Donatella cap.5 - esperienze anali

di
genere
feticismo

Io da Donatella volevo tutto. La volevo guardare, le volevo parlare e la volevo scopare a ripetizione. Non ero innamorato di lei e nemmeno lei di me, semplicemente avevamo una attrazione reciproca molto forte.
Quando quel mercoledì giunsi in albergo, da solo e con diverso anticipo rispetto alla mia amante, sua figlia mi attendeva già nel parcheggio. Aveva parcheggiato lontano ed era arrivata a piedi. Pagai le camere e salimmo ognuno nella rispettiva stanza e poi ci confrontammo sul da farsi.
“Non è una location perfetta?”, mi chiese.
“Devo ammettere che hai ragione”, le dissi. Ed effettivamente lo pensavo. Le camere erano attigue e dalla sua si poteva tranquillamente spiare la nostra, accedervi, oppure guardare attraverso la grossa finestra che dava sul balcone che le due stanze avevano in comune e che era rivolto verso l'interno.
“Brava”, le dissi, quasi stupendomi di quel complimento.
“Grazie. Siete la mia trasgressione del momento ed io non me la voglio lasciare scappare per nulla al mondo. Che le farai oggi?”.
“Non lo so ancora”, le risposi con sincerità “Le ho detto di portarsi collant e tacchi, ma non ho pensato ad altro”.
Quel giorno Gabriella era particolarmente bella. Vuoi per l'entusiasmo e la situazione, vuoi per l'abbigliamento o il trucco, non saprei. Lo notai ma non le dissi nulla poiché temevo la sua possibile reazione.
“Non vi siete mai cimentati nel sesso anal?”, mi chiese a bruciapelo, lasciandomi di sasso. Era davvero incredibile quella ragazza.
“No. Non so se tua madre accetterebbe”.
“Prova prima con le dita e vedi che reazione ha, poi magari provi con altro”.
Non credevo alle mie orecchie ed al livello di discorso che stavo facendo. Fino a meno di un anno prima eravamo comuni vicini di casa che, talvolta a malapena, si salutavano per le scale e adesso eravamo in una stanza d'albergo a parlare di come avrei dovuto fare sesso con sua madre.
Il trillo di Whatsapp del mio telefono ci interruppe. Era Donatella che mi comunicava di avere parcheggiato. Le comunicai il numero della camera e poi dissi a Gabriella di andare nella sua camera. Ella corse di là, non prima di avermi augurato buon divertimento. Mentre attesi Donatella mi chiese se ella avrebbe accettato una proposta anal. Avrebbe rifiutato, così come all'inizio aveva fatto con il pissing, ma se mi fossi impegnato ero certo che prima o poi avrebbe accettato.
La attesi sulla porta e quando arrivò erano le 9.05. Notai subito le scarpe con il tacco, anche se non troppo alto. Ci baciammo e poi richiusi la porta a chiave.
“Bello questo posto. Ottima scelta”.
“Grazie”, le risposi mentendo mentre ella si tolse il soprabito, restando con un vestito nero a tubino, lungo fino al ginocchio.
“Sei molto bella”.
“Grazie”.
La presi per mano e la baciai. Ella si poggiò alla scrivania e dieci secondi dopo io le avevo già infilato la mano sotto al vestito e stavo già risalendo lungo le sue chilometriche cosce. Amavo quelle gambe, lunghe e magre, mi facevano letteralmente impazzire. Quando arrivai al suo sesso, lo trovai già scoperto. Il collant infatti era uno di quei modelli aperti sul sesso. Si era depilata completamente.
Ella si staccò dal bacio e mi chiese:”Ti piace?”.
“Altroché”, risposi carezzandole la fica.
“Assaggiami, dai. Non vedo l'ora di sentirti tra le mie gambe”.
Allora mi inginocchiai davanti a lei ed ella si sollevò il vestito in grembo. Il suo sesso depilato, le sue labbra ed il suo clitoride leggermente sporgente erano a pochi centimetri dalla mia bocca ed io vi affondai subito il viso. Sollevò il piede destro e lo poggiò sulla sedia ed io mi insinuai ancora di più al suo interno. Sapevo che Gabriella ci stava guardando ma non potevo sapere se dalla finestra o dalla porta di comunicazione. Mi ricordai di lei ed improvvisamente di quello che mi aveva proposto.
“Cazzo, mi fai impazzire! Sto già godendo!”, mi disse Donatella.
Aveva sempre un buon sapore e quel mattino forse anche più del solito.
Mentre la leccai portai le mani tra le sue chiappe ed infilai il mio indice nel suo orifizio.
“Che fai sporcaccione?”.
“Ti esploro”, le risposi. In quel momento ella raggiunse il suo primo orgasmo. Fu intenso ma breve e solo quando ella ebbe finito, le tolsi il dito dal culo.
Mi spogliai nudo ed ella si sfilò il vestito tenendo solo il reggiseno nero. Non dedicavo mai troppo tempo alle sue tette ed ella ogni tanto me lo diceva, oppure mi chiedeva se non fossero di mio gradimento.
Salimmo sul letto ed io la misi sotto di me. Entrai subito nella sua passera morbida e lubrificata ed in pochi attimi raggiungemmo il nostro ritmo ideale.
Fu quando ci girammo ed io restai sotto di lei, che le lancia la proposta. Mentre mi cavalcava portai le mani sulle sue chiappe e di lì a raggiungere il suo buchino il passo fu breve.
Quando le entrai nuovamente col dito, ella mi disse:”Che hai oggi, ce l'hai con il mio culo?”.
“Si”, le risposi “Stavo giusto pensando che era un luogo inesplorato per me”.
“Che vorresti dire?”.
Le feci l'occhiolino e lei mi guardò a metà strada tra lo sbigottito, il divertito e lo scettico.
“Non dici sul serio, vero?!?!?”.
“Beh, provare non ci costa niente”, le risposi senza smettere di penetrarla.
“E se fa male?”.
“Se fa male interrompiamo”.
E fu così che ella scese dal letto, si tolse le scarpe e poi risalì sul letto. Si mise in piedi sopra di me, con i piedi vicini ai miei fianchi e poi si accovacciò lentamente. Io puntai il mio membro super eretto contro al suo ano, tenendolo ben saldo con la mano destro.
“Piano, piano”, le dissi. Lei si abbassò lentamente e sentii la cappella entrarle dentro. Alzando la testa vedevo la sua fighetta completamente depilata ed il mio cazzo, che tentava di farsi strada nel suo posteriore. Entrare dentro di lei, seppur per poco, fu come un risucchio, ma non fu indolore per Donatella.
“Ahhh.....cazzo!”.
“Sì, proprio quello!”, le dissi sorridendo.
Poggiò il ginocchio destro sul letto ed abbassandosi entrai ancora un poco dentro di lei.
“Cazzo, che male!”, imprecò.
Fu a quel punto che, guardando dietro Donatella, vidi Gabriella sul balcone e non potei non notare la sua bellezza. Aveva i capelli biondi sciolti ed indossava una specie di vestito di maglia a dolcevita che aveva arrotolato fino all'altezza dell'ombelico. Anche lei indossava un collant color carne e la sua mano destra era proprio dentro ad esso. Si stava masturbando guardandoci e la scena la doveva eccitare non poco. Teneva gli occhi socchiusi nonostante fosse molto attenta ad ogni movimento di sua madre.
“Ho ancora davanti agli occhi l'immagine del tuo cazzo che tenta di farsi strada nel culo di mamma” mi scrisse il giorno successivo su Whatsapp “Anche ieri sera mi sono masturbata pensando a quel momento. È stato incredibile. Deve averle fatto un male cane, eppure non voleva rinunciare! Deve essere proprio attratta da te!!!”.
E fu proprio così. Le fece un male cane e tentò di resistere, ma quando fui entrato dentro di lei per metà, dovette rinunciare.
“Non riesco, mi spiace”, mi disse sdraiandosi sul letto in fianco a me.
“Non importa. Proveremo un'altra volta”.
“Non saprei, fa davvero male”.
“Non ti preoccupare”le dissi. Poi le salii sopra e la montai.
“Scopami, dai, fammi godere in modo tradizionale”.
Dieci minuti dopo ella ebbe il suo secondo orgasmo ed un attimo dopo la seguii anch'io, riempiendola del mio seme.
Ci coccolammo un po', restando sdraiati. Parlammo un po' di varie cose e il giorno dopo sua figlia mi disse che quella pausa era durata un po' troppo.
“Non mi piace quando fate i romantici e vi fate le coccole. E poi facevate dei discorsi non interessanti”, aveva scritto.
Io vado in bagno”, mi disse Donatella ad un certo punto alzandosi dal letto e reindossando le scarpe. Ed io la seguii subito, praticamente la pedinai. Si sedette sulla tazza spalancando le cosce e vidi il mio sperma colare dal suo sesso. Si toccò leggermente, poi guardò verso l'alto, si mosse un attimo sulla tazza e dalla sua passera uscì un fiotto di urina. Mi avvicinai subito ed il mio cazzo che fino a quel momento era stato moscio in seguito al precedente orgasmo, si rivitalizzò.
Le misi una mano sotto ed ella mi pisciò sulla mano. Lasciai che quel liquido caldo scorresse lungo la mia mano e quando la sua vescica si fu svuotata, le accarezzai lentamente la passera, senza asciugarla con la carta. L'urina intrise il collant, ma lei cominciò a miagolare di piacere.
“Cazzo quanto mi piace quando mi tocchi dopo aver pisciato”, mi disse.
“La tua fichetta depilata mi fa impazzire”.
“Si?!?! Mmmmhhhh....anche le tue dita mi fanno impazzire!”.
Il suo clitoride sporgeva dalle sue labbra ed io lo toccavo ad ogni passaggio. Le mie dita correvano esperte lungo quelle pieghe ed in pochi attimi la mia amante già ansimava.
“Sei caldissima”.
“Con te è come essere perennemente in calore. Fammi godere, dai”.
Mi dedicai completamente a lei ed alla sua passera, senza fretta e con dedizione. Le feci provare un piacere intenso e prolungato, rallentando quando percepivo che stava per godere ed incrementando quando invece si allontanava dal piacere. Restai lì al suo fianco, vicino al water, per almeno mezz'ora e lei raggiunse due orgasmi alla fine dei quali era veramente spossata. Nel corso del secondo quasi sobbalzò sulla tazza. La aiutai a tornare in camera e si sdraiò sul letto a faccia in giù, in estasi.
Fu quello il momento in cui presi la mia decisione. Mi posizionai dietro di lei e dopo averle poggiato il cazzo tra le chiappe, con un leggero colpo di reni entrai nel suo ano. Non interamente, sempre un piccolo pezzo. Lei sembrò meglio predisposta rispetto a prima o forse più incosciente. Mi mossi lentamente, avanti ed indietro ed in quel momento rividi Gabriella sul terrazzo che mi faceva segno di proseguire, alzando il pollice della mano destra verso di me. Anche in quel momento si stava toccando.
Donatella affondò il volto nel letto e con le mani tentò di tenersi aperte le chiappe. A quel punto io le diedi un ulteriore colpetto di reni ed entrai ancora un po' nel suo retto.
“Ahi, ahi!!! Cazzo, fa malissimo”.
“Ancora un pezzettino”, le dissi “Tieni duro, ti prego”.
“Sì, ok, ma fa malissimo comunque!!!”
Ella lo fece ed io entrai ancora un po'. Più di così non si poteva fare a meno di lacerarle le carni cosa che, peraltro, seppur in minima parte accadde comunque. Il giorno dopo mi avrebbe scritto di aver trovato le mutande quella notte macchiate di rosso. Mi mossi avanti ed indietro e sentii la sua carne avvolgere in maniera salda il mio membro.
“Sto per venire”, le dissi quando sentii l'orgasmo vicino. Avrei goduto sicuramente cinque minuti se in quel preciso momento non avessi rivisto Gabriella che, dal balcone, mi guardava. Si era abbassata anche il collant, poi si era voltata, si era piegata a novanta e aprendosi le chiappe con le mani, mi aveva mostrato il suo orifizio. Era stata quella visione, di quella ragazza ventenne piegata a mostrarmi il culo a farmi venire. Avevo visto il suo buchino posteriore e poi avevo visto il suo dito medio che, dopo essere stato leccato, era entrato proprio dentro. Non ero nemmeno uscito dallo stretto culo di Donatella e le avevo riempito l'ano del mio seme, crollando poi su di lei.
Il giorno successivo, dopo essersi complimentata con me per aver accattato i suoi suggerimenti, Gabriella mi scrisse di aver già fatto sesso anal.
“All'inizio è un po' doloroso, ma poi passa. La mia prima volta è stato piuttosto doloroso, ma non mi sono voluta privare di questa esperienza. Pensa che poi ho avuto difficoltà a sedermi per due giorni interi!!! È un piacere diverso dall'orgasmo vaginale, ma dicono si possa raggiungere anche un orgasmo anale. A me non è mai accaduto ma sappi che, se volessi provare, io sarei disponibile”.
“No, Gabriella. Ti ringrazio ma sono io quello non disponibile”.
“Secondo me sbagli”, mi scrisse.
“Pensa a tua moglie. Con lei sei felice, vero? Si, altrimenti la molleresti. E allo stesso modo con mia madre. Potresti provare una cosa diversa anche con me ed essere felice, senza dirlo alle altre, non credi?”.
“No”, risposi semplicemente.
“Ogni tanto penso ad una cosa a tre tra noi, ma non so se siamo realmente pronti. Forse noi due si, ma mia madre non troppo. Comunque per ora va bene così. È molto eccitante ed io sono soddisfatta. Non mi sembra che a te la cosa dispiaccia più di tanto, quindi tutti felici. Magari un giorno capiterò all'improvviso in casa e davanti alla sua scena isterica mi butterò sul letto con entrambi. Comunque, ripeto, per ora tutto a posto. Poi vedremo”.
scritto il
2018-09-13
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