La meraviglioso dottoressa Lori

di
genere
comici

Notte tranquilla e silenziosa, in lontananza qualche rumore di traffico e la sirena di un’ambulanza che si allontana; le tende della stanza pigramente mosse da un filo d’aria tiepida che annuncia l’imminente estate.
Sullo schermo, un grumo di caselle tonde e quadre, collegate da frecce e tratteggi variopinti, link sottolineati e tabelle zeppe di cifre…
Mmhh..., pare la TAC di una schizofrenica - penso - anzi, visto che l’ho impostata io, lo sarà per davvero! Ipotesi interessante, dottoressa Lorena...
Ridacchio fra me e me. Sposto un paio di collegamenti, ridimensiono una casella, poi ci scrivo altro testo, poi la sdoppio in due ovali, in ognuno dei quali cancello una metà del testo originale. Centro il testo, ridimensiono, coloro lo sfondo.
Mmhh..., si si, una vera psicopatica…
Salvo.
E’ l’abbozzo della mia relazione al convegno che si terrà di li a un mese, e nonostante il tempo rimanente sono già in ritardissimo. Anche perchè so già che come metodo di lavoro prima ci butterò dentro di tutto e di più e poi, a colpi di lima e di accetta, sfronderò il superfluo e “elementary, my dear Lorena, whatever remains, however improbable, must be the truth”... la verità… acciabattare qualcosa di verosimile, sarebbe già tanta roba.
Guardo l’orologio, nascosto fra un panino sbocconcellato e una lattina di aranciata... tardissimo! Beh, sono soddisfatta del lavoro, i concetti base sono esposti, quello che era importante evidenziare sta incasellato nella suo perimetro sullo schermo e per il resto, come mi succede dalle scuole elementari, nella notte sognerò altri collegamenti e suggestioni per la presentazione; lo sguardo si poggia al comodino e al taccuino dei “sogni belli” dove mi appunto i suggerimenti che la fatina della notte mi sussurra mentre dormo. Che poi tali suggerimenti alla mattina risultino decifrabili e intelleggibili, questa è tutta un’altra storia.
Ma la mia coscienza è salva! - esclamo ad alta voce, battendomi il cinque da sola e stiracchiandomi sulla sedia mentre vedo la mia figura - pantaloni sformati della tuta e maglietta “University of Turin” - riflessa nello specchio.
Certo che ho proprio un bel paio di tette - penso - avessi anche sottomano qualcuno o qualcuna che me le strizza sarebbe più giustificato il portarmi appresso ste due bocce ballonzolanti - penso, e a proposito di tette, decido di dedicarmi un poco di relax prima del sonno notturno; iconizzo il programma della presentazione e richiamo quello di videoscrittura.

Mmhh... dove ero arrivata?
Avevo iniziato un po’ per gioco e un po’ per sfida alla mia pudicizia questa cosa di scrivere racconti erotici - dapprima per me stessa e poi postati all’omonimo - e soprattutto anonimo! - sito, e ora non riuscivo ad andare a dormire se non dopo aver fatto progredire un poco la mia ultima creazione letteraria.
Ora ricordo: ero arrivata ad un bivio narrativo… dunque brevemente: il gruppo di lavoro aveva formulato una interessante traccia di ricerca, i finanziamenti scarseggiavano - ma dai?!? in Italia?!? che stranezza… - e l’unica linea d’azione per superare l’impasse sarebbe stato incaricare o la meravigliosa dottoressa Lori - complimenti Lorena, davvero molta fantasia… sarà per questo che prima di spedire lavoro sodo di “Find and Replace” - o il ricercatore Arnold - ok, ok, lo so, è razzismo strisciante: Arnold è di pelle scura, ovviamente ama il jazz, ha il senso del ritmo e li sotto ha un affare lungo un paio di spanne - e spedirli dapprima a minacciare, poi a blandire e infine a sedurre o il capodipartimento Giuseppe - che nome scialbo... flaggo Giuseppe fra i potenziali F&R - o la capostruttura XY - Oriana? Orietta? Ombretta? Ombretta fa abbastanza anni 50/60, il personaggio dovrebbe avere una sessantina d’anni, sola, in omaggio agli stereotipi maschilisti è ancora vogliosa ma a secco di cazzo da un po’, magari ci risparmiamo che nei corridoi viene soprannominata ficasecca a sua insaputa perché a tutto c’è un limite - la capostruttura Ombretta.
Bene, mettiamo in matrice e vediamo un po’ - si, chiedo scusa, anche nella scrittura creativa non riesco a non essere analitica - per cui, in ascissa lo stallone Arnold - MLK, ti chiedo perdono - e Lori - gesù, Lori… la magnifica dottoressa Lori; in ordinata lo scialbo Giuseppe e l’avvizzita Ombretta.
Uhmm… matrice bifattoriale, ogni fattore con due valori possibili formano un due alla seconda…. ok, ok… quattro coppie...
Arnold e Giuseppe… mah, mah, mah… faccio proprio un po’ fatica a far interagire i personaggi maschili, tutti concentrati sul loro pisello e sulla frenesia di infilarlo in ogni buco possibile… a meno che uno dei due sia gay e allora potrei assegnargli un ruolo un po’ più femminile che mi viene più congeniale - ooohhh, da mesi nessuno/a mi strizza le tette, sono qui in la tuta da ginnastica, sai la femminilità - ma Arnold gay? Metà della popolazione del pianeta stapperebbe champagne, ma l’altra metà, la mia, si suiciderebbe seduta stante… Giuseppe gay? Con le spalle innevate di forfora e il cui massimo brivido nella vita è stata trovare la figurina Panini del calciatore Pizzaballa? La vedo davvero dura…
Passiamo al secondo riquadro della matrice: Arnold e Ombretta… mah, forse forse… lui che ha un pitone là sotto, lei con gli ormoni pronti a ghermire come un ghepardo; lui l'approccia con un ti piace il cioccolatino?, lei risponde mi piace solo il gianduiotto, e lui ribadisce e il torrone? e lei solo quello d’Alba fatto con la nocciola tonda gentile delle Langhe... interlocuzione faticosa, fra un mese saranno ancora lì con lui che le chiede e il cous cous ti piace? e lei ribatte preferisco il brasato al barolo, non mi si prospetta un sviluppo interessante; dopo questo simpatico approccio culinario non saprei come proseguire se non introducendo Cannavacciuolo e Joe Bastianich e virare il mio racconto erotico in un Masterchef a luci rosse, forse Sky potrebbe scucire qualche euro per una ricerca monografica sul bollito di elefante in bagnetto verde con le acciughe… ma sto divagando… e poi, sotto sotto, come me Ombretta è piemontese, quindi falsa e cortese, perciò o Arnold riesce a biascicare qualche espressione dialettale - boja fauss, bugia nen, dui purun bagnà nt l'oli, o quantomeno un nè? a fine frase tipo: Ombretta, ci va’ del cosiotto di zebra, nè? - e mi tocca inventare una sua ancestrale ascendenza subalpina derivante dal meticciato di qualche colono emigrato nel paese dei bongo bongo o se no non se ne fa nulla.
Niente, per ora vince ancora la coppia improbabile Arnold-Giuseppe - e al solo pensarci mi prende male.
Terzo riquadro della matrice: la meravigliosa dottoressa Lori e lo scialbo Giuseppe. Passiamo tranquillamente al quarto riquadro.
La meravigliosa dottoressa Lori e l’avvizzita Ornella... no, l’avvizzita Oriana, no, neppure, l’avvizzita Ombretta... cazzo, la devo sedurre e manco mi ricordo come si chiama, cominciamo bene…
“Lori, meravigliosa dottoressa Lori - sussurra Ombretta con voce arrochita porgendole il suo sesso rigonfio - tu mi fai impazzire, la tua lingua che mi accarezza la figa mi fa impazzire, ti prego, non ti fermare…”.
dio mio, che senso… forse però per qualche lettore di bocca buona potrebbe funzionare, no? riprovo…
“La mano di Ombretta risale languidamente la coscia della magnifica dottoressa Lori, si insinua fra le sue gambe, le sfiora il culo, si arresta poggiandosi sulla clitoride e con movimento lento e costante comincia a massaggiarla mentre il suo respiro…”.
Ok, io provo, ma ho bisogno di modificare un paio di particolari se no non ce la posso fare; innanzitutto la meravigliosa dottoressa Lori si prende una meravigliosa vacanza, al diavolo il dipartimento, la ricerca e i fondi mancanti, ma a farle leccare in maniera convincente il sesso rigonfio di Ombretta proprio non ci riesco; al suo posto, con contratto a tempo determinato per il periodo necessario a sedurre Ombretta e farle scucire i finanziamenti, entra in campo la dottoressa Samantha, anzi, la seducente dottoressa Samantha, si, col TH, che l’unica ricerca che conosce è quella di Nemo nel film della Pixar e che la laurea l’ha sudata, anzi sudatissima, grazie alla sua bocca turgida, anzi no, golosa… la sua bocca golosa, le sue tette sode, le sue gambe affusolate e il suo culo… com’è già il culo? Sodo no, ci sono già le tette che sono sode, marmoreo o lapideo o statuario neppure che sono vocaboli incomprensibili ai più, forse prensile - ridacchio da sola, culo prensile è un ottimo gioco di parole, giuro lo inserisco nella prossima storia… - come diavolo è il culo di Samantha? Immaginifico! Faraonico! Ipnotico! Stupefacente! Lisergico! Struggente! Da favola! No, una favola… la seducente dottoressa Samantha ha un culo che è una favola. Vai, seducente dottoressa Samantha, sei tutta noi, vai, scopati Ornella, no, Ombretta!, scopati Ombretta, fatti scopare, insomma fai quel che vuoi ma scippa i finanziamenti e poi scappa veloce sulle tue gambe affusolate e sul tuo culo che è una favola (yaba daba duuu!).
Poi, per pilotare la seducente dottoressa Samantha fra le cosce di Ombretta ho bisogno di qualcosa di forte, che mi tenga in tensione e brillante; nel comodino, sotto il taccuino dei sogni belli, ho anche lo “scrigno dei tesori”.
Intendiamoci, sono nata agli albori della moderna tecnologia e sono ancora abituata a fare tutto a mano, dai tortellini del Plin alla depilazione col rasoio Bic a masturbarmi con le mie - ahimé - stesse dita; ma non sono luddista, se la tecnologia può aiutare, perchè no… per cui pesco l’ovetto, lo regolo alla vibrazione minima, giusto per darmi quel frizzo di vivacità, e lo introduco nella vagina… molto piacevole….
Ok, a la guerre comme a la guerre; scrocchio le dita, e spinta dall’ovetto che nelle mie profondità canta vibrante Lorena you’ll never walk alone, muovo TH alla conquista di Ombretta.
“La seducente dottoressa Samantha bussò alla porta della capostruttura, e non ricevendo risposta si introdusse nello studio. Ornella, no, cazzo, Ombretta era al telefono e le fece segno di chiudere la porta. Mentre chiudeva la telefonata mugugnando, il suo sguardo si poggiò sulla seducente dottoressa Samantha: sulla sua bocca golosa, sulle sue tette sode, sulle sue gambe affusolate e sul suo culo…” com’era già, sto culo? mmhhh.. da favola! sul suo culo da favola!
gesù, cosi non ce la farò mai… estraggo l’ovetto, aumento la vibrazione di un paio di tacche e lo reinserisco nella vagina.
“Ornella si avvicinò alla seducente dottoressa Samantha e con la mano risalì languidamente la sua coscia, si insinuò fra le gambe, sfiorò il suo culo da favola, si arrestò appoggiandosi alla clitoride e con movimento lento e costante cominciò a massaggiarla mentre, porgendole il suo sesso rigonfio, la sua voce arrochita sussurrò: Samantha, seducente dottoressa Samantha, tu mi fai impazzire, la tua lingua che mi accarezza la figa mi fa impazzire, ti prego, non ti fermare…”.
Insomma, la sequenzialità è un po’ zoppicante, i dialoghi sono quelli che sono, ma almeno i personaggi sono abbozzati, stanno cominciando ad interagire fra loro e sono fiduciosa che pian piano il gomitolo della trama si dipanerà…

Chissà come se la passa in vacanza la meravigliosa dottoressa Lori, penso… certo che si è fatta un culo così con la sua ricerca, e ora che è il momento di godersela se ne sta chiusa in casa, nella notte tranquilla e silenziosa con le tende della stanza pigramente mosse da un filo d’aria e ci scommetto che, stacanovista com’è, osserva un grumo di caselle tonde e quadre sullo schermo collegate da frecce e tratteggi variopinti; e intanto a raccogliere i frutti della sua tenacia è la seducente dottoressa Samantha…
Che poi non è tanto assaporare il sesso rigonfio di Ombretta, francamente nella vita c'è di meglio; la questione è il riconoscimento del merito e della fatica delle numerose meravigliose dottoresse Lori che ci circondano, che ogni giorno incontriamo e non ringraziamo.
Ripenso alle tante seducenti dottoresse Samantha che nel corso della mia vita, grazie ai loro culi che sono un favola, mi hanno scavalcata nelle graduatorie, nelle selezioni, nelle promozioni, e mi sale il nervoso per le tante ingiustizie che sento di aver subito, non ultima quella di non avere nessuno/a che in questa notte tranquilla e silenziosa strizzi le mie belle tette, mentre quelle sode di Samantha riportano le impronte digitali di mezzo ateneo…
Non è giusto, non è giusto, cazzo, non è giusto!!!
Però, però, però… è vero che gli scrittori riversano nei loro personaggi parti della propria biografia, ma qui siamo nel regno della fantasia, della possibilità, e almeno per una volta le cose possono andare in maniera differente…
Impetuosamente seleziono l’ultimo paragrafo.
CTRL+X, cancello.
Ripesco l’ovetto e porto il selettore alla massima velocità.
Lo faccio sgusciare dentro.
Il ventre pulsa della vibrazione profonda.
Mi stiracchio.
Mi alzo la maglietta.
Mi accarezzo delicatamente i capezzoli.
Riscrivo.
“Ritornata precipitosamente da un breve periodo di vacanza, la meravigliosa dottoressa Lori si stiracchia, si alza la maglietta e si accarezza delicatamente i capezzoli; la mano della seducente dottoressa Samantha risale languidamente la sua coscia, si insinua fra le gambe, sfiora il suo culo, si arresta appoggiandosi alla clitoride e con movimento lento e costante comincia a massaggiarla; il suo ventre pulsa della vibrazione profonda e Ornella le porge il suo sesso rigonfio mentre con voce arrochita sussurra: Lori, meravigliosa dottoressa Lori, tu mi fai impazzire, la tua lingua che mi accarezza la figa mi fa impazzire, ti prego, non ti fermare…”.
Tiè!, seducente dottoressa Samantha, beccati questo!
Salvo
Iconizzo.
E ora l’ultima rivalsa: appoggio la mano alla clitoride e, immaginando sia la seducente dottoressa Samantha a farlo, nella notte tranquilla e silenziosa, con movimento lento e costante comincio a massaggiarla...
scritto il
2017-12-21
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