Il pagliaio
di
mitana
genere
incesti
Era tutto cominciato per caso. Aveva visto suo padre litigare con sua madre una notte in cui la luna rischiarava a giorno la camera da letto. Lei rannicchiata sotto le coperte per non far vedere che era sveglia mentre il padre stringeva in mano il grosso cazzo nodoso e cercava di salire sulla moglie per chiavarla. Lui le ordinava di compiere il dovere coniugale che era quello di allargare le cosce e farsi fottere mentre lei scalciava e lo allontanava accusandolo di violenza. La bambina non si spiegava come mai la mamma si rifiutasse l'atto piu' importante che unisce una coppia. Ma quella fu solo la prima di una infinita' di volte che il padre tentava di fare sua la propria moglie e questa che si negava. La bambina prese ad odiare questa madre snaturata comunque non rispettosa dei voleri del padre di famiglia e crebbe in lei un'adorazione viscerale per quest'uomo che provvedeva ai suoi bisogni ed a quelli della ingrata moglie. Il tempo passava inesorabile la bambina diventava ragazza i genitori sempre piu' distanti e lei sempre piu' innamorata di quest'uomo per il quale non poteva far nulla per aiutarlo. Non vedeva soluzione, se solo avesse potuto.... Poco piu' di tre mesi fa si e' laureata ed ha compiuto i fatidici diciotto anni aspettando una qualsiasi occupazione. Anzi, un'occupazione l'aveva: era quella di aiutare suo padre nei lavori della masseria. E proprio qualche mese fa e' successo qualcosa che e' stato un preludio al cambiamento totale della sua vita di ragazza. Armata di forcone buttava giu' dal mucchio la paglia che da sotto suo padre raccoglieva e portava in stalla per la lettiera degli animali. Ad un certo punto si accorse che spesso suo padre la guardava col naso all'insu' e sorrideva. Si rese conto che forse dimenandosi per raccogliere la paglia e gettarla di sotto la gonna larga le scopriva le cosce ed il papa' poteva vederle persino la mutandina. Senti' un certo rimescolio nel basso ventre e la bocca le si prosciugo'. Si rese conto che quel bravo uomo buono ed anche bello era in fondo un maschio coi suoi attributi e che per quanto vergine sarebbe stata ben contenta di dargli piacere. Sembrava strano ma finora non aveva mai incontrato un uomo che le facesse rinunciare all'immacolatezza. Non che volesse arrivare vergine al matrimonio ma voleva donare il suo fiore all'uomo che le paresse piu' degno. Un uomo che somigliasse a suo padre non tanto per il fisico quanto per i sentimenti. Il padre si senti' scoperto, abbasso' lo sguardo e raccolse la paglia. La figlia temette di essersi sbagliata e di essere andata oltre colla fantasia ma dopo un po' sorprese ancora suo padre a spiarla sotto la gonna mentre massaggiava l'inguine gonfio. La ragazza arrossi' quando si accorse di essere stata causa di eccitazione per suo padre e suo malgrado senti' le cateratte aprirsi e la fica riempirsi di umore bollente. Strinse le gambe perche' il liquido non colasse fuori. Il padre aveva il viso paonazzo e gli tremavano le labbra come se si fosse sborrato nelle mutande. Aveva notato lo stesso comportamento mentre ballava con qualche coetaneo che cercava di appartarsi e lei si rifiutava. D'altronde in teoria conosceva bene cosa succede ai maschi vogliosi di possedere una donna e piu' di una volta si era lasciata andare ed aveva concesso l'uso della bocca. D'altronde un pompino non era certo la fine del mondo e lo si puo' concedere al posto del fiore verginale. Anzi, si era chiesto spesso perche' sua madre non soddisfaceva colla bocca ai bisogni virili del marito. Ecco, arrossi' quando penso' che se il padre glielo chiedesse gli farebbe un pompino, anzi, gliene farebbe tutte le volte che ne avesse voglia. Finito il lavoro noto' che il padre evitava il suo sguardo e lei poco manco' che gli dicesse di aver notato l'eccitazione fino a sborrare nelle mutande e gli avrebbe voluto dire che anche lei si era allagata di piacere. Per un attimo dimentico' che quest'uomo fosse suo padre e lo desidero' come amante, desidero' essere presa da lui. Poi in bagno fece il bide' indosso' delle mutande asciutte e penso' ad altro. Dopo qualche giorno si ripete' la storia ma questa volta il padre col naso all'insu' le fece i complimenti per il bel corpo ed in particolare per le gambe affusolate. - Ti stai facendo donna, e che bella donna.... Strinse le gambe perche' il complimento le metteva in subbuglio gli ormoni. Invoco' col pensiero che suo padre le chiedesse di concedersi, in quel momento non desiderava altro. Il fuoco nel ventre aveva bisogno di un cazzo di uomo per essere spento, da troppo si dava piacere colle dita sognando il grosso cazzo che aveva visto al padre quando lo offriva a sua madre. Suo padre di sotto massaggiava il gonfiore della patta ed esibiva un bozzo notevole e spingendolo verso di lei perche' ne rilevasse la grossezza le chiese di sollevare la gonna e mostrare le gambe. La ragazza credeva che stesse vivendo un sogno, ma la voce roca del padre che la pregava di mostrarsi era la prova della realta'. Scoppio' a piangere per l'emozione, getto' via il forcone e scese le scale per rientrare in casa. Era quasi giunta a terra che senti' le callose mani di suo padre afferrarle i fianchi e girarla di peso per fronteggiarlo. - Fammi vedere come sei cresciuta...infilata una mano nella scollatura della camicetta afferro' un seno e lo palpo' a lungo mettendola in imbarazzo. Lo sguardo allucinato gli occhi di fuoco le labbra tremanti senti' il bacino di suo padre schiacciato contro il ventre, senti' il cazzo duro spingere come se volesse stracciare gli indumenti e penetrarla, senti' persino quando lo sperma schizzo' violento nelle mutande di suo padre che allento' i muscoli mentre godeva. Si, ma anche lei aveva avuto un altro orgasmo, il secondo a distanza di cinque minuti e solo per aver notato di quanto avesse eccitato un uomo. Se il momento non fosse stato drammatico si sarebbe fatto i complimenti. Il papa' continuava a farle sentire l'erezione e mentre strizzava un capezzolo avvicino' le labbra e senti' la lingua cercare la sua. Il bacio fu appassionato, focoso, era lo sfogo di un desiderio sopito per anni, la voglia negata per lungo tempo, un'incoffessata passione da ambo le parti. La ragazza infilo' una mano nella cintola del genitore massaggio' il cazzo ancora duro raccolse per quello che pote' le gocce di sborra e porto' le dita alla bocca facendo schioccare la lingua mentre lo guardava fisso negli occhi in gesto di sfida. - Sei bella, dio se sei bella... - Sono tua papa', voglio essere tua, prendimi. Non era stata lei a parlare bensi' la sua fica vergine, era stato il suo incoscio a gridare la voglia di rinunciare alla costrizione innaturale della verginita', lei che voleva essere la vacca di suo padre lei che aveva voglia di cazzo da molti anni lei che si fotteva colle dita immaginando il cazzo nodoso di suo padre. Si baciarono a lungo ed a lungo le mani di suo padre le rovistarono tra le pieghe della vagina le strinsero le cosce dove la pelle e' piu' delicata le carezzo' il culo rotondo di sasso, le strizzo' con forza i seni di marmo e si baciarono si baciarono fino a che manco' loro il fiato. Se non era amore questo! Il papa' appoggio' la schiena alla scala mentre la figlia gli scivolo' ai piedi slaccio' la cintuta gli abbasso' i pantaloni e prese in bocca finalmente il cazzo incubo piacevole dei suoi sogni bagnati. E pensare che sua madre aveva rifiutato quel ben di dio. Accolse il grosso cazzo in fondo alla gola voleva sentirlo in fica passando dalla bocca. Era felice di vedere suo padre smaniare sbuffare gemere sospirare fino a che lo senti' irrigidirsi quindi entrarle di piu' in gola ed allagarla di sano bollente seme cremoso. Non era il primo pompino che praticava ad un uomo ma questo lo aveva goduto fimo in fondo e la prova era l'umore che le colava tra le cosce. - Sei una puttana, una gran bella puttana. - Sono la tua puttana, papa'. Si rivestirono e tornarono in casa per lavarsi e prepararsi per la cena che la mamma aveva preparato. Da sotto il tavolo le ginocchia si carezzavano mentre cogli occhi e lo sguardo continuavano la chiavata iniziata nel pagliaio e per sfociare nella deflorazione solo qualche settimana dopo.
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