Ode al culo

di
genere
poesie

Tempo è giunto ormai si conviene,
di argomento cui mio pensier tiene.
Parlo di te, troppo a lungo bistrattato,
boccone di sesso goloso e prelibato.
Fatto non fossi per essere sol appoggio
di comode sedute,
ne’ sol pur di utili e necessarie fuoriuscite,
ma guardato e ammirato, bramato e voluto,
divin culo vado or, a glorificarti risoluto.
Che tu sia marmoreo o generoso di forma,
come calamita, chiami man a stampar orma.
Molto si è detto su quel che dev’esser,
tuo corretto vision d’aspetto,
tondo, a pera, sottile, generoso e mille altre ometto,
altrettanto si è scritto suoi tuoi numerosi nomi,
da solco di pesca, mele , ed altri da menar in manicomi.
È indubbio, tu sei parte di noi, quella di sotto,
che ogni passion carnale, suscita ed addotto.
Rifugio temerario d’ ogni cazzo avventuroso,
abbisogni corteggiarti, per rissarti amoroso,
rivaleggi di disio a bocca e fica parigrado,
che non v’è dubbio, in estasi in te cado.
E se carne palpitante, per limiti dev’esser negata,
non ti doler, se non di diametro, c’altro sarà affogata.
Sia esso per necessità strapon, pug, dildo, o semplice dito,
ancor non ti doler, il percorso di piacer non è finito.
Che labbra e lingua non ti sdegnino di baci ardenti,
come al pari la tua chiappa negherai mai ai denti.
Concludo quindi con sommo gaudio e gioia anale,
che il piacer così profondo sia mai sol eterosessuale.
scritto il
2018-07-24
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