Ho una cosa da darti
di
Rubber soul
genere
tradimenti
Lo sapevo che lui e sua moglie Silvia ieri sera sarebbero andati a cena a casa di amici. Lui stesso me lo aveva detto. E chi altro se no?
Un'altra giovane coppia era stata invitata, ragazzi che conoscevano solo di vista e che sperava fossero simpatici.
Tre coppie, il numero perfetto.
Lo sapevo che lui aveva chiesto a Silvia di indossare qualcosa di diverso, magari quel meraviglioso vestitino che non aveva mai messo e che metteva in mostra un sacco di cose, magari anche il perizoma bianco, quello che vive da due anni nel cassetto e ha ancora il prezzo attaccato.
“Tu sei scemo” è stata la risposta di sua moglie. Stiamo andando a una cena, non a un'orgia.
Io e lui ci frequentiamo da qualche tempo, naturalmente all'insaputa di Silvia, anzi all'insaputa di tutti. Lei è più bella di me, ha fascino da vendere e le tette che stanno su anche senza reggiseno. La odio a morte.
Lui mi parla spesso di Silvia, stronzo! Sa bene l'effetto che mi fa, nascondo bene la gelosia ma non l'eccitazione. L'altra sera mi ha persino chiesto se mi piacerebbe finire a letto insieme a loro.
“Tu sei scemo” è stata la mia risposta.
Non gli ho detto che lo farei, ma, nonostante la rabbia che avevo dentro, la mia prestazione sessuale ha parlato chiaro e lui se n'è approfittato. Bastardo!
Stamattina al telefono mi ha parlato della cena senza che io glielo chiedessi. Pare che sia stata una serata divertentissima, finita a sorpresa con giochini innocenti, giochini carichi di piccole allusioni erotiche ma abbastanza piccanti da scaldare l'atmosfera.
Lui, eccitato come non mai, con una scusa ha seguito Silvia in bagno, l'ha fatta accomodare a novanta gradi appoggiata alla vasca, le ha spostato di lato il perizoma bianco e le ha riversato in un buco a caso il frutto delle proprie vescicole seminali.
Stronzo! E ha il coraggio di dirmelo. Per fortuna al telefono non vede che mi viene da piangere, ma non vede nemmeno dove mi sto toccando con la mano libera.
“Passo da te alle due, ho una cosa da darti” mi ha detto prima di chiudere la conversazione.
Un sacchettino anonimo.
Guardo cosa contiene appena lui se ne va. Noooo! Che schifo! Lancio il perizoma bianco il più lontano possibile.
Stronzo!!!! Ma per chi mi ha preso? Non soffro già abbastanza secondo lui?
Se lo vado a raccogliere è solo perché il gatto si sta interessando un po' troppo a quell'immondizia. Lo rimetterò nel sacchetto … anzi lo rimetterò più tardi.
Tengo il filo tra due dita, indecisa tra lo sdegno e il batticuore, tra il disgusto e l'eccitazione.
Cosa si aspetta che ci faccia con questo sudiciume? Al massimo posso annusarlo, ma sono sicura che il ribrezzo …
No, che cazzo sto facendo? Sto grondando di voglia, me lo premo sulla faccia come una maschera di ossigeno, e lo respiro, poi lo assaggio, me lo infilo in bocca, è minuscolo, me lo infilo nella figa e mi masturbo, esattamente quello che lui voleva. Stronzo!
Un'altra giovane coppia era stata invitata, ragazzi che conoscevano solo di vista e che sperava fossero simpatici.
Tre coppie, il numero perfetto.
Lo sapevo che lui aveva chiesto a Silvia di indossare qualcosa di diverso, magari quel meraviglioso vestitino che non aveva mai messo e che metteva in mostra un sacco di cose, magari anche il perizoma bianco, quello che vive da due anni nel cassetto e ha ancora il prezzo attaccato.
“Tu sei scemo” è stata la risposta di sua moglie. Stiamo andando a una cena, non a un'orgia.
Io e lui ci frequentiamo da qualche tempo, naturalmente all'insaputa di Silvia, anzi all'insaputa di tutti. Lei è più bella di me, ha fascino da vendere e le tette che stanno su anche senza reggiseno. La odio a morte.
Lui mi parla spesso di Silvia, stronzo! Sa bene l'effetto che mi fa, nascondo bene la gelosia ma non l'eccitazione. L'altra sera mi ha persino chiesto se mi piacerebbe finire a letto insieme a loro.
“Tu sei scemo” è stata la mia risposta.
Non gli ho detto che lo farei, ma, nonostante la rabbia che avevo dentro, la mia prestazione sessuale ha parlato chiaro e lui se n'è approfittato. Bastardo!
Stamattina al telefono mi ha parlato della cena senza che io glielo chiedessi. Pare che sia stata una serata divertentissima, finita a sorpresa con giochini innocenti, giochini carichi di piccole allusioni erotiche ma abbastanza piccanti da scaldare l'atmosfera.
Lui, eccitato come non mai, con una scusa ha seguito Silvia in bagno, l'ha fatta accomodare a novanta gradi appoggiata alla vasca, le ha spostato di lato il perizoma bianco e le ha riversato in un buco a caso il frutto delle proprie vescicole seminali.
Stronzo! E ha il coraggio di dirmelo. Per fortuna al telefono non vede che mi viene da piangere, ma non vede nemmeno dove mi sto toccando con la mano libera.
“Passo da te alle due, ho una cosa da darti” mi ha detto prima di chiudere la conversazione.
Un sacchettino anonimo.
Guardo cosa contiene appena lui se ne va. Noooo! Che schifo! Lancio il perizoma bianco il più lontano possibile.
Stronzo!!!! Ma per chi mi ha preso? Non soffro già abbastanza secondo lui?
Se lo vado a raccogliere è solo perché il gatto si sta interessando un po' troppo a quell'immondizia. Lo rimetterò nel sacchetto … anzi lo rimetterò più tardi.
Tengo il filo tra due dita, indecisa tra lo sdegno e il batticuore, tra il disgusto e l'eccitazione.
Cosa si aspetta che ci faccia con questo sudiciume? Al massimo posso annusarlo, ma sono sicura che il ribrezzo …
No, che cazzo sto facendo? Sto grondando di voglia, me lo premo sulla faccia come una maschera di ossigeno, e lo respiro, poi lo assaggio, me lo infilo in bocca, è minuscolo, me lo infilo nella figa e mi masturbo, esattamente quello che lui voleva. Stronzo!
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