Il mio ginecologo

di
genere
etero

Erano ormai trascorsi oltre tre mesi dalla visita ginecologica. In questo tempo avevo eseguito diligentemente le raccomandazioni del dottore.
Avevo acquistato il prodotto che mi aveva prescritto è appena ne avevo il tempo mi massaggiavo.
Non ho mai pensato di averne realmente bisogno, ma comunque male non faceva anzi ne traevo sommo piacere.
Confesso che ero impaziente di farmi "visitare" di nuovo, ma questa volta a modo mio.
Mi fu fissato un appuntamento per il martedì del mese successivo ma quando la segretaria seppe il mio nome disse che il dottore le aveva lasciato un appunto nel quale confermava qualsiasi giorno avessi scelto ma come orario solo dopo 18,30 come ultima paziente; e per questo se ne scusava.
Macché scuse! La cosa era comprensibile visto il tipo di appuntamento.

L'ambulatorio a quell'ora era ormai vuoto. Anche la segretaria poco dopo la mia venuta andò a casa.
Quando l'ultima paziente uscì lui l'accompagnò alla porta poi chiuse a chiave.
Preludio ad una visita molto accurata e intima.
Si voltò e mi sorrise complice.
- Roberta buonasera! Venga, si accomodi.
- Buonasera dottore.
- Allora come andiamo. Ha seguito la terapia che le avevo consigliato?
- Alla lettera! Sto bene ma credo che solo lei potrà dire se sono migliorata o no.
- Vediamo subito. Si spogli e si accomodi pure sul lettino.
Notai che eravamo tornati a darci del 'lei'. Quasi a ristabilire la distanza medico-paziente.
Mi stavo dirigendo verso il paravento, quando...
- Si può spogliare anche qui, se non si vergogna. Può mettere i vestiti sulla sedia.
Vergognarmi io!? Figuriamoci! Raccolsi l'invito mostrando, come ci si spoglia davanti ad un uomo.
Mentre uno ad uno i miei vestiti finivano su quella sedia, il dottore non mi staccava gli occhi di dosso.
- Tenga pure la sottoveste, Roberta. Non fa un gran caldo qui.
Come la volta precedente, aiutò a sistemarmi le gambe sui supporti di sostegno.
Si sedette sullo sgabello con difronte la mia fica aperta.
- Problemi con l'assunzione della pillola?
- Nessuno.
- Bene, bene. Ora Roberta si rilassi. Ecco, brava, così. Le spalmerò del lubrificante per poi introdurre il divaricatore, come la volta scorsa.
Si infilò un guanto nella mano destra e prese dal barattolo un' abbondante dose di gel.
Mentre mi scostava la sottoveste mi sfiorò indugiando con l'altra mano sul pube in una sorta di delicata carezza. Fui scossa da un brivido, non certo di freddo.
Con pochi tocchi misurati spalmò piccole quantità di gel intorno alla vulva fino all'ano per poi cominciare lentamente a distribuirlo in cerchi sempre più concentrici fino a penetrare con tre dita all'interno della vagina.
Mi morsi un labbro cominciando a gemere di piacere.
- Va tutto bene Roberta? Non le sto facendo male?
- Perdio no! Dottore, continui la prego.
Un rivolo vischioso mi colava dalla fica insinuandosi fra le chiappe fin sul lenzuolo.
Con il pretesto di tergere quel flusso, il dottore si insinuò col dito nella zona perineale premendo appena in corrispondenza dell'ano. Reso viscido dal gel il dito sprofondò senza sforzo nello sfintere.
Che deliziosa agonia!
E lui, cogliendo l'occasione...
- Di corpo Roberta come andiamo?
- Saltuariamente. Non evacuo anche per alcuni giorni, ma poi, magari con un po' di sforzo, mi libero completamente, in modo naturale, senza il bisogno di lassativi.
Lei pensa dottore che sia necessario dare un'occhiata anche all'intestino?
- Vedremo, vedremo. Adesso Roberta si rilassi, le inserisco lo speculum. Brava ecco, ora allargo quel tanto da poter introdurre la microcamera...Ecco fatto.
Beh, come può vedere anche lei la situazione seppur migliorata presenta ancora delle parti arrossate. Possiamo intervenire anche subito. Che ne dice?
- Tutto quello che può pur di placarmi il tormento che mi brucia dentro.
- Bene, allora. Rilassi i muscoli, ora estraggo lo speculum.
Appoggiò l'attrezzo sul tavolino. Questa volta senza usare il gel inserì tre dita nella spacca dilata e fradicia risalendo fino a toccare la parte increspata del "punto G" e cominciando lì una stimolazione dapprima lenta, poi sempre più veloce.
Le mie gambe cominciarono a fremere incontrollate, tanto che una di esse saltò giù dal sostegno.
Ero in uno stato di voluttà totale, alla soglia dell'incoscienza; poi il cervello parve esplodere, lo stomaco si contrasse, sentii una spinta verso il basso. L'urlo che emisi era simile ad una scheggia di vetro sulla superficie di una lavagna, mentre dalla fica un potentissimo schizzo di liquido vischioso inondò la faccia del dottore e il suo camice, seguito subito da un altro e da un altro ancora.
Spossata giacqui supina sul lettino con le tempie doloranti.
Dopo un tempo indefinito socchiusi gli occhi umidi di lacrime e intravidi il dottore che si toglieva il camice per poi avvicinarsi.
- Come sta Roberta? Ora si sente meglio?
- Divinamente! Lei dottore ha un tocco davvero magico.
- Mi fa piacere. Resti così, rilasci i suoi nervi; io intanto la asciugo, per favore, sposti più avanti il bacino...ecco così. Brava.
Era stato uno degli orgasmi più devastanti che avessi mai provato. Gli ubbidì.
In quel momento l'uomo immerse la sua faccia fra le mie cosce, abbracciandole e cominciando un gioco di lingua tutt'attorno alla fica ancora zuppa di umori. Suggeva rumorosamente ogni particella di liquido a portata di labbra mentre con un dito pizzicava la cuspide del clitoride.
Poi si sollevò armeggiando con i pantaloni ed estrasse l'uccello già bello sodo.
Un paio di scappellate per intostarlo e mi ritrovai crocefissa prima che riuscissi a dire 'beo'.
D'altronde era ciò che speravo.
Finalmente un cazzo nella fregna. Emettevo gemiti di puro piacere, oltre a incitarlo ad affondare più forte.
- Roberta, devo convenire che lei è sana come un pesce. Ha la vagina elastica e polposa di una ventenne.
Direi che dopo questa cura quel banale problema emerso nella scorsa visita, può dirsi risolto.
Se mi permette, prima di terminare la seduta, eseguirei una veloce ispezione anale per verificare la presenza eventuale di polipi o emorroidi.
- Sono assolutamente d'accordo dottore. La salute viene prima di tutto.
Scoppiammo a ridere entrambi. Avevamo rotto il ghiaccio e calato ambedue la propria maschera
d' ipocrisia.
E intanto con le mani mi divaricavo le chiappe in un esplicito invito.
- Forza dottore, lo so che le piace il mio culo, lo provi. È ancora più sano della fica.
Quasi sorpreso dalla mia impudenza, senza fiatare, prese un abbondante ditata di gel e lo spalmò massaggiando giro giro attorno allo sfintere fino a ricoprirlo.
- Suvvia dottore non c'è bisogno di sprecare tutto quel gel; il mio buchino è ormai rodato e abituato a strumenti ben più grossi...senza offesa, per carità!
Il dottore non se lo fece ripetere e brandendo l'uccello con una mano si accostò delicatamente
all' orifizio anale. Con estrema lentezza, quasi a volerne assaporare il piacere imminente, puntò la cappella che venne inghiottita senza sforzo assieme a tutta l'asta. Fino ai coglioni.
- Ullalah! Che meraviglia, eh! Dottore. Un cazzo anche in culo! Sento già che mi sto bagnando di nuovo. Ho la fica in fiamme, la sente?
- Roberta, lei è una puledra di razza. Non la facevo così spudorata. Che gran bella sorpresa!
Ecco, così, da brava. Si avvinghi coi calcagni ai miei fianchi e tiri così le entra tutto...
Brava la mia troiona. Sei più zoccola della tua amica. Lo sai che sto per venirti, venirti nel tuo bel culo...ecco...oraaa...siii.
- Dio! Dottore non smetta, continui la prego! Sono piena del suo seme. Sto colando sia davanti che dietro e ho la schiena fradicia. La prego mi abbracci. Ho freddo.
- Roberta, sono senza parole...Fortunato il suo uomo...
- Sono single dottore e non ho un uomo fisso.
Se permette andrei a darmi una ripulita e a rivestirmi.
Nell'ambulatorio era ritornato il silenzio, dopo i sussulti e i gemiti, dopo i grugniti di goduria
restavano a terra il lenzuolino zuppo di liquidi vaginali così come il camice del dottore schizzato e vistose chiazze calpestate di liquidi corporei; anche la mia sottoveste era una spugna.
Al ritorno lo trovai ricomposto e seduto alla sua poltrona, i gomiti sui braccioli pensieroso.
- Dottore, vuole una mano a ripulire?
- Non si preoccupi, ci penso io. Innanzi tutto mi volevo scusare con lei, Roberta per averle dato della 'troiona' e citato Raffaella; spero resti fra noi ...ma era tale la mia foia che non ragionavo più.
- Non si preoccupi, non mi sono affatto offesa. L'ho preso, anzi, come un complimento.
E per ciò che riguarda la mia amica...( mentendo spudoratamente) non c'è niente che non sappia già.
Piuttosto mi dica qual'è il suo onorario.
- Sono io che dovrei pagarla. E non mi fraintenda (rise).
Anche stavolta facciamo pari e patta così. Non si preoccupi. Magari la prossima ne riparliamo, se vorrà tornare.
- OK, la ringrazio! Ma certo che tornerò dottore. Ormai tra noi si è stabilito quel legame di fiducia reciproca che sta alla base del rapporto medico-paziente. Non è così?
E mi avviai.
- Aspetti, le apro la porta.
Sulla soglia mi diede la mano e quando mi voltai scendendo le scale, lui chiuse lentamente la porta.




scritto il
2018-08-01
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