Week-end con la schiava – Capitolo extra

di
genere
masturbazione

Lo so avevo detto che avrei scritto cinque capitoli, ma questa settimana, mentre scrivevo questo racconto, mi è capitato per caso di imbattermi in una lettera, che è giunta ad una mia conoscente.

Passò praticamente un anno da quel Week-end avventuroso. Ogni tanto ripensavo a Monica, avrei voluto gustarmela di più, ma, usando una frase fatta, la vita va avanti.
Stavo facendo i fatti miei, quando notai una nuova mail nella posta in arrivo. Più che altro notai l’intestazione: Monica *******. Tu pensa dopo tutto questo tempo. Mi sbrigai ad aprirla.

“Cara la mia signora, si ricorda di me. Grazie a lei ho vissuto un’avventura meravigliosa, ma non la rifarei per nulla al mondo, ma torniamo a noi. Oggi scadeva il contratto che mi hai imposto a firmare un anno fa; a proposito grazie, quel prodotto è andato a ruba, l’abbiamo rinnovato. Quindi mi sei tornata in mente.
Ho saputo dal nostro fornitore che ti sei licenziata, probabilmente quel lavoro non era l’ideale per il tuo carattere. Uffa perdo ancora tempo. Ti volevo dire che ogni tanto frequento Stefano, sembra che si sia innamorato di me, poverino mi concedo raramente, ma gli sta bene così. Mi ha parlato di sua sorella e di un certo vestito, ma non ho capito bene.
E’ stato un periodo un po’ complicato, una mia collega è una vipera, se non fosse cosi seducente, la manderei a fanculo, ma mi conosci, adoro le stronze. Inclusa te. Quando mi masturbo, purtroppo la penso spesso. Un'altra a cui penso sei te. Quel week-end è impresso, in modo indelebile, nella mia testa.
Ora ti sembrerò pazza, ma quando voglio maturbarmi, mi preparo. Indosso autoreggenti o collant, prendo le mie scarpe preferite, hanno un tacco di 12 cm. Accendo la lampada del comodino e spengo le luci, mi sdraio sul divano e mi immergo nel mio mondo.
Chiudo gli occhi e mi torni in mente. Quella volta che ci siamo incontrate, e passo un dito sul clitoride. La nostra prima notte di sesso, e infilo due dita dentro di me. Quando il pensiero passa a quella magnifica sezione di sadomaso, il mio ritmo accellera e premo sul mio intimo.
Ora ti sconvolgerò, penso a quei due cazzi che mi penetrarono, con il senno del poi è stata una fantastica esperienza. Forse te ne sarei accorta, ma ho rubato un dildo dal tuo cassetto (me ne sono accorta eccome). Quando penso a Stefano e a Riccardo spalanco le cosce e mi penetro intensamente. I collant che uso ormai sono bucati sul davanti.
Poi quando ripenso a quel mattino, la mia eccitazione aumenta, per la prima volta in vita mia, sono stata audace. Grazie a te mi sono svegliata ed esco con molte più ragazze.
Quel dildo che mi hai “regalato” è divino, mi fa raggiungere l’orgasmo in modi inaspettati. Mi sono comprata un piccolo plug, a quanto pare mi hai fatto scoprire il piacere anale.
Ma quando penso a quella vipera, dio mio, si fa tutto più eccitante, mi penetro e mi accarezzo alternatamente, la immagino sotto di me che me la lecca, vorrei essere posseduta da lei.
Penso a quella volta che mi ha sfiorato il seno per sbaglio. Mi umidifico le dita in bocca, con una mano mi accarezzo il seno e mi inserisco tre dita freneticamente, tu sai quanto sia brava in quello.
Raggiungo l’orgasmo quando mi penso in ginocchio davanti a lei e le faccio giungere all’orgasmo, con la mia lingua. In seguito mi lecco le dita pensando di assaporare il gusto dei suoi umori.
Scusami forse ti ho disturbata, ma non so perché mi andava di scriverti, forse inconsciamente penso che mi potresti aiutare con la mia vipera”

Mentre leggevo quella mail, la voglia di masturbarmi era forte, ma lasciai perdere. In compenso presi un paccò e ci infilai le nostre famose mutandine e scrissi un bigliettino.

“A distanza non ti posso aiutare, anche perché non conosco la vipera in questione, ma se vuoi possiamo uscire a cena e ne parliamo. Sai il mio numero e dove abito. Al momento ti mando quei famosi slip, credo che te ne ricorderai, sai quelle che mi hai infilato nella passera. Da allora non li ho più indossati, per me sono tuoi. Spero che ti aiutino e ti diano la forza necessaria.
Baci Lizzy. O meglio la tua signora”

Dato che questo racconto è stato assai corto e forse deludente. Vi svelo l’arcano, almeno a quelli che hanno avuto la pazienza di leggere tutti i capitoli.
Il primo racconto, quello del rimorchio, me l’ha raccontato il mio amico strano. Lui è gay e ha avuto un incontro infuocato con un suo cliente. Come si dice, quando scatta la passione. Non ve lo aspettevate vero?
Il secondo racconto, sulla prima notte, è stato invece riportato dalla sorella della mia migliore amica. In pratica quanto ha perso la verginità.
Il terzo quello sadomaso, forse è il più sconvolgente. Ad esporlo è stata la donna sposata. Dove è la sorpresa? La vittima è suo marito. A quanto pare questa cosa li unisce molto e chi sono io per giudicare.
Il quarto, quello del sesso a quattro, lo ammetto è capitato a me. E’ stata una delle ultime avventure con il mio ragazzo, prima di avere un figlio. Lei era una mia amica e lui il suo ragazzo del momento.
Il quinto per esclusione è dedicato alla mai amica lesbica. A quanto pare la sua ex l’ha lasciata in quel modo. Particolare come espediente. E’ rimasta bloccata a letto per otto ore, quandò arrivo la donna delle pulizie, mi sa che la più sconvolta fu lei.
Come dite e questa famosa lettera, forse è la più imbarazzante di tutte. L’ho trovata nell’ufficio di mia madre, a quanto pare, un suo cliente focoso, le voleva far conoscere cosa le provocava ogni loro incontro. Ovviamente, visto che era un uomo, le sue frasi erano mene delicate.
Ora vi saluto, devo riposare, scrivere è stato faticoso e le idee stanno esaurendo. Forse dovrei raccontare del lavoro particolare che intrapresi per sei mesi, quando avevo 21 anni. Questa storia pero mi imbarazza un po’ e devo trovare il coraggio per trascriverla.
scritto il
2019-10-06
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