Il fiore
di
scopertaeros69
genere
poesie
Mi avvicino a te,
pieno di ingenua,
lussuriosa superbia,
dischiusa come un fiore,
nelle tue gambe aperte,
nelle tue labbra appena accostate.
Goloso pregusto il tuo nettare,
il momento in cui ancora ti priverò,
del controllo, di quella ipocrita parvenza d'innocenza.
Così mi accingo a coglierti,
come si spicca il fiore dal suo stelo,
come si affonda in esso per carpirne la fragranza,
suggerne il dolce segreto che nasconde.
Il tuo abbraccio è delicato, arrendevole,
sicuro e carico di dolci promesse.
Il primo scambio di baci, muta dal timido,
al desideroso, al cedere alla violenza crescente.
Sei dolce ed invitante, ed io mi perdo in te,
discendendo nella tua carne.
Bella e stupenda, fatale,
come una Drosera,
ora mi ghermisci,
nel chiudersi delle tue braccia,
nell'avvolgermi delle tue gambe,
i talloni contro il mio culo,
spingono.
Sei la Raflesia di ogni mio desiderio,
vorace ed insaziabile.
Sei...vuoi... comandi... pretendi...
L'ingannevole cedevolezza del tuo sesso
accogliente come una Nephentes,
cattura senza scampo, imprigionandomi in te.
Le dita mi solcano d'unghie la schiena,
mi serrano la nuca, mi portano a te,
soffocando nella mia bocca i tuoi gemiti,
negandomi il diritto di estorcerli.
La tua fica, mi racchiude,
quasi volesse mangiarmi, e forse è così.
Sono prigioniero assoluto, con corpo e voce,
mi sproni in ogni modo,
sorda ad ogni ragione che non sia il tuo desiderio.
Il mio dibattermi nella tua presa,
come un insetto in trappola,
ti fa gioco.
Eppure... si manca ancora qualcosa...
la Drosera... come essa affondi i denti,
nella mia spalla,
godi del mio guizzo di dolore,
nelle mie spinte rabbiose.
Alla fine mi arrendo,
vengo, nello spasmo di tendini e muscoli.
Solo ora, sicura del mio scorrere liquido,
dentro di te, ora soltanto,
allenti la presa.
Rimango così, stremato,
di nuovo in balia,
della tua ritrovata dolcezza.
pieno di ingenua,
lussuriosa superbia,
dischiusa come un fiore,
nelle tue gambe aperte,
nelle tue labbra appena accostate.
Goloso pregusto il tuo nettare,
il momento in cui ancora ti priverò,
del controllo, di quella ipocrita parvenza d'innocenza.
Così mi accingo a coglierti,
come si spicca il fiore dal suo stelo,
come si affonda in esso per carpirne la fragranza,
suggerne il dolce segreto che nasconde.
Il tuo abbraccio è delicato, arrendevole,
sicuro e carico di dolci promesse.
Il primo scambio di baci, muta dal timido,
al desideroso, al cedere alla violenza crescente.
Sei dolce ed invitante, ed io mi perdo in te,
discendendo nella tua carne.
Bella e stupenda, fatale,
come una Drosera,
ora mi ghermisci,
nel chiudersi delle tue braccia,
nell'avvolgermi delle tue gambe,
i talloni contro il mio culo,
spingono.
Sei la Raflesia di ogni mio desiderio,
vorace ed insaziabile.
Sei...vuoi... comandi... pretendi...
L'ingannevole cedevolezza del tuo sesso
accogliente come una Nephentes,
cattura senza scampo, imprigionandomi in te.
Le dita mi solcano d'unghie la schiena,
mi serrano la nuca, mi portano a te,
soffocando nella mia bocca i tuoi gemiti,
negandomi il diritto di estorcerli.
La tua fica, mi racchiude,
quasi volesse mangiarmi, e forse è così.
Sono prigioniero assoluto, con corpo e voce,
mi sproni in ogni modo,
sorda ad ogni ragione che non sia il tuo desiderio.
Il mio dibattermi nella tua presa,
come un insetto in trappola,
ti fa gioco.
Eppure... si manca ancora qualcosa...
la Drosera... come essa affondi i denti,
nella mia spalla,
godi del mio guizzo di dolore,
nelle mie spinte rabbiose.
Alla fine mi arrendo,
vengo, nello spasmo di tendini e muscoli.
Solo ora, sicura del mio scorrere liquido,
dentro di te, ora soltanto,
allenti la presa.
Rimango così, stremato,
di nuovo in balia,
della tua ritrovata dolcezza.
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