Aspettavo
di
masterlucio
genere
sentimentali
Aspettavo
Quella mattina mi sentivo particolarmente strano, non sapevo cosa fosse ma il mio pensiero era sempre lo stesso, non volevo rimanere solo come se aspettassi qualcuno si ma..chi?
Girovagavo per la casa senza voler fare o pensare di fare qualcosa, feci una doccia mi vesti molto casual come sempre e uscii, girovagai per la città senza meta mi fermai ad un bar presi un caffè pagai e andai via, ma qualcosa mi aveva colpito già ma cosa, ero talmente distratto che non ricordavo cosa era stato.
Scrollai le spalle e andai via continuando la passeggiata, entrai nel viale alberato, era l’inizio della primavera gli alberi si erano appena vestiti di foglie nuove e il colore del verde primaverile è fantastico le foglie giovani si divertivano con la leggera brezza che c’era, ma il mio pensiero tornava a cosa avevo visto, non ricordavo, continuai a passeggiare, d’improvviso ebbi la sensazione che qualcuno mi seguisse, senza dare nell’occhio vidi una panchina e con fare sicuro mi sedetti girando la testa nella sua direzione, c’era una ragazza che stava passando proprio davanti a me, aveva i capelli color rame lunghi alle spalle una faccia semplice e piena zeppa di lentiggine un nasino tipico delle rosse un po’ all’insù alla francese, una bocca carnosa con labbra disegnate a forma di cuore delle gambe perfette e il culetto ummm era stupendo all’altezza giusto ad occhio e croce era alta 170 cm, portava un paio di tacchi forse otto cm, passò senza guardarmi e continuò a camminare.
Veramente ti eri illuso che quello splendore ti seguisse, ma poi non doveva essere il contrario? Comunque non ci pensai più stetti ancora un po’ seduto, poi mi alzai e continuai, si era fatto tardi non sapevo dove andare a mangiare a casa? In un bar? Non sapevo per me era una giornata senza senso qualsiasi cosa era buona.
Cosi camminando mi trovai a passare davanti ad una trattoria, alla vista sembrava buona entrai un cameriere mi portò ad un tavolino piccolo solo per una persona o al massimo due, mi diede il menù e andò via, si aprì nuovamente la porta e vidi entrare la rossa del viale, allora non era una combinazione, era lei quello che avevo visto al bar, si guardò intorno come se cercasse qualcuno, alzai lo sguardo e con fare sicuro la invitai con un gesto al mio tavolo, sorrise e si sedette, chiamai il cameriere e gli dissi che eravamo due.
Dimenticavo mi chiamo Diego sono alto 185 cm un fisico palestrato ho gli occhi color verde capelli castani non molto lunghi e sono ben dotato, almeno cosi dicono.
Appena seduta mi presentai.
Ciao mi chiamo Diego
Io Luciana
Come mai sei venuto in questa trattoria a mangiare? Gli risposi sai Luciana, oggi non volevo far niente di particolare e così girovagando per la città mi sono trovato a passare di qui e….ho fatto bene perché ti ho incontrata.
Rise e si illuminò ancora di più il suo viso, tornò il cameriere ordinammo un primo e un secondo, fu tutto buono pagai e uscimmo insieme, continuando a chiacchierare.
Gli chiesi abiti lontano? Disse no solo un paio di isolati più avanti, la mia curiosità mi stava prendendo e dissi, marito, amante, fidanzato, rise di nuovo e mi rispose che al momento era libera come l’aria, non aveva nessun legame con nessuno, era finita in malo modo l’ultima sua storia, non commentai, lei sorridendo mi fece la stessa domanda, al quel punto sorrisi anche io e dissi io sono libero tanto libero che vivo solo senza nessuno.
Nel corso della passeggiata passammo per una gelateria gli offrii il gelato e lentamente mentre lo gustava continuavamo a passeggiare.
Mentre camminavamo la guardavo, mangiava il gelato dando delle leccate da sotto a sopra che mi stavano eccitando, lo gustava leccando, infine quando si rimpicciolì lo infilò in bocca a come una attributo maschile lo faceva uscire e entrare, cercavo di non pensare a quel gesto ma non ne potevo fare a meno e lentamente l’amico tra le gambe cominciò a voler uscire ingrossandosi sempre più.
Per la prima volta nella mia vita mi sentivo a disagio e non volevo fare la figura che se mi vedeva il pacco si accorgesse di quello che stava succedendomi, io che ero sempre deciso con le femmine non abbassavo mai gli occhi ed ero quasi sempre autoritario, ma questa volta cosa mi succedeva?
Piano piano senza accorgercene arrivammo a casa sua, mi guardò e mi disse “sono arrivata a casa” risposi bene, a che piano abiti, sorrise e disse vivo con i miei genitori da quando mi sono lasciata, ok e quando ci rivediamo risposi, ti telefono se ti fa piacere, così gli detti il numero del mio cellulare, lei non volle dare il suo ma disse che mi avrebbe chiamato ok risposi e come sconfitto mi incamminai verso casa mia.
Passarono almeno due ore che squillò il cellulare,.
D- pronto chi è?
L-sono Luciana che fai di bello?
D- niente sono stato appena mollato da una femmina bellissima e adesso sono rimasto solo
L- ah ah non ti ho mollato ci vediamo più tardi?
D- dove? Da te?
L- si ti aspetto alle 18
Erano le sedici, mi cominciò una tachicardia non riuscivo a connettere, ma che mi succedeva, mai successo con le femmine, le due ore che mi separavo dall’appuntamento mi sembravano lontanissime mi gettai sotto la doccia la feci tiepida per svegliarmi, mi depilai come facevo sempre, scelsi un vestito pantaloni grigi e giacca blu notte sotto una camicia nera aperta sul petto, e mi incamminai andai nel garage presi l’auto, una ford mustang di colore amaranto con due strisce bianche dal cofano allo sportellone posteriore, misi in moto e piano mi avviai era ancora presto mancavano ancora 25 minuti, la strada non era tanta.
Arrivai sotto casa sua parcheggiai e aspettai con calma, non fumavo ma in quel momento desideravo una sigaretta per rilassarmi un po’.
Uscì dal portone era bellissima aveva un vestito a maniche lunghe color rosa stretto sulle mammelle e piano si allargava alla base diventando svasato, sopra aveva uno scialle, si avvicinò e aprì lo sportello, appena si sedette mi riempi di freschezza, disse complimenti per l’auto è bellissima, gli risposi tu sei bellissima, misi in moto e partii.
Dove vogliamo andare? Chiesi mi disse perché non a casa tua, per strada compriamo due pizze, non volevo altro girai e tornai a casa ci misi un attimo, salimmo e lei rimase soddisfatta di come avevo arredato la casa disse è molto bella, ci mettemmo comodi sul divano misi della musica molto calda e piacevole, le offrii da bere una vodka ghiacciata la buttò giù e mi guardava, forse voleva che io……non ci pensai due volte mi sedetti vicino a lei le presi la faccia tra le mani e dissi sei bella e la baciai piano sulla bocca, lei aprì le labbra e mi infilai con la lingua limonammo per molto tempo aveva un sapore bellissimo (oltre alla vodka), con lentezza appoggiai una mano sul ginocchio lentamente cominciai a salire lei apri le gambe e arrivai sulla coscia la strinsi un po’ le massaggiai l’inguine e infine……..toccai subito la sua figa non portava le mutandine era bagnata toccai le labbra e raggiunsi la clitoride emise un sospiro prolungato aveva gia goduto tanto era eccitata, anche lei scese con le mani mi apri i pantaloni e tiro fuori il mio amico che era di granito tanto era tosto
Lo guardò lo ammirò e cominciò a leccarlo come aveva fatto con il gelato piano, partiva dalla base e arrivava fino alla punta del glande lo colpiva con la lingua piano poi riscendeva mi leccava le palle e le aspirava in bocca, mi stava facendo venire troppo in fretta, la fermai la feci alzare dal divano e andammo nella mia camera le tolsi il vestito era nuda bellissima mi perdevo nella sua bellezza non mi sembrava vero che una giornata come quella finisse in quel modo, la distesi sul letto mi abbeverai alla sua figa sembrava una fontana la toccai con la lingua le labbra mi distesi su di lei e con la punta del cazzo cominciai a spingere piano entrai molto facilmente mi fermai e cominciai ad andare avanti e indietro con calma senza fretta, lei inarcò la schiena per farlo entrare tutto questa mossa mi fece accelerare il movimento ebbe un orgasmo prolungato si dimenava sotto di me, uscii la feci girare e ritornai dentro era calda bagnata era….non c’erano parole cavalcai per un po’ con le mani le strizzavo i capezzoli si torceva sotto di me mise una mano vicino alla mia gamba per farmi uscire, disse mettilo nel culo, non me lo feci ripetere uscii in tutta fretta e lo puntai alla rosellina sembrava che non lo avesse mai fatto, piano mi avvicinai all’orecchio e glielo chiese mi rispose che lo voleva dare a chi veramente gli piacesse e quello ero io, bagnai la punta del cazzo sulla figa umidendo il glande e piano cominciai a spingere era stretto ma piano piano riuscii a far entrare la testa mi fermai e uscii senza allontanarmi poi rientrai e entrò un po’ di più fino a quando con una spinta decisa lo ficcai tutto dentro emise un gridolino ma subito smise, aspettai un po per farla abituare e cominciai il movimento, misi una mano sul clitoride e cominciai a massaggiarlo, era infuriata cominciò lei ad andare avanti e indietro sul mio cazzo fino a quando si distese io con lei sembrava una anguilla tanto si agitava, alla fine sborrai anche io le inondai gli intesti ne feci tanta tanto ero eccitato e tanto mi era piaciuto, sfinito ci distendemmo sul letto facendoci mille coccole, gli chiesi se voleva ancora la pizza, disse di si, così ci alzammo e facemmo una doccia, ci ricomponemmo e ordinammo le pizze.
Dopo averle mangiate mi disse che voleva restare a dormire da me, ma questa cosa non è che mi piacesse tanto, ero solitario non riuscivo a stare sempre con la stessa ma non so cosa mi prese accettai di farla restare e purtroppo questa fu la mia fine, perché da quella sera si installò definitivamente a casa mia, e diventammo come marito e moglie, lei decideva lei faceva, a me non dispiaceva però mi sentivo di aver perso la mia libertà, prima volavo da tutte le parti, come un’ape volavo di figa in figa adesso non lo potevo più fare, però mi piaceva e accettavo tutto da lei.
Conobbi i suoi genitori e suoi parenti e cominciò a parlare di matrimonio, ero diventato passivo, però quando eravamo a letto mi dimenticavo di tutto e la assecondavo.
Alla fine ci siamo sposati, stiamo bene insieme, siamo anche in attesa di un bel bimbo che nascerà a breve.
Una giornata no si era trasformata in un momento di dolcezza e bellezza.
fine
Quella mattina mi sentivo particolarmente strano, non sapevo cosa fosse ma il mio pensiero era sempre lo stesso, non volevo rimanere solo come se aspettassi qualcuno si ma..chi?
Girovagavo per la casa senza voler fare o pensare di fare qualcosa, feci una doccia mi vesti molto casual come sempre e uscii, girovagai per la città senza meta mi fermai ad un bar presi un caffè pagai e andai via, ma qualcosa mi aveva colpito già ma cosa, ero talmente distratto che non ricordavo cosa era stato.
Scrollai le spalle e andai via continuando la passeggiata, entrai nel viale alberato, era l’inizio della primavera gli alberi si erano appena vestiti di foglie nuove e il colore del verde primaverile è fantastico le foglie giovani si divertivano con la leggera brezza che c’era, ma il mio pensiero tornava a cosa avevo visto, non ricordavo, continuai a passeggiare, d’improvviso ebbi la sensazione che qualcuno mi seguisse, senza dare nell’occhio vidi una panchina e con fare sicuro mi sedetti girando la testa nella sua direzione, c’era una ragazza che stava passando proprio davanti a me, aveva i capelli color rame lunghi alle spalle una faccia semplice e piena zeppa di lentiggine un nasino tipico delle rosse un po’ all’insù alla francese, una bocca carnosa con labbra disegnate a forma di cuore delle gambe perfette e il culetto ummm era stupendo all’altezza giusto ad occhio e croce era alta 170 cm, portava un paio di tacchi forse otto cm, passò senza guardarmi e continuò a camminare.
Veramente ti eri illuso che quello splendore ti seguisse, ma poi non doveva essere il contrario? Comunque non ci pensai più stetti ancora un po’ seduto, poi mi alzai e continuai, si era fatto tardi non sapevo dove andare a mangiare a casa? In un bar? Non sapevo per me era una giornata senza senso qualsiasi cosa era buona.
Cosi camminando mi trovai a passare davanti ad una trattoria, alla vista sembrava buona entrai un cameriere mi portò ad un tavolino piccolo solo per una persona o al massimo due, mi diede il menù e andò via, si aprì nuovamente la porta e vidi entrare la rossa del viale, allora non era una combinazione, era lei quello che avevo visto al bar, si guardò intorno come se cercasse qualcuno, alzai lo sguardo e con fare sicuro la invitai con un gesto al mio tavolo, sorrise e si sedette, chiamai il cameriere e gli dissi che eravamo due.
Dimenticavo mi chiamo Diego sono alto 185 cm un fisico palestrato ho gli occhi color verde capelli castani non molto lunghi e sono ben dotato, almeno cosi dicono.
Appena seduta mi presentai.
Ciao mi chiamo Diego
Io Luciana
Come mai sei venuto in questa trattoria a mangiare? Gli risposi sai Luciana, oggi non volevo far niente di particolare e così girovagando per la città mi sono trovato a passare di qui e….ho fatto bene perché ti ho incontrata.
Rise e si illuminò ancora di più il suo viso, tornò il cameriere ordinammo un primo e un secondo, fu tutto buono pagai e uscimmo insieme, continuando a chiacchierare.
Gli chiesi abiti lontano? Disse no solo un paio di isolati più avanti, la mia curiosità mi stava prendendo e dissi, marito, amante, fidanzato, rise di nuovo e mi rispose che al momento era libera come l’aria, non aveva nessun legame con nessuno, era finita in malo modo l’ultima sua storia, non commentai, lei sorridendo mi fece la stessa domanda, al quel punto sorrisi anche io e dissi io sono libero tanto libero che vivo solo senza nessuno.
Nel corso della passeggiata passammo per una gelateria gli offrii il gelato e lentamente mentre lo gustava continuavamo a passeggiare.
Mentre camminavamo la guardavo, mangiava il gelato dando delle leccate da sotto a sopra che mi stavano eccitando, lo gustava leccando, infine quando si rimpicciolì lo infilò in bocca a come una attributo maschile lo faceva uscire e entrare, cercavo di non pensare a quel gesto ma non ne potevo fare a meno e lentamente l’amico tra le gambe cominciò a voler uscire ingrossandosi sempre più.
Per la prima volta nella mia vita mi sentivo a disagio e non volevo fare la figura che se mi vedeva il pacco si accorgesse di quello che stava succedendomi, io che ero sempre deciso con le femmine non abbassavo mai gli occhi ed ero quasi sempre autoritario, ma questa volta cosa mi succedeva?
Piano piano senza accorgercene arrivammo a casa sua, mi guardò e mi disse “sono arrivata a casa” risposi bene, a che piano abiti, sorrise e disse vivo con i miei genitori da quando mi sono lasciata, ok e quando ci rivediamo risposi, ti telefono se ti fa piacere, così gli detti il numero del mio cellulare, lei non volle dare il suo ma disse che mi avrebbe chiamato ok risposi e come sconfitto mi incamminai verso casa mia.
Passarono almeno due ore che squillò il cellulare,.
D- pronto chi è?
L-sono Luciana che fai di bello?
D- niente sono stato appena mollato da una femmina bellissima e adesso sono rimasto solo
L- ah ah non ti ho mollato ci vediamo più tardi?
D- dove? Da te?
L- si ti aspetto alle 18
Erano le sedici, mi cominciò una tachicardia non riuscivo a connettere, ma che mi succedeva, mai successo con le femmine, le due ore che mi separavo dall’appuntamento mi sembravano lontanissime mi gettai sotto la doccia la feci tiepida per svegliarmi, mi depilai come facevo sempre, scelsi un vestito pantaloni grigi e giacca blu notte sotto una camicia nera aperta sul petto, e mi incamminai andai nel garage presi l’auto, una ford mustang di colore amaranto con due strisce bianche dal cofano allo sportellone posteriore, misi in moto e piano mi avviai era ancora presto mancavano ancora 25 minuti, la strada non era tanta.
Arrivai sotto casa sua parcheggiai e aspettai con calma, non fumavo ma in quel momento desideravo una sigaretta per rilassarmi un po’.
Uscì dal portone era bellissima aveva un vestito a maniche lunghe color rosa stretto sulle mammelle e piano si allargava alla base diventando svasato, sopra aveva uno scialle, si avvicinò e aprì lo sportello, appena si sedette mi riempi di freschezza, disse complimenti per l’auto è bellissima, gli risposi tu sei bellissima, misi in moto e partii.
Dove vogliamo andare? Chiesi mi disse perché non a casa tua, per strada compriamo due pizze, non volevo altro girai e tornai a casa ci misi un attimo, salimmo e lei rimase soddisfatta di come avevo arredato la casa disse è molto bella, ci mettemmo comodi sul divano misi della musica molto calda e piacevole, le offrii da bere una vodka ghiacciata la buttò giù e mi guardava, forse voleva che io……non ci pensai due volte mi sedetti vicino a lei le presi la faccia tra le mani e dissi sei bella e la baciai piano sulla bocca, lei aprì le labbra e mi infilai con la lingua limonammo per molto tempo aveva un sapore bellissimo (oltre alla vodka), con lentezza appoggiai una mano sul ginocchio lentamente cominciai a salire lei apri le gambe e arrivai sulla coscia la strinsi un po’ le massaggiai l’inguine e infine……..toccai subito la sua figa non portava le mutandine era bagnata toccai le labbra e raggiunsi la clitoride emise un sospiro prolungato aveva gia goduto tanto era eccitata, anche lei scese con le mani mi apri i pantaloni e tiro fuori il mio amico che era di granito tanto era tosto
Lo guardò lo ammirò e cominciò a leccarlo come aveva fatto con il gelato piano, partiva dalla base e arrivava fino alla punta del glande lo colpiva con la lingua piano poi riscendeva mi leccava le palle e le aspirava in bocca, mi stava facendo venire troppo in fretta, la fermai la feci alzare dal divano e andammo nella mia camera le tolsi il vestito era nuda bellissima mi perdevo nella sua bellezza non mi sembrava vero che una giornata come quella finisse in quel modo, la distesi sul letto mi abbeverai alla sua figa sembrava una fontana la toccai con la lingua le labbra mi distesi su di lei e con la punta del cazzo cominciai a spingere piano entrai molto facilmente mi fermai e cominciai ad andare avanti e indietro con calma senza fretta, lei inarcò la schiena per farlo entrare tutto questa mossa mi fece accelerare il movimento ebbe un orgasmo prolungato si dimenava sotto di me, uscii la feci girare e ritornai dentro era calda bagnata era….non c’erano parole cavalcai per un po’ con le mani le strizzavo i capezzoli si torceva sotto di me mise una mano vicino alla mia gamba per farmi uscire, disse mettilo nel culo, non me lo feci ripetere uscii in tutta fretta e lo puntai alla rosellina sembrava che non lo avesse mai fatto, piano mi avvicinai all’orecchio e glielo chiese mi rispose che lo voleva dare a chi veramente gli piacesse e quello ero io, bagnai la punta del cazzo sulla figa umidendo il glande e piano cominciai a spingere era stretto ma piano piano riuscii a far entrare la testa mi fermai e uscii senza allontanarmi poi rientrai e entrò un po’ di più fino a quando con una spinta decisa lo ficcai tutto dentro emise un gridolino ma subito smise, aspettai un po per farla abituare e cominciai il movimento, misi una mano sul clitoride e cominciai a massaggiarlo, era infuriata cominciò lei ad andare avanti e indietro sul mio cazzo fino a quando si distese io con lei sembrava una anguilla tanto si agitava, alla fine sborrai anche io le inondai gli intesti ne feci tanta tanto ero eccitato e tanto mi era piaciuto, sfinito ci distendemmo sul letto facendoci mille coccole, gli chiesi se voleva ancora la pizza, disse di si, così ci alzammo e facemmo una doccia, ci ricomponemmo e ordinammo le pizze.
Dopo averle mangiate mi disse che voleva restare a dormire da me, ma questa cosa non è che mi piacesse tanto, ero solitario non riuscivo a stare sempre con la stessa ma non so cosa mi prese accettai di farla restare e purtroppo questa fu la mia fine, perché da quella sera si installò definitivamente a casa mia, e diventammo come marito e moglie, lei decideva lei faceva, a me non dispiaceva però mi sentivo di aver perso la mia libertà, prima volavo da tutte le parti, come un’ape volavo di figa in figa adesso non lo potevo più fare, però mi piaceva e accettavo tutto da lei.
Conobbi i suoi genitori e suoi parenti e cominciò a parlare di matrimonio, ero diventato passivo, però quando eravamo a letto mi dimenticavo di tutto e la assecondavo.
Alla fine ci siamo sposati, stiamo bene insieme, siamo anche in attesa di un bel bimbo che nascerà a breve.
Una giornata no si era trasformata in un momento di dolcezza e bellezza.
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