Dalia

di
genere
etero

La stazione all'entrata delle Cinque Terre è vuota, si sta facendo buio. E' una sera di fine aprile, bassa stagione, ma il giorno è stato luminoso e hai scattato molte foto, che presenterai a un concorso, hai tanti talenti.
Il vagone del locale che ci riporterà a Parma è vuoto, poco illuminato, ci siamo solo noi.
Appena seduti abbiamo capito tutti e due cosa significa, ci siamo gettati uno contro l'altra, lingua a lingua prima ancora che il treno si avviasse, in fretta, come se questo regalo dovesse esserci concesso per pochi istanti soltanto, invece che per un'ora.

Il tocco della tua lingua e il tuo respiro, che riconoscerei anche bendato, i tuoi capelli sul viso e le mie mani sotto il tuo vestito, e questo viaggio è solo un anticipo di quel che faremo a casa.
Non poteva finire meglio questa giornata, questa vacanza che abbiamo preso da noi stessi. Il solo giorno in cui tu mi hai amato.

Si, perchè il nostro è un duello mortale, la donna dell'Est che sposa gli italiani in serie, solo per poter divorziare approfittando delle leggi di merda in vigore da queste parti.
E io che lo sapevo fin dal primo istante, e tu che nonostante questo hai accettato la sfida, è buffo, è dall'inizio che giochiamo a carte scoperte.
Perchè lo fai ? Per metterti alla prova ? Io da parte mia so solo che basterebbe un singolo passo falso perchè tu possa portarmi via tutto, anche le mutande, anche gli organi interni se tu trovassi un acquirente.

Non voglio rovinarti le vesti, ma ho quasi strappato la camicetta per poter arrivare allo spazio tra i due seni, dove la pelle è più delicata.
I tuoi seni dai grandi capezzoli scuri circondati da vene, hai allattato, è li che hai la tua sensibilità e vuoi che vengano torturati, me lo facesti capire a gesti la prima volta.
So già che quando saremo a letto, quando sarai nuda, butterò le tue gambe sulle mie spalle, per entrare più a fondo, ti piegherò in due e ti strattonerò questi seni fino a sollevarti, e ti lascerò cadere e ancora ti riprenderò.
E' la coscienza del pericolo a rendere tutto più vivo, neppure con l'Angelo è stato così, e ce ne vuole per essere meglio di lei.

Mi tieni per il collo con le due mani, mentre ti mordo alzo lo sguardo, hai gli occhi chiusi e il labbro inferiore proteso, oscilli la testa a scatti come se tremassi di freddo.
O come se stessi piangendo.
Lacrime di coccodrillo, nei nostri pochi giorni assieme ho potuto riconoscere tutte le tue tecniche, le leve psicologiche, ho ammirato la tua competenza.
Per quel che vorresti farmi, per come lo fai, ti ammiro e ti amo, tanto più oggi che per un attimo ricambi, lo sento dai brividi sotto la tua pelle.
Tanto che se veramente tu dovessi vincere e rovinarmi, sarei persino contento. E' per questo che con te non ho mai usato il preservativo, no ?

Hai aperto i pantaloni e l'hai trovato già eretto, non è una novità, è sempre così quando ci sei tu, anche dopo rifiuta di abbassare la testa, magari facesse così anche con le altre.
E mi allontani da te, solo per poter scendere e dedicarti al suzzone, come avevi fatto la mattina di ieri per darmi il buongiorno, come avevi ancora fatto il pomeriggio sul divano.
E io che a questa maniera non sono mai venuto, ma comunque apprezzo la tua buona volontà, e con le dita ti massaggio il collo sotto le orecchie.

" I feel like a young girl again. "
Le uniche parole che hai detto per tutto il viaggio, e io neanche quelle, avevo altro da fare con le labbra.

Scesi dal treno la tregua è finita, avevamo già cenato la in Liguria, finiamo subito a casa, subito a letto, e te l'ho detto che con te non mi si stanca, due volte ti ho presa, ma adesso sei tu che rifiuti di venire.
Quando ho finito stringi la mia coscia tra le gambe e ti strusci, non sono stato abbastanza, la sai punire la superbia tu.
E mentre lo fai stringo al petto la tua testa, ti accarezzo, riesci a farmi vergognare.
E ancora dopo, sotto le coperte, col viso nascosto tra le mie braccia racconti storie su quanto sia stata dura la tua vita e quanto ingiusto sia io a non volerti sposare e a non assumermi le responsabilità per quel che sicuramente succederà in seguito a quel che abbiamo fatto. E' così che ci addormentiamo, e domani ti aspetta l'aeroporto.

Mattina, apro gli occhi, stai piangendo. Che hai ? Sangue. Sono arrivate le mestruazioni proprio oggi che devi partire, un flusso abbondante anche.
Game Over caro amore, ho vinto io. E tu che chiedi se sarei disposto a ospitarti qualche giorno in più, non sai se avrai la forza di affrontare il viaggio nelle tue condizioni.
E io ti rispondo che se fosse solo mia la decisione, ti terrei con me tutta la vita.
E' allora che decidi tu, di preparare i bagagli e farti accompagnare alla stazione.
Dove un altro treno ti ha portata via.



( Dalia, in Italiano, nome femminile e pianta ornamentale della famiglia delle Asteracee.
In Lituano, nome femminile e dea tessitrice del fato, dalla nascita alla morte, similmente alle Parche. )
scritto il
2019-01-23
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