finta dolcezza: “Buonanotte tesoro”




scritto il
2016-11-02
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