Di quando avevo bevuto dalla fontanella di mio figlio - 3
di
Una madre
genere
incesti
Avevo scoperto a mie spese di quanto porco e depravato fosse mio figlio.
Scoprirlo mentre si scopava la moglie del suo amico e per di più godendole prima in pancia e poi in bocca mi aveva davvero disgustata.
Nelle ore successive,cercavo in tutti i modi di scacciare dalla mia mente l'idea che a determinare il mio atteggiamento fosse stata una crisi di gelosia.
"Come posso essere gelosa?!
Sono sua madre,lui è un bellissimo giovane e da quanto posso capire,è molto richiesto dal giro delle sue amiche"
E poi,come potevo competere con la bellezza,la freschezza,l'ardore e la spudoratezza di quelle ragazze che erano venute a trovarlo dopo l'incidente.
"Ma poi...cosa vado a pensare...sono sua madre e non può esserci niente tra noi!
Non deve esserci niente!"
Continuavo a ripetermi in modo ossessivo e....doloroso.
Comunque,dopo quella brutta esperienza,avevo cercato di evitare ogni situazione che potesse crearmi nuovi imbarazzanti incontri.
Nelle mie interminabili elucubrazioni mentali,mi chiedevo anche se la sua ragazza Mara fosse a conoscenza delle corna che gli metteva mio figlio ed in caso affermativo,come poteva accettarlo?
Nella mia mente si sovrapponevano domande fumose,dubbi e sensazioni che non riuscivo a dominare.
Nei pochi giorni in cui era stato costretto ancora a letto,avevo cercato in ogni modo di evitare di restare sola con lui,limitandomi a servirgli la cena a letto troncando sul nascere ogni suo tentativo di dialogo.
Quando poi aveva cominciato ad alzarsi,gli stavo vicina il meno possibile e sempre,comunque,in presenza di mio marito e limitando le nostre conversazioni sul miglioramento del suo stato di salute,i programmi televisivi e le sue prospettive di ritorno al lavoro.
La svolta vi era stata la sera in cui il padre si era dovuto assentare per un giorno a causa del suo lavoro.
Come ogni sera,gli avevo servito la cena sul carrello mentre lui era seduto sul divano in soggiorno con la gamba tesa a causa del gesso mentre la spalla sembrava essere definitivamente guarita tanto che riusciva a muoversi autonomamente con l'uso di un bastone.
Dopo la cena,mentre sparecchiavo e scostavo il carrello,lui mi aveva afferrata per un braccio e strattonandomi mi aveva costretta ad inginocchiarmi davanti a lui.
-Ehi..ma che fai...mi fai male così!-
Gli avevo gridato cercando di liberarmi dalla sua stretta.
Poi,rendendomi conto dell'assurda situazione in cui ero venuta a trovarmi,mi era rilassata e guardandolo negli occhi gli avevo chiesto:
-Che vuoi?Perché mi hai tirata così?-
In quel momento,il cuore aveva preso a battere forte nel mio petto mentre uno incontrollabile tremore accompagnava il presagio della risposta che avrei potuto ricevere.
Più che un presagio,mi rendevo conto che forse era un desiderio che avevo cercato inutilmente di reprimere in tutti quei tormentati giorni.
Lui senza rispondermi,mi aveva messo una mano sotto al mento e dopo avermi sollevato la testa e puntato il suo strano sguardo nei miei occhi,aveva cominciato ad accarezzarmi il viso ed i capelli.
Via via che le sue carezze calmavano la mia agitazione,il suo respiro diveniva più irregolare e pesante poi,prendendomi le mani,le aveva accompagnate sulla sua patta dei pantaloni facendomi tastare una incredibile erezione:
-Mamma.....se vuoi....-
Non gli avevo neanche fatto finire la frase e tenendo sempre i miei occhi fissi sui suoi,avevo cominciato a slacciargli i pantaloni.
Dopo avergli abbassato la cerniera,gli avevo,non senza fatica,portato una mano dentro le mutande.
Un brivido aveva attraversato la mia schiena al primo contatto seguito da una scossa ancora più forte quando,dopo avergli calato lo slip,mi ero travato davanti una verga dall'aspetto davvero impressionante.
Vero è che non avevo mai visto un'altro maschio che non fosse mio marito ma quello che si presentava ai miei occhi era altra cosa,diversa per aspetto e dimensione rispetto al membro al quale ero abituata.
A parte le dimensioni che mi sembravano assolutamente spropositate,vi era anche il fatto che fosse ricoperto da vene scure e assai sporgenti mentre in alto,aveva un livido glande scappellato dal minaccioso colore violaceo.
I testicoli per contro,completamente depilati,avevano un non so che di rassicurante,lisci e rosei come certi frutti.
Mio figlio che aveva capito il mio sbigottimenti di fronte alla sua "dotazione",mi aveva confortato con un sorriso dolce come non gliene avevo più visti da tanto tempo ormai.
-Che vuoi che faccia ora?-
Gli avevo chiesto con occhi interrogativi senza parlare.
-Mamma...fai con le mani come l'altra volta e poi,se vuoi con la bocca.....-
Gli avevo afferrato l'arnese con entrambe le mani percependone la vitalità attraverso il suo calore ed i battiti delle sporgenti vene che parevano ripetere quelli del mi cuore.
Lo avevo massaggiato così,facendo scorrere il prepuzio che,al culmine della corsa verso l'alto me lo faceva apparire più lungo mentre in basso,si scopriva il rosso sanguigno del suo interno e il frenulo teso come una corda di violino.
-Cosa con la bocca?-
Avevo cercato di dire fingendo di non aver capito.
-.....leccami mamma...leccalo e poi succhialo come fosse un gelato.-
"Gelato?"
Avevo pensato ricordando che se proprio un parallelismo vi doveva essere,era più simile ad un grosso,nerboruto cetriolo esposto al sole d'estate piuttosto che un gelato freddo e gocciolante.
Dopo un po che lo massaggiavo aspirandone,a pieni polmoni gli odori di maschio,dal suo foro uretrale avevano cominciato a far capolino le prime,lucenti gocce di miele.
Senza esitare come se fossi avvezza a quel genere di leccornia,mi sono abbassata e col la lingua l'avevo ripulita.
Poi avevo chiuso gli occhi ed aprendo la bocca avevo fatto scivolare il glande tra le mie labbra già umide.
A quel punto,aiutata dalle sapienti mani di mio figlio,avevo cominciato a farmelo scorrere in bocca con movimenti alternati come se fosse il pistone di un motore a scoppio.
Io muovevo la testa mentre mio figlio,per quel che poteva con una sola gamba buone,spingeva il bacino in contrasto coi miei movimenti.
Quella operazione davvero stancante per me e le mie mandibole,produceva un incredibile rilascio di saliva che fuoruscendo dalle labbra,colava sui suoi testicoli sino al pavimento.
Le mie mascelle erano divenute alquanto dolenti mentre la mia libidine montava al pari dei suoni che scaturivano dai miei risucchi e dagli ansimi,sempre più forti,accelerati ed eccitanti di mio figlio.
Mentre gli facevo quel pompino,mi era tornata alla mente la scena di quando l'avevo vista fare dalla sua amica "troia"e la cosa mi era servita da stimolo per perdere ogni ritegno ed accelerare il ritmo come se fossi in competizione con lei.
L'esplosione di mio figlio era giunta con un suo tentativo di preavviso "Mamma...sto venendo..." che avrebbe dovuto permettermi di staccarmi e lasciarlo sborrare fuori dalla mia bocca e che,invece,aveva aumentato il parossismo del momento,spingendomi a serrare le labbra ed accelerare i miei movimenti sino a che un primo fiotto mi era schizzato direttamente in gola,un secondo mi aveva scaldato il palato seguito da un terzo sulle mie corde vocali ed un quarto ancora,scioltosi direttamente sulla mia lingua per farmene gustare il sapore.
Il tutto in una rapida successione mentre la verga si contorceva come una serpe nella mia accogliente bocca.
Dopo avere ingoiato ogni stilla del gustoso sapore sgorgato dal piacere di mio figlio,lo avevo strizzato per estrarne le ultime gocce mentre,gli regalavo il primo e,forse ultimo,bidet con la lingua di sua madre.
Alla fine mi ero accasciata con la testa sul sesso ormai vinto e molle di mio figlio mentre dai miei occhi,colavano lacrime di piacere,di pentimento e di vittoria per la sfida vinta nei confronti di quelle troie delle sue amiche.
Mio figlio ansimava ancora quando aveva cominciato ad accarezzarmi i capelli e farfugliare qualcosa che al momento non mi interessava proprio.
Poi,mentre cercavo di rimettermi in piedi mi aveva detto:
-Mamma.....vorrei ricambiarti....vuoi che ti lecchi anch'io.....-
-Sei un porco mercenario Claudio!
Mi hai forse presa per una puttana da ricompensare dopo un servizio di bocca?-
Gli avevo gridato prima di fuggire e chiudermi a chiave nella mia camera.
La mia notte era trascorsa tra impressionanti incubi e sogni meravigliosi sino a che al mattino,dopo aver portato a letto il caffè a mio figlio ero uscita per andare al lavoro ed affrontare una nuova,incredibile giornata.
Segue
Scoprirlo mentre si scopava la moglie del suo amico e per di più godendole prima in pancia e poi in bocca mi aveva davvero disgustata.
Nelle ore successive,cercavo in tutti i modi di scacciare dalla mia mente l'idea che a determinare il mio atteggiamento fosse stata una crisi di gelosia.
"Come posso essere gelosa?!
Sono sua madre,lui è un bellissimo giovane e da quanto posso capire,è molto richiesto dal giro delle sue amiche"
E poi,come potevo competere con la bellezza,la freschezza,l'ardore e la spudoratezza di quelle ragazze che erano venute a trovarlo dopo l'incidente.
"Ma poi...cosa vado a pensare...sono sua madre e non può esserci niente tra noi!
Non deve esserci niente!"
Continuavo a ripetermi in modo ossessivo e....doloroso.
Comunque,dopo quella brutta esperienza,avevo cercato di evitare ogni situazione che potesse crearmi nuovi imbarazzanti incontri.
Nelle mie interminabili elucubrazioni mentali,mi chiedevo anche se la sua ragazza Mara fosse a conoscenza delle corna che gli metteva mio figlio ed in caso affermativo,come poteva accettarlo?
Nella mia mente si sovrapponevano domande fumose,dubbi e sensazioni che non riuscivo a dominare.
Nei pochi giorni in cui era stato costretto ancora a letto,avevo cercato in ogni modo di evitare di restare sola con lui,limitandomi a servirgli la cena a letto troncando sul nascere ogni suo tentativo di dialogo.
Quando poi aveva cominciato ad alzarsi,gli stavo vicina il meno possibile e sempre,comunque,in presenza di mio marito e limitando le nostre conversazioni sul miglioramento del suo stato di salute,i programmi televisivi e le sue prospettive di ritorno al lavoro.
La svolta vi era stata la sera in cui il padre si era dovuto assentare per un giorno a causa del suo lavoro.
Come ogni sera,gli avevo servito la cena sul carrello mentre lui era seduto sul divano in soggiorno con la gamba tesa a causa del gesso mentre la spalla sembrava essere definitivamente guarita tanto che riusciva a muoversi autonomamente con l'uso di un bastone.
Dopo la cena,mentre sparecchiavo e scostavo il carrello,lui mi aveva afferrata per un braccio e strattonandomi mi aveva costretta ad inginocchiarmi davanti a lui.
-Ehi..ma che fai...mi fai male così!-
Gli avevo gridato cercando di liberarmi dalla sua stretta.
Poi,rendendomi conto dell'assurda situazione in cui ero venuta a trovarmi,mi era rilassata e guardandolo negli occhi gli avevo chiesto:
-Che vuoi?Perché mi hai tirata così?-
In quel momento,il cuore aveva preso a battere forte nel mio petto mentre uno incontrollabile tremore accompagnava il presagio della risposta che avrei potuto ricevere.
Più che un presagio,mi rendevo conto che forse era un desiderio che avevo cercato inutilmente di reprimere in tutti quei tormentati giorni.
Lui senza rispondermi,mi aveva messo una mano sotto al mento e dopo avermi sollevato la testa e puntato il suo strano sguardo nei miei occhi,aveva cominciato ad accarezzarmi il viso ed i capelli.
Via via che le sue carezze calmavano la mia agitazione,il suo respiro diveniva più irregolare e pesante poi,prendendomi le mani,le aveva accompagnate sulla sua patta dei pantaloni facendomi tastare una incredibile erezione:
-Mamma.....se vuoi....-
Non gli avevo neanche fatto finire la frase e tenendo sempre i miei occhi fissi sui suoi,avevo cominciato a slacciargli i pantaloni.
Dopo avergli abbassato la cerniera,gli avevo,non senza fatica,portato una mano dentro le mutande.
Un brivido aveva attraversato la mia schiena al primo contatto seguito da una scossa ancora più forte quando,dopo avergli calato lo slip,mi ero travato davanti una verga dall'aspetto davvero impressionante.
Vero è che non avevo mai visto un'altro maschio che non fosse mio marito ma quello che si presentava ai miei occhi era altra cosa,diversa per aspetto e dimensione rispetto al membro al quale ero abituata.
A parte le dimensioni che mi sembravano assolutamente spropositate,vi era anche il fatto che fosse ricoperto da vene scure e assai sporgenti mentre in alto,aveva un livido glande scappellato dal minaccioso colore violaceo.
I testicoli per contro,completamente depilati,avevano un non so che di rassicurante,lisci e rosei come certi frutti.
Mio figlio che aveva capito il mio sbigottimenti di fronte alla sua "dotazione",mi aveva confortato con un sorriso dolce come non gliene avevo più visti da tanto tempo ormai.
-Che vuoi che faccia ora?-
Gli avevo chiesto con occhi interrogativi senza parlare.
-Mamma...fai con le mani come l'altra volta e poi,se vuoi con la bocca.....-
Gli avevo afferrato l'arnese con entrambe le mani percependone la vitalità attraverso il suo calore ed i battiti delle sporgenti vene che parevano ripetere quelli del mi cuore.
Lo avevo massaggiato così,facendo scorrere il prepuzio che,al culmine della corsa verso l'alto me lo faceva apparire più lungo mentre in basso,si scopriva il rosso sanguigno del suo interno e il frenulo teso come una corda di violino.
-Cosa con la bocca?-
Avevo cercato di dire fingendo di non aver capito.
-.....leccami mamma...leccalo e poi succhialo come fosse un gelato.-
"Gelato?"
Avevo pensato ricordando che se proprio un parallelismo vi doveva essere,era più simile ad un grosso,nerboruto cetriolo esposto al sole d'estate piuttosto che un gelato freddo e gocciolante.
Dopo un po che lo massaggiavo aspirandone,a pieni polmoni gli odori di maschio,dal suo foro uretrale avevano cominciato a far capolino le prime,lucenti gocce di miele.
Senza esitare come se fossi avvezza a quel genere di leccornia,mi sono abbassata e col la lingua l'avevo ripulita.
Poi avevo chiuso gli occhi ed aprendo la bocca avevo fatto scivolare il glande tra le mie labbra già umide.
A quel punto,aiutata dalle sapienti mani di mio figlio,avevo cominciato a farmelo scorrere in bocca con movimenti alternati come se fosse il pistone di un motore a scoppio.
Io muovevo la testa mentre mio figlio,per quel che poteva con una sola gamba buone,spingeva il bacino in contrasto coi miei movimenti.
Quella operazione davvero stancante per me e le mie mandibole,produceva un incredibile rilascio di saliva che fuoruscendo dalle labbra,colava sui suoi testicoli sino al pavimento.
Le mie mascelle erano divenute alquanto dolenti mentre la mia libidine montava al pari dei suoni che scaturivano dai miei risucchi e dagli ansimi,sempre più forti,accelerati ed eccitanti di mio figlio.
Mentre gli facevo quel pompino,mi era tornata alla mente la scena di quando l'avevo vista fare dalla sua amica "troia"e la cosa mi era servita da stimolo per perdere ogni ritegno ed accelerare il ritmo come se fossi in competizione con lei.
L'esplosione di mio figlio era giunta con un suo tentativo di preavviso "Mamma...sto venendo..." che avrebbe dovuto permettermi di staccarmi e lasciarlo sborrare fuori dalla mia bocca e che,invece,aveva aumentato il parossismo del momento,spingendomi a serrare le labbra ed accelerare i miei movimenti sino a che un primo fiotto mi era schizzato direttamente in gola,un secondo mi aveva scaldato il palato seguito da un terzo sulle mie corde vocali ed un quarto ancora,scioltosi direttamente sulla mia lingua per farmene gustare il sapore.
Il tutto in una rapida successione mentre la verga si contorceva come una serpe nella mia accogliente bocca.
Dopo avere ingoiato ogni stilla del gustoso sapore sgorgato dal piacere di mio figlio,lo avevo strizzato per estrarne le ultime gocce mentre,gli regalavo il primo e,forse ultimo,bidet con la lingua di sua madre.
Alla fine mi ero accasciata con la testa sul sesso ormai vinto e molle di mio figlio mentre dai miei occhi,colavano lacrime di piacere,di pentimento e di vittoria per la sfida vinta nei confronti di quelle troie delle sue amiche.
Mio figlio ansimava ancora quando aveva cominciato ad accarezzarmi i capelli e farfugliare qualcosa che al momento non mi interessava proprio.
Poi,mentre cercavo di rimettermi in piedi mi aveva detto:
-Mamma.....vorrei ricambiarti....vuoi che ti lecchi anch'io.....-
-Sei un porco mercenario Claudio!
Mi hai forse presa per una puttana da ricompensare dopo un servizio di bocca?-
Gli avevo gridato prima di fuggire e chiudermi a chiave nella mia camera.
La mia notte era trascorsa tra impressionanti incubi e sogni meravigliosi sino a che al mattino,dopo aver portato a letto il caffè a mio figlio ero uscita per andare al lavoro ed affrontare una nuova,incredibile giornata.
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