Utile e dilettevole

di
genere
etero

Alcuni giorni fa, durante la pausa mensa, parlando con una mia amica le espressi il mio desiderio di cambiare ginecologo chiedendole se casomai conoscesse qualche nominativo da consigliarmi.
Raffaella, questo il suo nome ci pensò un po' poi guardandomi negli occhi sorrise e con aria complice si sporse in avanti sulla tavola e abbassando il tono di voce mi disse che si, un medico lei lo conosceva, eccome.
- Ma, non so se può fare per te...
- In che senso?
- Mah. Bravo è bravo, senza dubbio, quando s'impegna come ginecologo...
- Ma che cosa significa? Dai Raffa, sputa il rospo. Cos'ha che non va?
- A volte, spesso in verità, ci prova con le pazienti...Ecco tutto qua!.
Una volta ci ha provato anche con me.
- Azz! E allora perché me lo consigli?
- Beh, per la verità la visita che fa è molto accurata; come dicevo è bravo.
Ma a volte è un po' difficile separare la manipolazione clinica da quella erotica. Ma se poi come ha fatto con me, tira fuori il suo uccello...allora capisci tutto.
Basta però che lo metti in riga subito come ho fatto io...non è uno che insiste.
Però era doveroso che lo sapessi. Professionalmente ripeto, niente da dire, è il mio medico e ora mi trovo bene.
Ma se gli "vai a genio"...sai cosa intendo...non si tira indietro, anzi, lo tira fuori. (rise)
E devo dire che tu Roberta gli potresti piacere assai. Vedi tu.
Ti mando un WhatsApp con nome e numero.
- Dai! Raffa, grazie.

Questo l'antefatto. Era da un po' di tempo che pensavo di cambiare. Il mio dottore, ormai anziano, sta per lasciare e non mi voglio trovare spiazzata.
La salute mia e della mia fica sono quanto di più caro ho al mondo.
Voglio poter valutare con calma, ma questo dott. L. m'intriga, e per due motivi:
Primo, Raffa dice che è bravo e questo è fondamentale.
Secondo, siccome sono curiosa e anche un po' suscettibile voglio verificare se gli "andrò a genio" e se con me ci proverà.
Così, alcuni giorni dopo fissai un appuntamento con la sua segretaria.
Gli lasciai i miei dati e mi chiese se ero disponibile di pomeriggio ed io confermai.
Detto fatto, quattro giorni dopo ero nella sua sala d'attesa.
Confesso che mentre attendevo il mio turno mi colsero una serie di dubbi:
Sarei stata pronta? Che tipo era costui? Affidabile come dice Raffa? Forse avrei fatto meglio a lasciar perdere...
La porta si aprì e una donna uscì. Sentii la sua voce che chiamava:
- Avanti il prossimo.
Entrai. Era al computer.
- La prego, s'accomodi. Finisco qui e sono da lei.

Il tipo sarà stato sulla cinquantina, fede al dito, alto. Capelli a spazzola, brizzolati, interessante nel complesso anche se non un adone visti anche gli anni. Ma dà l'idea di essere simpatico, di metterti a tuo agio.
- Buongiorno Signora, vedo dalla prenotazione che è la prima volta che si rivolge al nostro ambulatorio.
- Roberta. Mi chiami pure Roberta. Si è stata un'amica a consigliarmelo.
- Ah bene! E come si chiama la sua amica?
- Gandolfi...Raffaella Gandolfi.
- Ohh. Sii la conosco bene. Bene! Veniamo a noi. Mi dica qual'è il suo problema?
- Solo un controllo, dottore...
- Mi chiami pure Mauro, così ci sentiamo ambedue più a nostro agio...non è vero?
- Certo, certo. Come le dicevo sono qui per un controllo periodico.
- Accusa dei dolori?
- No. Nessuno.
- Fa uso della pillola?
- Si. Certo.
- Bene Roberta, vediamo.
La sua voce era calda e tranquillizzante.
Mi invitò ad entrare nello spogliatoio.
Mi chiese gentilmente di spogliarmi gonna, scarpe, calze, slip e, se possibile e sempre che non avessi freddo, anche la camicia.
Come da copione mi spogliai e camminando sulla passatoia, dallo spogliatoio mi diressi al lettino ginecologico.
Il lenzuolo bianco, mi parve emanasse un gradevole profumo di lavanda.
Mi fece distendere sul lettino e mi aiutò a divaricare le gambe, accompagnandole ai supporti che le devono sostenere.
Lui si sedette sulla sedia dinanzi alla vagina, che io al momento immaginavo aperta davanti alla sua faccia, indossò un paio di guanti in lattice e delicatamente con la sinistra, credo con l’indice e il pollice, allargò le grandi labbra.
Il contatto con le sue dita mi elettrizzò la zona; sia io che il mio sesso eravamo ormai alla sua mercé…
- Ora le passerò del lubrificante per facilitare l’introduzione del divaricatore, mi raccomando stia calma.
- Sono calmissima.
Lentamente iniziò a spalmare un gel attorno al foro della fica, piano piano, e con movimento circolare lo distribuì per bene; riprese una generosa dose dal barattolo e inizio a spalmarlo anche dentro, roteando il dito sino a toccare la parte corrugata interna, la quale premuta con gentilezza mi fece sobbalzare.
Il ritmo del mio respiro aumentò notevolmente.
Dopo un tempo indefinito mi fece vedere lo speculum con il quale avrebbe iniziato la visita interna. Stranamente il contatto del metallo con le pareti della fica mi risultò piacevole.
- Ho provveduto a scaldarlo anzi tempo, spero lo gradisca, Roberta.
- Va molto bene Mauro, grazie.
Interpretai questa sua premura come un interessamento nei miei confronti. Bene.
Mi stavo lasciando andare.
Con una mano aprì meglio le grandi labbra e con l’altra spinse deciso lo speculum sino a far contatto con le alette, che servono a dilatarlo.
- Bene Roberta, la sento rilassata. Continui così. Ora allargo, resti calma così…
- Faccia pure, per la salute questo ed altro.
Le lamine premettero all’interno del cavo sino alla massima apertura possibile, il dottore a questo punto prese una microcamera e la introdusse per verificare le pareti interne.
Potevo vedere dal monitor quanto stava facendo.
- Vede Roberta quel rossore pallido? Bene niente di preoccupante, ma la cosa migliore sarebbe, se lei è d'accordo, quella di usare un divaricatore più grosso per visionare meglio la zona.
- Dottore, lei sa cosa e meglio fare, ormai sono qua ed è inutile rimandare…
- Bene. Ora estraggo lo speculum.
Lo sentii manovrare le viti, poi iniziò ad estrarlo e lentamente lo tirò a se facendolo fuoriuscire, lasciando il varco della fica oscenamente aperto…
Con una nuova generosa dose di gel iniziò a lubrificare di nuovo le pareti della vagina, introducendo due dita e facendole ruotare lungo tutto il perimetro, per poi scivolare dentro e fuori con lentezza esasperante, cominciai a gemere di piacere. Mi stava stimolando in maniera fine e, probabilmente, si era accorto della mia eccitazione. Ci sapeva fare, il porco, eccome!
Supina, mi sentivo rilassata con la testa all’indietro e gli occhi chiusi, mi gustavo il massaggio.
Stavo entrando in quella dimensione di voluttà che prelude all'orgasmo.
Questa visita stava fondendo magistralmente l'utile al dilettevole.
Ad un certo punto il contatto di un coso duro, che puntava al foro e lentamente iniziava la penetrazione mi scosse bruscamente.
Sollevai la testa dando un’occhiata e notai che il divaricatore era simile ad un cilindro della grossezza di una lattina di birra, anch’esso tiepido, molto lubrificato.
Il dottore si alzò e, messosi di traverso, con una mano mi fece pressione sul basso ventre, poco sopra l’osso pelvico, mentre con l’altra spinse il tubo dentro la cavità della fica ricettiva più che mai dal massaggio e dal gel.
Al contatto con il collo dell’utero, emisi un gemito (di dolore? Macché…).
Il dottore lo fece ruotare alcune volte intuendo la corretta posizione.
Ora si era nuovamente seduto di fronte alla mia passerona con il divaricatore inserito, con un dito sfiorò appena il clitoride, il quale ebbe l’effetto di farmi bagnare la fica. Ormai l’umore stava colando sino al culo, tanto che sentivo già le chiappe umide e sapevo che il lenzuolo si sarebbe inzuppato.
Stavo per decollare.
Il dottore iniziò ad agire sulla cremagliera della vite e le pareti mobili del divaricatore iniziarono a premere sulle pareti interne e, inesorabilmente, a dilatare la mia cavità vaginale.
I minuti scorrevano lenti, la pressione prima fastidiosa ora si faceva piacevole.
- Ecco ora siamo al massimo della divaricazione
- Mmmmmmmmmmmm…
fu l’unico suono che emise la mia bocca…
- Sente dolore?
- Nnnnooo, annnzi…
Con la telecamera riprese l’interno del canale vaginale, passando attorno all’utero e percorrendo piano piano la zona corrugata del “punto G”, strappandomi gemiti di vero piacere.
Poi con due dita iniziò una lenta pressione provocandomi sobbalzi allo stomaco.
Inutile dirlo che stavo iniziando a godere; l’umido scendeva copioso fra le chiappe ed il lenzuolo era praticamente fradicio, lo sentivo sin alla schiena…
Smise di manovrare, con mio dispiacere, perché avevo quasi raggiunto l'iperuranio.
Con una mano schiacciò nuovamente il pube e con l’altra, con decisione, estrasse il divaricatore.
Un prolungato gemito di dolore e piacere uscì dalla mia bocca, terminando con un grugnito.
Il tempo di posare sul banchetto l’attrezzo, che sentii la sua mano unta di qualcosa di scivoloso percorrere dal clitoride all’ano, con lenta esasperazione, facendomi gemere di desiderio.
Poi nuovamente la sua mano sul pube a far pressione e l’altra che, dalla zona anale risaliva fino ad arrivare alla cavità vaginale, a formare una specie di cuneo… e spingere … spingere e spingere…
Il dottore si fermò un attimo, il tempo di farmi rilassare, poi lentamente chiuse le dita a pugno ed inizio a rotearlo dentro, con molta calma, ed a muoverlo avanti ed indietro: la pressione sulle pareti iniziò a procurarmi spasmi di piacere intenso, lungo le chiappe sentivo scendere gli umori della mia fica
Il piacere iniziava a rivoltarmi lo stomaco, grugniti di goduria erano le uniche cose che riuscivo ad emettere, oltre ai “sìììì”, "daii", “continuaaa” e “ancooora”… Ad un certo punto sentii una esplosione nel cervello, lo stomaco indurirsi e spingere verso il basso e dalla fica partire un potente getto di liquido viscido e caldo, della durata di alcuni secondi che colpì in volto il dottore.
Mentre lo stomaco si rilassava, un secondo getto, meno potente, seguito da un terzo, si riversarono sul suo camice.
Con le mani gli bloccai la sua, ero arrivata al limite della sopportazione…
Con la mano esterna mi allontanò e riappoggiandola al ventre con forza estrasse la mano a pugno dalla fica ormai fradicia e sformata: lo “svuoooppppp” sordo del risucchio si unì al mio ultimo vero grido di piacere, accompagnato da un ulteriore zampillo di liquido caldo…
Esausta mi misi le mani a coppa sulla fica oscenamente aperta, e le feci entrare sentendo il battito del cuore pulsare, cosa che mi provocò ancora un intenso orgasmo viscerale, fu allora che mi accorsi della cappella violacea del suo uccello a pochi centimetri dalla mia faccia.
Stava fermo, come in attesa.
Ormai preda di un parossismo erotico non mi feci certo pregare, aprii la bocca accogliendo fra le labbra il glande. Il dottore allora prese a muoversi avanti e indietro, lentamente, tenendomi per i capelli.
Succhiavo di gusto, riconoscente; la mia lingua saggiava i contorni in rilievo della cappella come solo una vera troia può fare. Le labbra scivolavano umide lungo tutta l'asta giù giù, fino ai coglioni; succhiavo come a volergli aspirare l'anima, forte il suo odore di maschio.
Infine un getto di caldo liquido, denso e colloso, si riversò nella mia gola, poi un altro e un altro ancora ...e io ingoiavo tutto, di gusto...
Passarono parecchi minuti prima che mi fossi ripresa, riuscire a scendere dal lettino ed andare in bagno a lavarmi…
Al ritorno il dottore era ricomposto e, seduto alla sua poltrona, stava redigendo il referto medico.
- Roberta, nulla di grave, le macchioline sono semplici papille sensoriali, che scompaiono con massaggi diretti
- Quindi dottore cosa mi consiglia?
- Faccia dei massaggi a zona prolungati con questo prodotto che le ho prescritto per un mese, possibilmente in momenti in cui è rilassata. Poi la voglio rivedere.
- E se non dovesse passare?
- Allora occorrerà ripetere la terapia di poco fa e forse più di una, sempre che se la senta e se può essere libera.
- Dottore, per la salute questo ed altro, anzi mi prenoti già per una prossima visita, stessa ora e giorno. Mi sa che avrò bisogno di parecchie sedute… Vero?…
- Ah, dottore quanto le devo?
- Facciamo i conti la prossima volta. Non si preoccupi.


scritto il
2018-08-01
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