Il sequestro

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Il sequestro (parte 1)

Durante il periodo di agosto, molti cittadini vanno a cercare refrigerio altrove in località turistiche balneari o di montagna.
Molte città e paesi circostanti si svuotano e purtroppo proprio per questo motivo molte case diventano bersaglio preferito di ladri che aspettano la partenza dei proprietari per depredare in tranquillità.
All'inizio del mese di agosto i coniugi R., non erano ancora partiti per le vacanze estive.
La famiglia abitava in una bella villa all'entrata di un paesino in una zona residenziale e la città più vicina distava un’ora di strada, insomma un posto un po’ isolato e per questo fortemente voluto dal marito, Mario R., un imprenditore che possedeva una piccola azienda proprio nella cittadina più vicina. La tranquillità di vivere in un posto isolato, lontano dal rumore della metropoli e immerso nel verde, a due passi da un bel bosco con dei laghi, aveva convinto Mario e la moglie Rossana, qualche tempo prima, ad acquistare una villa nella zona.
In quella bella abitazione avevano cresciuto e vivevano tutt’ora i loro due figli Jessica e Dario, rispettivamente di 20 e 22 anni, che ora smaniosi della conclusione della sessione estiva all’università, non vedevano l’ora di partire per la loro casa al mare a Ibiza.
Mario, per affari importanti riguardanti l’azienda, aveva però dovuto prolungare la permanenza in città, costringendo il resto della famiglia a posticipare la partenza.
Infatti qualche giorno prima Mario, aveva avuto modo di incontrare una commissione di imprenditori orientali che li avevano concesso la possibilità di investire nel redditizio mercato giapponese dei beni industriali prodotti dalla sua azienda. Era un affare molto importante quello che era riuscito a concludere, infatti se tutto fosse andato come previsto i guadagni sarebbero stati molto lauti.
Visto il momento delicato, la moglie Rossana aveva rinunciato ad anticipare la partenza, decidendo così di rimanere accanto al marito assieme ai due figli, per meglio supportare e aiutare il marito, sarebbero partiti tutti assieme dopo la conclusione dell’affare.
Rossana aveva conosciuto Mario durante l’università, quando lui lavorava presso la piccola azienda di famiglia che poi avrebbe ereditato, e da allora non si erano più lasciati.
La sicurezza economica e il carattere da sempre remissivo di Rossana permise ai due di sposarsi molto giovani. Lei restò subito in cinta di Dario e dopo due anni di Jessica, per questo non ebbe tempo per vagliare le possibilità che una laurea in psicologia, a quei tempi poteva offrire.
Nonostante la gravidanza però collaborò affianco al marito nell'impresa di famiglia, ritagliandosi un posto in segreteria. Con la crescita dell’azienda e l’arrivo dei due figli, poi divenne una casalinga a tempo pieno, ma non smise mai di trascurare la sua persona.
Rossana è una bella donna di 44 anni, abbastanza alta, con dei modi molto garbati ed educati, sin da piccola aveva ricevuto un’educazione molto rigida e ciò non le aveva permesso di avere altre storie o scappatelle con altri uomini prima o dopo suo marito.
Era dotata di una bellezza disarmante, le sue caratteristiche fisiche sembravano ricalcare una fisionomia più nordica che italica: dei lunghi e mossi capelli biondi le scivolavano lungo la schiena, il viso era dominato dal taglio dei suoi grandi e verdi occhi che le davano un apparente aria da furbetta - apparenza con cui era spesso a disagio in quanto il suo carattere era molto introverso e pudico -, la carnagione si presentava chiara e sulla sua bocca sinuosa si ergeva un naso stretto e perfettamente in equilibrio con il viso delicato; proprio questa esteriorità la collocava nel novero dell’immaginario di giunonica donna svedese, il prorompente seno e le sue slanciate gambe sembrava poi confermarne lo stereotipo.
Mario era invece il classico maschio italico alle porte dei 50 anni, stessa altezza della moglie, capelli e occhi neri, fisico normale ma muscoloso e modellato da anni di sport e di ciclismo e proprio quest’ultima attività, che ancora svolgeva durante i giorni di pausa dal lavoro, gli aveva permesso di sviluppare un profilo di gambe dritto e armonioso con il resto del corpo. L’età e la vita lavorativa un po’ sedentaria gli avevano favorito la crescita della pancetta, ma tutto sommato i muscoli sulle braccia e sulle gambe lo rendevano ancora un uomo piacente.
L’affare concluso fu un toccasana per Mario, il quale il giorno dell’incontro non aveva nascosto la sua solita preoccupazione e paura di non essere all'altezza dell’affare che avrebbe potuto cambiare la loro vita alla moglie Rossana, la quale grazie ad un intenso lavoro sulla fragile psiche del marito, lo aveva incoraggiato ad affrontare con forza e caparbietà quel progetto.
La fiducia di Rossana era da sempre nella vita di Mario un’arma in più; lei lo aveva sempre visto come l’unico uomo della sua vita in grado di badare a lei e alla famiglia e in effetti l’uomo non aveva mai fatto mancare nulla a nessuno di loro, inoltre il rispetto e il grande amore dimostrato sempre nei confronti della famiglia aveva conquistato e convinto il cuore della bella moglie a sostenerlo sempre. Tuttavia conosceva perfettamente le debolezze caratteriali del suo uomo davanti alle problematiche e per questo sapeva essere un’ottima guida e un buon punto di riferimento nelle scelte del marito.
Nei giorni seguenti all'affare Mario, ritrovata la propria calma e risolutezza, si era impegnato a concludere le ultime verifiche finanziarie prima di partire per la Spagna e di godersi un mese di meritato riposo. Voleva accertarsi che tutto fosse in ordine così sacrificò il weekend per concludere i controlli sul fatturato mensile del mese di luglio, per poi il lunedì partire alla volta della tanto attesa vacanza.
Nella giornata di domenica dopo aver pranzato assieme alla sua bella famiglia, Mario si si preparò per andare in città, doveva prendere dei documenti in ufficio che avrebbe consegnato in banca il giorno dopo prima di recarsi in aeroporto con la sua famiglia.
Prima di uscire si raccomandò alla sua famiglia di preparare le valigie e l’occorrente per la loro meritata vacanza e dopo aver salutato con il suo solito sorriso tutti, usci con la sua macchina.

Domenica ore 16:00

Dal primo pomeriggio un’auto stazionava non lontano dalla villa dei R., al suo interno tre individui scrutavano attentamente l’abitazione. I tre erano convinti che i proprietari erano in procinto di partire e che tra massimo un paio d’ore la villa si fosse svuotata, attendevano dunque impazienti il calare della sera per poter entrare in azione.
I componenti della banda erano tutti originari dell’est Europa, e “ripulire” le case era la loro specialità.
Il gruppo era organizzato e strutturato gerarchicamente, il capo di nome Darko 45 anni era un ex militare ceceno, un tipo dallo sguardo truce e dal fisico possente da vero culturista, capelli corti chiari e occhi azzurri; il sedile affianco era occupato da Iancu un rumeno di 43 anni, alto e con un fisico meno possente, rispetto al capo, ma comunque scolpito, capelli corti neri, occhi castani; sul sedile posteriore sedevano Aslan 40 anni, cugino del boss, alcolizzato e grande consumatore di vodka e per questo molte volte iroso, ma completamente succube del cugino, fisicamente era basso e tarchiato, capelli corti neri, occhi chiari e con un addome abbastanza pronunciato per via del suo problema con l’alcol; l’ultimo posto del sedile posteriore era occupato dal più giovane Valerj un ragazzo bulgaro di 30 anni, basso ma anche lui abbastanza massiccio, i suoi occhi erano neri come i suoi capelli, tra i tre era il meno loquace di tutti e da sempre preferiva i fatti alle parole, dotato di coraggio e di determinazione godeva di una certa simpatia da parte del capo.
Da circa un paio d’ore la loro auto era posteggiata, poco lontano dal cancello dei R., piazzata nei pressi di una villa poco distante e appartenente a un residente della zona di cui Darko, per via delle sue informazioni, era venuto a conoscenza della sua partenza per la villeggiatura estiva.
Questo tipo di informazioni sui residenti della zona permettevano ai quattro di muoversi con più sicurezza e di svolgere con velocità i loro sporchi affari.
L’auto poi una macchina di grossa cilindrata, destava ancor meno sospetto in quanto nella zona residenziale dei R., le utilitarie erano poco usate. I quattro attendevano sviluppi nella cabina di quell'auto, ingannando il tempo sorseggiando, una bottiglia di vodka.
Le luci del cancello automatico che annunciavano l’uscita dell’autovettura dalla villa, attirarono la loro attenzione il capo seguì la macchina percorrere la lunga strada che attraversava la zona residenziale in cerca degli altri componenti della famiglia, ma si accorse che all'interno dell’abitacolo non era presente che una sola persona. Stranito, ma con fare calmo si rivolse a Iancu, la figura che occupava il sedile vicino osservandolo in maniera interrogativa, ottenendo dall'altra parte soltanto una reazione stupita.
I quattro erano dei professionisti del furto e avevano la loro agenda da rispettare, di solito questo genere di imprevisti portava la banda a desistere dall'impresa, ma la villa dei R., era per Darko molto importante e non avrebbe rinunciato al colpo secondo lui più redditizio dell’estate.
Nei piani dei quattro gli occupanti della villa, avrebbero dovuto prendere il volo nella stessa giornata ed essendo l’aeroporto lontano un paio d’ore dalla località di residenza, la famiglia avrebbe dovuto lasciare la casa più o meno intorno alle 16:00, ma quell'uscita insospettì tutta la banda che rimase appostata per controllare l’evolversi della situazione.

Ore 18:00

In casa Rossana aveva appena finito di preparare le sue valigie e quelle di Mario, stanca e accaldata si diresse in cucina per bere un bicchiere di spremuta d’arancia fresca per dissetarsi da quell'afa estiva, non vedeva l’ora di arrivare a Ibiza nella sua accogliente casa a Portinatx per immergersi nel calmo e fresco mare delle Baleari.
Mentre sorseggiava la sua spremuta, fu raggiunta dalla figlia in cucina:
-: Hai sistemato la valigia?
: - Ci sto lavorando, quasi finito, e tu?
: - Si, ho appena finito di sistemare anche quella di tuo padre. Non vedo l’ora di partire!
Un sorriso si stampò sul suo viso, era molto soddisfatta dell’affare del suo uomo, si sentiva fortunata ad aver trovato un uomo così bravo e così amorevole con lei e i suoi figli.
: - Tuo fratello? Ha sistemato le sue cose?
: - Non lo so mamma…
Aggiunse con tono seccato Jessica, poi aggiunse
: -Eccolo sta arrivando chiedilo a lui, io intanto ritornò in camera a continuare il mio lavoro.
: - Dario, allora? Finito
: - Mamma partiremo domani alle 13:00, avrò tutto il tempo di farlo durante la mattinata.
: - Sei sempre il solito, domani non voglio assolutamente alcun tipo di perdita di tempo, se la tua valigia non sarà pronta per l’orario di uscita, partirai senza...
: - Non ti preoccupare, non sei l’unica a voler partire, domani sarà tutto pronto… e guadagnò velocemente le scale, lasciando sua madre da sola in cucina con il bicchiere davanti a se poggiato sul tavolo.
Rossana era molto energica e incidente nelle decisioni del marito, ma verso i due figli aveva sempre dimostrato un carattere meno severo e molto conciliante e anche in quella situazione, non volle far valere la propria imposizione. Nonostante la sua formazione in psicologia, non riusciva a frenare quelle continue dimostrazioni d’amore nei loro confronti, forse perché l’educazione rigida ricevuta da bambina l’aveva in qualche modo segnata. Mentre era assorta nei suoi beati pensieri, il trillo del telefonino la fece tornare nella stanza, sul display del cellulare alle sue spalle comparve il nome di suo marito che l’avvisava che per terminare il lavoro avrebbe avuto bisogno di più tempo e che per tanto avrebbe cenato in città e che sarebbe rientrato dopo cena.

Ore 19:00

Nell'auto i 4 uomini avevano continuato a tenere la posizione del loro appostamento e dopo un lungo confronto, avevano deciso, nonostante l’imprevisto rappresentato dalla presenza della famiglia, di portare avanti la loro impresa. Sapevano perfettamente quante persone erano presenti in casa e il fatto di sapere che la maggioranza fosse rappresentata da due donne divenne una garanzia della fattibilità del colpo.
I piani ora erano completamente mutati, se il primo prevedeva di intrufolarsi nella casa vuota e fare razzia di beni; ora l’idea prevedeva un’azione che mirasse al sequestro dell’intera famiglia fino all'arrivo dell’uomo di casa, che secondo i piani dei malviventi, una volta rientrato e appurato la brutta situazione avrebbe consegnato loro tutti gli averi presenti in casa in maniera immediata e veloce.
Insomma in quella macchina in poche ore e coadiuvata da fumi dell’alcool era stata maturata l’idea di un sequestro lampo, che avrebbe dovuto finire la mattina del giorno seguente, garantendo a tutti l’incolumità e il raggiungimento dell’obiettivo.
L’idea del sequestro era stata fortemente sostenuta da Darko, ormai sicuro di trovare un grosso bottino, appoggiato da Aslan, il più titubante sembrava Iancu, il quale era frenato dai capi di imputazione che il reato di sequestro avrebbe comportato, ma l’ultima parola del ragazzo bulgaro più giovane, Valerj, più propenso ai fatti che alle parole fece pendere l’ago della bilancia verso la maggioranza e dunque a favore dell’azione.
Velocemente iniziarono studiare un piano di invasione della villa, Darko era la mente dell’azione, anche perché godeva pienamente dell’appoggio di Aslan, mentre Valerj gli lasciava volentieri sulle parole campo libero, Iancu in minoranza ascoltava senza contraddire il ceceno e si limitava a muovere la testa con cenni di approvazione.
Da lontano ad un tratto la luce di un piccolo mezzo che progrediva verso la loro auto, creò del panico all'interno dell’auto dove calò in un attimo il silenzio, la luce si avvicinò alla villa dei R., per poi spegnersi. A bordo del mezzo i tre scorsero la figura di un uomo, che scese avvicinandosi al citofono della villa a grandi passi.

Ore 19:30

Mentre discutevano in salotto Rossana e i suoi due figli furono interrotti dal campanello, il fattorino aveva fatto più presto del solito e rapido guadagnò l’ingresso della villa, aveva altre consegne da fare, ma guardandosi attorno capì di poter ottenere un piccolo incremento con la mancia e perciò rallentò la sua andatura e sfoggiando un educato sorriso porse il cibo giapponese ordinato a Dario, che nel frattempo lo aveva raggiunto nel vialetto, ottenendo così un piccolo extra per il suo viaggio.
I tre consumarono il loro sushi in salotto, in attesa del ritorno di Mario, guardando assieme la tv. Era una serata calda e tranquilla, la zona intorno era disabitata, tutti i vicini erano partiti per le vacanze e si respirava un’aria calma e serena. Terminato il pasto, Dario andò in giardino a fumare una sigaretta, lasciando davanti alla tv Rossana e Jessica.
Sua madre salutista convinta, gli urlò di chiudere la porta del giardino, per evitare di fare entrare il puzzo del fumo della sigaretta in casa, Rossana era tollerante verso molte cose, ma odiava le sigarette, era l’unica cosa che mal sopportava, ciò nonostante era costretta a sforzarsi a farlo in quanto era l’unico vizio che in 20 anni di matrimonio non era riuscita a far togliere nemmeno a suo marito.

Ore 20:00

Dario uscì nel giardino e fece quanto Rossana gli aveva detto, fece un paio di metri per allontanarsi dall'abitazione per fumare tranquillo. Accese finalmente la sua tanto desiderata sigaretta e iniziò a fumare. Aveva appena inalato le prime boccate, quando sentì dei rumori provenire da dietro la siepe alle sue spalle, incuriosito si avvicinò verso di essa, appena fu vicino alla pianta sentì nuovamente lo stesso rumore, questa volta in maniera più distinta. Allarmato fece dei passi indietro, ma non ebbe il tempo di capire che quel rumore era generato dal salto e dall'impatto tra la terra e le scarpe di Valerj e poi di Iancu che avevano scavalcato il muro di recinzione della villa, entrando all'interno di essa. Quando fu vicino all'aiuola intravide i due a stesi sull'erba, il muro di recinzione era un po’ alto per i due e quindi si erano ritrovati a rotolare per terra, lesto si mise a correre verso casa, ma Valerj veloce lo raggiunse alle spalle atterrandolo. Dario rotolò nel giardino e non ebbe il tempo di abbozzare una reazione che subito fu colpito con un pugno, in pieno stomaco, che lo piegò in due e una volta inerme per terra fu colpito da una scarica di calci che gli tolsero il respiro.
Iancu rapido si fiondò sull'interruttore del cancello per aprire a Darko e Aslan nel frattempo appostati fuori, i due si intrufolarono velocemente nel giardino e raggiunsero Valerj che intanto aveva definitivamente e non senza rumore sopraffatto Dario.
I lamenti di Dario attirarono ovviamente l’attenzione di Rossana e Jessica che si precipitarono all'ingresso, dove videro Dario a terra con sopra il bulgaro che lo immobilizzava.
Un grido di terrore uscì dalle bocche delle due donne, ma la vista del coltello, puntato velocemente verso al loro direzione, fece smorzare l’impeto dell’urlo.
Jessica tremante iniziò a singhiozzare, ma subito Aslan le fu addosso:
: - Smettila di urlare schifosa puttana, altrimenti ti infilo questo in gola
Le ripeté in un italiano maccheronico, ma molto convincente, mentre le brandiva il coltello vicino alla gola.
Le due donne davanti alla scena rimasero terrorizzate, tuttavia Rossana sentì l’istinto materno di correre verso suo figlio, ma presto in due furono su di lei, e la immobilizzarono.
Jessica era impietrita dalla paura e le fu ordinato di sedersi a terra senza fare rumore.
Dopo aver immobilizzato per bene Dario, Darko, intimò a tutti di entrare in casa.
Una volta dentro, i tre malcapitati furono messi contro il muro all'ingresso della villa mentre due dei rapinatori iniziarono a muoversi all'interno della casa per controllare la presenza di eventuali persone esterne. Una volta di ritorno dalla rapida ispezione i tre malcapitati furono trascinati dentro e fatti sedere sul divano.
Jessica iniziò a singhiozzare e si lanciò tra le braccia della madre che l’accolse amorevolmente, fu tra i suoi singhiozzi che prese la parola il capo della gang, che con uno spiccato accento dell’est disse:
: - Da giorni abbiamo messo gli occhi su questa bella villa e stavamo aspettando la vostra partenza per l’estate per poterla svaligiare indisturbati, ma il vostro ritardo ci ha interrotto i piani e soprattutto ci ha fatto perdere del tempo, così ora per recuperare sarete nostri prigionieri e lo sarete finché non pagherete un riscatto consistente.
Poi guardandosi attorno aggiunse sprezzante, rivolgendosi verso la padrona di casa
: - Signora avete una bellissima casa siete molto fortunata! Quindi non avrete di certo problemi a pagare…
: - Vi daremo tutto quello che vorrete, ma non fateci del male, vi prego! Ditemi cosa volete?
Disse Rossana con il cuore tremante in gola.
:- Non abbiamo ancora quantificato il vostro lascia passare, prima di entrare in questa bella casetta, avevamo pensato a una cifra attorno ai 50.000 euro, ma ora a vedere l’interno credo che ci potremmo accontentare del doppio.
Dopo quelle parole, il capo della gang, si voltò verso i suoi seguaci cercando la loro approvazione per le parole appena proferite e dei cenni con la testa confermarono la richiesta.
Con un tono di voce molto flebile, Rossana intervenne:
: - Non abbiamo nell'immediato tutta questa disponibilità, per favore siate ragionevoli. Implorò.
Intervenne Valerj, che con brutalità le rispose:
: - Dovrai trovarli, se vorrai vedere la luce del giorno domani, o mia bella signora.
E si mise a guardarla compiaciuto, nella frenesia della rapina non si era accorto di quanto fosse figa.
Jessica, intanto aveva finito di singhiozzare e quello sguardo viscido sulle forme della madre, la fece trasalire, così facendo affidamento su tutte le sue forze, si mise a urlare contro il rapinatore
: - Sei uno stronzo, figlio di puttana, lascia stare mia madre…mio padre tornerà presto e ti spaccherà il culo…
Dario intanto continuava dimenarsi, così gli furono applicate delle fascette di plastica intorno alle caviglie e ai polsi per immobilizzarlo definitivamente. Le due donne cercarono di impedirlo, ma il giovane venne ammanettato e una volta reso inoffensivo gettato sulla poltrona accanto al divano.
Sistemato il ragazzo, uno dei balordi, riprese il discorso aperto da Jessica
: -Dunque manca all'appello qualcuno…e dov'è il paparino?
Ritornò in gioco Darko riprendendo possesso della situazione, e rivolgendosi verso Rossana, le chiese nuovamente e con voce più ferma dove fosse il marito
Non avendo ottenuto risposta, uno degli uomini si avvicinò a Jessica e la prese per il collo puntandole il coltello. Alla vista del coltello sulla figlioletta subito Rossana rispose che era fuori e che sarebbe rientrato a momenti.
: - Bene, allora lo aspetteremo tutti assieme, magari davanti alla tv, che ne dite?
Disse il capo.
Furono messi in fila e accompagnati in salotto e mentre i tre prendevano posto, Darko si avvicinò a Rossana e avvicinatosi all'orecchio della donna le disse con voce calma e inquietante
: - Voglio i soldi entro domani, altrimenti finisce male, appena rientra tuo marito, gli andrai incontro come se non fosse successo nulla lo farai entrare in casa e al resto penseremo noi. Se tenterai di avvisarlo i tuoi figli pagheranno le conseguenze. Hai capito?
Rossana si era ristretta nelle sue spalle, tremava per la paura, ma dovette darsi forza per i suoi ragazzi, così con voce tremante, fece un cenno con il capo, mentre si incamminava verso il divano per prendere posto accanto ai suoi figli.
Una volta sul divano, sentì su di essa lo sguardo dell’energumeno, davanti a lei, i suoi occhi visibili dalle fessure del passamontagna erano completamente rivolti sulla sua persona e sul suo fisico, la donna impaurita si abbracciò ai suoi tre figli per dare coraggio e per sfuggire a quello sguardo inquietante. Darko, senza distogliere lo sguardo, ordinò ai suoi uomini di dividere i tre, e fece segno ai suoi di portare nelle stanze al piano di sopra i ragazzi.
Gli uomini si mossero rapidamente, Rossana tentò una flebile resistenza, ma Darko l’afferrò per i capelli, facendole emettere un grido di dolore che portò la donna a mollare la presa sui suoi figli. Senza badare alle resistenza di Rossana, i 2 uomini svolsero quanto gli era stato ordinato; il più forzuto, Aslan, che fino ad allora non aveva ancora proferito parola, si occupò di Dario il quale non era in grado né di muoversi né di opporre resistenza, infatti il giovane aveva perso la sua forza nel tentare di dimenarsi inutilmente mentre era legato, mentre Iancu si occupò di Jessica.
I due furono portati al piano superiore e sistemati in una stanza che scoprirono essere quella degli ospiti.
Venne portato via il telefono fisso presente nella stanza, la finestra fu sbarrata addossando ad essa un grande armadio e un tavolo presente nella stanza, in tal modo l’unica via di fuga fu bloccata, spostare quell'ammasso di mobilio non era semplice e ci voleva una forza non indifferente, di questo se ne occupò Aslan, inoltre per spostare quello sbarramento era impossibile non fare rumore e quindi se qualcuno avesse provato a fuggire al primo rumore sospetto uno dei carceriere si sarebbe fiondato all'interno.
I due ragazzi vennero fatti entrare dentro e spintonati sul letto, Dario rimase legato mani e piedi, mentre a Jessica furono legati solo i polsi, li vennero sottratti i telefonini e poi la porta dell’ingresso venne chiusa con doppia mandata dall'esterno. Erano prigionieri in casa loro.
Al centro del pianerottolo che si affacciava sopra le scale, Aslan, mise una delle sedie trovate all'interno della camera e con la pistola nella mano destra prese posto su di essa, sobbarcandosi così il ruolo del carceriere dei due ragazzi.
Iancu, scese al piano di sotto e prese posto vicino alla grande vetrata in modo da controllare l’accesso della villa.
Rossana era rannicchiata sul divano, sola e impaurita, ma soprattutto si trovava assieme a quell'uomo odioso in passamontagna, che non aveva esitato poco prima ad arrecarle dolore strappandole con forza i suoi biondi capelli, e al suo corpulento scagnozzo.
Mentre era sul divano si accorse che nello scontro con il malvivente la gonna le si era alzata mettendo in mostra le sue lunghe gambe e le mutandine nere, la scena non era certo sfuggita al malvivente e al suo complice, che da un po’ fissavano la donna con insistenza.
Rossana, si abbassò velocemente coprendosi subito e dopo con la forza della disperazione chiese
: - Perché avete portato sopra i miei figli? Cosa gli volete fare? Volete dei soldi? Li avrete, ma non fateci del male, vi prego… e iniziò a singhiozzare
Darko le si avvicinò con lentezza, ma lei lesta si alzò dal divano e iniziò a indietreggiare nella stanza, ad ogni passo dell’uomo verso di lei, seguivano tre suoi all'indietro, ad un certo punto dovette arrestarsi perché arretrando si era avvicinata alla parete alle sue spalle; l’uomo impassibile continuò ad avanzare verso di lei e Rossana, senza ormai alcuna via di fuga indietreggiò ancora cercando quell'insensato quanto inutile senso di protezione che solo il muro seppe dargli in quel momento.
Il malvivente le si avvicinò in maniera svelta, vedere una bella donna come lei impaurita e contro un muro lo eccitò tantissimo, una volta vicino si accostò al suo viso spaventato e prima di risponderle annusò profondamente i suoi capelli profumati.
Il cuore di Rossana iniziò a battere violentemente e l’accelerazione del suo respiro iniziava a notarsi. L’uomo si godeva tutta la paura sul suo volto, poi dopo una piccola pausa le sorrise in maniera sprezzante e aggiunse
: -Tu dacci i soldi e forse questa notte resterà solo un brutto ricordo.
Poi tornò verso Valerj che intanto aveva preso posto sul divano e disse qualcosa in lingua slava. Rossana fece un grande respiro e si sentì svenire dentro, ma non fece in tempo a riprendersi dalla paura dello scontro con quegli occhi di ghiaccio, che il cuore le riprese a battere forte, infatti nel momento in cui alzò gli occhi il suo sguardo si incrociò con quello dell’altro malvivente.
La donna indossava un vestito lungo a maniche corte un misto lino di colore blu che attraverso i giochi di luce permetteva di intravedere delle trasparenze e calzava delle infradito di colore nero.
Tuttavia nonostante il sobrio abbigliamento, si sentì come un oggetto alla mercé dei due e il cuore riprese a battere molto forte, intanto il malvivente sul divano si alzò di scatto e si accinse a fare dei passi decisi verso di lei.
Ma i fari di un’auto che illuminarono il giardino fece fermare di colpo l’uomo, che volse subito lo sguardo in modo interrogativo verso il collega di guardia alla grande vetrata.
Mario finalmente stava rientrando e Rossana sentì una sensazione di liberazione, il capo dei malviventi intanto si girò velocemente verso di lei e le disse di fare quello che gli aveva detto poc'anzi, poi ordinò ad Aslan, seduto sul ballatoio delle scale, qualcosa di incomprensibile in slavo e l’omone si alzò in piedi caricò la sua pistola ed entrò nella stanza dove erano stati relegati i due ragazzi. La scena terrorizzò la madre dei due, ma Darko la riportò alla realtà dicendole di non fare scherzi, che tutto ora dipendeva da lei, e insieme a Valerj, sparirono nel buio della stanza accanto raggiungendo Iancu.
L’orologio all'ingresso segnava le 23:00, Rossana era sollevata dall'arrivo del marito, ma sapeva benissimo che non avrebbe potuto far niente per salvare lei e i suoi figli, se non eseguire quanto richiesto dai malviventi. Mentre si avviava verso la porta d’ingresso, cercò di frenare la sua agitazione e paura, per apparire il più normale e naturale possibile agli occhi di suo marito.

Ore 23:00

Appena le si palesò davanti la sagoma di suo marito le salì una forte angoscia, ma subito pensò a quell'uomo, in camera, con i suoi figli e si sforzò di assumere la sua solita aria pacata.
La porta del vialetto si aprì e fece il suo ingresso in casa Mario, che vedendo subito Rossana in piedi nel corridoio, domandò incuriosito:
: - Ciao tesoro, cosa fai qui in piedi? Mi aspettavi?
Non sapeva cosa dire, poi però ad un certo punto rispose
: - Si ho visto i fari dell’auto in giardino e ti sono venuta incontro per apriti la porta.
Mario procedette verso di lei, l’abbracciò, la baciò come suo solito.
Lei con movimenti impacciati e un po’ insoliti, lo prese per mano accompagnandolo in salotto.
: - Perché le luci del salotto sono sp….
Non finì di pronunciare la frase che le luci si accesero mettendo subito in evidenza due uomini abbastanza robusti appoggiati alla porta della cucina.
: - Chi siete?
Urlò Mario, ma non ricevendo risposta si rivolse a sua moglie
: -Rossana, chi sono questi due uomini? Cosa vogliono e cosa ci fanno in casa mia? Dove sono Dario e Jessica?
: - Calma, calma quante domande, paparino. Ti aspettavamo. Gli fece eco la voce di un terzo uomo dalla penombra del salotto.
Incredulo Mario, si rivolse ancora verso Rossana, la quale ormai era scoppiata in lacrime.
: - Cosa cazzo succede qui?
Iniziò a urlare Mario.
Ma uno dei due malviventi proveniente dalla cucina lo zittì puntandoli una pistola contro.
: -Ora basta urlare i tuoi figli sono al sicuro, per ora sono al piano superiore con un nostro uomo, abbiamo già spiegato alla tua bella mogliettina quali sono le regole e ora le spiegheremo anche a te. Entro domani vogliamo 100.000 euro in contanti, ottenuti i soldi ce ne andremo e vi lasceremo in pace, avete tempo fino a domani a mezzogiorno per consegnarci quanto richiesto, allo scadere del tempo se le nostre richieste non saranno state soddisfatte, questa storia si trasformerà nel vostro peggiore incubo. Sono stato chiaro?
Le richieste dei malviventi e i singhiozzi di Rossana scatenarono una forte rabbia in Mario, che lo portò a scagliarsi subito contro il malvivente disarmato che era appena uscito dalla penombra alle loro spalle. Ma la stazza di Darko, era molto robusta, così Mario venne subito reso innocuo e messo a sedere sul pavimento.
Veloce Rossana cercò di soccorrerlo, ma l’uomo con la pistola la prese e la cinse per i fianchi con forza, tirandola verso di se. Rossana si dimenava con tutto il corpo, sedere compreso, ma la forza con cui veniva trattenuta era superiore e presto tra le grida disperate dovette arrendersi.
Nel frattempo Mario, capito che non vi era altra soluzione, tentò di accordarsi sulla cifra, facendo presente che in casa non aveva una somma così tanto considerevole e gli invitò a prendere monili e i soldi in cassaforte.
Con rabbia accompagnò Darko e Iancu alla cassaforte, mentre Valerj rimaneva in salotto a vigilare sulla donna. Arrivati nei pressi di un quadro disposto in una zona poco vistosa, Mario tolse il dipinto appeso alla parete, dietro vi era ubicata una piccola cassaforte, velocemente i due gli intimarono di aprirla, cosa che Mario fece subito, dentro la cassa vi erano tra risparmi e monili di famiglia, anche il fatturato dell’azienda nell'ultimo periodo cifra che Mario avrebbe dovuto versare proprio il giorno dopo in banca.
Dopo un’attenta e minuziosa verifica del valore, i due balordi parlarono tra loro per qualche istante, la loro reazione in un primo momento fu di stupore e di esultanza, sembravano abbastanza paghi del bottino, ma dopo questa veloce consultazione, Darko si voltò verso Mario e in maniera fredda e senza far trasparire emozioni, rispose:
: - E’ un buon inizio, ma non bastano, a questi spiccioli dovrai aggiungerne almeno altri 30.000.
Mario preoccupato, cercò di far ragionare il balordo, dicendo che non avrebbe mai potuto reperire in una sola mattinata una cifra del genere e che avrebbe avuto bisogno di più tempo.
: - Prima otterrai i soldi, prima finirà tutto.
Poi si avvicinò a Mario e guardandolo negli occhi, gli disse:
: - So che puoi farcela, abbiamo i tuoi figli e a fare da guardia a loro ho lasciato un omaccione molto sensibile alla bellezza femminile e devo dire che la vista di tua figlia ha avuto effetto su di lui.
A queste parole Mario nuovamente si lanciò contro il ceceno, ma questi lo atterrò colpendolo con un pugno in pieno viso.
Senza poi dargli il tempo di riprendersi si rivolse al suo compare e ordinò, visto il carattere impetuoso dell’uomo, di legarlo per evitare problemi.
Mentre Iancu provvedeva ad eseguire l’ordine, facilitato dall'arma puntata contro Mario da parte di Darko, quest’ultimo riprese a parlare con lui:
: - Stasera ci accamperemo qui e domani mattina, mentre noi rimarremo con i tuoi cari, te andrai a ritirare i soldi in banca, se fai qualche cazzata, tipo avvisare polizia o qualsiasi altra cosa ti passerà per la testa, puoi immaginare cosa succederà alla tua famiglia.
Poi presero l’uomo e lo portarono in salotto, gettandolo come un salame sul divano affianco alla moglie che alla vista delle corde sul marito si mise a urlare:
: - Siete dei bastardi!
Per poi scoppiare in lacrime.
I tre banditi che stanziavano nel piano di sotto, lasciarono i due parlare, mentre loro si avvicinarono alla cassaforte depredandola del suo contenuto.
Mario nel frattempo chiese notizie a Rossana dei suoi figli, la quale indicò subito la sedia vuota sul pianerottolo, aggiungendo agitata che l’uomo che teneva in ostaggio i ragazzi prima del suo arrivo stazionava seduto su quella sedia, ma dal momento del suo arrivo l’uomo era entrato armato in camera degli ospiti dove erano i ragazzi e non era più uscito.
Dopo qualche minuto i tre uomini incappucciati ritornarono in salotto e presero posto sulle poltrone intorno al divano, accerchiando i due padroni di casa.
Mario preoccupato espresse la pretesa di vedere i ragazzi, per assicurarsi che stessero bene, anche Rossana si accodò fermamente alla richiesta del marito.
Sorpreso dalle loro richieste, Darko si avvicinò a Rossana, ignorando le minacce del marito di tenersi lontano da lei e la osservò per qualche minuto senza parlare.
Aveva avuto modo già prima durante, le prime concitate fasi del sequestro, di testare la consistenza del suo fisico, ma ora osservandola da vicino le sue generose forme gli provocarono delle emozioni particolari.
Alla richiesta, il boss, rispose in maniera calma:
: - Mi sembra giusto, ma una detenuta non può dettare legge, non trovi?
: - Domani avrai il resto dei tuoi sporchi soldi. Mio marito ti farà avere quello che chiedi. Non capisco, cosa altro diavolo pretendi? Voglio vedere i miei figli, ho il diritto di vedere i miei figli!!
Si mise a urlare.
La reazione della donna sorprese molto Mario, che la guardò con ammirazione, mentre non sortì nessun effetto sul capo della gang, che continuò a parlare con lei con lo stesso tono di voce.
: -Mi sorprendi sempre più, io e te siamo molto simili, coraggiosi e tenaci, secondo me dovremmo uscire insieme.
: - Non uscirei con te nemmeno se fossi l’ultimo uomo al mondo!
La frase fu accolta da grasse risate dai due complici e dallo stesso interlocutore della donna, il quale rispose con ilarità:
: - Dicono tutte così all'inizio, poi però…
Lasciò volutamente la frase sospesa creando quell'ambiguità che colsero solo i suoi compagni, che infatti continuarono a ridere.
Darko ritornò subito serio e aggiunse:
: - Se vuoi vedere i tuoi figli devi darmi qualcosa in cambio.
Queste parole gelarono il sangue della donna che si strinse sul divano vicino a suo marito.
Mario provò a minacciare verbalmente l’uomo, davanti a lui, sulle presunte intenzioni.
Darko allora si rivolse a Valerj chiedendoli di metterlo a tacere e in pochi secondi, il bulgaro sollevò con forza Mario e lo gettò sulla poltrona affianco, poi tagliò un lungo pezzo di nastro e lo passò più volte intorno alla testa, coprendogli completamente la bocca. Rossana tentò di aiutare il marito, e si alzò in piedi ma fu spinta all'indietro sul divano da Darko, che ora non le toglieva gli occhi da dosso.
: - Devi stare calma e nessuno si farà male, hai capito?
Impaurita fece nuovamente un cenno con la testa, mentre osservava il trattamento riservato a suo marito.
Il capo riprese a parlare:
: - Dunque, mi chiedevi di vedere i tuoi figli, Mi sento di acconsentire alla tua richiesta, ma come ti dicevo poco fa dovrai guadagnarti questo favore!
Rossana iniziava a capire dove stesse andando a parare quel porco, i suoi occhi erano ormai fissi sul suo seno e anche Mario iniziava ad agitarsi. Era sconvolta e impaurita.
: - Ti prego voglio solo parlare con loro, balbettò.
: - Certo! Lo farai, ma prima voglio vedere come sei fatta, voglio che ti spogli lentamente
: - Ti prego, no! Sussurrò la donna impaurita
I suoi occhi gonfi di lacrime, implorarono pietà, ma il porco non voleva assolutamente farsi scappare quella ghiotta occasione e anche Iancu e Valerj ora guardavano la bella mogliettina bionda.
Rossana iniziò a piangere e disperarsi.
Darko allora cercò di far leva sul suo punto più debole e cioè sui suoi stessi figli e da gran vile bastardo esclamò:
: - Che madre ingrata che sei! Una brava mamma farebbe di tutto per i propri figli. Comunque i miei uomini sono molto bravi e come avete visto si sanno comportare, ma alle volte si lasciano prendere dalle passioni e a lasciarli soli con una bella ragazza come la vostra, non so quanto sia saggio.
Poi si voltò verso Valerj e disse qualcosa in slavo, il bulgaro fece un cenno con il capo soddisfatto, dopodiché abbandonò la poltrona e si fiondò lungo la scala, con quattro balzi arrivò vicino alla camera degli ospiti e stava per bussare, quando Rossana impaurita da quello strano teatrino divenne bianca in viso, e prese il braccio di Darko, pregandolo di dire al malvivente di fermarsi.
Valerj fu fermato prima ancora di schioccare le dita contro la porta e con aria contrariata, ritornò al piano di sotto dove riguadagnò il suo posto aggiungendo con aria poco rassicurante:
: - Saggia scelta, bellezza!
I tre malviventi si strinsero bramosi intorno al divano in attesa di quello spogliarello.
Tra le lacrime, la donna pose la mano destra sullo spallino sinistro e poi quella sinistra su quello destro per far scivolare lungo il suo busto il vestito, cercava di fare tutto velocemente, in modo da non dare ulteriore soddisfazione a quei maiali; una volta calato la parte superiore del vestito all'altezza della pancia, stese le gambe e lo fece scivolare da sotto, una volta spogliata gettò con rabbia il vestito affianco al divano.
: - Alzati in piedi! Le urlò deciso Iancu
Stizzita e disgustata si alzò in piedi, coprendosi la parte superiore del petto con le mani, ma nonostante ciò i tre maniaci, iniziarono a commentare rumorosamente le sue generose forme.
Tra lacrime e singhiozzi, Rossana fu costretta a rimanere in piedi per qualche minuto con addosso le sole mutandine di pizzo color nero e il reggiseno dello stesso colore.
Mario continuava a manifestare tutta la sua disapprovazione urlando e dimenandosi, ma il bavaglio impediva di far uscire la sua voce e si sentiva quasi strozzare per la rabbia.
Rossana nonostante la presenza del marito, ora era davvero sola alla mercé di quei balordi, i loro sguardi e apprezzamenti la facevano sentire come un oggetto da usare e umiliare.
Ma non aveva ancora la minima idea di quello che la lunga notte le avrebbe da lì a poco riservato.
di
scritto il
2018-12-26
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