Scivolo

di
genere
incesti

" Oggi il premio letterario, il prossimo mese ti sposi, dovresti essere felice. "

" Lo sono molto ! "

" Allora perchè devo parlare solo io e ti vedo camminare come se avessi una soma sulle spalle ? "

Caterina a questa domanda si fermò sorpresa, tanto che la persona di fianco a lei la superò di due passi prima di fermarsi a sua volta.
Erano in una via del centro storico, stretta, schiacciate tra due file di case alte. Una vista opprimente, se non fosse stato per l'arcobaleno di colori diversi con cui erano dipinte.

Guardò la persona davanti a lei, mezza girata, sua madre Clara. Per qualche motivo, il suo primo pensiero non riguardò la domanda, ma il fatto che lei stessa entro trent'anni sarebbe stata la copia vivente di quella donna. E ne era contenta, il fisico minuto e il seno piccolo soffrono in gioventù, a confronto delle più dotate, ma si prendono la loro rivincita quando avanzano negli anta.
Clara poteva ancora permettersi dei pantaloni rossi aderenti, che modellavano un sedere perfettamente rotondo , gambe che in proporzione parevano lunghe, nonostante fosse una tappa, capelli lunghi ancora neri che coprivano come una tenda quelli grigi sotto, formando un chiaroscuro che attirava lo sguardo. Caterina sentiva che anche lei sarebbe stata così e in suo marito non si sarebbe mai spento il fuoco.

" Dici che sono diventata troppo seria col tempo ? "

" No. Dico che pensi di poter programmare tutta la vita e te ne carichi tutto il peso in aspettative. Quando la realtà è che non possiamo neppure sapere cosa ci succederà fra un minuto. "

Proseguirono in silenzio ancora affiancate.
A sinistra si aprì la via dove stava il ristorante sardo, a destra il piazzale.
Un piazzale diviso in due; una parte asfaltata, con la fontana in mezzo e il muretto attorno, una parte verde, divisa in spazio cani e parco giochi per i bambini.
Era deserto a quell'ora, e lo spazio dei bambini era dominato da un grosso scivolo.
Alto e largo abbastanza per due piccoli assieme, oppure per una donna minuta.

Caterina vide sua madre correre alla scaletta e salire.

" Ma. Cosa fai ? "

" Scivoloooo !! "

Scese e risalì di nuovo.

" Eh no. Allora lo faccio anche io ! "

Salì anche Cate, scivolarono a turno ancora un paio di volte.
Poi sua madre fece una cosa che aveva fatto tante di quelle volte in passato: si inginocchiò sotto per prenderla al volo.

" Noo sono troppo pesanteee ! "

Cate aprì le gambe per non piantarle i tacchi nella pancia e le finì in braccio, si trovarono faccia a faccia a toccarsi con la fronte, come da bambina.

Ma se l'anima può tornare bambina quando vuole, il corpo invece non ne vuole sapere.
Si chiese come facesse quel fisico leggero ad essere tanto caldo, le loro aure di calore e forza vitale erano mischiate. Era questo che provava il suo uomo quando stringeva lei ?

L'urto aveva tolto il fiato a tutte e due, erano rimaste così abbracciate, e il corpo di Caterina reagiva per conto suo, le evocava immagini di altre cose che avrebbero potuto succedere, sensazioni dello stesso calore. C'era anche il suo uomo in alcune di quelle immagini.

La cosa non durò molto, soltanto un attimo più di quanto avrebbe dovuto.
Soltanto il tempo per arrossire, e vedere nel rossore dell'altra gli stessi pensieri.



ferrus_manus@hotmail.com
scritto il
2018-10-25
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