I tormenti di nonna Marta (parte sesta)
di
Marco Sala
genere
incesti
Libera Traduzione
In auto, mentre raggiungevo la casa di Leonardo, la mia mente volava, pensavo a cosa avremmo fatto in quella serata. Sarebbe stata una serata tranquilla fatta di chiacchiere tra donne mature o già qualcosa di piccante avrebbe potuto nascere tra noi tre? Senza accorgermene mi trovai di fronte alla meta del mio breve viaggio. Parcheggiai l’auto e suonai al campanello. Mi accolse la mamma di Leonardo, mi tese la mano ed io risposi al suo saluto, a Leonardo diedi un casto bacio sulle guance. Sabina, si presentò così, era bionda, molto fine, più o meno della mia taglia, con un bel seno che metteva in evidenza una invidiabile pancia piatta. Pur essendo molto carina ebbi l’impressione che non faceva niente per piacere di più. Indossava una gonna nera ed una camicetta verde con le maniche lunghe ed il colo alto. Portava dei collant color daino e delle scarpe col tacco piuttosto usate, si capiva che in quella famiglia non navigavano nell’oro. Subito mi disse: “Sono molto lieta di fare la sua conoscenza, Leonardo mi parla spesso di lei.” “Anche io sono felice di conoscerla.” Aggiunsi subito. “Se non si offende, mi sono permessa di portare una bottiglia di champagne per celebrare il nostro incontro.” “Oh.. non si preoccupi, io bevo molto poco. Ho persino paura di non avere neanche i bicchieri adatti per un tale vino. Leonardo ci pensi tu a servirci lo champagne?” Il mio amichetto indossava una polo ed un paio di jeans aderenti tanto che non potei fare a meno di guardare il suo culetto mentre si allontanava. Io e Sabina ci sedemmo su un divanetto a due posti nel salotto e Leonardo, furbetto, di fronte a me per poter ammirare le mie gambe che, di proposito tenevo un poco aperte. Mentre sorseggiavamo lo champagne e parlavavamo, come al solito, del più e del meno, mi accorsi che Sabina mi guardava a più riprese con l’aria di chi mi conoscesse già, poi mi disse: “Mi dica signora Marta, per caso ci siamo già incontrate?” Gli elencai le possibilità e i luoghi dove avremmo potuto conoscerci, amici, lavoro, luoghi di vacanza ma, visto che non trovavamo nessuna concordanza, iniziammo a parlare di altre cose. Durante le nostre chiacchiere mi accorsi che Sabina, essendo sedute vicine, quasi con le gambe a contatto, non perdeva occasione di accompagnare battutine e risate toccandomi la coscia con la mano. Si, è vero che erano dei gesti femminili e naturali, ma vedevo che ogni volta indugiava sempre più nel contatto. Erano gesti affettuosi ma piuttosto curiosi per due donne che si vedevano per la prima volta. Mentre continuavamo nelle nostre chiacchiere, gli dissi che ospitavo a casa mia da qualche settimana mio nipote Davide, l’amico di Leonardo, e più recentemente anche la mia nipote, causa l’incomprensione con il loro padre, mio genero, e aggiunsi che ora, visto che era assente per lavoro, erano tornati a casa con la loro mamma. Mentre raccontavo di me, Sabina mi guardava fissa negli occhi. Non so, ma mi sembrava di suscitare in lei uno charme particolare nei miei confronti e, tutto sommato, mi faceva piacere anche se mi sentivo un po’ a disagio. Ad un certo punto, tanto per cambiare discorso, dissi: “Lo sa Sabina che tra tutti gli amici di Davide, vostro figlio è quello che preferisco.” Il rosso della vergogna montò sul viso di Leonardo. La madre si gonfiò di orgoglio poi aggiunse: “Perché me lo vuole dire?” “Perché penso che a lei faccia piacere sapere che Leonardo è molto educato, di una rara gentilezza e molto galante, insomma un vero ometto.” L’imbarazzo di Leonardo era percepibile tanto che, con la scusa di mettere a posto qualcosa, ci lasciò sole, fuori dalla portata delle nostre voci. Poi aggiunsi: “Inoltre è bello come un angioletto, ah.. se avessi 30 anni di meno!” “Si, è vero, è proprio un bel ragazzino, ma sono preoccupata, non mi ha ancora presentato una ragazza.” “Davide mi ha confidato qualcosa al proposito, ma non ora, sta tornado. Non si preoccupi non è niente di grave..” Dentro di me avevo deciso che quella sera avrei soddisfatto la fantasia principale di Leonardo, fare sesso con la mamma, ma non volevo rovinare tutto andando troppo veloce. La cena fu servita sul tavolo della cucina, un tavolo piccolo per tre persone, comunque giusto per le dimensioni del locale. Io ero seduta di fronte a Sabina e Leonardo al nostro fianco. Spesso sentivo in contatto del ginocchio di Leonardo contro il mio che però cercavo evitare. Per contro, le mie gambe entravano spesso in contatto con quelle di Sabina , cosa che lei non cercava affatto di evitare. Non potevo crederci, mi dava l’impressione che, quando le nostre gambe si toccavano un po’ di più, lei sembrava apprezzare il contatto. Ormai i nostri contatti sotto il tavolo non erano più fortuiti erano totalmente voluti, anche da me, ammetto che ero attratta dalla sua bellezza naturale. Lei sembrava essere molto presa dall’emozione fino a quasi avere degli sbalzi nella respirazione, soprattutto quando strinse i miei polpacci tra i suoi. Ammetto che la situazione mi piaceva, non mi era mai capitato di far eccitare una donna in quel modo. Pensai che forse lei preferiva le donne agli uomini? Ormai la cosa non mi interessava, ero pronta anche per quello. Iniziai allora a muovere lentamente la mia gamba prigioniera tra le sue per fargli capire che ero in sintonia con lei. Le sorrisi con complicità e le feci l’occhiolino turbandola ancor di più, se fosse stato possibile, continuando così il nostro gioco sotto il tavolo. Leonardo ci guardava ma non capiva cosa stava succedendo. Ad certo punto Leonardo si alzò per sparecchiare, allora Sabina mi liberò la gamba, non voleva che il ragazzo ci vedesse giocare in quel modo. Mentre Leonardo si allontanava, presi la mano di Sabina e gliela baciai, questo mio gesto la imbarazzo ancora di più poi, sempre di nascosto, gli girai la mano gli leccai il palmo voluttuosamente. Lei tremò sulla sedia tanto che quasi perse l’equilibrio ed il respiro gli si bloccò. Non volli insistere nel gioco ma, senza sapere perché, capii che lei aveva voglia di me ed io di lei. Ci conoscevamo da neanche due ore ed già stavamo flirtando. Il desiderio reciproco era palpabile. Dopo tanti anni di astinenza ero diventata una ninfomane, appena sentivo l’odore del sesso ero pronta a farlo senza guardare chi avessi di fronte, e qui c’era la madre del mio giovane amante che, annoiata dalla sua vita piatta, non aspettava altro. Ci sedemmo sul divanetto ed approfittammo per finire la bottiglia di champagne. I vapori dell’alcool cominciavano ad offuscarci un poco la testa, Sabina poco alla volta si aprì ed iniziammo a parlare più liberamente delle cose più personali fino ad arrivare a confidarmi che in quel momento non aveva più interesse ad uscire con gli uomini. Leonardo, stanco ed annoiato dai nostri discorsi decise di andare a letto lanciandomi uno sguardo dove si leggeva molto rammarico da parte sua. Approfittai della situazione e anche io cercai di prendere commiato. “Sabina, la ringrazio per la splendida serata ma è ora che me ne vada. Forse è meglio che chiami un taxi, non so se sono in grado di guidare fino a casa.” “No dai, rimanga qui, io dormo sul divano, te lei nella mia stanza.” Allora giocai la mia carta segreta. “Sabina possiamo darci del tu e parlare apertamente?” “Va bene, parla pure.” “Sabina non preferiresti che si dormisse tutte e due insieme nel tuo letto?” Così dicendo presi la sua mano tra le mie. Percepii in lei una serie di paure ed esitazioni ma anche il desiderio di cedere alle mie lusinghe. Visto che lei esitava a rispondere, posi la sua mano sul mio seno. Per qualche secondo lei non fece nulla ma non la ritrasse, rimase quasi impietrita poi sentii le sue dita chiudersi sulle mie curve. “Brava Sabina, continua. Diamoci piacere, ora siamo sole.” “Ma.. non so.. non ci sono abituata.. è la prima volta che..” “E prima? Quando eravamo a tavola? Ti è piaciuto flirtare con me..” “Lo so, sono dispiaciuta, non so cosa mi ha preso, sono totalmente confusa.” “Non importa mia cara, comunque mi sono piaciuti un sacco quei momenti. Avevo voglia di stringerti contro di me, sentire il tuo corpo contro il mio, unire le nostre labbra e donarti tutte le tenerezze che mi avresti chiesto.” Usai a proposito il termine più familiare di “mia cara” per entrare più in confidenza con lei, ma lei non sentiva le mie parole. Di contro, lei aveva piegato la testa indietro, chiuso gli occhi emettendo un grande sospiro come se si aspettasse qualcosa da parte mia. L’attesa non durò molto, mi avvicinai a lei ed iniziai a baciarla sul collo mentre con una mano le accarezzavo il seno fino a sentire i capezzoli indurirsi. Lei rispose con lo stesso trattamento e subito le sue carezze iniziarono a inumidire la mia vagina. Subito le nostre bocche si unirono in un bollente bacio. Fu una cosa splendida. Immediatamente iniziai ad aprirle la camicetta e fu lì che lei mi propose di andare nella sua camera. Appena arrivate in camera ci baciammo focosamente e ci spogliammo reciprocamente. Aveva un corpo molto bello, tonico e muscoloso, una pelle ambrata che sembrava di velluto, tanto che non potei resistere dall’accarezzarla e di godere della dolcezza e morbidezza. La feci sdraiare sul letto e all’orecchio le sussurrai: “Rilassati e lasciami fare, ti farò godere come mai hai goduto.” Da quel momento mi applicai con tutta la maestria e fantasia in mio possesso per darle piacere. Desideravo far godere solo lei io, la mia dose di godimento me l’ero presa in giornata con la mia famiglia. Inizialmente Sabina era un giocattolo tra le mie mani poi, cominciò a partecipare più attivamente ed ardentemente. La mia bocca leccava ogni centimetro quadrato della sua pelle e le mie dita penetrarono ogni suo pertugio. Quando finalmente arrivò all’orgasmo emise un potente urlo che mi spaventò. La lascia riprendersi continuando ad accarezzarla e baciarla teneramente. Ancora tremante per gli spasmi dell’orgasmo, in sospiro mi disse: “E’ stato fantastico, grazie. Non mi ricordo di aver mai goduto così.” Ancora con le dita dentro la sua vagina, per risposta la baciai focosamente. Eravamo ancora con le labbra incollate che la porta si aprì e, probabilmente svegliato dall’urlo della madre quando raggiunse l’orgasmo, entrò Leonardo. “Mamma che è successo?” Sabina appena realizzata la situazione cerco di coprirsi con un cuscino ed ebbe solo la forza di dire: “Leonardo, ritorna nella tua camera per favore!” Quando si dice di cogliere l’attimo e sfruttare le opportunità al volo. Subito intervenni e dissi: “No Leonardo, resta con noi, vieni, avvicinati.” Egli si avvicinò e notai che ad ogni passo che faceva uno strano gonfiore nei suoi boxer cresceva sempre di più. Probabilmente stava vivendo il suo sogno. Sua madre, oggetto delle sue fantasie erotiche, e la donna che lo aveva iniziato al sesso, stavano facendo l’amore. Sabina cercò di togliere la mia mano dal suo sesso, ma io continuai a masturbarla. Lei si raggomitolò su se stessa e quasi supplichevole mi disse: “No Marta, fermati. No di fronte a mio figlio. “Perché no? Mi sembra che stia apprezzando. Su, Leonardo mostraci quello che nascondi sotto i boxer. Forza, spegni la luce e vieni a sederti vicino a noi.” Sabina di nuovo supplicante: “No Leonardo per favore.. mi vergogno, voltati!” Non la lascia finire la frase, con nuovo bacio focoso le feci dimenticare l’imbarazzante situazione. Poco dopo quando sembrava essere ripresa dallo shock, additando l’esuberante erezione di suo figlio gli dissi: “Dai Sabina, prendiglielo in mano.” “No.. no.. non possiamo..” Senza parlare tolsi la mia mano dalle sue cosce, presi la sua e la guidai fino al sesso del figlio che, quasi automaticamente lo impugnò. Nella penombra della camera, illuminata dalla tenue luce dell’abat-jour, mi accorsi che già lo stava masturbando con soddisfazione. “Ti piace toccarglielo? Senti come è duro e morbido allo stesso tempo, è il cazzo di tuo figlio.” Non mi rispose, ormai non aveva più bisogno di nessun incoraggiamento per giocare con il sesso di Leonardo. Mi avvicinai a lei, le aprii le gambe e gli sussurrai all’orecchio: “Ora rilassati, penseremo noi al tuo piacere.” Ad un mio cenno Leonardo cambiò posizione e si mise tra le gambe della mamma che curiosamente non cercò di chiudere. Con dolcezza e amore Leonardo iniziò a penetrare la vagina materna. “Oh.. no.. non dobbiamo farlo.. Oh.. amore della mamma.. Si.. si.. mi piace..” Fu risposta di Sabina. Con quella poca tecnica che gli avevo insegnato e con molta fantasia ed improvvisazione, Leonardo sublimò con quel gesto il suo amore per la madre che, dal canto suo, continuava a gemere dal piacere. “Oh.. si.. si.. amore della mamma.. si.. si..” Io guardavo senza fare nulla, ammiravo le espressioni estasiate dei due amanti. Mi venne naturale in quel momento accarezzare dolcemente il viso di Sabina. Al momento dell’orgasmo Sabina, per soffocare un nuovo urlo che le stava per uscire dalla gola, morse quasi a sangue la spalla del figlio. La reazione della madre aumentò l’eccitazione di Leonardo che accelerò il ritmo e, ormai prossimo anche lui all’orgasmo, non so quale cautela, uscì dalla madre per non inondarla del suo seme. Alla visione di quella verga turgida, pronta ad esplodere, non seppi contenere la mia voglia, tanto che subito mi avventai su di essa e me la portai alla bocca. Leonardo si distese al fianco della mamma lasciando a me il compito di farlo godere completamente. Mentre io glielo succhiavo avidamente, le bocche di Sabina e del figlio si incontrarono dando sfogo ad un appassionato bacio e fu proprio durante quel bacio che Leonardo inondò la mia bocca di una incredibile quantità di sperma. Dopo aver completamente deglutito il frutto del loro piacere alzai la testa e potei ammirare l’amore e la tenerezza che traspariva da quel bacio. A quel punto mi resi conto che mia missione era compiuta. Le cose erano precipitate e tutto si era svolto con una velocità incredibile. Pensavo di portare Sabina più lentamente ad interessarsi del figlio ma invece ora eccoli lì, uno accanto all’altra uniti in modo indissolubile e, senza modestia, posso dire di aver avuto un ruolo importante in questa unione. Dopo un ultimo bacio Sabina disse la figlio: “Su, ora vai a letto, lasciami sola con Marta questa sera.” Una volta chiusa la porta la attirai sul mio petto per coccolarla un po’ e le domandai: “E’ stata una serata magica, che ne pensi? Ti è piaciuto?” “Si mi è piaciuto, ma non sono sicura di aver fatto una bella cosa, ho fatto l’amore con una donna e con mio figlio, è una cosa che fino a qualche ora fa consideravo abominevole.” “No, non c’è niente di abominevole in quello che avete fatto, lui ti ama e te lo ha dimostrato.” “Si va bene, ma domani che faremo?” “Semplicemente lo rifarete.” “E la cosa non ti turba?” “Per niente al mondo, avrei voluto essere io al tuo posto, sentirmi penetrare e scopare da tanto vigore giovanile. Almeno però ho potuto bere il suo sperma. Vuoi assaggiarlo? Ho ancora in bocca il suo sapore.” Sabina esitò un attimo poi si avvicinò a me e subito sentii la sua lingua guizzare nella mia bocca. Dopo quel nuovo lungo bacio mi disse: “Posso riaccendere la luce?” “Fai come se fossi a casa tua.” Le risposi ridendo. Dopo aver acceso la luce rimasi stupita da ciò che stava guardando. Era interessata ad una voglia a forma di farfalla che avevo dalla nascita sul mio seno destro. “Marta, sapevo che ci eravamo già incontrate, ma quello che ora ti dirò non ti piacerà di certo.”
Allora le presi la mano e le sussurrai all’orecchio: “Se ciò che mi dirai mi farà dispiacere, dovrai attenuare il dolore causato dalle tue parole prendendoti cura di me.” Lei arrossì e balbettando rispose: “Se.. se.. tu lo vuoi va bene. Ma prima lasciami spegnere la luce, non voglio che tu mi veda.” Con riluttanza acconsentii e spensi la luce. Le sue mani lasciarono il mio seno e scesero accarezzando la mia pelle fino al ventre. La sua bocca depositava baci qua e là, fino ad arrivare tra le mie cosce. Una vampata di desiderio salì dentro di me. Certo che per essere una principiante ci sapeva fare! Appoggiò la sua guancia su una coscia tanto che la sentivo alitare sulla mia fica. Ero già bagnatissima. Improvvisamente sentii il suo dito prendersi cura del mio clitoride, una vampata di calore mi invase all’istante. Mentre mi accarezzava mi sussurrò: “Ci siamo conosciute circa vent’anni fa..” Io l’ascoltavo ma, vista la mia situazione, facevo fatica a seguirla. “Davvero? Ed in che occasione?” Lei intensificò le sue carezze al mio clito ed io, dal piacere, inarcai la schiena. Lei risalì verso i miei seni e succhiò il mio capezzolo destro prima di dire: “Casualmente.” “Continua amore, non riesco a capire di cosa stai parlando.. Oddio come succhi bene!” Nel frattempo, con il dito medio, giocava con il mio clitoride in modo magistrale, ogni suo tocco inviava delle scariche di piacere fino ai miei reni. Chiusi gli occhi e cominciai ad accarezzare i suoi capelli setosi. Cominciavo ansimare dal piacere. “Non fermarti! Ti prego, continua.” Senza mai smettere di accarezzarmi e baciarmi lei riprese il racconto. Il mio respiro era diventato ormai troppo corto per interromperla. “Ok, dunque dovevo dare l’esame di filosofia all’università e, proprio passando davanti casa tua, sono scivolai con il mio scooter e sono caddi.” “Forse mi ricordo qualcosa.. Amore, infilaci il dito per favore.. mmm..” Dolcemente, il suo dito medio abbandonò il mio bottoncino e scivolò tra le mie labbra gonfie ed umide per l’eccitazione. Sentivo i miei umori scorrere tra i miei glutei. Il suo dito entrava ed usciva, descriveva dei cerchi attorno alle mie labbra, poi rientrava nuovamente. Il mio piacere era evidente ed era accompagnato da gemiti e da dei movimenti del bacino che erano un chiaro segnale per andare oltre. Mentre con il dito medio iniziò un lento va e vieni nella mia vagina calda ed umida continuò: “Lo ricordo come fosse ieri. Mentre ero a terra passarono molte auto ma nessuna si fermò ad aiutarmi. Tu, che stavi partendo per andare al lavoro, spostasti il motorino, mi aiutasti ad alzarmi e mi accompagnasti in casa per prenderti cura delle mie abrasioni. Ti ricordi?” “Se mi ricordo? Come potrei averlo dimenticato?” Le dissi cercando di riprendermi dallo stato di piacere in cui ero. “Si.. si.. ricordo bene. Poi ti ho accompagnata all’università, nell’aula dell’esame, poi ricordo che sono venuta a cercarti dopo la prova. Mmmm.. amore infila un altro dito e soprattutto non fermarti.” Lei subito mi accontentò e, mentre mi penetrava molto delicatamente, con il pollice giocava con il bottoncino. Era delizioso e gradevole più di una carezza. “Una settimana più tardi, ripresami dalle botte e abrasioni, tornai a casa tua per ringraziarti.” “Ops.. questa parte non me la ricordo. Sii.. amore, più forte adesso..” “Si, ma a partire da adesso quello che andrò a raccontarti forse ti piacerà meno.” Così dicendo Sabina cambiò posizione, appoggiò la testa sul mio ventre cercando di avere una miglior posizione per masturbare la mia vagina. Aprii le gambe per darle modo di penetrarmi più profondamente ed lei ne approfittò. Le sue dita entravano ed uscivano dalla fica umida, accarezzava ogni centimetro della mia vagina scovando dei punti sensibili che anche io non sapevo di avere. Il suo racconto continuò. “Quando arrivai suonai il campanello e solo dopo dei lunghissimi minuti, una ragazza più o meno della mia età venne ad aprirmi alla porta e mi invitò ad entrare. Tu non eri ancora tornata dal lavoro. Subito mi accompagnò nel salone. Tuo marito era seduto sul divano e teneva un grosso cuscino sulle ginocchia. Trovai la cosa curiosa, ma niente di più. Lui non si alzò, mi salutò freddamente e mi invitò a sedersi su una sedia di fronte a lui. Mi disse anche che tu non avresti tardato molto ad arrivare. Un silenzio imbarazzante si cadde tra di noi. La ragazza sfuggiva il mio sguardo, dimostrando chiaramente di essere a disagio. Senza dire una parola, tuo marito la prese per un polso e la fece sedere vicino a lui. Senza guardarla, ma fissando me dritta negli occhi, gli chiese di continuare. Lei sembrava persa, spaventata e balbettando gli chiese: Fu in quel momento che ebbi la conferma che si trattasse di tua figlia.” Sentivo le parole di Sabina ma non riuscivo a seguire quello che mi stava raccontando, le sue parole entravano nelle mie orecchie ma la mia mente era altrove. Le sue carezze erano talmente dolci, tenere e piacevoli che mi sembrava di essere in paradiso. “Continua a darmi piacere per favore.. mi piace come lo fai.. ora leccami un poco.” Senza che gli chiedessi altro, infilo la mano completa nella mia vagina ormai madida dei mie umori, tanto che scivolò dentro senza problemi, e cominciò a masturbarmi con più vigore. Ormai anche lei era eccitata dal gioco. Dopo una breve esitazione, cambiò posizione e la vidi infilare il suo viso rosso ed eccitato tra le mie gambe. Le accarezzai la guancia, poi le guidai la testa verso il mio sesso. Sentii il suo naso sfiorare il mio pelo poi, timidamente, diede qualche colpo di lingua che mi elettrizzò. Mi lasciai scappare un gemito soffocato, una scarica di brividi percorse il mio ventre e la mia fica si contrasse attorno alle sue dita. Un’ondata di piacere stava crescendo in me sotto le sue voluttuose carezze ma, improvvisamente, interruppe la sua esplorazione lasciandomi ansimare dal desiderio e la sentii balbettare. “Scusami ma mi vergogno terribilmente per quello che sto per dirti. È la prima volta che ne parlo con qualcuno.” “Oddio, che è successo?” “Tua figlia fece scivolare la mano sotto il cuscino ed iniziò a muoverla con un ritmo ed in un modo inequivocabile. Io ero completamente paralizzata da ciò che la stavo vedendo fare. Dopo qualche minuto tuo marito tolse il cuscino e proprio in quel momento vidi per la prima volta, dal vero, il sesso di un uomo. Sai, al liceo e con le amiche ne parlavamo e ci vantavamo, ma io non avevo mai approcciato concretamente un ragazzo, ero ancora vergine. Con una mano la ragazza masturbava il cazzo del padre e con l’altra gli massaggiava i testicoli. Si capiva che lo faceva abitualmente. Inorridita mi alzai per andarmene ma tuo marito , che aveva percepito il mio imbarazzo nel vedere il suo cazzo, mi disse di avvicinarmi e di approfittarne se ne avevo voglia. Lei lasciò il membro duro e gonfio per farmelo osservare meglio. Tuo marito lo muoveva con delle contrazioni volontarie che lo facevano sembrare una cosa viva. Allora tua figlia mi tese una mano e sorridendo, mi invitò ad avvicinarmi. Io come un automa li raggiungi, mi sedetti tra di loro e un attimo dopo avevo quel cazzo tra le mie mani. Era morbido e caldo, non avevo mai immaginato fosse così. Ero affascinata da quel coso duro ma allo stesso tempo gommoso, tanto che una grande emozione si impadronì di me. Non ero interessata al proprietario del giocattolo, ma solo al giocattolo, mi capisci?” “Non ti preoccupare Sabina, ti capisco molto bene. Sii gentile amore, leccami ancora un pochino prima di dirmi il seguito.” Di nuovo si tuffò con la testa tra le mie gambe, la sua lingua leccò le mie labbra e penetrò la mia vagina mentre con le dita pizzicava e stringeva il mio clitoride. Continuò per alcuni minuti prima di fermarsi e ricominciare il racconto. “Tua figlia mi mostrò come afferrarlo correttamente e come muovere le mani nel modo migliore, poi lasciò che io mi prodigassi nelle carezze che avrebbero dato piacere a tuo marito. Le sue mani correvano sulla mia schiena, sul mio collo ed anche sui miei seni. Il tutto era molto rilassante ed emozionante, ma eccitante al tempo stesso tanto che mi abbandonai a lui quando mi invitò a distendermi sul divano. Vuoi veramente che continui a masturbarti?” Per risposta le presi il polso e la guidai a prendermi più forte e più velocemente. Morivo dal desiderio ed ero sull’orlo del piacere. Continuò il racconto singhiozzando ma le sue dita sembravano essere diventate più agili e veloci. “Ero vergine come ti ho detto, tuo marito dopo avermi fatta sdraiare mi tolse le mutandine e mi aprì le gambe, si distese su di me, posizionò la sua verga e mi deflorò in un sol colpo. Si stava prendendo la mia verginità senza nessun rimorso, io inizia a piangere per il dolore mentre lui mi scopava con violenza. Avevo male nel basso ventre, tua figlia per consolarmi mi diceva tutto andava bene, mi accarezzava e mi copriva il viso di baci, anche sulle labbra. Lui mi scopava sempre più veloce e sempre più forte. Io ero come pietrificata, non sapevo cosa fare. Pensavo che forse avrei dovuto spingerlo via ma come avrei potuto farlo?” Le dita della mia amante mi rendevano folle, non ne potevo più e senza riflettere gli ordinai: “Mostrami cosa ti ha fatto quel bastardo. Scopami come ti ha scopata lui!” Le sue lacrime gocciolavano sul mio pube. La sua mano si muoveva con vigore, mi stava letteralmente scopando. Non pensavo più a quel porco di mio marito, non pensavo più a niente. Esplosi in un orgasmo sorprendente, tutto il mio corpo fu percorso da contrazioni fortissime ed io, da piacere, emisi un rantolo animale. Non esisteva più niente, le mie gambe tremavano, la mia vagina pulsava ed io faticai a riprendere il respiro regolare. Lei era ancora in lacrime quando io ridiscesi sulla terra dopo questo viaggio in paradiso allora tirai verso di me per confortarla. Dovevo essere offesa dalle sue parole invece, paradossalmente, arrivai all’orgasmo sotto le sue dita proprio quando il suo racconto divenne più oltraggioso nei miei confronti. Il racconto non aggiunse molto a ciò che avevo scoperto recentemente sulla perversione del mio defunto marito. Il fatto che lui abbia goduto nel prendere la verginità di una ragazza giovane e carina dimostra ancora una volta la bassa moralità di quell’uomo. Comunque avrei ancora due parole da dire a Virginia domani! Vorrei avere delle spiegazioni su ciò che l’ha condotta ad essere complice di questo atto. Tra pianti e singhiozzi Sabina continuò il racconto. “Non sei arrabbiata con me Marta? Io provo solo vergogna nel raccontartelo, soprattutto perché eri stata cosi buona con me nel giorno dell’incidente. Io ti ho tradita, ne sono cosciente.” “Amore, non posso biasimarti. Era un bastardo e, ahimè, lo saputo di recente. Tu hai fatto bene a toglierti questo peso dalla coscienza, quindi ora smettila di piangere, va tutto bene.” Le mie parole non ebbero l’effetto sperato, Sabina continuava a singhiozzare. Ero perplessa. A meno che.. “Sabina hai altre cose da confessare? Ho l’impressione che non mi hai raccontato tutto.” “No.. no.. non posso..” “Ascoltami, sicuramente la tua vita da stasera migliorerà. Tu mi hai confidato delle cose che ti pesavano sulla coscienza. Ora liberatene completamente, raccontami tutto.” “No.. no.. non posso” “Non preoccuparti, sono pronta ad ascoltare qualsiasi cosa. Andiamo avanti, non avere paura. Poi ti farò un grande abbraccio e ti dimenticherai tutto.” “Si, ma io non sono più tornata per ringraziarti e soprattutto per dirti quello che era avvenuto con tuo marito in tua assenza. Avevo troppa vergogna. In più ho sempre avuto paura di incontrati per strada tanto che ho sempre evitato di passare per il tuo quartiere.” “Su dai, non ti incolpo di nulla. Vai, continua il racconto.” Sempre piangendo: “No, non posso.” “Dai amore, libera la tua mente.” Le dissi stringendola forte a me. Lei fece un sospirone e continuò. “Dopo quel fatto non mi vennero le mestruazioni. Ero incinta.” “E cosa hai fatto allora?” Questa volta ero io emozionata, temevo il resto del racconto. “Nonostante tutto ho voluto tenere il bambino, mio padre me ne ha dette di tutti i colori poi mi ha buttata fuori da casa. Fortunatamente mia madre mi ha aiutata di nascosto di mio padre. Purtroppo dovetti abbandonare l’università per andare a lavorare per crescere Leonardo.” “Accidenti! Ora capisco quanto era grosso il peso che avevi sulla coscienza. Ma non te ne voglio comunque, non sei tu la responsabile. Quel bastardo del mio defunto marito ti ha rovinato la vita, ma ancora una volta non è colpa tua. Tuo figlio è stato cresciuto ed educato bene, e poi, d’ora in avanti, puoi recuperare molte cose con lui, ed allo stesso tempo fare pace con gli uomini.” Poco dopo questa rivelazione mi prese un po’ di angoscia, quando realizzai che le mie figlie avevano un fratellastro molto più piccolo di loro, che il mio piccolo amante biondo innamorato di sua madre è lo zio dei miei nipotini anche se ha la loro età. Ora come potevo gestire questa storia? Bene, per il momento decisi di tenerla tutto per me e con Sabina feci un patto per mantenere segrete queste rivelazioni. Dopo avermi messa al corrente della sua storia, la mia amante si rilassò. Ora non aveva più questo masso sul cuore. Felice distese al mio fianco appoggiando la testa sulla mia spalla mentre con la mano accarezzava il pelo della mia micetta. “Accidenti come sei pelosa!” “Lo so, ma piace così a Davide.” “Ma vuoi dire che tuo nipote e te..” “Certo! È un eccellente amante. Anche sua mamma e sua sorella, ma in modo diverso. Per quanto riguarda il tuo Leonardo ora se la cava piuttosto bene.” “Tu lo hai fatto anche con mio figlio?” “Con lui solo per iniziarlo, Ormai non ha più bisogno di corsi particolari. Ci sei tu, tocca a te continuare l’insegnamento.” “No, non è una cosa possibile e morale.” “Ma si mia cara. Lo sai, mi è piaciuto un sacco quando mi ha inculata, dovrai provarlo un giorno. Ma sai, una cosa alla volta. Sono sicura che ti porterà al settimo cielo. A meno che tu non preferisca le donne.. Sai, sei stata maledettamente brava questa sera, mi hai fatto godere come una troia..” Detto ciò la mia bocca si incollò alla sua, e la passione che ci prese durante quel bacio confermò che lei apprezzava le donne quanto me.
In auto, mentre raggiungevo la casa di Leonardo, la mia mente volava, pensavo a cosa avremmo fatto in quella serata. Sarebbe stata una serata tranquilla fatta di chiacchiere tra donne mature o già qualcosa di piccante avrebbe potuto nascere tra noi tre? Senza accorgermene mi trovai di fronte alla meta del mio breve viaggio. Parcheggiai l’auto e suonai al campanello. Mi accolse la mamma di Leonardo, mi tese la mano ed io risposi al suo saluto, a Leonardo diedi un casto bacio sulle guance. Sabina, si presentò così, era bionda, molto fine, più o meno della mia taglia, con un bel seno che metteva in evidenza una invidiabile pancia piatta. Pur essendo molto carina ebbi l’impressione che non faceva niente per piacere di più. Indossava una gonna nera ed una camicetta verde con le maniche lunghe ed il colo alto. Portava dei collant color daino e delle scarpe col tacco piuttosto usate, si capiva che in quella famiglia non navigavano nell’oro. Subito mi disse: “Sono molto lieta di fare la sua conoscenza, Leonardo mi parla spesso di lei.” “Anche io sono felice di conoscerla.” Aggiunsi subito. “Se non si offende, mi sono permessa di portare una bottiglia di champagne per celebrare il nostro incontro.” “Oh.. non si preoccupi, io bevo molto poco. Ho persino paura di non avere neanche i bicchieri adatti per un tale vino. Leonardo ci pensi tu a servirci lo champagne?” Il mio amichetto indossava una polo ed un paio di jeans aderenti tanto che non potei fare a meno di guardare il suo culetto mentre si allontanava. Io e Sabina ci sedemmo su un divanetto a due posti nel salotto e Leonardo, furbetto, di fronte a me per poter ammirare le mie gambe che, di proposito tenevo un poco aperte. Mentre sorseggiavamo lo champagne e parlavavamo, come al solito, del più e del meno, mi accorsi che Sabina mi guardava a più riprese con l’aria di chi mi conoscesse già, poi mi disse: “Mi dica signora Marta, per caso ci siamo già incontrate?” Gli elencai le possibilità e i luoghi dove avremmo potuto conoscerci, amici, lavoro, luoghi di vacanza ma, visto che non trovavamo nessuna concordanza, iniziammo a parlare di altre cose. Durante le nostre chiacchiere mi accorsi che Sabina, essendo sedute vicine, quasi con le gambe a contatto, non perdeva occasione di accompagnare battutine e risate toccandomi la coscia con la mano. Si, è vero che erano dei gesti femminili e naturali, ma vedevo che ogni volta indugiava sempre più nel contatto. Erano gesti affettuosi ma piuttosto curiosi per due donne che si vedevano per la prima volta. Mentre continuavamo nelle nostre chiacchiere, gli dissi che ospitavo a casa mia da qualche settimana mio nipote Davide, l’amico di Leonardo, e più recentemente anche la mia nipote, causa l’incomprensione con il loro padre, mio genero, e aggiunsi che ora, visto che era assente per lavoro, erano tornati a casa con la loro mamma. Mentre raccontavo di me, Sabina mi guardava fissa negli occhi. Non so, ma mi sembrava di suscitare in lei uno charme particolare nei miei confronti e, tutto sommato, mi faceva piacere anche se mi sentivo un po’ a disagio. Ad un certo punto, tanto per cambiare discorso, dissi: “Lo sa Sabina che tra tutti gli amici di Davide, vostro figlio è quello che preferisco.” Il rosso della vergogna montò sul viso di Leonardo. La madre si gonfiò di orgoglio poi aggiunse: “Perché me lo vuole dire?” “Perché penso che a lei faccia piacere sapere che Leonardo è molto educato, di una rara gentilezza e molto galante, insomma un vero ometto.” L’imbarazzo di Leonardo era percepibile tanto che, con la scusa di mettere a posto qualcosa, ci lasciò sole, fuori dalla portata delle nostre voci. Poi aggiunsi: “Inoltre è bello come un angioletto, ah.. se avessi 30 anni di meno!” “Si, è vero, è proprio un bel ragazzino, ma sono preoccupata, non mi ha ancora presentato una ragazza.” “Davide mi ha confidato qualcosa al proposito, ma non ora, sta tornado. Non si preoccupi non è niente di grave..” Dentro di me avevo deciso che quella sera avrei soddisfatto la fantasia principale di Leonardo, fare sesso con la mamma, ma non volevo rovinare tutto andando troppo veloce. La cena fu servita sul tavolo della cucina, un tavolo piccolo per tre persone, comunque giusto per le dimensioni del locale. Io ero seduta di fronte a Sabina e Leonardo al nostro fianco. Spesso sentivo in contatto del ginocchio di Leonardo contro il mio che però cercavo evitare. Per contro, le mie gambe entravano spesso in contatto con quelle di Sabina , cosa che lei non cercava affatto di evitare. Non potevo crederci, mi dava l’impressione che, quando le nostre gambe si toccavano un po’ di più, lei sembrava apprezzare il contatto. Ormai i nostri contatti sotto il tavolo non erano più fortuiti erano totalmente voluti, anche da me, ammetto che ero attratta dalla sua bellezza naturale. Lei sembrava essere molto presa dall’emozione fino a quasi avere degli sbalzi nella respirazione, soprattutto quando strinse i miei polpacci tra i suoi. Ammetto che la situazione mi piaceva, non mi era mai capitato di far eccitare una donna in quel modo. Pensai che forse lei preferiva le donne agli uomini? Ormai la cosa non mi interessava, ero pronta anche per quello. Iniziai allora a muovere lentamente la mia gamba prigioniera tra le sue per fargli capire che ero in sintonia con lei. Le sorrisi con complicità e le feci l’occhiolino turbandola ancor di più, se fosse stato possibile, continuando così il nostro gioco sotto il tavolo. Leonardo ci guardava ma non capiva cosa stava succedendo. Ad certo punto Leonardo si alzò per sparecchiare, allora Sabina mi liberò la gamba, non voleva che il ragazzo ci vedesse giocare in quel modo. Mentre Leonardo si allontanava, presi la mano di Sabina e gliela baciai, questo mio gesto la imbarazzo ancora di più poi, sempre di nascosto, gli girai la mano gli leccai il palmo voluttuosamente. Lei tremò sulla sedia tanto che quasi perse l’equilibrio ed il respiro gli si bloccò. Non volli insistere nel gioco ma, senza sapere perché, capii che lei aveva voglia di me ed io di lei. Ci conoscevamo da neanche due ore ed già stavamo flirtando. Il desiderio reciproco era palpabile. Dopo tanti anni di astinenza ero diventata una ninfomane, appena sentivo l’odore del sesso ero pronta a farlo senza guardare chi avessi di fronte, e qui c’era la madre del mio giovane amante che, annoiata dalla sua vita piatta, non aspettava altro. Ci sedemmo sul divanetto ed approfittammo per finire la bottiglia di champagne. I vapori dell’alcool cominciavano ad offuscarci un poco la testa, Sabina poco alla volta si aprì ed iniziammo a parlare più liberamente delle cose più personali fino ad arrivare a confidarmi che in quel momento non aveva più interesse ad uscire con gli uomini. Leonardo, stanco ed annoiato dai nostri discorsi decise di andare a letto lanciandomi uno sguardo dove si leggeva molto rammarico da parte sua. Approfittai della situazione e anche io cercai di prendere commiato. “Sabina, la ringrazio per la splendida serata ma è ora che me ne vada. Forse è meglio che chiami un taxi, non so se sono in grado di guidare fino a casa.” “No dai, rimanga qui, io dormo sul divano, te lei nella mia stanza.” Allora giocai la mia carta segreta. “Sabina possiamo darci del tu e parlare apertamente?” “Va bene, parla pure.” “Sabina non preferiresti che si dormisse tutte e due insieme nel tuo letto?” Così dicendo presi la sua mano tra le mie. Percepii in lei una serie di paure ed esitazioni ma anche il desiderio di cedere alle mie lusinghe. Visto che lei esitava a rispondere, posi la sua mano sul mio seno. Per qualche secondo lei non fece nulla ma non la ritrasse, rimase quasi impietrita poi sentii le sue dita chiudersi sulle mie curve. “Brava Sabina, continua. Diamoci piacere, ora siamo sole.” “Ma.. non so.. non ci sono abituata.. è la prima volta che..” “E prima? Quando eravamo a tavola? Ti è piaciuto flirtare con me..” “Lo so, sono dispiaciuta, non so cosa mi ha preso, sono totalmente confusa.” “Non importa mia cara, comunque mi sono piaciuti un sacco quei momenti. Avevo voglia di stringerti contro di me, sentire il tuo corpo contro il mio, unire le nostre labbra e donarti tutte le tenerezze che mi avresti chiesto.” Usai a proposito il termine più familiare di “mia cara” per entrare più in confidenza con lei, ma lei non sentiva le mie parole. Di contro, lei aveva piegato la testa indietro, chiuso gli occhi emettendo un grande sospiro come se si aspettasse qualcosa da parte mia. L’attesa non durò molto, mi avvicinai a lei ed iniziai a baciarla sul collo mentre con una mano le accarezzavo il seno fino a sentire i capezzoli indurirsi. Lei rispose con lo stesso trattamento e subito le sue carezze iniziarono a inumidire la mia vagina. Subito le nostre bocche si unirono in un bollente bacio. Fu una cosa splendida. Immediatamente iniziai ad aprirle la camicetta e fu lì che lei mi propose di andare nella sua camera. Appena arrivate in camera ci baciammo focosamente e ci spogliammo reciprocamente. Aveva un corpo molto bello, tonico e muscoloso, una pelle ambrata che sembrava di velluto, tanto che non potei resistere dall’accarezzarla e di godere della dolcezza e morbidezza. La feci sdraiare sul letto e all’orecchio le sussurrai: “Rilassati e lasciami fare, ti farò godere come mai hai goduto.” Da quel momento mi applicai con tutta la maestria e fantasia in mio possesso per darle piacere. Desideravo far godere solo lei io, la mia dose di godimento me l’ero presa in giornata con la mia famiglia. Inizialmente Sabina era un giocattolo tra le mie mani poi, cominciò a partecipare più attivamente ed ardentemente. La mia bocca leccava ogni centimetro quadrato della sua pelle e le mie dita penetrarono ogni suo pertugio. Quando finalmente arrivò all’orgasmo emise un potente urlo che mi spaventò. La lascia riprendersi continuando ad accarezzarla e baciarla teneramente. Ancora tremante per gli spasmi dell’orgasmo, in sospiro mi disse: “E’ stato fantastico, grazie. Non mi ricordo di aver mai goduto così.” Ancora con le dita dentro la sua vagina, per risposta la baciai focosamente. Eravamo ancora con le labbra incollate che la porta si aprì e, probabilmente svegliato dall’urlo della madre quando raggiunse l’orgasmo, entrò Leonardo. “Mamma che è successo?” Sabina appena realizzata la situazione cerco di coprirsi con un cuscino ed ebbe solo la forza di dire: “Leonardo, ritorna nella tua camera per favore!” Quando si dice di cogliere l’attimo e sfruttare le opportunità al volo. Subito intervenni e dissi: “No Leonardo, resta con noi, vieni, avvicinati.” Egli si avvicinò e notai che ad ogni passo che faceva uno strano gonfiore nei suoi boxer cresceva sempre di più. Probabilmente stava vivendo il suo sogno. Sua madre, oggetto delle sue fantasie erotiche, e la donna che lo aveva iniziato al sesso, stavano facendo l’amore. Sabina cercò di togliere la mia mano dal suo sesso, ma io continuai a masturbarla. Lei si raggomitolò su se stessa e quasi supplichevole mi disse: “No Marta, fermati. No di fronte a mio figlio. “Perché no? Mi sembra che stia apprezzando. Su, Leonardo mostraci quello che nascondi sotto i boxer. Forza, spegni la luce e vieni a sederti vicino a noi.” Sabina di nuovo supplicante: “No Leonardo per favore.. mi vergogno, voltati!” Non la lascia finire la frase, con nuovo bacio focoso le feci dimenticare l’imbarazzante situazione. Poco dopo quando sembrava essere ripresa dallo shock, additando l’esuberante erezione di suo figlio gli dissi: “Dai Sabina, prendiglielo in mano.” “No.. no.. non possiamo..” Senza parlare tolsi la mia mano dalle sue cosce, presi la sua e la guidai fino al sesso del figlio che, quasi automaticamente lo impugnò. Nella penombra della camera, illuminata dalla tenue luce dell’abat-jour, mi accorsi che già lo stava masturbando con soddisfazione. “Ti piace toccarglielo? Senti come è duro e morbido allo stesso tempo, è il cazzo di tuo figlio.” Non mi rispose, ormai non aveva più bisogno di nessun incoraggiamento per giocare con il sesso di Leonardo. Mi avvicinai a lei, le aprii le gambe e gli sussurrai all’orecchio: “Ora rilassati, penseremo noi al tuo piacere.” Ad un mio cenno Leonardo cambiò posizione e si mise tra le gambe della mamma che curiosamente non cercò di chiudere. Con dolcezza e amore Leonardo iniziò a penetrare la vagina materna. “Oh.. no.. non dobbiamo farlo.. Oh.. amore della mamma.. Si.. si.. mi piace..” Fu risposta di Sabina. Con quella poca tecnica che gli avevo insegnato e con molta fantasia ed improvvisazione, Leonardo sublimò con quel gesto il suo amore per la madre che, dal canto suo, continuava a gemere dal piacere. “Oh.. si.. si.. amore della mamma.. si.. si..” Io guardavo senza fare nulla, ammiravo le espressioni estasiate dei due amanti. Mi venne naturale in quel momento accarezzare dolcemente il viso di Sabina. Al momento dell’orgasmo Sabina, per soffocare un nuovo urlo che le stava per uscire dalla gola, morse quasi a sangue la spalla del figlio. La reazione della madre aumentò l’eccitazione di Leonardo che accelerò il ritmo e, ormai prossimo anche lui all’orgasmo, non so quale cautela, uscì dalla madre per non inondarla del suo seme. Alla visione di quella verga turgida, pronta ad esplodere, non seppi contenere la mia voglia, tanto che subito mi avventai su di essa e me la portai alla bocca. Leonardo si distese al fianco della mamma lasciando a me il compito di farlo godere completamente. Mentre io glielo succhiavo avidamente, le bocche di Sabina e del figlio si incontrarono dando sfogo ad un appassionato bacio e fu proprio durante quel bacio che Leonardo inondò la mia bocca di una incredibile quantità di sperma. Dopo aver completamente deglutito il frutto del loro piacere alzai la testa e potei ammirare l’amore e la tenerezza che traspariva da quel bacio. A quel punto mi resi conto che mia missione era compiuta. Le cose erano precipitate e tutto si era svolto con una velocità incredibile. Pensavo di portare Sabina più lentamente ad interessarsi del figlio ma invece ora eccoli lì, uno accanto all’altra uniti in modo indissolubile e, senza modestia, posso dire di aver avuto un ruolo importante in questa unione. Dopo un ultimo bacio Sabina disse la figlio: “Su, ora vai a letto, lasciami sola con Marta questa sera.” Una volta chiusa la porta la attirai sul mio petto per coccolarla un po’ e le domandai: “E’ stata una serata magica, che ne pensi? Ti è piaciuto?” “Si mi è piaciuto, ma non sono sicura di aver fatto una bella cosa, ho fatto l’amore con una donna e con mio figlio, è una cosa che fino a qualche ora fa consideravo abominevole.” “No, non c’è niente di abominevole in quello che avete fatto, lui ti ama e te lo ha dimostrato.” “Si va bene, ma domani che faremo?” “Semplicemente lo rifarete.” “E la cosa non ti turba?” “Per niente al mondo, avrei voluto essere io al tuo posto, sentirmi penetrare e scopare da tanto vigore giovanile. Almeno però ho potuto bere il suo sperma. Vuoi assaggiarlo? Ho ancora in bocca il suo sapore.” Sabina esitò un attimo poi si avvicinò a me e subito sentii la sua lingua guizzare nella mia bocca. Dopo quel nuovo lungo bacio mi disse: “Posso riaccendere la luce?” “Fai come se fossi a casa tua.” Le risposi ridendo. Dopo aver acceso la luce rimasi stupita da ciò che stava guardando. Era interessata ad una voglia a forma di farfalla che avevo dalla nascita sul mio seno destro. “Marta, sapevo che ci eravamo già incontrate, ma quello che ora ti dirò non ti piacerà di certo.”
Allora le presi la mano e le sussurrai all’orecchio: “Se ciò che mi dirai mi farà dispiacere, dovrai attenuare il dolore causato dalle tue parole prendendoti cura di me.” Lei arrossì e balbettando rispose: “Se.. se.. tu lo vuoi va bene. Ma prima lasciami spegnere la luce, non voglio che tu mi veda.” Con riluttanza acconsentii e spensi la luce. Le sue mani lasciarono il mio seno e scesero accarezzando la mia pelle fino al ventre. La sua bocca depositava baci qua e là, fino ad arrivare tra le mie cosce. Una vampata di desiderio salì dentro di me. Certo che per essere una principiante ci sapeva fare! Appoggiò la sua guancia su una coscia tanto che la sentivo alitare sulla mia fica. Ero già bagnatissima. Improvvisamente sentii il suo dito prendersi cura del mio clitoride, una vampata di calore mi invase all’istante. Mentre mi accarezzava mi sussurrò: “Ci siamo conosciute circa vent’anni fa..” Io l’ascoltavo ma, vista la mia situazione, facevo fatica a seguirla. “Davvero? Ed in che occasione?” Lei intensificò le sue carezze al mio clito ed io, dal piacere, inarcai la schiena. Lei risalì verso i miei seni e succhiò il mio capezzolo destro prima di dire: “Casualmente.” “Continua amore, non riesco a capire di cosa stai parlando.. Oddio come succhi bene!” Nel frattempo, con il dito medio, giocava con il mio clitoride in modo magistrale, ogni suo tocco inviava delle scariche di piacere fino ai miei reni. Chiusi gli occhi e cominciai ad accarezzare i suoi capelli setosi. Cominciavo ansimare dal piacere. “Non fermarti! Ti prego, continua.” Senza mai smettere di accarezzarmi e baciarmi lei riprese il racconto. Il mio respiro era diventato ormai troppo corto per interromperla. “Ok, dunque dovevo dare l’esame di filosofia all’università e, proprio passando davanti casa tua, sono scivolai con il mio scooter e sono caddi.” “Forse mi ricordo qualcosa.. Amore, infilaci il dito per favore.. mmm..” Dolcemente, il suo dito medio abbandonò il mio bottoncino e scivolò tra le mie labbra gonfie ed umide per l’eccitazione. Sentivo i miei umori scorrere tra i miei glutei. Il suo dito entrava ed usciva, descriveva dei cerchi attorno alle mie labbra, poi rientrava nuovamente. Il mio piacere era evidente ed era accompagnato da gemiti e da dei movimenti del bacino che erano un chiaro segnale per andare oltre. Mentre con il dito medio iniziò un lento va e vieni nella mia vagina calda ed umida continuò: “Lo ricordo come fosse ieri. Mentre ero a terra passarono molte auto ma nessuna si fermò ad aiutarmi. Tu, che stavi partendo per andare al lavoro, spostasti il motorino, mi aiutasti ad alzarmi e mi accompagnasti in casa per prenderti cura delle mie abrasioni. Ti ricordi?” “Se mi ricordo? Come potrei averlo dimenticato?” Le dissi cercando di riprendermi dallo stato di piacere in cui ero. “Si.. si.. ricordo bene. Poi ti ho accompagnata all’università, nell’aula dell’esame, poi ricordo che sono venuta a cercarti dopo la prova. Mmmm.. amore infila un altro dito e soprattutto non fermarti.” Lei subito mi accontentò e, mentre mi penetrava molto delicatamente, con il pollice giocava con il bottoncino. Era delizioso e gradevole più di una carezza. “Una settimana più tardi, ripresami dalle botte e abrasioni, tornai a casa tua per ringraziarti.” “Ops.. questa parte non me la ricordo. Sii.. amore, più forte adesso..” “Si, ma a partire da adesso quello che andrò a raccontarti forse ti piacerà meno.” Così dicendo Sabina cambiò posizione, appoggiò la testa sul mio ventre cercando di avere una miglior posizione per masturbare la mia vagina. Aprii le gambe per darle modo di penetrarmi più profondamente ed lei ne approfittò. Le sue dita entravano ed uscivano dalla fica umida, accarezzava ogni centimetro della mia vagina scovando dei punti sensibili che anche io non sapevo di avere. Il suo racconto continuò. “Quando arrivai suonai il campanello e solo dopo dei lunghissimi minuti, una ragazza più o meno della mia età venne ad aprirmi alla porta e mi invitò ad entrare. Tu non eri ancora tornata dal lavoro. Subito mi accompagnò nel salone. Tuo marito era seduto sul divano e teneva un grosso cuscino sulle ginocchia. Trovai la cosa curiosa, ma niente di più. Lui non si alzò, mi salutò freddamente e mi invitò a sedersi su una sedia di fronte a lui. Mi disse anche che tu non avresti tardato molto ad arrivare. Un silenzio imbarazzante si cadde tra di noi. La ragazza sfuggiva il mio sguardo, dimostrando chiaramente di essere a disagio. Senza dire una parola, tuo marito la prese per un polso e la fece sedere vicino a lui. Senza guardarla, ma fissando me dritta negli occhi, gli chiese di continuare. Lei sembrava persa, spaventata e balbettando gli chiese: Fu in quel momento che ebbi la conferma che si trattasse di tua figlia.” Sentivo le parole di Sabina ma non riuscivo a seguire quello che mi stava raccontando, le sue parole entravano nelle mie orecchie ma la mia mente era altrove. Le sue carezze erano talmente dolci, tenere e piacevoli che mi sembrava di essere in paradiso. “Continua a darmi piacere per favore.. mi piace come lo fai.. ora leccami un poco.” Senza che gli chiedessi altro, infilo la mano completa nella mia vagina ormai madida dei mie umori, tanto che scivolò dentro senza problemi, e cominciò a masturbarmi con più vigore. Ormai anche lei era eccitata dal gioco. Dopo una breve esitazione, cambiò posizione e la vidi infilare il suo viso rosso ed eccitato tra le mie gambe. Le accarezzai la guancia, poi le guidai la testa verso il mio sesso. Sentii il suo naso sfiorare il mio pelo poi, timidamente, diede qualche colpo di lingua che mi elettrizzò. Mi lasciai scappare un gemito soffocato, una scarica di brividi percorse il mio ventre e la mia fica si contrasse attorno alle sue dita. Un’ondata di piacere stava crescendo in me sotto le sue voluttuose carezze ma, improvvisamente, interruppe la sua esplorazione lasciandomi ansimare dal desiderio e la sentii balbettare. “Scusami ma mi vergogno terribilmente per quello che sto per dirti. È la prima volta che ne parlo con qualcuno.” “Oddio, che è successo?” “Tua figlia fece scivolare la mano sotto il cuscino ed iniziò a muoverla con un ritmo ed in un modo inequivocabile. Io ero completamente paralizzata da ciò che la stavo vedendo fare. Dopo qualche minuto tuo marito tolse il cuscino e proprio in quel momento vidi per la prima volta, dal vero, il sesso di un uomo. Sai, al liceo e con le amiche ne parlavamo e ci vantavamo, ma io non avevo mai approcciato concretamente un ragazzo, ero ancora vergine. Con una mano la ragazza masturbava il cazzo del padre e con l’altra gli massaggiava i testicoli. Si capiva che lo faceva abitualmente. Inorridita mi alzai per andarmene ma tuo marito , che aveva percepito il mio imbarazzo nel vedere il suo cazzo, mi disse di avvicinarmi e di approfittarne se ne avevo voglia. Lei lasciò il membro duro e gonfio per farmelo osservare meglio. Tuo marito lo muoveva con delle contrazioni volontarie che lo facevano sembrare una cosa viva. Allora tua figlia mi tese una mano e sorridendo, mi invitò ad avvicinarmi. Io come un automa li raggiungi, mi sedetti tra di loro e un attimo dopo avevo quel cazzo tra le mie mani. Era morbido e caldo, non avevo mai immaginato fosse così. Ero affascinata da quel coso duro ma allo stesso tempo gommoso, tanto che una grande emozione si impadronì di me. Non ero interessata al proprietario del giocattolo, ma solo al giocattolo, mi capisci?” “Non ti preoccupare Sabina, ti capisco molto bene. Sii gentile amore, leccami ancora un pochino prima di dirmi il seguito.” Di nuovo si tuffò con la testa tra le mie gambe, la sua lingua leccò le mie labbra e penetrò la mia vagina mentre con le dita pizzicava e stringeva il mio clitoride. Continuò per alcuni minuti prima di fermarsi e ricominciare il racconto. “Tua figlia mi mostrò come afferrarlo correttamente e come muovere le mani nel modo migliore, poi lasciò che io mi prodigassi nelle carezze che avrebbero dato piacere a tuo marito. Le sue mani correvano sulla mia schiena, sul mio collo ed anche sui miei seni. Il tutto era molto rilassante ed emozionante, ma eccitante al tempo stesso tanto che mi abbandonai a lui quando mi invitò a distendermi sul divano. Vuoi veramente che continui a masturbarti?” Per risposta le presi il polso e la guidai a prendermi più forte e più velocemente. Morivo dal desiderio ed ero sull’orlo del piacere. Continuò il racconto singhiozzando ma le sue dita sembravano essere diventate più agili e veloci. “Ero vergine come ti ho detto, tuo marito dopo avermi fatta sdraiare mi tolse le mutandine e mi aprì le gambe, si distese su di me, posizionò la sua verga e mi deflorò in un sol colpo. Si stava prendendo la mia verginità senza nessun rimorso, io inizia a piangere per il dolore mentre lui mi scopava con violenza. Avevo male nel basso ventre, tua figlia per consolarmi mi diceva tutto andava bene, mi accarezzava e mi copriva il viso di baci, anche sulle labbra. Lui mi scopava sempre più veloce e sempre più forte. Io ero come pietrificata, non sapevo cosa fare. Pensavo che forse avrei dovuto spingerlo via ma come avrei potuto farlo?” Le dita della mia amante mi rendevano folle, non ne potevo più e senza riflettere gli ordinai: “Mostrami cosa ti ha fatto quel bastardo. Scopami come ti ha scopata lui!” Le sue lacrime gocciolavano sul mio pube. La sua mano si muoveva con vigore, mi stava letteralmente scopando. Non pensavo più a quel porco di mio marito, non pensavo più a niente. Esplosi in un orgasmo sorprendente, tutto il mio corpo fu percorso da contrazioni fortissime ed io, da piacere, emisi un rantolo animale. Non esisteva più niente, le mie gambe tremavano, la mia vagina pulsava ed io faticai a riprendere il respiro regolare. Lei era ancora in lacrime quando io ridiscesi sulla terra dopo questo viaggio in paradiso allora tirai verso di me per confortarla. Dovevo essere offesa dalle sue parole invece, paradossalmente, arrivai all’orgasmo sotto le sue dita proprio quando il suo racconto divenne più oltraggioso nei miei confronti. Il racconto non aggiunse molto a ciò che avevo scoperto recentemente sulla perversione del mio defunto marito. Il fatto che lui abbia goduto nel prendere la verginità di una ragazza giovane e carina dimostra ancora una volta la bassa moralità di quell’uomo. Comunque avrei ancora due parole da dire a Virginia domani! Vorrei avere delle spiegazioni su ciò che l’ha condotta ad essere complice di questo atto. Tra pianti e singhiozzi Sabina continuò il racconto. “Non sei arrabbiata con me Marta? Io provo solo vergogna nel raccontartelo, soprattutto perché eri stata cosi buona con me nel giorno dell’incidente. Io ti ho tradita, ne sono cosciente.” “Amore, non posso biasimarti. Era un bastardo e, ahimè, lo saputo di recente. Tu hai fatto bene a toglierti questo peso dalla coscienza, quindi ora smettila di piangere, va tutto bene.” Le mie parole non ebbero l’effetto sperato, Sabina continuava a singhiozzare. Ero perplessa. A meno che.. “Sabina hai altre cose da confessare? Ho l’impressione che non mi hai raccontato tutto.” “No.. no.. non posso..” “Ascoltami, sicuramente la tua vita da stasera migliorerà. Tu mi hai confidato delle cose che ti pesavano sulla coscienza. Ora liberatene completamente, raccontami tutto.” “No.. no.. non posso” “Non preoccuparti, sono pronta ad ascoltare qualsiasi cosa. Andiamo avanti, non avere paura. Poi ti farò un grande abbraccio e ti dimenticherai tutto.” “Si, ma io non sono più tornata per ringraziarti e soprattutto per dirti quello che era avvenuto con tuo marito in tua assenza. Avevo troppa vergogna. In più ho sempre avuto paura di incontrati per strada tanto che ho sempre evitato di passare per il tuo quartiere.” “Su dai, non ti incolpo di nulla. Vai, continua il racconto.” Sempre piangendo: “No, non posso.” “Dai amore, libera la tua mente.” Le dissi stringendola forte a me. Lei fece un sospirone e continuò. “Dopo quel fatto non mi vennero le mestruazioni. Ero incinta.” “E cosa hai fatto allora?” Questa volta ero io emozionata, temevo il resto del racconto. “Nonostante tutto ho voluto tenere il bambino, mio padre me ne ha dette di tutti i colori poi mi ha buttata fuori da casa. Fortunatamente mia madre mi ha aiutata di nascosto di mio padre. Purtroppo dovetti abbandonare l’università per andare a lavorare per crescere Leonardo.” “Accidenti! Ora capisco quanto era grosso il peso che avevi sulla coscienza. Ma non te ne voglio comunque, non sei tu la responsabile. Quel bastardo del mio defunto marito ti ha rovinato la vita, ma ancora una volta non è colpa tua. Tuo figlio è stato cresciuto ed educato bene, e poi, d’ora in avanti, puoi recuperare molte cose con lui, ed allo stesso tempo fare pace con gli uomini.” Poco dopo questa rivelazione mi prese un po’ di angoscia, quando realizzai che le mie figlie avevano un fratellastro molto più piccolo di loro, che il mio piccolo amante biondo innamorato di sua madre è lo zio dei miei nipotini anche se ha la loro età. Ora come potevo gestire questa storia? Bene, per il momento decisi di tenerla tutto per me e con Sabina feci un patto per mantenere segrete queste rivelazioni. Dopo avermi messa al corrente della sua storia, la mia amante si rilassò. Ora non aveva più questo masso sul cuore. Felice distese al mio fianco appoggiando la testa sulla mia spalla mentre con la mano accarezzava il pelo della mia micetta. “Accidenti come sei pelosa!” “Lo so, ma piace così a Davide.” “Ma vuoi dire che tuo nipote e te..” “Certo! È un eccellente amante. Anche sua mamma e sua sorella, ma in modo diverso. Per quanto riguarda il tuo Leonardo ora se la cava piuttosto bene.” “Tu lo hai fatto anche con mio figlio?” “Con lui solo per iniziarlo, Ormai non ha più bisogno di corsi particolari. Ci sei tu, tocca a te continuare l’insegnamento.” “No, non è una cosa possibile e morale.” “Ma si mia cara. Lo sai, mi è piaciuto un sacco quando mi ha inculata, dovrai provarlo un giorno. Ma sai, una cosa alla volta. Sono sicura che ti porterà al settimo cielo. A meno che tu non preferisca le donne.. Sai, sei stata maledettamente brava questa sera, mi hai fatto godere come una troia..” Detto ciò la mia bocca si incollò alla sua, e la passione che ci prese durante quel bacio confermò che lei apprezzava le donne quanto me.
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