La babysitter provocante

di
genere
tradimenti

Di solito scrivo del mio passato, anche perché è molto più interessante del presente. Questa volta voglio raccontare cosa mi è capitato pochi giorni fa. Lo so penserete tutti che i fatti che racconterò siano falsi, non farò nulla per smentirvi, che vi posso dire godetevi il racconto e basta.
Dopo il periodo di maternità dovetti tornare al lavoro e, non potendo portare mio figlio in ufficio, dovetti assumere una babysitter e mi affidai a un’agenzia specializzata.
Pensai subito che mi mandassero una signora sui 50 anni, se non di più, ma, con mia grande sorpresa, mi mandarono una ragazza sui 26 anni. A quanto pare era molto qualificata.
La prima volta che la vidi, sinceramente, la volevo mandare via, era di una bellezza immaginabile. Alta, rossa di capelli, un grosso seno naturale, magrissima e due diamanti al posto degli occhi. L’avrei voluta io una babysitter così. Decisi di darle un mese di prova.
Durante la prima settimana non successe nulla di ecclatante, al massimo qualche distrazione perdonabile: tipo dimenticare il suo reggiseno sul divano. Si scusò dicendomi che mio filglio gli aveva vomitato addosso, immaginai che fosse una bugia, ma lasciai perdere. Con il senso del poi, poteva essere un indizio per quello che accadde dopo.
Non voglio perdere tempo quindi arrivo subito al dunque.
Un giorno avevo bisogno di vedere mio figlio, quindi tornai a casa durante la pausa pranzo, senza avvisare.
Appena arrivai la casa era silenziosa, mi recai subito in camera mia, dove c’era il lettino, e vidi, con un certo sollievo, mio figlio che dormiva seneramente. A questo punto mi domandai dove fosse Rebecca, la babysitter. Sentii l’acqua della doccia scorrere, probabilmente aveva approffitato di quella sosta per lavarsi un pò, e fino a qui tutto bene. Nonché, improvvisamente, sentii qualcuno ansimare.
Forse si stava masturbando sotto la doccia, chi non l’ha mai fatto, o forse, mio Dio, si stava facendo scopare dal mio compagno. Sapevo che quella situazione fosse impossibile, direi ridicola, conosco il mio ragazzo, ma nulla mi trattenne di correre verso la porta del bagno e aprirla lentamente. Quello che vidi mi sconvolse. Uno sconosciuto stava scopando becca sotto la doccia, almeno non era il mio ragazzo. Quello era decisamente più vecchio.
Tramite i separè trasparenti della doccia, potevo vedere la babysitter con la faccia appoggiata al muro e un uomo muscoloso, brizzolato, che la prendeva da dietro.
Rimasi ferma sulla soglia per qualche istante, volevo ammirare il suo corpo tonico. Il suo seno era ancora più bello di quello che avessi immaginato, la sua coppa era perfetta e quel tale non smettava mai di parparlo.
Gli urletti sprigionati dalla ragazza, mi eccitarono e automaticamente la mia mano fini tra le mie gambe. Quello sconosciuto contraeva le chiappe ogni volta che la possedeva. La me di qualche anno prima si sarebbe immediatamente lanciata in mezzo a loro.
Avevo bisogno di prove, per mostrarle al mio compagno, quindi presi il cellulare e iniziai a filmare il tutto. Succhiusi la porta, non volevo farmi vedere. A quanto pare lui gli aveva sussurrato qualcosa, perché Rebecca si inginocchiò e iniziò a leccare quel cazzo duro. La sua lingua scorreva lungo l’asta e immaginai subito che stesse leccando la mia passera. Avevo bisogno di cambiarmi le muntadine.
Lo sconosciuto gli afferrò i capelli e gli sbattò violentemente la cappella in bocca. Lui gli venne in bocca in pochi secondi. Era il momento di smammare, tornai in camera, presi delle mutandine pulite, baciai mio figlio e scappai da casa mia, come se fossi una ladra.

Ero ancora eccitava, durante il viaggio di ritorno verso il mio ufficio, immaginavo tutte le ragazze nude. Una volta arrivata, salutai a fatica i colleghi e mi rinchiusi nel mio studio. Alzai la gonna, mi tolsi le mutandine bagnate e, invece di cambiarle mi masturbai. Pensavo al corpo di quella ragazza, a quel seno, a quel fisico tonico, a come si faceva scopare e immaginai quella lingua che si insinuava dentro di me. Inutile dire che ebbi un orgasmo immediato.

Fui distratta per tutta la giornata, una volta che mi ero soddisfatta e tutta l’eccitazione era svanita, pensai a come mi dovevo comportare con quella ragazza e decisi che un atteggiamento diretto fosse indicato, probabilmente la dovevo licenziare.
Appena tornata a casa, la pagai e le chiesi se potesse fermarsi un attimo per parlare di un paio di cose. La presi un po’ alla larga e le dissi che con mio figlio era molto professionale ma..
“Ma” – mi chiese immediatamente.
“Sai Rebecca non so da dove iniziare” – Esitai un attimo – “Forse dovrei licenziarti”
“Per quale motivo”
Presi in mano il cellulare e gli mostrai il video che avevo girato, con lei come protagonista. Subito si mise una mano davanti alla bocca – “Non so proprio come scusarmi” – Mi prese le mani – “Per favore non dica nulla alla mia agenzia, mi servono i soldi per l’università”
“Tu hai portato in casa mia uno sconosciuto per scopare, ti rendi conto?”
Lei annui – “Mi scusi e che…”
“Hai capito che ti ho dato mio figlio, il tuo dovere è quello di occuparti di lui, non di farti inculare dal primo che capita”
“A dire il vero lo conosco” – la guardai male.
“Allora chi è?”
Lei guardò il soffitto.
Le presi con la mano destra il suo volto e lo diressi verso di me – “Chi è?”
“Un collega di mio padre ed è…. Sposato”
“Quindi hai pensato bene di invitarlo qui, per non farvi beccare da sua moglie”
“Si” – Rispose lei con un monosillabo.
“Ti rendi conto che ti devo licenziare e dire alla tua agenzia il perché”
“Nooo, la prego mi scusi, farei di tutto per non farmi licenziare”
“Tutto?” – Subito mi venne un idea, e voi sapete benissimo quale fosse.
Mi avvicinai a lei e le accarezzai i capelli – “Sicura che faresti di tutto”
“Nei limiti della legalità, si”
“Bene, ti posso confessare che, vedendoti prima, mi sono eccitata”
Lei sorrise, io non persi tempo.
“Baciami”
“Come mi scusi”
“Vuoi farti perdornare, allora baciami”
“Ma suo figlio, il suo compagno”
“Mio figlio ora dorme e il mio compagno non arriva prima delle 19” – Le accarezzai la gamba destra – “Quindi non perdere tempo e baciami”
“E non mi licenzierà”
“Solo se fai il tuo dovere”
Lei si avvicinò e mi bacio delicatamente. Io ne rimasi delusa.
“E questo cosa era?” - Presi il suo viso tra le mani e le sbattei la lingua in gola, lei non si ritrasse.
Mi sedetti sopra di lei – “Brava tesoro”
I nostri baci si fecero più passionali. Le tolsi la maglietta e gli afferai le tette da sopra il reggiseno.
Lei mi prese le mani, me le allontanò – “Ora che l’ho baciata posso andare vero?”
“Sciocca” – La trattenni sul divano – “Tu devi farmi godere altrimenti ti licenzio”.
“Ma lei aveva detto che dovevo baciarla, io pensavo che bastasse”
Ovviamente mi misi a ridere e, come risposta, le levai il reggiseno e gli leccai i capezzoli.
Lei cercò una timida protesta, ma ormai eravamo in ballo, gil morsi il capezzolo destro e lo tirai con i denti.
“E se lo viene a sapere il tuo ragazzo?”
“Conoscendolo, vorrebbe essere al mio posto”
“Siete dei pazzi”
“E tu ti sei portata uno sconosciuto a casa mia” – Le diedi una sberla.
Si accarezzò la ferita, poi con mia grande sorpresa mi infilò, di sua iniziativa, la lingua in bocca, e mi sbottonò lentamente la camicetta.
Mi alzai la gonna, e iniziai a strusciarmi sul suo corpo. Le sua mano si insinuarono nella mia camicetta e mi afferrò il seno. Lo strinse. Sentivo che era eccitata. Forse adorava farsi comandare.
L’aiutai a togliermi la camicia e il reggiseno e gli sbattei le tette in faccia.
Strusciavo con forza la mia passera sulle sue gambe muscolose. Poi mi sdraiai sul divano, aprii le gambe e mi tolsi le mutandine nuove, anche questa da buttare.
“Non sai come mi ha eccitata vederti leccare quel cazzo, sei una puttana lo sai”
La guardai, le fissai il seno, accarezzai il mio, aprii ancora di più le gambe, le mie intenzioni erano chiare. Lei ovviamente le capì subito, si avvicinò a me, e iniziò a spalmare la sua lingua sul mio piacere.
“A quanto pare non è la prima volta che lecchi una passera”
Non rispose, mi sorrise e introdusse due dita dentro di me.
Le dita diventarono immediatamente tre.
Era li, davanti a me con le sue tette penzolandi che mi fotteva violentamente, e il suo ritmo si faceva sempre più intenso.
Si inginocchiò sul divano, si accarezzò il seno, si leccò un capezzolo e poi si sbottonò lentamente i jeans. Si alzò in piedi, si mise di spalle, si abbassò i pantaloni, mostrandomi il culo. Gli accarezzai le chiappe e la sculacciai.
Si tolse pure le mutandine e me lanciò addosso, me le infilai in bocca. Si avvicinò, rimase in piedi sopra di me, accarezzondomi il corpo, mi girò verso di lei, mi alzò la gamba destra e avvicinò la sua passera alla mia e mi baciò.
I suoi fianchi si muoveno ritmicamente, e le nostre vagine si baciavano scaturendo un intenso piacere.
La sua lingua leccò la mia, la sue mani accarezzarono il mio corpo e venni in quella posizione.

Lei si rivestì immediatamente – “Allora non mi licenzi?”
“Solo se lo rifacciamo ogni settimana” – Risi – “Scherzo, almeno che tu non lo voglia”
“Bhe magari la prossima volta mi lascierai scopare il tuo ragazzo” (ok, questo non l’ha detto)
Prese i soldi e se ne andò, era mezza nuda, ma non se accorse e io non feci nulla per faglielo notare.
scritto il
2019-11-23
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