La gelataia
di
Hermann Morr
genere
pissing
Iniziava l'inverno, il cielo si faceva grigio, la luce opaca, e io, studente universitario sfaccendato, uscivo dall'ultima lezione del pomeriggio.
Nel tornare a casa passavo davanti al teatro regio, e notai che una nuova gelateria aveva aperto di fronte.
Certo, non era la stagione migliore per aprire quel tipo di attività, non pensavo proprio ai gelati con quel tempo, ma per curiosità mi avvicinai. E vidi la gelataia. Doveva essere poco più grande di me, alta, una magnificenza di boccoli biondi col cappellino in cima che non copriva nulla. Il mento un filo più verso il rettangolare che l'appuntito, ma non mi formalizzavo sui particolari minimi, era una visione da paradiso. Tanto che, anche se la Giò mi aspettava a casa, mi fermai a ordinare un cono fuori stagione.
Stava appena sorgendo la moda dei gusti creativi, e quella gelateria era all'avanguardia; cioccolato fondente col peperoncino, tè masala, yoghurt venato con la confettura di albicocca. Quando poi mi disse che era lei stessa a farli con le sue manine, compresi che di gelati fuori stagione ce ne sarebbero stati ancora molti nel futuro.
Diventò un'abitudine, andavo spesso da solo, a volte anche con la Giò, che però non gradiva la mancanza delle crepes calde.
La gelataia ci assicurava che entro la stagione seguente avrebbe provveduto anche a quello, e intanto neppure la presenza della mia fidanzata mi impediva di gettarle occhiate di apprezzamento.
La Giò comunque era buona, ma non scema, aveva cominciato a inorecchiarsi e a buttare giù domande a trappola, mentre la chiavavo alla disperata nel nostro bilocale da studenti.
" Ma sono proprio io a farti questo effetto amore ? Non starai pensando a qualcun'altra ? "
E io a rassicurare.. no no no sei tu sei tu.. girati vacca che ti lecco il culo.. solo tuuu !
Alla fine non ero neppure bugiardo, lo pensavo veramente, però intanto continuavo a spendere un capitale in gelati, incurante del rischio che la fidanzata potesse appostarsi per cogliermi in flagrante.
Non sapevo ancora che cifra avrebbe raggiunto quel capitale.
Una sera particolarmente fredda e buia, mi trovai a essere l'unico cliente della gelateria. La gelataia doveva essersi lavata i capelli da poco, avevano ancora più volume del solito, gli occhi brillavano. Mi fissava strano, un residuo di fedeltà mi impediva di fare battute allusive, ma sentivo che stava per fare lei una qualche proposta.
" Visto che siamo in confidenza, lo vedi quel mastello separato dagli altri nel tavolino dietro ? E' un gelato speciale che preparo solo per clienti selezionati. Ma costa molto. "
" Ma va ? Molto quanto ? "
Lei fece un movimento con la bocca che mi fece esplodere la bega dentro le mutande, prima di rispondere.
" Trecento euri a coppetta. "
" Checcazzo ! E' fatto di polvere d'oro ? Dai, non la bevo ! "
" Infatti non è da bere, si mangia col cucchiaino. " - rispose sempre con quella faccia come se dovesse saltarmi addosso - " Però qualcosa di dorato negli ingredienti c'è davvero. "
Io ingenuo non capivo una beata minchia e la guardavo a pesce morto.
" Guarda, proprio adesso lo sto preparando. Vieni qua in fondo, ma non azzardarti a superare il bancone. Vedi la macchina più piccola nell'angolo ? La uso solo per questo gusto. Per il momento contiene un normale fiordilatte, ma adesso.. "
Dicendo questo la gelataia si avvicinò alla macchina squadrata ronzante, che come tutte le macchine da gelato aveva l'apertura sopra, si girò verso di me, e slacciò i pantaloni bianchi della sua divisa. Rimasi fulminato, non aveva biancheria sotto, una sorca stupenda col pelo dello stesso color miele dei boccoli, roba che neanche nei film.
E con un saltello si mise a cavalcioni della macchina, guardandomi negli occhi e godendosi le vibrazioni, io sempre in blackout che non capivo più una sega.
Infine un certo rumore e uno sprazzo di lucidità mi fecero finalmente intuire quale fosse l'ingrediente segreto da svanziche.
" Ma è un gelato al piscio ?.. "
" No caro, è un gelato al MIO piscio, uscito da questa sorca che hai testè visto. Per questo vale quel che vale e sono anche stata generosa col prezzo. "
" Ah.. ecco.. va bene, allora adesso vado.. auguri per il lancio del nuovo prodotto eh ?.. "
Uscii dalla gelateria col suo sguardo ancora sulle spalle, il peso di quell'espressione sarcastica, cosa si credeva ziobono, che davvero mi sarei ridotto a tanto per due peli ? Cacciando una cifra spropositata per uno studente ? Con la Giò che era tutto quel che potessi desiderare e anche di più ? Ma figurarsi !
Quella sera rimasi anche tranquillo, in fondo ci ridevo sopra, chissà i vecchi pervertiti che sborsavano per quell'articolo.
Il giorno dopo ancora ero convinto di essere normale, tutto a posto, fu chiaramente la Giò a rilevare che qualcosa non tornava.
" Ma chi sei stasera ! Il kamikaze turbominchia del sesso ? Sei stato in gelateria ancora per caso brutto infame cesso ? Non so se devo vietarti il gelato o metterti davanti una foto della gelataia quando mi scopi, se ti fa questo effetto.. "
" Non c'è bisogno ! Mi basta che fai la gelosa così e te ne faccio cinque di fila ! "
Con quella provvidenziale battuta mi ero salvato dalla fucilazione, ma comunque la mia fidanzata, senza rendersene conto, mi aveva messo di fronte alla realtà.
Il terzo giorno mi arresi, e misi tre biglietti da cento sul banco della gelateria senza dire nulla.
Anche la gelataia non disse nulla, e con un bel sorriso riempì una coppetta dal contenitore riservato.
" Adesso capirai perchè il tavolino in fondo ha la tovaglia così lunga, siediti e fai con comodo, i fazzoletti di carta sono a disposizione. "
Eh già, nascosto dalla tovaglia potevo impugnare il membro anche in piena vista dei passanti. Tutto quel che vedevano era un tizio seduto con un gelato alla panna e una gelataia appoggiata al bancone che gli faceva gli occhioni.
L'odore del gelato era buono, non avrei creduto. Anche il gusto, alla fine era fiordilatte di qualità, ma con una punta di salato e una acidità simile al limone, quasi sembrava di sentire l'amaro della scorzetta.
" Sai, per dare l'aroma giusto ai miei ingredienti mangio pochissima carne, ma molte spezie.. zenzero.. curcuma.. "
Sotto alla tovaglia avevo già consumato tre fazzolettini e ancora ne servivano, stavo intanto leccando anche il residuo nel fondo della coppetta.
La gelataia fece un verso sospetto, non vorrei dire, ma come una che fosse venuta tirandosi un ditale.
Io intanto con l'immagine chiara davanti agli occhi, addirittura la sensazione, della mia lingua nella bocca della Giò.
Dopo avere fatto tutto mi ricomposi, la gelataia mi salutò come qualunque cliente, mi colpiva la sua freddezza di fondo, anche dopo aver condiviso quei momenti.
Ma alla fine, l'unico rimpianto era di non potermi permettere più spesso la specialità della casa.
ferrus_manus@hotmail.com
Nel tornare a casa passavo davanti al teatro regio, e notai che una nuova gelateria aveva aperto di fronte.
Certo, non era la stagione migliore per aprire quel tipo di attività, non pensavo proprio ai gelati con quel tempo, ma per curiosità mi avvicinai. E vidi la gelataia. Doveva essere poco più grande di me, alta, una magnificenza di boccoli biondi col cappellino in cima che non copriva nulla. Il mento un filo più verso il rettangolare che l'appuntito, ma non mi formalizzavo sui particolari minimi, era una visione da paradiso. Tanto che, anche se la Giò mi aspettava a casa, mi fermai a ordinare un cono fuori stagione.
Stava appena sorgendo la moda dei gusti creativi, e quella gelateria era all'avanguardia; cioccolato fondente col peperoncino, tè masala, yoghurt venato con la confettura di albicocca. Quando poi mi disse che era lei stessa a farli con le sue manine, compresi che di gelati fuori stagione ce ne sarebbero stati ancora molti nel futuro.
Diventò un'abitudine, andavo spesso da solo, a volte anche con la Giò, che però non gradiva la mancanza delle crepes calde.
La gelataia ci assicurava che entro la stagione seguente avrebbe provveduto anche a quello, e intanto neppure la presenza della mia fidanzata mi impediva di gettarle occhiate di apprezzamento.
La Giò comunque era buona, ma non scema, aveva cominciato a inorecchiarsi e a buttare giù domande a trappola, mentre la chiavavo alla disperata nel nostro bilocale da studenti.
" Ma sono proprio io a farti questo effetto amore ? Non starai pensando a qualcun'altra ? "
E io a rassicurare.. no no no sei tu sei tu.. girati vacca che ti lecco il culo.. solo tuuu !
Alla fine non ero neppure bugiardo, lo pensavo veramente, però intanto continuavo a spendere un capitale in gelati, incurante del rischio che la fidanzata potesse appostarsi per cogliermi in flagrante.
Non sapevo ancora che cifra avrebbe raggiunto quel capitale.
Una sera particolarmente fredda e buia, mi trovai a essere l'unico cliente della gelateria. La gelataia doveva essersi lavata i capelli da poco, avevano ancora più volume del solito, gli occhi brillavano. Mi fissava strano, un residuo di fedeltà mi impediva di fare battute allusive, ma sentivo che stava per fare lei una qualche proposta.
" Visto che siamo in confidenza, lo vedi quel mastello separato dagli altri nel tavolino dietro ? E' un gelato speciale che preparo solo per clienti selezionati. Ma costa molto. "
" Ma va ? Molto quanto ? "
Lei fece un movimento con la bocca che mi fece esplodere la bega dentro le mutande, prima di rispondere.
" Trecento euri a coppetta. "
" Checcazzo ! E' fatto di polvere d'oro ? Dai, non la bevo ! "
" Infatti non è da bere, si mangia col cucchiaino. " - rispose sempre con quella faccia come se dovesse saltarmi addosso - " Però qualcosa di dorato negli ingredienti c'è davvero. "
Io ingenuo non capivo una beata minchia e la guardavo a pesce morto.
" Guarda, proprio adesso lo sto preparando. Vieni qua in fondo, ma non azzardarti a superare il bancone. Vedi la macchina più piccola nell'angolo ? La uso solo per questo gusto. Per il momento contiene un normale fiordilatte, ma adesso.. "
Dicendo questo la gelataia si avvicinò alla macchina squadrata ronzante, che come tutte le macchine da gelato aveva l'apertura sopra, si girò verso di me, e slacciò i pantaloni bianchi della sua divisa. Rimasi fulminato, non aveva biancheria sotto, una sorca stupenda col pelo dello stesso color miele dei boccoli, roba che neanche nei film.
E con un saltello si mise a cavalcioni della macchina, guardandomi negli occhi e godendosi le vibrazioni, io sempre in blackout che non capivo più una sega.
Infine un certo rumore e uno sprazzo di lucidità mi fecero finalmente intuire quale fosse l'ingrediente segreto da svanziche.
" Ma è un gelato al piscio ?.. "
" No caro, è un gelato al MIO piscio, uscito da questa sorca che hai testè visto. Per questo vale quel che vale e sono anche stata generosa col prezzo. "
" Ah.. ecco.. va bene, allora adesso vado.. auguri per il lancio del nuovo prodotto eh ?.. "
Uscii dalla gelateria col suo sguardo ancora sulle spalle, il peso di quell'espressione sarcastica, cosa si credeva ziobono, che davvero mi sarei ridotto a tanto per due peli ? Cacciando una cifra spropositata per uno studente ? Con la Giò che era tutto quel che potessi desiderare e anche di più ? Ma figurarsi !
Quella sera rimasi anche tranquillo, in fondo ci ridevo sopra, chissà i vecchi pervertiti che sborsavano per quell'articolo.
Il giorno dopo ancora ero convinto di essere normale, tutto a posto, fu chiaramente la Giò a rilevare che qualcosa non tornava.
" Ma chi sei stasera ! Il kamikaze turbominchia del sesso ? Sei stato in gelateria ancora per caso brutto infame cesso ? Non so se devo vietarti il gelato o metterti davanti una foto della gelataia quando mi scopi, se ti fa questo effetto.. "
" Non c'è bisogno ! Mi basta che fai la gelosa così e te ne faccio cinque di fila ! "
Con quella provvidenziale battuta mi ero salvato dalla fucilazione, ma comunque la mia fidanzata, senza rendersene conto, mi aveva messo di fronte alla realtà.
Il terzo giorno mi arresi, e misi tre biglietti da cento sul banco della gelateria senza dire nulla.
Anche la gelataia non disse nulla, e con un bel sorriso riempì una coppetta dal contenitore riservato.
" Adesso capirai perchè il tavolino in fondo ha la tovaglia così lunga, siediti e fai con comodo, i fazzoletti di carta sono a disposizione. "
Eh già, nascosto dalla tovaglia potevo impugnare il membro anche in piena vista dei passanti. Tutto quel che vedevano era un tizio seduto con un gelato alla panna e una gelataia appoggiata al bancone che gli faceva gli occhioni.
L'odore del gelato era buono, non avrei creduto. Anche il gusto, alla fine era fiordilatte di qualità, ma con una punta di salato e una acidità simile al limone, quasi sembrava di sentire l'amaro della scorzetta.
" Sai, per dare l'aroma giusto ai miei ingredienti mangio pochissima carne, ma molte spezie.. zenzero.. curcuma.. "
Sotto alla tovaglia avevo già consumato tre fazzolettini e ancora ne servivano, stavo intanto leccando anche il residuo nel fondo della coppetta.
La gelataia fece un verso sospetto, non vorrei dire, ma come una che fosse venuta tirandosi un ditale.
Io intanto con l'immagine chiara davanti agli occhi, addirittura la sensazione, della mia lingua nella bocca della Giò.
Dopo avere fatto tutto mi ricomposi, la gelataia mi salutò come qualunque cliente, mi colpiva la sua freddezza di fondo, anche dopo aver condiviso quei momenti.
Ma alla fine, l'unico rimpianto era di non potermi permettere più spesso la specialità della casa.
ferrus_manus@hotmail.com
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