Vittima di una legge di mercato
di
Rubber soul
genere
etero
Marco è un mio collega. Non è bellissimo, ma simpaticamente intraprendente. Tu dagli un po' di confidenza e lui ci prova.
Siamo una ventina di ragazze in ditta, e tutte gli hanno dato un po' di confidenza, io compresa. Lui la considera una legge di mercato, più proponi il tuo prodotto e più c'è possibilità di piazzarlo. Ho ragione di credere che una buona parte delle mie colleghe abbia fatto uso del suo prodotto, d'altronde sono tutte potenziali troie! Loro!
Io non sono come le altre. Ho molti sospetti, niente certezze, solo di Barbara sono sicura, ho sentito lei stessa che gli dava una valutazione superlativa, era talmente entusiasta, mi aspettavo che lo mettesse in bacheca. Non sarebbe stata la prima volta che la bacheca della ditta viene usata per comunicazioni tutt'altro che professionali.
Mi ha chiesto di uscire qualche volta ed io ho rifiutato, tutte le scuse erano buone, tergiversavo, ma lui non insisteva più di tanto e ognuno per la sua strada.
Poi mi sono accorta che ci stavo pensando un po' troppo, le proposte diventavano ogni volta più allettanti, poi mi accorgevo di essere eccitata e appena mi trovavo a casa da sola andava sempre a finire nello stesso modo.
Ok, Simone mi ha lasciata già da due mesi e la mancanza di sesso comincia a farsi sentire ma non sto cercando un uomo solo per quello, è l'ultima cosa che penso.
Sara ha ventotto anni come me, è mia complice e ci raccontiamo tutto ... quasi tutto. Le parlavo di questa situazione che mi intrigava, e che non me la sentivo di uscire insieme a Marco. Se l'avessero saputo le altre? Sapeva che i miei ormoni diventavano molto vivaci quando pensavo a lui.
Lei mi incoraggiava, un'occasione così non si lascia scappare!
“No no, sono contenta di essere desiderata, ma non mi va di essere una tra le tante, cosa faccio, entro in concorrenza con quel branco di brave ragazze? Quelle hanno dei numeri da giocare, non posso competere con loro. Quando parlano di sesso mi fanno sentire una monaca di clausura. Parlano di succhiare un cazzo come se fosse un lecca-lecca, parlano di cose che a me fanno ribrezzo e tu mi capisci, anche tu sei un po' come me”
Oggi Marco mi ha chiesto di nuovo di uscire. Oggi non me l'aspettavo, ho tentennato e non sono riuscita a trovare una scusa plausibile. Va be', tanto andremo a prendere un caffè, parliamo mezz'ora del più e del meno e poi mi farò riportare a casa, così lui è contento, io me ne vado a letto bella eccitata e magari faccio da sola, che è meglio. Da sola sono molto brava, ho imparato delle
cosine assai gradevoli! Poi da quando ho quell'aggeggio ...
Stasera siamo usciti insieme.
L'avrei preso volentieri il caffè, ma lui ha immediatamente sbagliato strada finendo dritto in campagna. Ha fermato la macchina, non ho fatto in tempo a chiedergli spiegazioni che aveva già la sua lingua infilata nella mia bocca.
"Detesto questo comportamento" gli ho detto tirandomi indietro, ma lui aveva già preso la mia mano e l'aveva accompagnata direttamente sul suo cazzo. "Non mi piace questo comportamento" gli ho ripetuto con decisione.
Quando gliel'ho detto per la terza volta non sono riuscita a finire la frase. Non so come abbia fatto, ma con l'inganno me lo sono trovato in bocca.
Ero arrabbiata, e forse gli ho anche fatto male, ma è riuscito in un modo o nell'altro a non farmi desistere.
Non gli ho fatto un pompino, gli ho solo permesso di strofinarmi la cappella contro le labbra, almeno quella era la mia intenzione, solo in un momento di distrazione è riuscito a farmi aprire la bocca e ci ha affondato il cazzo. Mi teneva la testa inchiodata su di lui e avevo la tentazione di staccarglielo con un morso. Non ho potuto fare nulla per evitare il suo primo getto di sperma che mi ha centrato le tonsille, e mi ha fatto incazzare ancora di più.
"Ma sei scemo? Mi fa schifo questa roba! Vaf..." mi si è bloccato il respiro e non sono riuscita nemmeno a finire il vaffanculo stronzo!
Ho aperto la portiera e l'ho sputata fuori, almeno quella che sono riuscita a sputare. Ma intanto sentivo il resto che mi scivolava nella gola e non era neanche male. Non avevo mai permesso a Simone di prendersi queste libertà.
Non è stata proprio una litigata quella che è venuta dopo, ma ero veramente delusa e l'ho pregato più volte di riportarmi a casa, senza successo. Ero delusa ma eccitata, non vedevo l'ora di restare sola nel mio letto.
Non riuscivo a capire che cosa volesse ancora da me. Aveva ottenuto quello che voleva e non era il caso di trattenermi tentando di accarezzarmi e ostentando una dolcezza che fino a quel momento non aveva dimostrato.
Intanto che respingevo debolmente le sue avances assaporavo con gusto il sapore di quella schifezza che mi aveva riempito la gola e con la coda dell'occhio vedevo il suo sesso ancora duro, ma ero convinta che questa erezione dovesse svanire prima o poi.
Cazzo! Ma non viene più molle quel coso lì? Non mi sembrava vero che ora lui mi stesse infilando una mano tra le cosce.
"Cosa vuoi ancora?"
"Voglio fare l'amore"
"Scordatelo, sono i miei giorni più fecondi e non voglio che mi nasca un figlio stronzo come te. Ma nemmeno dieci preservativi potrebbero farmi cambiare idea! E immagino che queste diavolerie non facciano parte del tuo corredo"
"Non sono così sprovveduto, so il fatto mio. Non ho mai usato preservativi e non ho mai avuto problemi"
"Andiamo via di qui, non voglio stare un minuto di più insieme ... ecc. ecc."
Ma ormai il mio tono di voce aveva perso la sua asprezza iniziale, non ho acconsentito ma nemmeno rifiutato.
Ho dovuto aiutarlo a tirarmi giù i pantaloni e le mutandine, in macchina non ci sarebbe riuscito da solo. Ero talmente bagnata che sicuramente ho lasciato una macchia immensa sul sedile. Ma sono cazzi suoi!
Mi è venuto sopra e me lo ha messo dentro tutto in un colpo solo. Era lungo, aveva quei due centimetri in più di Simone che lo sentivo nello stomaco.
Mezz'ora a godermi il suo cazzo che mi toglieva il fiato, che pulsava dentro la mia figa, che mi faceva gemere ad ogni colpo, il suo cazzo che non mi dava tregua e che speravo non smettesse mai. Si fermava solo un attimo quando sentiva arrivare l'orgasmo e mi faceva stare sulle spine.
"Non venire dentro, ti prego"
Lui reprimeva la sua impellenza e poi ricominciava. Era bellissimo ma ero bloccata dalla paura di restare incinta, non potevo lasciarmi andare all'orgasmo, avrei perso il controllo e lo avrei fatto perdere anche a lui.
Abbiamo semplicemente smesso, era troppo scomoda la posizione e poi stava diventando troppo pericoloso, non mi fidavo di lui, appena un'ora prima non era stato capace di trattenersi e ora avrebbe potuto fare altrettanto.
Be', a parte il primo momento non è stata una brutta esperienza, lo stavo pensando mentre cercavo di recuperare le mutandine finite chissà dove.
"Che cosa cerchi?"
"Secondo te? Che cosa può cercare una che ha appena finito di ..."
"Finito???"
"Mi sembra abbastanza, non credi?"
"Non credo proprio, il bello deve ancora venire"
"No! è già mezzanotte, cosa dico in casa? Non posso mica dire che sono stata con uno a farmi scopare tutta la notte!"
"C'è ancora una cosa che mi piacerebbe fare"
Lo guardo, guardo il suo cazzo ancora duro e capisco.
"Eh no, bello! Non se ne parla nemmeno!"
Ma purtroppo il culo è la parte del mio corpo che mi fa provare le sensazioni più belle in assoluto. E il mio vibratore ne sa qualcosa.
Non c'è stato un secondo 'no'.
Siamo scesi dalla macchina dopo aver inutilmente provato sui sedili, mi sono appoggiata al cofano e gli ho messo a disposizione il mio culo. Ho leggermente aggiustato l'altezza divaricando un po' le gambe fino a quando ho sentito la sua cappella premere contro il mio sfintere.
"Se ti faccio male dimmelo"
"Non pensarci, spingi. Ecco, fermati un attimo, ah! Ora continua a spingere. Ma quanto è lungo? Lo sento in gola. Ok, non più di così, mi stai sfondando"
"Tranquilla, è dentro tutto"
Era il primo vero cazzo che entrava nel mio culo e il mio vibratore era un microbo al confronto, ammetto di avere provato un dolore lancinante quando sono cadute le difese, ma non mi sarei tirata indietro per nessun motivo.
Mi arrivava in fondo e mi sembrava di morire di piacere, ero rilassata e potevo permettermi di godermi il cazzo e di perdere il controllo.
Ho avuto un orgasmo che è durato un'eternità. Lui è venuto insieme a me, dentro il mio culo e lì c'è rimasto fino a quando non abbiamo smesso di ansimare e il suo cazzo esausto non è uscito da solo. Sensazione unica, non si può definire semplicemente 'piacere', perfino la parola 'estasi' è riduttiva.
All'inizio ho detto che le mie colleghe sono tutte potenziali troie? Bene, io sono sicura di non esserlo, potenziale intendo.
Spero solo che domani mattina la bacheca della ditta contenga esclusivamente comunicazioni di servizio.
Mi sono messa a scrivere perché stanotte non ho proprio voglia di vibratore, e mi brucia un po' il culo! Magari domani.
Siamo una ventina di ragazze in ditta, e tutte gli hanno dato un po' di confidenza, io compresa. Lui la considera una legge di mercato, più proponi il tuo prodotto e più c'è possibilità di piazzarlo. Ho ragione di credere che una buona parte delle mie colleghe abbia fatto uso del suo prodotto, d'altronde sono tutte potenziali troie! Loro!
Io non sono come le altre. Ho molti sospetti, niente certezze, solo di Barbara sono sicura, ho sentito lei stessa che gli dava una valutazione superlativa, era talmente entusiasta, mi aspettavo che lo mettesse in bacheca. Non sarebbe stata la prima volta che la bacheca della ditta viene usata per comunicazioni tutt'altro che professionali.
Mi ha chiesto di uscire qualche volta ed io ho rifiutato, tutte le scuse erano buone, tergiversavo, ma lui non insisteva più di tanto e ognuno per la sua strada.
Poi mi sono accorta che ci stavo pensando un po' troppo, le proposte diventavano ogni volta più allettanti, poi mi accorgevo di essere eccitata e appena mi trovavo a casa da sola andava sempre a finire nello stesso modo.
Ok, Simone mi ha lasciata già da due mesi e la mancanza di sesso comincia a farsi sentire ma non sto cercando un uomo solo per quello, è l'ultima cosa che penso.
Sara ha ventotto anni come me, è mia complice e ci raccontiamo tutto ... quasi tutto. Le parlavo di questa situazione che mi intrigava, e che non me la sentivo di uscire insieme a Marco. Se l'avessero saputo le altre? Sapeva che i miei ormoni diventavano molto vivaci quando pensavo a lui.
Lei mi incoraggiava, un'occasione così non si lascia scappare!
“No no, sono contenta di essere desiderata, ma non mi va di essere una tra le tante, cosa faccio, entro in concorrenza con quel branco di brave ragazze? Quelle hanno dei numeri da giocare, non posso competere con loro. Quando parlano di sesso mi fanno sentire una monaca di clausura. Parlano di succhiare un cazzo come se fosse un lecca-lecca, parlano di cose che a me fanno ribrezzo e tu mi capisci, anche tu sei un po' come me”
Oggi Marco mi ha chiesto di nuovo di uscire. Oggi non me l'aspettavo, ho tentennato e non sono riuscita a trovare una scusa plausibile. Va be', tanto andremo a prendere un caffè, parliamo mezz'ora del più e del meno e poi mi farò riportare a casa, così lui è contento, io me ne vado a letto bella eccitata e magari faccio da sola, che è meglio. Da sola sono molto brava, ho imparato delle
cosine assai gradevoli! Poi da quando ho quell'aggeggio ...
Stasera siamo usciti insieme.
L'avrei preso volentieri il caffè, ma lui ha immediatamente sbagliato strada finendo dritto in campagna. Ha fermato la macchina, non ho fatto in tempo a chiedergli spiegazioni che aveva già la sua lingua infilata nella mia bocca.
"Detesto questo comportamento" gli ho detto tirandomi indietro, ma lui aveva già preso la mia mano e l'aveva accompagnata direttamente sul suo cazzo. "Non mi piace questo comportamento" gli ho ripetuto con decisione.
Quando gliel'ho detto per la terza volta non sono riuscita a finire la frase. Non so come abbia fatto, ma con l'inganno me lo sono trovato in bocca.
Ero arrabbiata, e forse gli ho anche fatto male, ma è riuscito in un modo o nell'altro a non farmi desistere.
Non gli ho fatto un pompino, gli ho solo permesso di strofinarmi la cappella contro le labbra, almeno quella era la mia intenzione, solo in un momento di distrazione è riuscito a farmi aprire la bocca e ci ha affondato il cazzo. Mi teneva la testa inchiodata su di lui e avevo la tentazione di staccarglielo con un morso. Non ho potuto fare nulla per evitare il suo primo getto di sperma che mi ha centrato le tonsille, e mi ha fatto incazzare ancora di più.
"Ma sei scemo? Mi fa schifo questa roba! Vaf..." mi si è bloccato il respiro e non sono riuscita nemmeno a finire il vaffanculo stronzo!
Ho aperto la portiera e l'ho sputata fuori, almeno quella che sono riuscita a sputare. Ma intanto sentivo il resto che mi scivolava nella gola e non era neanche male. Non avevo mai permesso a Simone di prendersi queste libertà.
Non è stata proprio una litigata quella che è venuta dopo, ma ero veramente delusa e l'ho pregato più volte di riportarmi a casa, senza successo. Ero delusa ma eccitata, non vedevo l'ora di restare sola nel mio letto.
Non riuscivo a capire che cosa volesse ancora da me. Aveva ottenuto quello che voleva e non era il caso di trattenermi tentando di accarezzarmi e ostentando una dolcezza che fino a quel momento non aveva dimostrato.
Intanto che respingevo debolmente le sue avances assaporavo con gusto il sapore di quella schifezza che mi aveva riempito la gola e con la coda dell'occhio vedevo il suo sesso ancora duro, ma ero convinta che questa erezione dovesse svanire prima o poi.
Cazzo! Ma non viene più molle quel coso lì? Non mi sembrava vero che ora lui mi stesse infilando una mano tra le cosce.
"Cosa vuoi ancora?"
"Voglio fare l'amore"
"Scordatelo, sono i miei giorni più fecondi e non voglio che mi nasca un figlio stronzo come te. Ma nemmeno dieci preservativi potrebbero farmi cambiare idea! E immagino che queste diavolerie non facciano parte del tuo corredo"
"Non sono così sprovveduto, so il fatto mio. Non ho mai usato preservativi e non ho mai avuto problemi"
"Andiamo via di qui, non voglio stare un minuto di più insieme ... ecc. ecc."
Ma ormai il mio tono di voce aveva perso la sua asprezza iniziale, non ho acconsentito ma nemmeno rifiutato.
Ho dovuto aiutarlo a tirarmi giù i pantaloni e le mutandine, in macchina non ci sarebbe riuscito da solo. Ero talmente bagnata che sicuramente ho lasciato una macchia immensa sul sedile. Ma sono cazzi suoi!
Mi è venuto sopra e me lo ha messo dentro tutto in un colpo solo. Era lungo, aveva quei due centimetri in più di Simone che lo sentivo nello stomaco.
Mezz'ora a godermi il suo cazzo che mi toglieva il fiato, che pulsava dentro la mia figa, che mi faceva gemere ad ogni colpo, il suo cazzo che non mi dava tregua e che speravo non smettesse mai. Si fermava solo un attimo quando sentiva arrivare l'orgasmo e mi faceva stare sulle spine.
"Non venire dentro, ti prego"
Lui reprimeva la sua impellenza e poi ricominciava. Era bellissimo ma ero bloccata dalla paura di restare incinta, non potevo lasciarmi andare all'orgasmo, avrei perso il controllo e lo avrei fatto perdere anche a lui.
Abbiamo semplicemente smesso, era troppo scomoda la posizione e poi stava diventando troppo pericoloso, non mi fidavo di lui, appena un'ora prima non era stato capace di trattenersi e ora avrebbe potuto fare altrettanto.
Be', a parte il primo momento non è stata una brutta esperienza, lo stavo pensando mentre cercavo di recuperare le mutandine finite chissà dove.
"Che cosa cerchi?"
"Secondo te? Che cosa può cercare una che ha appena finito di ..."
"Finito???"
"Mi sembra abbastanza, non credi?"
"Non credo proprio, il bello deve ancora venire"
"No! è già mezzanotte, cosa dico in casa? Non posso mica dire che sono stata con uno a farmi scopare tutta la notte!"
"C'è ancora una cosa che mi piacerebbe fare"
Lo guardo, guardo il suo cazzo ancora duro e capisco.
"Eh no, bello! Non se ne parla nemmeno!"
Ma purtroppo il culo è la parte del mio corpo che mi fa provare le sensazioni più belle in assoluto. E il mio vibratore ne sa qualcosa.
Non c'è stato un secondo 'no'.
Siamo scesi dalla macchina dopo aver inutilmente provato sui sedili, mi sono appoggiata al cofano e gli ho messo a disposizione il mio culo. Ho leggermente aggiustato l'altezza divaricando un po' le gambe fino a quando ho sentito la sua cappella premere contro il mio sfintere.
"Se ti faccio male dimmelo"
"Non pensarci, spingi. Ecco, fermati un attimo, ah! Ora continua a spingere. Ma quanto è lungo? Lo sento in gola. Ok, non più di così, mi stai sfondando"
"Tranquilla, è dentro tutto"
Era il primo vero cazzo che entrava nel mio culo e il mio vibratore era un microbo al confronto, ammetto di avere provato un dolore lancinante quando sono cadute le difese, ma non mi sarei tirata indietro per nessun motivo.
Mi arrivava in fondo e mi sembrava di morire di piacere, ero rilassata e potevo permettermi di godermi il cazzo e di perdere il controllo.
Ho avuto un orgasmo che è durato un'eternità. Lui è venuto insieme a me, dentro il mio culo e lì c'è rimasto fino a quando non abbiamo smesso di ansimare e il suo cazzo esausto non è uscito da solo. Sensazione unica, non si può definire semplicemente 'piacere', perfino la parola 'estasi' è riduttiva.
All'inizio ho detto che le mie colleghe sono tutte potenziali troie? Bene, io sono sicura di non esserlo, potenziale intendo.
Spero solo che domani mattina la bacheca della ditta contenga esclusivamente comunicazioni di servizio.
Mi sono messa a scrivere perché stanotte non ho proprio voglia di vibratore, e mi brucia un po' il culo! Magari domani.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Non tutti i maliracconto sucessivo
Colpa di un malinteso
Commenti dei lettori al racconto erotico