Oltre il tramonto (parte 4)
di
PifferaioMagico
genere
sentimentali
Chiuso alle nostre spalle il cancello ermetico della villetta, Mike ci apre la portiera dell'Audi blu presidenziale. Madame L. appoggia i suoi tacchi sul vialetto di ghiaia, sistemandosi con grazia il tubino nero e gli stivali a mezza coscia. La segretaria della scuola di danza invece è visibilmente stremata dalla scopata a tre avvenuta poco prima all'interno della macchina.
– Tesoro – dice la mistress – ti vedo già piuttosto stanchina... Eppure siamo solo all'inizio, ma petite fille. Sei sicura di non essere una suorina in incognito?
Non facendo caso al sarcasmo della padrona di casa, Benedetta cerca di riprendersi un po', sistemando la coda di cavallo e dando un'aggiustatina al reggiseno in pizzo. Eppure, mentre lei leccava la figa alla signora del fetish, io l'ho solo presa per qualche minuto alla pecorina, con dolcezza e movimenti ben precisi. Senza neppure fare danni con i miei schizzi seminali, né sulla minigonna e né tantomeno sugli immacolati sedili posteriori della berlina.
Diciamola tutta. Sulla carta e vista l'età dovrei essere io il più stanco di tutti, avendo già fatto saliscendi di cazzo più volte durante la giornata. Invece (sarà la presenza erotica delle due femmine, sarà il progettino divertente che mi frulla per la testa) riesco a oltrepassare la soglia di Villa Madame L. con un piglio tutto sommato vigoroso.
Nel frattempo Mike si è trasformato, senza cambiarsi d'abito, da autista discreto a maggiordomo palestrato. Il sorriso senza tempo e i deltoidi soffocati da una maglietta canna di fucile restituiscono una presenza rassicurante e fedele. Ci indica un divano con un tavolino pieno di aperitivi e bibite fresche.
– Sedetevi qui – dice la mistress – io vado a liberare il carabiniere dalla gabbia.
Io e Benedetta incrociamo gli sguardi e per la prima volta sorridiamo complici. Sarà l'imbarazzo per il contesto che ci avvolge, sarà la sensazione di sentirsi più al riparo rispetto alla scopata in luogo pubblico: tant'è che mentre sorseggiamo il nostro cocktail alla frutta, ci viene voglia di sederci più vicino.
Dalla stanza di sotto, immaginiamo una tavernetta adibita a dungeon, sentiamo un lontano sferragliare di catene e una serie di ordini pronunciati in tedesco.
– Ma quante lingue sa questa mignottona..?!? – dice la segretaria sottovoce.
– Eh di lingue se ne intende, ma ti consiglio di trattarla con rispetto.
– Ma davvero c'ha in casa un militare messo al gabbio?
– Sì tranquilla, poi te lo facciamo vedere. Magari te lo porti un po' al guinzaglio. Ma ora...
Mi interrompo sentendo Madame L. risalire dalla scala. In mano ha un frustino di cuoio e lo appoggia sul divano come farebbe con l'oggetto più comune del mondo. Un leggero rivolo di sudore le imperla le tempie, ma in un attimo ritorna suadente come prima.
– Mi volete spiegare perché mi avete rivoluzionato la serata?
– Certo, darling. Come ti dicevo la nostra amica fa la segretaria in una scuola di tango e altre specialità della casa...
– Sì questo l'avevo capito. E ho anche apprezzato la sua lingua dai ritmi sudamericani.
– Ecco brava, così avete fatto conoscenza inguinale. La cosa importante è che Benedetta è in mezzo a una compravendita di mutandine usate, un network di feticisti che acquista tanga e perizoma bagnati a colpi di centinaia di euro. Ci sono delle ragazze della palestra che offrono la merce e dei simpatici maschioni che sbavano per averla.
– Fin qui nulla di strano – dice la mistress con aria di sufficienza.
– Beh insomma non è proprio uno sport olimpico scambiarsi tessuti intimi impregnati di cremine vaginali...
Madame L. apre la sua borsa e ne estrae due mutandine, nere e rosse.
– Su una piattaforma in rete sono almeno un paio d'anni che vendo slip usati, ma anche strapon, fruste con rivoli di sangue, stivali di pelle e calze a rete.
Incasso il colpo ma cerco di non darlo a vedere. Mi viene fuori un'espressione un po' acida e la guardo come si guardava la secchiona della classe, quella stronzetta sempre un passo avanti a tutti.
– Va bene, tesorino, la padrona sei sempre tu. Ma il fatto interessante è che ora posso sputtanare quei tre coglioni, come vi dicevo poco fa in macchina. L'idea è di vendicarmi per quello che mi hanno fatto. E per voi, di ricavarne vantaggi concreti.
– Se volete vi spiego cosa accade in palestra – prende vigore Benedetta.
– Sì, certo ma chérie. Dicci come possiamo stringere le palle a quei pupazzi.
La segretaria ingoia un sorso di spritz dalla cannuccia, lecca via il segno di rossetto dal bordo e accavalla le gambe pronta a raccontare.
[CONTINUA / 4]
– Tesoro – dice la mistress – ti vedo già piuttosto stanchina... Eppure siamo solo all'inizio, ma petite fille. Sei sicura di non essere una suorina in incognito?
Non facendo caso al sarcasmo della padrona di casa, Benedetta cerca di riprendersi un po', sistemando la coda di cavallo e dando un'aggiustatina al reggiseno in pizzo. Eppure, mentre lei leccava la figa alla signora del fetish, io l'ho solo presa per qualche minuto alla pecorina, con dolcezza e movimenti ben precisi. Senza neppure fare danni con i miei schizzi seminali, né sulla minigonna e né tantomeno sugli immacolati sedili posteriori della berlina.
Diciamola tutta. Sulla carta e vista l'età dovrei essere io il più stanco di tutti, avendo già fatto saliscendi di cazzo più volte durante la giornata. Invece (sarà la presenza erotica delle due femmine, sarà il progettino divertente che mi frulla per la testa) riesco a oltrepassare la soglia di Villa Madame L. con un piglio tutto sommato vigoroso.
Nel frattempo Mike si è trasformato, senza cambiarsi d'abito, da autista discreto a maggiordomo palestrato. Il sorriso senza tempo e i deltoidi soffocati da una maglietta canna di fucile restituiscono una presenza rassicurante e fedele. Ci indica un divano con un tavolino pieno di aperitivi e bibite fresche.
– Sedetevi qui – dice la mistress – io vado a liberare il carabiniere dalla gabbia.
Io e Benedetta incrociamo gli sguardi e per la prima volta sorridiamo complici. Sarà l'imbarazzo per il contesto che ci avvolge, sarà la sensazione di sentirsi più al riparo rispetto alla scopata in luogo pubblico: tant'è che mentre sorseggiamo il nostro cocktail alla frutta, ci viene voglia di sederci più vicino.
Dalla stanza di sotto, immaginiamo una tavernetta adibita a dungeon, sentiamo un lontano sferragliare di catene e una serie di ordini pronunciati in tedesco.
– Ma quante lingue sa questa mignottona..?!? – dice la segretaria sottovoce.
– Eh di lingue se ne intende, ma ti consiglio di trattarla con rispetto.
– Ma davvero c'ha in casa un militare messo al gabbio?
– Sì tranquilla, poi te lo facciamo vedere. Magari te lo porti un po' al guinzaglio. Ma ora...
Mi interrompo sentendo Madame L. risalire dalla scala. In mano ha un frustino di cuoio e lo appoggia sul divano come farebbe con l'oggetto più comune del mondo. Un leggero rivolo di sudore le imperla le tempie, ma in un attimo ritorna suadente come prima.
– Mi volete spiegare perché mi avete rivoluzionato la serata?
– Certo, darling. Come ti dicevo la nostra amica fa la segretaria in una scuola di tango e altre specialità della casa...
– Sì questo l'avevo capito. E ho anche apprezzato la sua lingua dai ritmi sudamericani.
– Ecco brava, così avete fatto conoscenza inguinale. La cosa importante è che Benedetta è in mezzo a una compravendita di mutandine usate, un network di feticisti che acquista tanga e perizoma bagnati a colpi di centinaia di euro. Ci sono delle ragazze della palestra che offrono la merce e dei simpatici maschioni che sbavano per averla.
– Fin qui nulla di strano – dice la mistress con aria di sufficienza.
– Beh insomma non è proprio uno sport olimpico scambiarsi tessuti intimi impregnati di cremine vaginali...
Madame L. apre la sua borsa e ne estrae due mutandine, nere e rosse.
– Su una piattaforma in rete sono almeno un paio d'anni che vendo slip usati, ma anche strapon, fruste con rivoli di sangue, stivali di pelle e calze a rete.
Incasso il colpo ma cerco di non darlo a vedere. Mi viene fuori un'espressione un po' acida e la guardo come si guardava la secchiona della classe, quella stronzetta sempre un passo avanti a tutti.
– Va bene, tesorino, la padrona sei sempre tu. Ma il fatto interessante è che ora posso sputtanare quei tre coglioni, come vi dicevo poco fa in macchina. L'idea è di vendicarmi per quello che mi hanno fatto. E per voi, di ricavarne vantaggi concreti.
– Se volete vi spiego cosa accade in palestra – prende vigore Benedetta.
– Sì, certo ma chérie. Dicci come possiamo stringere le palle a quei pupazzi.
La segretaria ingoia un sorso di spritz dalla cannuccia, lecca via il segno di rossetto dal bordo e accavalla le gambe pronta a raccontare.
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