Serata al Green Park Hotel

di
genere
orge

(Direi uscito maluccio)

Ovviamente, subito dopo aver accettato la proposta della escort me ne pentii, come odio la mia insicurezza, ma ormai avevo dato la mia parola. Durante quei giorni di attesa studiai un paio di cose, il mio abbigliamento, il mio atteggiamento e i limiti che mi dovevo prefissare.
Visto che l’albergo, in cui si doveva svolgere la festa, aveva 5 stelle, pensai di mettermi il vestito più elagante che possedessi. Era un abito lungo nero con uno spacco laterale, una scollatura vistosa e maniche trasparenti. Ai piedi avevo scelto le mie scarpe portafortuna: delle decoltè nere con tacchi di 12 cm. Sotto avevo optato per un intimo semplice di pizzo, tanto immaginavo che dovesse sparire in pochi secondi.
Dovento fare la escort, pensai di recitare, quindi la mia intenzione era di fare un po’ l’arrogante, sapendo benissimo che dovevo superarmi.
I limiti, forse la brutalità, la maleducazione e la poca igiene.

Finalmente arrivò il giorno dell’appuntamento e mi presentai, come istruzioni, davanti al portone del Green Park Hotel, dove mi raggiunse Eleonora. Era splendida come al solito, coperta da un abito dorato attillato.
Mi baciò delicamenta - “Tu guarda alla fine sei venuta, sei una tipa coraggiosa”
“A dire il vero mi cago sotto, ma nello stesso tempo sono curiosa ed eccitata” – Ricambiai il bacio – “ E poi Ely ci sei tu, spero di poterti almeno toccare questa sera”
“Vedremo, intanto andiamo al bar, ti devo spiegare alcune cose per stasera”
Ci recammo al bar, raccogliendo, al nostro passaggio, lo stupore dei clienti, in effetti eravamo due belle fighe.
“Allora tesoro, stasera saliremmo all’attico dove ci aspettano tre magnati russi, ti giuro che sono dei tipi eleganti”
“Belli?”
“Diciamo piacenti, ma questo poca importanta, non ti pare?”
“Immagino di si”
“Allora stasera, anche grazie a te, mi daranno 3000 euro, di cui 500 sono per te, va bene?”
Ero dubbiosa, speravo di aver un compenso equo, ma risposi affermativamente con la testa.
“Bene, allora dovrai fare esattamente quello che ti dico e vedrai che la serata sarà piacevole”
Detto questo mi prese per mano e ci dirigemmo verso l’ascensore, fece un piccolo cenno al portiere e prememmo il pulsante per raggiungere la stanza dove eravamo attese.
Appena giungemmo davanti alla porta della suite imperiale, la mia ansia aumentò in modo esponenziale.
Ely mi diede una pacca sul culo, mi infilò la lingua in bocca – “Ora respira profondamente e trasformati” – E bussò alla porta.
Ci aprì un uomo distinto sulla cinquantina brizzolato, se erano tutti cosi, la serata si prometteva piacevole.
Ci fece accomodare in un salottino dove ci aspettavano gli altri due clienti, un uomo leggermente fuori forma e un bellissimo ragazzo biondo.
Mentre la mia accompagnatrice intascava i contanti, io mi sedetti sul divanetto non sapendo esattamente che fare, l’atmosfera era un pò gelida.
Ely si sedette accanto a me – “Questa è la mia amica Miriam” – La guardai in modo strano – “E’ la sua prima volta, spero che sarete cortesi con lei”
Fu il più maturo ad aprire bocca per primo – “Bhe con una ragazza così incantevole è facile essere gentile”
I discorsi erano tutti in inglese, ma li ho tradotti per facilitare la comprensione.
Durante i primi momenti sembrana che nessuno sapesse cosa fare e si parlava del più e del meno.
CI offrirono dello champagne.
“Bhe forse è meglio non perdere tempo, del resto siamo qui solo per un motivo” – Come al solito Eleonora prese l’iniziativa e mi infilò la lingua in gola.
I tre uomini rimasero li a guardarci interessati.
MI stese dolcemente sul divano e mi accarezzò il seno.
Il più maturo si tirò fuori il cazzo e iniziò a masturbarsi.
Ely mi fece alzare e iniziò ad abbassare lentamente la zip posteriose del mio vestito, che cadde immediatamente sul pavimento, le sue mani perlustravano, il mio corpo lussurioso, lentamente.
Ora pure quello che ci aprì la porta si tolse i pantaloni e iniziò a segarsi, invece il più giovane sembrò inflessibile.
La mia insegnante mi fece inginocchiare, si alzò la gonna, sotto non aveva nulla.
Io compresi immediatamente e gli la leccai, stavamo facendo uno spettacolino privato per i nostri clienti.
Mentre leccavo, sembrava quasi che gli altri non esistessero, però i loro respiri ansimanti mi rigettavano nella realtà.
“Avete visto, la piccolina fa tutto quello che voglio” – Si mise a ridere e mi accarezzò i capelli.
Sentii un uomo avvicinarsi, sentii la sua cappella sfiorarmi il viso e lo vidi provare a baciare la mia collega, ma lei si ritrasse, mi ricordai della regola numero uno delle escort.
Lui non si arrabbiò, anzi, le fece uscire il seno dal vestito e gli lo leccò, a quanto pare lo preferiva al bacio.
Ogni tanto il suo cazzo sbatteva contro il mio viso e quasi mi dava fastidio, pur sapendo che avrei dovuto fare ben altro quella notte.
Infatti neppure il tempo di finire quel pensiero, che mi ritrovai quel cazzo in bocca, dopo l’ordine di Eleonora.
Come mi ero ripromessa, dovevo fingere sicurezza, quindi me lo infilai tutto im bocca fino alle palle.
Lo afferrai per l’asta e gli leccai la cappella, intanto Ely si denudò complemante e inziò a leccare il buco del culo del tipo, non l’avevo mai visto fare.
Si alzò pure l’uomo sovrappeso e mi ritrovai due peni in faccia, anche se controglia, leccai pure quello, devo dire che era molto dotato il signore.
Invece il ragazzino, che poi scoprii che si chiamava Ivan, se ne stava seduto e calmo sulla poltrona.
Non chiedetemi il perché, ma mi stavo annoiando, solo il pensiero dei 500 euro mi spronava a continuare.
La mia maestra si sedette, a gambe divaricate, sul divanetto. Si masturbava guardandomi all’opera con quei due cazzi. Di impulso feci un piccolo movimento verso di lei, gli la volevo leccare, ma mi precedette il grassone dotato. Prese un profilattico dal vassoio sul tavolino, se lo infilò e penetrò la escort con ardore.
Io intanto continuavo a leccare lentamente il cazzo dell’altro, fissando il ragazzetto. Volevo tanto scoparmelo, anche se sembrava impassibile, vedevo che tra le gambe era gonfio.
Girai il mio sguardo verso Eleonora, ormai era completamente nuda, la mani del porco erano sulle sue meravigliose tette. Lei ansimava e potevo notare dal suo viso che non fingeva.
Anche se perdevo tempo con il pompino, dentro di me sapevo che prima o poi dovevo essere scopata, quindi mi alzai in piedi, mi tolsi le mutandine, appoggiai le mani al tavolino, con lo sguardo fisso a Ivan e in posizione da pecorella smarrita, invitai l’uomo affasciante a scoparmi.
Si avvicinò con il suo cazzo spoglio, io afferrai immediatamente un preservativo e gli lo gettai.
Notai la delusione nel suo volto, ma non fece una piega, neppure il suo cazzo, e lo infilò dalla cappella. Immediamente mi sculaccio. Io emettevo piccoli versetti sensuali, stavo recitando.
Smisi di recitare quando mi sentii penetrare. Il suo cazzo entrò dentro di me, senza chiedere il permesso, e io mi sentii immediatamente posseduta. Mi afferrò per i fianchi e mi sbatte con maggior forza.
“Bravo trattami per la puttana che sono”
A quanto pare il pischello biondo si era annoiato di osservare, si alzò in modo repentivo, si sbottonò e la sua asta mi scattò in faccia. Io gli leccai lentamente la cappella e lui mi afferrò con decisione i capelli.
La mia bocca si spalancò e lui me lo infilò con decisione.
Non mi ero mai sentita così puttana in vita mia.
Ero così affascinata e attratta da quel ragazzo, che quasi mi dimenticai di quello che stava penetrando, anzi immaginai che avevano invertito i ruoli.
Gli leccavo la cappella, i testicoli, lo fissavo negli occhi. Lui era mio.
Sentii la mia amica urlare – “Vlad raggiungici”
Sfilo il cazzo velocemente e raggiunse rapidamente la puttana in calore.
Ivan disse qualcosa in russo, che non capii, probabilmente conosceva solo la sua lingua, e si diresse verso la stanza accanto. Guardai Eleonora dubbiosa. Aveva il cazzo di Vlad in bocca e quello del cicciotto nel culo. Anche se era decisamente occupata, mi indicò con la mano la porta da dove era uscito il biondino, e capii che lo dovevo seguire.
La porta conduceva a una piccola spa, con tanto di sauna e vasca idromassaggio, dove il mio cliente era già immerso completamente nudo. Non persi tempo, mi sfilai il reggiseno, me ne fregai del preservativo, e non fu l’unica regola che trasghedii, e mi sedetti sul suo cazzo eretto. Lui mi strinse le tette da sotto e iniziai a cavalcarlo. Ogni volta che il mio corpo scendeva verso il suo cazzo, sentivo il rumore dell’acqua provocato dal mio culo.
Strinsi le mie braccia attorno al suo collo, lui intanto mi leccava i capezzoli. Lui emetteva delle singole parole, ma non capii se erano dolci o sporche.
Dopo avergli leccato il collo, gli infilai la lingua in bocca. Seconda regola trasgredita.
Lui mi afferrava il culo con le mani, aiutando il mio movimento ondulatorio e lo spingeva dentro con più forza, sentivo che stavo per raggiungere l’orgasmo, ma dovevo resistere.
Per evitare il pericolo, mi tolsi da lui, entrai in sauna schiacciai le tette alla parete di legno, e iniziai ad accarezzarmi il culo. Credevo che per 500 euro mi potevo pure far sbattere da dietro.
Lui rimase nella vasca segandosi, sembrava che non avesse capito. Mi ricredetti quando sentii, improvvisamente, la sua cappella bussare al mio buchino. Spinse, con la mano possente, la mia faccia contro la parete della sauna e iniziò a incularmi. Ho sempre amato i maschi decisi.
Il suo cazzo scorreva deciso dentro di me, e lo sentivo ansimare. Dentro di me ho sempre desiderato che chi mi pagava ottenesse la massima soddisfazione.
Mi strinse le tette, il suo cazzo sembrava quasi esplodere dentro di me e poi improvvisamente sentii una fredda sostanza riempirmi. Ebbe un orgasmo senza preservativo, altra regola trasgredita. Avevo ancora un sacco da imparare.
Anche se volevo rimanere con lui, magari per una seconda botta, sapevo bene lo scopo per cui ero li e tornai dalla mia collega. La trovai intrappolata in una doppia. L’uomo affascinante era sotto di lei e la possedeva nel culo, mentre il cicciotto la penetrava nella figa. Il viso di Eleonora era uno spettacolo nello spettacolo. Si mordeva la lingua, era ansimante, era una variante tra il rosso fuoco e lo scarlatto e il trucco era rovinato dal sudore.
Mi avvicinai a lei e la baciai in bocca. Il suo ansimare e i suoi urlatti si insinuaro all’interno della mia cavita orale.
I suoi soldi se li meritava alla grande e io volevo diventare come lei.
Le accarezzavo le tette, gli le leccavo, praticamente ero diventata una specie di cliente, ma la sua voce mi fece tornare alla realtà – “Puttana inginocchiati immediatamente”
Schioccò le dita per attirare l’attenzione del cicciotto, e poi mi indicò.
Lui estrasse il suo cazzone dalla figa di Eleonora, con uno schiocco, e si avvicino a me. Gli lo afferrai immediametamente e gli lo leccai. La mia sexy amica mi raggiunse poco dopo e si inginocchiò accanto a me, palpandomi il seno. Ora i cazzi davanti alla mia faccia erano diventati due.
Io ed Ely li segavamo, li leccavamo, ci li scambiavamo allegramente, finchè non raggiungesero l’orgasmo e ci riempirono la faccia con il loro sperma.

I nostri clienti ci concedettero gentilmente l’uso della doccia dove ci lavammo e ci accarezzammo delicamente. Ci voleva un po’ di dolcezza dopo una serata simile. Appena ricomposte tornammo in salotto. I tre uomini si erano messi a bere allegramente, chiaccherando di chi sa cosa. Il brizzolato ci chiamò un taxi e come premio per la serata, ci diete 500 euro extra.
Una volta in taxi, Eleonora mi baciò, con lo stupore del nostro driver e, invece dei 500 euro promessi, me ne diete 1000 – “Tesoro te li sei meritati”
Io scoppiai a piangere. Purtroppo fu l’ultima volta che la vidi e ancora oggi la penso.
Che ne feci dei soldi? Semplice la metà la usai per i soliti regalini, con l’altra invece pagai lo studio che mi aveva suggerivo Eleonora, per costruire e promuovere il mio personale sito internet, dove assunsi il nome di Miriam Flunder (per capire cosa significa usate pure un traduttore) e comprai una Nokia 3310 con una nuova sim.
Da quella notte iniziò la mia avventura in quel mondo millenario.
scritto il
2019-11-09
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