The Handyman (Cap 10) – Il misterioso Monsieur Mouchard
di
Lizbeth Gea
genere
voyeur
Era passato un mese dal mio licenziamento e, nonostante avessi un sacco di soldi da parte, non sapevo dove sbattere la testa, ancora. Alcune ospiti del condominio, prima su tutte Antonella, mi venivano a trovare, ci uscivo a cena e mi facevano forza. Strano a dirsi, quel posto iniziava a mancarmi.
Per di più avevo raggiunto una certa notorietà. Non so come, avevano capito che ero io l’uomo della foto. E venivo innondato da varie richieste di interviste. Rifiutavo sempre. Prima non volevo, secondo non potevo per le varie norme del contratto stipulato.
Poi il primo ottobre successe qualcosa di strano. Ricevetti una telefonata da Silvie.
“Pezzo di merda sono giorni che ti cerco”
“Bhe io ho sempre il solito numero”
“Bhe è sempre spento”
Bhe si volevo stare per i cavoli miei.
“Comunque non mi va di perdere tempo. Domani mattina devi venire al condominio, ti aspetto”.
Quindi il giorno dopo, anche per curiosità, mi diressi, senza aspettativa, verso il mio vecchio luogo di lavoro. Ero talmenta scazzato, che avevo indossato solo un paio di pantaloncini e una maglietta.
Lei mi stava aspettando nel mio vecchio appartamento.
“Finalmente sei arrivato, coglione” – giuro che un giorno o la meno o la inculo. – “Siediti” – mi guardò imbarazzata – “Sono successe due cose strane: tutti i condomini hanno firmato una petizione per il tuo ritorno e, a quanto pare dopo la tua bravata, quella giornalista è diventata molto famosa e ha firmato increbili contratti. Quindi in un modo o nell’altro hai fatto pubblicità al Pleasure Condominium”
La guardai – “Quindi?”
Si morse la lingua – “Sono costretta a riassumerti, in modo immediato” – e quasi per mettere le mani avanti – “E’ stato mio marito a deciderlo, se fosse stato per me ti avrei castrato”.
“E se io rifiutassi?”
“Sai ne sarei felice, ma mio marito mi ha detto di offrirti 5000 euro al mese”
“Accidenti. Ok, però voglio un pompino da lei” – Lo so avevo esagerato.
“Gran pezzo di merda” – Feci per andarmene – “Ok, stronzo”
Fu il pompino più disastroso della storia. Me lo prese in mano. Se lo mise in bocca. Mi masturbò quasi facendomi male. Ed sborrai sul pavimento.
“Ora” – con tutta l’indifferenza che poteva esprimere – “ Ricominci domani alle otto esatte” – Fece una pausa – “Per favore arriva in ritardo così ti posso licenziare”.
Io feci ancora di meglio, tornai la sera stessa, tanto avevo ancora una copia delle chiavi. Tutto procedeva bene, anzi direi benissimo. Visto che le donne del condominio avevano espresso, a modo loro, la felicità per il mio ritorno. Si me le ero ancora scopate.
Poi un giorno conobbi il grande artista Monsieur Mouchard.
“Saint Dieu, maintenant comme je le fais” – Stavo per salutardo, ma lui mi indicò con la mano di stare zitto – “Come faccio devo consegnare il lavoro domani mattina”. – Mi guardò – “Aspetta, aspetta forse ho trovato una soluzione.”. – Spense il telefono.
“Vous qui vous etes?”
“Mi scusi”
“Tu chi sei?”
“Alexander, il tuttofare”
“Certo, certo. Mi hanno parlato di te. Quindi in teoria dovresti fare tutto quello che ti chiedo?”
Stai a vedere che mi tocca scopare con sto vecchio.
“In teoria si”.
“Bene presentati alle 15:00 nel mio appartamento, massima puntualità”.
Arrivai all’ora stabilita. Lui mi apri in vestaglia, era di seta nera. Sotto portava un pigiama anch’esso di seta, ma blu.
“Entra pure, mon ami, la ragazza è già arrivata”
“Ragazza?”
“Si, come posso chiamarla, la tua collega”.
Strano, avevo sempre capito che fosse gay. Entrai e fui subito scioccato. Seduta sul divano c’era Sabrina. Non la vedevo da un paio di mesi, mi sembrava ancora più bella di prima. Forse era dimagrita, o forse mi sbaglio aveva un atteggiamento più agressivo, meno timido. La salutai e lei ricambiò con un sorriso.
“Noto che vi conoscete”
“Bhe si, ci siamo visti un paio di volte” – Non volevo digli che era la mia ex. Erano fatti miei.
“Bene, quando una sera l’ho vista parlare con Marina, ho capito subito che era la ragazza che faceva per me. Quel visino dolce, quelle forme, era perfetta per il mio progetto”
“Ora spogliatevi” – Lo disse in modo così improvviso, che rimasi a bocca aperta.
Mentre Sabrina esegui subito l’ordine, io guardai l’artista – “Perché?”
“A giusto non te l’ho ancora detto, errore mio. Devo consegnare delle foto erotiche entro domani, e quel coglione del modello mi ha dato buca”
Mi girai verso la mia ex e per la prima volta gli rivolsi parola – “E tu cosa ci fai qui?”
“Semplice, mi ha pagata 1000€” – Non era mai stata così fredda.
Ormai avevo capito che era inutile sprecare parole. Mi spogliai e mi avvicinai a Sabrina. Con i suoi lunghi capelli mossi, con quelle lentiggini sul naso, con quella bocca carnosa e con quel seno stratosferico era decisamente bellissima. Per la prima volta ero rammaricato della nostra rottura, forse provavo qualcosa di più verso quella ragazza.
“D’ora in poi dovete fare esattamente quello che vi dico” – La voce del padrone di casa mi disdò dai miei pensieri – “Ora per prima cosa abbraccia la tua amata in modo delicato”.
Strinzi a me Sabrina, sentivo il suo seno schiacciarsi sul mio petto, il suo delicato profumo inebriava il mio olfatto. Il maetro prese la sua macchina fotografica.
“Ora per cortesia baciatevi”
Ovviamente non mi feci pregare. Gli accarezzai i capelli e la baciai dolcemente. Il suo modo di baciare era diverso da quello che mi ricordavo. Era piu deciso. Il mio pene iniziava a pulsare tra le gambe. Cercai in tutti i modi di controllare la mia erezione, ma niente, il mio pene diventò durissimo e si insinuò tra le sue gambe. Ovviamente non la penetrai.
“Alexander vedo che la situazione inizia a piacerti” – Mounsier Mouchard sorrise – “Ora per favore seguitemi nel mio studio, che ho fatto allestire per la situazione”
Entrammo. L’artita premette un interruttore, si diffuse una fioca luce rossa. Era una stanza da letto, dal gusto al quanto discutibile. Sul soffitto avevano installato uno specchio gigantesco. Le pareti coperte da tendaggi rossi. In mezzo alla stanza c’era un letto enorme ricoperto con lussuosissime coperte rosse.
“Ora tesoro” – Si era rivolto verso Sabrina – “Sdraiati sul letto a pancia in giù e guardami negli occhi”
“Così signore?”
“Certo tesoro, sei fantastica. Ora stringiti il seno con le mani, sempre guardando in macchina”
Lei eseguì come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Ora piccola girati, incrocia le gambe, copriti la passera con la mano destra e fissa il soffitto”
Io rimasi li a guardare la scena, il mio cazzo non accennava ad ammosciarsi. Ci avrei fatto sesso li seduta stante. Mouchard si mise sopra di lei e gli scattò almeno cinque foto.
“Sei bravissima, ora morditi le labbra.. uhnnn brava così. Ora apri le gambe” – Si girò verso di me – “Tu vieni qui” – Mi avvicinai – “Ora mettiti davanti a lei e fingi di leccagli la figa, mi raccomando fingi”.
Mi chinai, avvicinai la punta della lingua a quella passera stupenda. La Sabrina che conoscevo di solito, ora si sarebbe messa a tremare, ma ora era li che spingeva il monte di venere verso di me.
“Bene, bene ora allunga le tue manone verso il suo seno” – Si chinò pure lui per inguadrare meglio – “Stringile”.
Avvolsi quelle tettone con le mia mani. La sentivo gemere.
“Ora da bravo, mettiti sopra di lei. Avvicina il tuo pene alla sua patauger” – Per istinto la penetrai – “Tosser, chi ti da detto di penetrarla”.
Con mia grande delusione, tolsi il mio cazzo dalla sua vagina.
“Ora cucciola appoggiati sui gomiti, e tu sollevagli la gamba destra e baciatevi”
Era una posa alquanto complicata, ma eseguimmo. Lui scattò delle foto da tutte le posizioni, ne fece pure alcune inguadrando lo specchio.
“Ora, mon cher, manca poco” – Mi accarezzò il corpo, era la prima volta che sembrava eccitato – “Sabrina, cara, ora mettiti a quattro zampe sul letto”
L’aiutai. L’artista si mise dietro di lei. – “Brava allarga leggermente le gambe”
Come una professionista lei obbedì – “Tu, mettiti dietro di lei. Appoggio il pene tra le chiappe”
Sbaglio o il signore aveva una erezione?.
“Cara, ora inarca la schiena. Fai vedere le splendite tette”
Io guardavo lui, si aveva una erezione tra le gambe. Gli piace guardare a quanto pare.
“Mon ami, baciagli il collo. Fai finta di penetrarla… Così bravo.. perfettiiii”
Si mise dietro di noi, per scattare altre foto. Sentii le sue mani sul mio culo. Sentii le sue dita che mi penetravano. Le tolse.
“Ora tesori, per favore, sdraiatevi sul letto e abbracciatevi teneramente”
Sentivo il cuore battere, non resistivo più volevo il suo corpo. Volevo possederla come non mai. Lei si sdraio sopra di me, sentivo il suo cuore battere agitato. Mi baciò. Io gli accarrezai i capelli. Mouchard si sedette su una poltrana accanto al letto. Voleva scattare le foto di lato. Stavolta fu lei a far entrare il mio cazzo nella sua figa bagnata e guardandomi negli occhi – “Non resistivo più a vedere quel cazzo duro e non farci nulla”.
Il maestro non disse nulla e ci scattò ancora qualche foto, ormai stavamo facendo sesso. Lui mise via la macchina fotografica e accarezzò entrambi i nostri corpi.
“Sai Sabrina” – aveva il magone in gola – “Sin da piccolo ho sempre sognato un corpo e un viso come il tuo, ma la natura è stata ingrata con me”.
Si alzò in piedi accarezzo il sedere della ragazza – “Queste forme, questa sensualità. Sarei potuto uscire con tutti gli uomini che volevo, certo nella vita mi sono divertito, ho sempre sognato di essere una donna”.
Si sedette ai bordi del letto, si mise la mano tra i pantaloni e si afferrò il cazzo duro.
“Ora, tesori, scopate per me”
Il mio pene si infilò insinuoso nella figa di Sabrina. Lei mi baciò immediatamente. Mouchard mi toccava il petto, non mi dava nessun fastidio. L’importante era fare sesso con quella stupenda ragazza. Le sue tette gloriose sbattevano contro la mia faccia. Non mi rimaneva altro che leccarle, assaggiarle. Le afferrai le chiappe con le mani, le volevo entrare ancora più in profondità. Per un attimo pensai a in che situazioni l’avevo messa, ma subito la sua morbida lingua si introdusse nella mia bocca e dimenticai ogni pensiero.
Il padrone di casa era li che si menava il cazzo, era eccitato. Sicuramente si stava immedesimando in Sabrina. Si risedette sulla poltrona, così poteva gustarsi meglio lo spettacolo.
Ora vedevo il suo flacido pene bianco. Nonostante l’eta, aveva ancora una erezione funzionale. A quanto pare adorava massaggiarselo lentamente.
“Ti prego mettila a pecorina e prendila da dietro”
Sabrina si rimise a 4 zampe.. appoggiò le mani sullo schienale del letto, si scotò i capelli lasciando nudo il collo. Gli lo leccai immediamente, mentre con le dita gli stimolavo l’ano. Sicuramente il signore si rivedeva molto nella principessa. Morsi il collo. Poi le leccai il buco del culo, non volevo farle del male. L’artista trasgredì e mi prese in mano il cazzo. Sentivo la sua vecchia mano scappellarmelo. Tornò a sedersi. Capii solo dagli occhi cosa desiderasse.
Spinsi la mia cappella nell’ano della mia ex. Lei urlò immediatamente. Probabilmente non era ancora abituata. Ad ogni mio passaggio il canale anale si allargava sempre di più, rendento la scopata ancora più piacevole. Il nostro guardone era visibilmente eccitato. Finalmente mi decisi ad afferrare le tette di Sabrina, le stringevo. Lei si mise la mano tra le gambe, probabilmente voleva godere di più.
“Si inculami!!!!” – Non era la voce della ragazza, ma bensì quella di Mouchard, nella sua testa era lui quello che si stava facendo inculare. La sua mano si muoveva sempre più velocemente. Quasi in modo sincronizzato penetravo Sabrina, che all’improvviso urlò, bagnando con i suoi umori le coperte. Era venuta.
“Ti prego non fermarti, è troppo presto” – anche stavolta la voce non era della ragazza, che invece esprime il suo pensiero ansimando – “non preoccuparti fai quello che ti dice Charles.”
Solo in quel momento conobbì il nome del nostro ospite. Sabrina era evidentemente in difficoltà. Mouchard iaculò così forte che il suo sperma raggiunse il mio corpo. Prese di corsa la macchina fotografica.
“Tesoro resisti, quel viso è esattamente quello che sto cercando”
Vederla doveva essere davvero stupenda, poi con il suo corpo sudato doveva essere spettacolare. Fotografò pure il mio pene che entrava e usciva da quel meraviglioso sedere. Sono sicuro che queste se le terrà per se. Mise l’obiettivo sul mio viso, forse intuendo che ero prossimo all’orgasmo.
Sborrai direttamente nel culo, non fecì in tempo ad estrarlo. Crollai sul letto stanco. L’artista mise un dico sul culo di Sabrina, prese la sborra che usciva come se fosse nutella e la lecco.
“Ora, mia cara, sdraiati sopra di lui con la testa sul suo petto e la mano sinistra sul pene”.
Sabrina mi baciò delicatamente, eseguì perfettamente gli odini. Nonostante la situazione era dolcissima. E il maestro scattò la sua ultima foto, forse la più bella.
Una volta che ci rivestemmo, lui ci ringraziò e diede i soldi alla ragazza più dolce del mondo, poi ci accompagnò alla porta, salutandoci.
Una volta rimasti soli in corridoio, mi sentii imbarazzato e facevo fatica a guardarla.
Mi feci coraggio – “Amore, stavo pensando forse dovremmo tornare a rifrequantarci”.
Lei mi guardò in modo malinconico – “Mi dispiace, ormai è tardi sono devota alla signora Marina”.
Mi baciò ancora e per confermare le sue parole, invece di scendere al piano terra con me, si diresse verso l’appartamento 2C, quello occupato proprio da Marina e Andrea.
Per di più avevo raggiunto una certa notorietà. Non so come, avevano capito che ero io l’uomo della foto. E venivo innondato da varie richieste di interviste. Rifiutavo sempre. Prima non volevo, secondo non potevo per le varie norme del contratto stipulato.
Poi il primo ottobre successe qualcosa di strano. Ricevetti una telefonata da Silvie.
“Pezzo di merda sono giorni che ti cerco”
“Bhe io ho sempre il solito numero”
“Bhe è sempre spento”
Bhe si volevo stare per i cavoli miei.
“Comunque non mi va di perdere tempo. Domani mattina devi venire al condominio, ti aspetto”.
Quindi il giorno dopo, anche per curiosità, mi diressi, senza aspettativa, verso il mio vecchio luogo di lavoro. Ero talmenta scazzato, che avevo indossato solo un paio di pantaloncini e una maglietta.
Lei mi stava aspettando nel mio vecchio appartamento.
“Finalmente sei arrivato, coglione” – giuro che un giorno o la meno o la inculo. – “Siediti” – mi guardò imbarazzata – “Sono successe due cose strane: tutti i condomini hanno firmato una petizione per il tuo ritorno e, a quanto pare dopo la tua bravata, quella giornalista è diventata molto famosa e ha firmato increbili contratti. Quindi in un modo o nell’altro hai fatto pubblicità al Pleasure Condominium”
La guardai – “Quindi?”
Si morse la lingua – “Sono costretta a riassumerti, in modo immediato” – e quasi per mettere le mani avanti – “E’ stato mio marito a deciderlo, se fosse stato per me ti avrei castrato”.
“E se io rifiutassi?”
“Sai ne sarei felice, ma mio marito mi ha detto di offrirti 5000 euro al mese”
“Accidenti. Ok, però voglio un pompino da lei” – Lo so avevo esagerato.
“Gran pezzo di merda” – Feci per andarmene – “Ok, stronzo”
Fu il pompino più disastroso della storia. Me lo prese in mano. Se lo mise in bocca. Mi masturbò quasi facendomi male. Ed sborrai sul pavimento.
“Ora” – con tutta l’indifferenza che poteva esprimere – “ Ricominci domani alle otto esatte” – Fece una pausa – “Per favore arriva in ritardo così ti posso licenziare”.
Io feci ancora di meglio, tornai la sera stessa, tanto avevo ancora una copia delle chiavi. Tutto procedeva bene, anzi direi benissimo. Visto che le donne del condominio avevano espresso, a modo loro, la felicità per il mio ritorno. Si me le ero ancora scopate.
Poi un giorno conobbi il grande artista Monsieur Mouchard.
“Saint Dieu, maintenant comme je le fais” – Stavo per salutardo, ma lui mi indicò con la mano di stare zitto – “Come faccio devo consegnare il lavoro domani mattina”. – Mi guardò – “Aspetta, aspetta forse ho trovato una soluzione.”. – Spense il telefono.
“Vous qui vous etes?”
“Mi scusi”
“Tu chi sei?”
“Alexander, il tuttofare”
“Certo, certo. Mi hanno parlato di te. Quindi in teoria dovresti fare tutto quello che ti chiedo?”
Stai a vedere che mi tocca scopare con sto vecchio.
“In teoria si”.
“Bene presentati alle 15:00 nel mio appartamento, massima puntualità”.
Arrivai all’ora stabilita. Lui mi apri in vestaglia, era di seta nera. Sotto portava un pigiama anch’esso di seta, ma blu.
“Entra pure, mon ami, la ragazza è già arrivata”
“Ragazza?”
“Si, come posso chiamarla, la tua collega”.
Strano, avevo sempre capito che fosse gay. Entrai e fui subito scioccato. Seduta sul divano c’era Sabrina. Non la vedevo da un paio di mesi, mi sembrava ancora più bella di prima. Forse era dimagrita, o forse mi sbaglio aveva un atteggiamento più agressivo, meno timido. La salutai e lei ricambiò con un sorriso.
“Noto che vi conoscete”
“Bhe si, ci siamo visti un paio di volte” – Non volevo digli che era la mia ex. Erano fatti miei.
“Bene, quando una sera l’ho vista parlare con Marina, ho capito subito che era la ragazza che faceva per me. Quel visino dolce, quelle forme, era perfetta per il mio progetto”
“Ora spogliatevi” – Lo disse in modo così improvviso, che rimasi a bocca aperta.
Mentre Sabrina esegui subito l’ordine, io guardai l’artista – “Perché?”
“A giusto non te l’ho ancora detto, errore mio. Devo consegnare delle foto erotiche entro domani, e quel coglione del modello mi ha dato buca”
Mi girai verso la mia ex e per la prima volta gli rivolsi parola – “E tu cosa ci fai qui?”
“Semplice, mi ha pagata 1000€” – Non era mai stata così fredda.
Ormai avevo capito che era inutile sprecare parole. Mi spogliai e mi avvicinai a Sabrina. Con i suoi lunghi capelli mossi, con quelle lentiggini sul naso, con quella bocca carnosa e con quel seno stratosferico era decisamente bellissima. Per la prima volta ero rammaricato della nostra rottura, forse provavo qualcosa di più verso quella ragazza.
“D’ora in poi dovete fare esattamente quello che vi dico” – La voce del padrone di casa mi disdò dai miei pensieri – “Ora per prima cosa abbraccia la tua amata in modo delicato”.
Strinzi a me Sabrina, sentivo il suo seno schiacciarsi sul mio petto, il suo delicato profumo inebriava il mio olfatto. Il maetro prese la sua macchina fotografica.
“Ora per cortesia baciatevi”
Ovviamente non mi feci pregare. Gli accarezzai i capelli e la baciai dolcemente. Il suo modo di baciare era diverso da quello che mi ricordavo. Era piu deciso. Il mio pene iniziava a pulsare tra le gambe. Cercai in tutti i modi di controllare la mia erezione, ma niente, il mio pene diventò durissimo e si insinuò tra le sue gambe. Ovviamente non la penetrai.
“Alexander vedo che la situazione inizia a piacerti” – Mounsier Mouchard sorrise – “Ora per favore seguitemi nel mio studio, che ho fatto allestire per la situazione”
Entrammo. L’artita premette un interruttore, si diffuse una fioca luce rossa. Era una stanza da letto, dal gusto al quanto discutibile. Sul soffitto avevano installato uno specchio gigantesco. Le pareti coperte da tendaggi rossi. In mezzo alla stanza c’era un letto enorme ricoperto con lussuosissime coperte rosse.
“Ora tesoro” – Si era rivolto verso Sabrina – “Sdraiati sul letto a pancia in giù e guardami negli occhi”
“Così signore?”
“Certo tesoro, sei fantastica. Ora stringiti il seno con le mani, sempre guardando in macchina”
Lei eseguì come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Ora piccola girati, incrocia le gambe, copriti la passera con la mano destra e fissa il soffitto”
Io rimasi li a guardare la scena, il mio cazzo non accennava ad ammosciarsi. Ci avrei fatto sesso li seduta stante. Mouchard si mise sopra di lei e gli scattò almeno cinque foto.
“Sei bravissima, ora morditi le labbra.. uhnnn brava così. Ora apri le gambe” – Si girò verso di me – “Tu vieni qui” – Mi avvicinai – “Ora mettiti davanti a lei e fingi di leccagli la figa, mi raccomando fingi”.
Mi chinai, avvicinai la punta della lingua a quella passera stupenda. La Sabrina che conoscevo di solito, ora si sarebbe messa a tremare, ma ora era li che spingeva il monte di venere verso di me.
“Bene, bene ora allunga le tue manone verso il suo seno” – Si chinò pure lui per inguadrare meglio – “Stringile”.
Avvolsi quelle tettone con le mia mani. La sentivo gemere.
“Ora da bravo, mettiti sopra di lei. Avvicina il tuo pene alla sua patauger” – Per istinto la penetrai – “Tosser, chi ti da detto di penetrarla”.
Con mia grande delusione, tolsi il mio cazzo dalla sua vagina.
“Ora cucciola appoggiati sui gomiti, e tu sollevagli la gamba destra e baciatevi”
Era una posa alquanto complicata, ma eseguimmo. Lui scattò delle foto da tutte le posizioni, ne fece pure alcune inguadrando lo specchio.
“Ora, mon cher, manca poco” – Mi accarezzò il corpo, era la prima volta che sembrava eccitato – “Sabrina, cara, ora mettiti a quattro zampe sul letto”
L’aiutai. L’artista si mise dietro di lei. – “Brava allarga leggermente le gambe”
Come una professionista lei obbedì – “Tu, mettiti dietro di lei. Appoggio il pene tra le chiappe”
Sbaglio o il signore aveva una erezione?.
“Cara, ora inarca la schiena. Fai vedere le splendite tette”
Io guardavo lui, si aveva una erezione tra le gambe. Gli piace guardare a quanto pare.
“Mon ami, baciagli il collo. Fai finta di penetrarla… Così bravo.. perfettiiii”
Si mise dietro di noi, per scattare altre foto. Sentii le sue mani sul mio culo. Sentii le sue dita che mi penetravano. Le tolse.
“Ora tesori, per favore, sdraiatevi sul letto e abbracciatevi teneramente”
Sentivo il cuore battere, non resistivo più volevo il suo corpo. Volevo possederla come non mai. Lei si sdraio sopra di me, sentivo il suo cuore battere agitato. Mi baciò. Io gli accarrezai i capelli. Mouchard si sedette su una poltrana accanto al letto. Voleva scattare le foto di lato. Stavolta fu lei a far entrare il mio cazzo nella sua figa bagnata e guardandomi negli occhi – “Non resistivo più a vedere quel cazzo duro e non farci nulla”.
Il maestro non disse nulla e ci scattò ancora qualche foto, ormai stavamo facendo sesso. Lui mise via la macchina fotografica e accarezzò entrambi i nostri corpi.
“Sai Sabrina” – aveva il magone in gola – “Sin da piccolo ho sempre sognato un corpo e un viso come il tuo, ma la natura è stata ingrata con me”.
Si alzò in piedi accarezzo il sedere della ragazza – “Queste forme, questa sensualità. Sarei potuto uscire con tutti gli uomini che volevo, certo nella vita mi sono divertito, ho sempre sognato di essere una donna”.
Si sedette ai bordi del letto, si mise la mano tra i pantaloni e si afferrò il cazzo duro.
“Ora, tesori, scopate per me”
Il mio pene si infilò insinuoso nella figa di Sabrina. Lei mi baciò immediatamente. Mouchard mi toccava il petto, non mi dava nessun fastidio. L’importante era fare sesso con quella stupenda ragazza. Le sue tette gloriose sbattevano contro la mia faccia. Non mi rimaneva altro che leccarle, assaggiarle. Le afferrai le chiappe con le mani, le volevo entrare ancora più in profondità. Per un attimo pensai a in che situazioni l’avevo messa, ma subito la sua morbida lingua si introdusse nella mia bocca e dimenticai ogni pensiero.
Il padrone di casa era li che si menava il cazzo, era eccitato. Sicuramente si stava immedesimando in Sabrina. Si risedette sulla poltrona, così poteva gustarsi meglio lo spettacolo.
Ora vedevo il suo flacido pene bianco. Nonostante l’eta, aveva ancora una erezione funzionale. A quanto pare adorava massaggiarselo lentamente.
“Ti prego mettila a pecorina e prendila da dietro”
Sabrina si rimise a 4 zampe.. appoggiò le mani sullo schienale del letto, si scotò i capelli lasciando nudo il collo. Gli lo leccai immediamente, mentre con le dita gli stimolavo l’ano. Sicuramente il signore si rivedeva molto nella principessa. Morsi il collo. Poi le leccai il buco del culo, non volevo farle del male. L’artista trasgredì e mi prese in mano il cazzo. Sentivo la sua vecchia mano scappellarmelo. Tornò a sedersi. Capii solo dagli occhi cosa desiderasse.
Spinsi la mia cappella nell’ano della mia ex. Lei urlò immediatamente. Probabilmente non era ancora abituata. Ad ogni mio passaggio il canale anale si allargava sempre di più, rendento la scopata ancora più piacevole. Il nostro guardone era visibilmente eccitato. Finalmente mi decisi ad afferrare le tette di Sabrina, le stringevo. Lei si mise la mano tra le gambe, probabilmente voleva godere di più.
“Si inculami!!!!” – Non era la voce della ragazza, ma bensì quella di Mouchard, nella sua testa era lui quello che si stava facendo inculare. La sua mano si muoveva sempre più velocemente. Quasi in modo sincronizzato penetravo Sabrina, che all’improvviso urlò, bagnando con i suoi umori le coperte. Era venuta.
“Ti prego non fermarti, è troppo presto” – anche stavolta la voce non era della ragazza, che invece esprime il suo pensiero ansimando – “non preoccuparti fai quello che ti dice Charles.”
Solo in quel momento conobbì il nome del nostro ospite. Sabrina era evidentemente in difficoltà. Mouchard iaculò così forte che il suo sperma raggiunse il mio corpo. Prese di corsa la macchina fotografica.
“Tesoro resisti, quel viso è esattamente quello che sto cercando”
Vederla doveva essere davvero stupenda, poi con il suo corpo sudato doveva essere spettacolare. Fotografò pure il mio pene che entrava e usciva da quel meraviglioso sedere. Sono sicuro che queste se le terrà per se. Mise l’obiettivo sul mio viso, forse intuendo che ero prossimo all’orgasmo.
Sborrai direttamente nel culo, non fecì in tempo ad estrarlo. Crollai sul letto stanco. L’artista mise un dico sul culo di Sabrina, prese la sborra che usciva come se fosse nutella e la lecco.
“Ora, mia cara, sdraiati sopra di lui con la testa sul suo petto e la mano sinistra sul pene”.
Sabrina mi baciò delicatamente, eseguì perfettamente gli odini. Nonostante la situazione era dolcissima. E il maestro scattò la sua ultima foto, forse la più bella.
Una volta che ci rivestemmo, lui ci ringraziò e diede i soldi alla ragazza più dolce del mondo, poi ci accompagnò alla porta, salutandoci.
Una volta rimasti soli in corridoio, mi sentii imbarazzato e facevo fatica a guardarla.
Mi feci coraggio – “Amore, stavo pensando forse dovremmo tornare a rifrequantarci”.
Lei mi guardò in modo malinconico – “Mi dispiace, ormai è tardi sono devota alla signora Marina”.
Mi baciò ancora e per confermare le sue parole, invece di scendere al piano terra con me, si diresse verso l’appartamento 2C, quello occupato proprio da Marina e Andrea.
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