Regalo di Natale in anticipo
di
Aletheia
genere
esibizionismo
La sera del 23 dicembre non viene praticamente mai nessuno in biblioteca.
Tutti gli studenti a questo punto sono già rientrati a casa per le feste di Natale, tanto che la direzione lascia un solo addetto alla segreteria.
Io allora ci lavoravo per i crediti extra e la pagliuzza più corta era toccata a me.
Era abbastanza deprimente: vicino all'entrata c'era un alberello sgangherato decorato con palline tutte spaiate e lucine colorate, e attorno al banco dell'infopoint una decorazione che perdeva brillantini dorati ad ogni spostamento d'aria, facendoteli trovare addosso anche se stavi attento a non toccarla - avevo protestato dicendo che avremmo finito di raccoglierli a Pasqua, ma non c'era stato verso di evitarla.
C'era questa ragazza - Matilde secondo il suo tesserino di riconoscimento - che veniva in biblioteca tutte le sere a studiare e si metteva sempre sul tavolo in angolo, dietro lo scaffale dei dizionari, in fondo all'aula: i capelli biondo cenere, corti fino alle spalle, vestiva elegante ma sobria, e si portava dietro una borsa dall'aria pesante.
Anche quella sera era qui, come al solito seduta al suo tavolo preferito, solo che indossava un vestitino rosso fuoco.
"Ti manca solo il cappellino natalizio e potresti essere una piccola elfetta..." Pensai.
Quella sera dovevo chiudere alle 19:00, ancora un'oretta e me ne sarei andato; la ragazza, potevo intravederla da dov'ero ma non c'era bisogno di stare sul chi va là era una tipa tranquilla.
Presi il cellulare e iniziai a trafficare su Instagram.
Nell'aria il ronzio del riscaldamento era interrotto ogni tanto dal rumore di scricchiolii e movimenti provenienti da dietro lo scaffale dei dizionari.
"Non vuoi perdere nemmeno un minuto di studio, eh?" Dissi a bassa voce ridacchiando: brava ragazza, la Mati.
Quasi in risposta alla mia domanda un rumore mi fece strabuzzare gli occhi: un tintinnio di campanelli, tipo slitta di Babbo Natale!
Guardai nella sua direzione: non riuscivo a vedere bene, ma doveva avere qualche sonaglino con sé o roba simile.
Preso dalla curiosità decisi di controllare con la telecamera.
Aveva messo via i libri e al posto loro ora c'erano diverse cose: un cappellino, delle cose che sembravano trucchi, una scatolina rettangolare con un fiocchetto e la fonte del suono, che un collarino che stava allacciando guardandosi ad un piccolo specchietto appoggiato sul tavolo.
"Aaaah... Forse devi lavorare in qualche evento questa sera, ecco perché la stai tirando tanto per le lunghe..."
Presto detto, pensai.
Si guardò attorno, forse controllando che non potessi vederla e questo m'incuriosì molto: avevo l'impressione che ci fosse qualcosa di strano, ma continuai a guardare.
Matilde aprì con la mano destra la scatolina con il fiocco ed estrasse un oggetto che non vidi subito bene ma mi convinse che era davvero tutto molto, molto strano, che non dovevo assolutamente continuare a guardare, ma non riuscivo a smettere.
Che ci fossero le telecamere era ovviamente segnalato ovunque, poteva andare in bagno, perché lo stava facendo lì?!
Le due palline, collegate da un cordoncino, le dondolavano tra le dita.
Con la mano sinistra si alzò la gonna del vestitino rosso rivelando un paio di parigine.
Poi, quando stavo ancora combattendo per decidere cosa fare, la ragazza puntò lo sguardo sulla telecamera e sorrise.
Tutti gli studenti a questo punto sono già rientrati a casa per le feste di Natale, tanto che la direzione lascia un solo addetto alla segreteria.
Io allora ci lavoravo per i crediti extra e la pagliuzza più corta era toccata a me.
Era abbastanza deprimente: vicino all'entrata c'era un alberello sgangherato decorato con palline tutte spaiate e lucine colorate, e attorno al banco dell'infopoint una decorazione che perdeva brillantini dorati ad ogni spostamento d'aria, facendoteli trovare addosso anche se stavi attento a non toccarla - avevo protestato dicendo che avremmo finito di raccoglierli a Pasqua, ma non c'era stato verso di evitarla.
C'era questa ragazza - Matilde secondo il suo tesserino di riconoscimento - che veniva in biblioteca tutte le sere a studiare e si metteva sempre sul tavolo in angolo, dietro lo scaffale dei dizionari, in fondo all'aula: i capelli biondo cenere, corti fino alle spalle, vestiva elegante ma sobria, e si portava dietro una borsa dall'aria pesante.
Anche quella sera era qui, come al solito seduta al suo tavolo preferito, solo che indossava un vestitino rosso fuoco.
"Ti manca solo il cappellino natalizio e potresti essere una piccola elfetta..." Pensai.
Quella sera dovevo chiudere alle 19:00, ancora un'oretta e me ne sarei andato; la ragazza, potevo intravederla da dov'ero ma non c'era bisogno di stare sul chi va là era una tipa tranquilla.
Presi il cellulare e iniziai a trafficare su Instagram.
Nell'aria il ronzio del riscaldamento era interrotto ogni tanto dal rumore di scricchiolii e movimenti provenienti da dietro lo scaffale dei dizionari.
"Non vuoi perdere nemmeno un minuto di studio, eh?" Dissi a bassa voce ridacchiando: brava ragazza, la Mati.
Quasi in risposta alla mia domanda un rumore mi fece strabuzzare gli occhi: un tintinnio di campanelli, tipo slitta di Babbo Natale!
Guardai nella sua direzione: non riuscivo a vedere bene, ma doveva avere qualche sonaglino con sé o roba simile.
Preso dalla curiosità decisi di controllare con la telecamera.
Aveva messo via i libri e al posto loro ora c'erano diverse cose: un cappellino, delle cose che sembravano trucchi, una scatolina rettangolare con un fiocchetto e la fonte del suono, che un collarino che stava allacciando guardandosi ad un piccolo specchietto appoggiato sul tavolo.
"Aaaah... Forse devi lavorare in qualche evento questa sera, ecco perché la stai tirando tanto per le lunghe..."
Presto detto, pensai.
Si guardò attorno, forse controllando che non potessi vederla e questo m'incuriosì molto: avevo l'impressione che ci fosse qualcosa di strano, ma continuai a guardare.
Matilde aprì con la mano destra la scatolina con il fiocco ed estrasse un oggetto che non vidi subito bene ma mi convinse che era davvero tutto molto, molto strano, che non dovevo assolutamente continuare a guardare, ma non riuscivo a smettere.
Che ci fossero le telecamere era ovviamente segnalato ovunque, poteva andare in bagno, perché lo stava facendo lì?!
Le due palline, collegate da un cordoncino, le dondolavano tra le dita.
Con la mano sinistra si alzò la gonna del vestitino rosso rivelando un paio di parigine.
Poi, quando stavo ancora combattendo per decidere cosa fare, la ragazza puntò lo sguardo sulla telecamera e sorrise.
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