Un cliente particolare.

di
genere
etero

Ora è meglio fare una premessa prima di andare avanti con il racconto. Probabilmente quello che descriverò ora, non piacerà a molti, soprattutto a voi maschietti, ma mi sono ripromessa di scrivere tutte le situazione interessanti in cui mi sono imbattuta. Detto questo, iniziamo…

Il mio “lavoro” proseguiva a gonfie vele, lo notavo soprattutto dal mio conto in banca, non avevo mai avuto cosi tanti soldi e, diciamolo, senza fare nulla di eccezionale. Ormai portavo sempre il cellulare “speciale” con me e ogni tanto rispondevo alle chiamate. Un giorno mi chiamò un certo Alessandro, nonostante la sua agitazione, capii che voleva incontrarmi per una serata speciale, sue parole testuali. Inoltre mi fece una richiesta assai particolare, voleva sapere se possedessi uno strap-on, pensai immediatamente che volesse divertirsi con sua moglie, come mi era già capitato.
Lo raggiunsi al mio solito bar per gli appuntamenti. Non so come mai, ma lo riconobbi immediatamente. Era talmente agitato che sudava, ed era pieno inverno.
Dico subito che era un bel uomo, uno così di solito non ha bisogno dei mei servigi. Seppure non me lo disse direttamente e non avesse la fede, intuii immediatamente che fosse sposato. Aveva un segno vistoso sull’anulare e non smettava mai di toccarsi la falange, probabilmente era un tik che le veniva quando era nervoso.
“Salve, immagino che tu sia Alessandro” – Allungai la mano per stringere la sua, non rispose al mio gesto e mi indicò di sedermi.
“Oddio come sei bella” – Poi guardandosi in giro – “Forse ho sbagliato a chiamarti, mi aspettavo che tu fossi più matura” – Cercò di alzarsi e andarse via, ma lo trattenni.
“Rilassati” – Sorrisi – “Dimmi solo il motivo per cui mi hai chiamato, e vediamo cosa posso fare per te”
Si risedette lentamente.
“E che, come posso dire” – Si morse il labbro inferiore – “E’ da mesi che vorrei fare una cosa e non ho nessuno con cui farla”
“Bhe mi pagano per esaudire ogni lecito desiderio” – E marcai l’accento sul lecito.
Riflettò un attimo – “Ho letto sulla tua scheda che sei bisex”
“Giusto” – Mi guardai in giro – “Quindi mi hai contattata per far sesso assieme a tua moglie”
“Ma come fai a sapere che sono sposato…”
Gli indicai l’anulare.
“Ok va bene, ma qui non c’entra nulla mia moglie”
“Ah, allora perché mi hai chiesto della mia bisessualità”
“In effetti non c’entra nulla, ma forse potresse essere utile”
“Non capisco”
“Ok lasciamo perdere” – Ancora una volta si alzò, copiai il suo gesto.
“Odio perdere tempo, quindi, o mi dici perché mi hai chiamata, oppure me ne vado”
I suoi occhi continuavano ad osservare i clienti presenti nel locale pubblico.
“E che qui non me la sento di parlare”
Presi l’iniziativa
“Facciamo così, conosco un hotel non tanto lontano da qui, ci prendiamo una stanza, ovviamente la paghi tu, e io faccio tutto quello che vuoi”
Senza farmi notare da nessuno, gli misi una mano sul pacco. Era moscio, si irrigidì ulteriolmente.
L’unica cosa che riuscì a dirmi fu che le andava bene e pagò la sua consumazione, io non avevo fatto in tempo ad ordinare nulla.
Entrammo in albergo, il receptionist mi riconobbe e ci accolse gentilmente, del resto le passavo una mazzetta, piccolo trucco da professionista. Prendemmo la mia solita stanza per un paio di ore, senza pagare il conto.
Giunti alla camera 123, lui si sedette immediatamente sul letto, toccandosi, ancora una volta, quel dannato dito, gli l’avrei messo volentieri nel culo. Non enunciava nessuna parola.
“Allora cosa vuoi fare?”
“Devo pagarti?”
“Di solilto è così” – Poi vedendolo ancora agitato – “Facciamo una cosa, e credimi è un favore che ti faccio, mi paghi solo se facciamo sesso”
Lui si rasserenò un attimo – “E che ho in mente una cosa da diverso tempo e con mia moglie non la posso fare”
Mi incuriosii e mi sedetti accanto a lui, mi tolsi il maglione – “Certo che fa caldo qui”
Inutile non voleva fare nulla e io mi stavo quasi innervosendo, decisi di entrare in azione e gli afferrai il cazzo da sopra i pantaloni, il suo pene reagi immediatamente.
“Bhe allora ti piaccio, avevo i miei dubbi”
“Non è quello, è la prima volta che tradisco mia moglie”
“Bhe fai ancora in tempo ad andartene” – E continuavo a palpare il suo inguine – “Anche se qualcun altro sembra dire il contrario”
Gli sbottonai lentamente i pantaloni – “Facciamo così, iniziamo con i preliminari, poi mi racconti davvero cosa vuoi”
Il maritino infedele non aveva messo le mutande, quindi, appena finii di sbottonarla, la prima cosa che vidi fu la sua cappella. Non era ne grossa ne piccola, un normalissimo pene. La stuzzicai con le dita.
Io continuavo a fissarlo negli occhi, possibile che tutti quelli che incontro siano timidi?
Chinai leggermente la testa e gli diedi una leggera leccatina, per la prima volta cambiò espressione del viso. Affondai la bocca e lo accolsi dentro di me.
“Direi che ora mi dovrai pagare” – e sorrisi – “Anche se non mi ha ancora detto cosa vuoi”.
Leccai l’asta, lo afferrai con la mano destra e introdussi la cappella nella mia bocca.
“Andiamo oltre?”
Lui disse timidamente di si.
Mi alzai, iniziai a spogliarmi. Mi tolsi di getto maglietta e reggiseno, odio fare lo strip-tease. Stranamente lui non si toccava, ma quanto imbranato era, mi chiedevo come facesse ad essere sposato. MI tolsi le scarpe e i pantaloni. Appena iniziai a togliermi le muntadine di pizzo, lui mi afferrò le mani.
“Ti prego tienile”
“Tutto quello che vuoi”
Presi i suoi pantaloni dalle gambe e gli le levai di getto, forse esagerai, dato che emise un piccolo urletto, come seppi dopo, un pelo si era incastrato nella lampo. Gli presi il pene in mano.
“Certo che hai una bella resistenza. Toccami le tette”
Allungò le mani, me le strinse, intanto lo segavo lentamente. Avevo la situazione in mano (giuro che la pianto con le mie battute del cazzo, ancora, smettila).
Mi infilai il suo arnese fino alla gola e gli strizzai le palle. Lui continuava a tacere, era evidente che mi teneva nascosto qualcosa. Lo scopai letteralmente con la bocca, avevo paura che venisse da li a poco, e iniziai a giocare con il suo buchetto con le dita.
Notai una strana luce nei suoi occhi, per la prima volta lo vidi davvero eccitato, quindi gli massaggiai il buco del culo con due dita. Ansimò vistosamente e pure il suo cazzo stava dando il meglio di se.
Gli passai la lingua dalle palle alla cappella.
Per la prima volta mi fece una richiesta – “Ti prego leccami il buco del culo”
Gli diedi una sberla al cazzo – “Monello”
Indurii la punta della lingua e la introdussi nel buco del culo, per la prima volta intuii cosa volesse da me. Mentre gli leccavo il suo buchetto del piacere, lo segavo lentamente, mi piace giocare con il mio partner, anche se a pagamento.
Per la prima volta mi accarezzò i capelli. Infilava le sue dite nei miei ricci, in quel periodo mi ero fatta la permanente. Più infilavo la mia lingua, più lui tirava i miei capelli. Fino a che, finalmente, mi disse la verità.
“Hai portato quello che ti avevo richiesto”
Alzai i miei occhi – “Scusa caro, cosa intendi?”
Lui fissava il soffitto – “Lo strap-on”
Cavolo, me ne ero totalmente dimenticata – “Certo, allora è quello che vuoi” – Gli strinsi le palle – “Confessalo”
Iniziò a piangere, forse avevo stretto troppo.
“Io adoro farmi inculare, lo faccio da quando ho sedicianni, ma non ho il coraggio di dirlo a mia moglie”
Gli diedi un pizzicotto sul cazzo – “Monello, per tua fortuna l’ho portato”
Frugai nella borsa e lo tirai fuori – “E’ questo che vuoi? Ammettilo”
“Lo desidero più della vittoria della Juve in champions league”
Lo indossai e mi avvicinati a lui, lo sventolai davanti al suo viso – “E’ per questo che non mi hai fatto togliere le mutandine, allora”
“Si, perché altrimenti ti avrei scopata immediatamente, e non avremmo avuto il tempo per altro”
“Bene, bene” – Avvicinai quel simil cazzo alla sua bocca – “Sai ha bisogno di essere lubrificato”
Lui apri la bocca, senza protestare, e gli lo infilai dentro, per sua fortuna non avevo portato il mio gioielllo, quello nero e grosso per intenderci.
Lo leccava eccitatissimo, lo faceva con molta piu passione della sottoscritta, intanto gli preparavo il buchetto con le dita. Subito dopo averlo spingo fino alla gola, lo tolsi dal suo cavo orale, e lo feci scivolare lungo il suo corpo, fino a scontrarlo con il suo pene eretto.
“Sei sicuro”
“Lo voglio”
Gli tenni aperto l’ano con le dita e feci entrare quella cappella color carne, mi insultò e io sorrisi.
Lo penetrai lentamente, da esperienze personale, sapevo quando potesse far male. Lui istintivamente aprii le gambe.
“Mi sa che il mio cliente è proprio una bella puttana in calore”
Lo sbattei con sempre più passione, per eccitarlo ulteriormente, gli tenevo in mano il cazzo eretto. Tenni il pene finto all’interno del suo cavo anale per lungo tempo, e osservavo la sua reazione ad ogni mio movimento.
Accellarai all’improvviso e lui inarcò la schiena.
“E’ questo che desideri lurida troia, vero?”
“Siiiii”
Afferravo la sua cappella come se fosse il cambio di una macchina e ci giocavo con le dita. Il suo sospiro si faceva sempre più intenso, mi afferrai il seno e me le masturbai per lui.
Il pene di gomma scorreva a fatica, probabilmente non era abituato. Lo tolsi.
“Puttanella mettiti a 90”
Lui si girò subito, io cercai nella mia borsa un lubrificante (sempre utile nel mestiere), lo sparsi sul pene e attorno al suo buco intimo e ricominciai a penetrarlo. Mi chinai sopra di lui, gli appoggiai il seno sulla schiena e spinsi con forza.
“Chi è la vera puttana tra di noi?” – Lui mogugno – “Non ho sentito bene” – E spinsi il pene con più forza.
Lui declutì e urlò – “iooooo”
Gli morsi il collo e gli afferrai il cazzo da dietro, ad ogni colpo all’interno del suo corpo, corrispondeva a un movimento della mia mano sul suo cazzo duro. Con la mano libera gli schiaffeggiai il culo.
“Ti prego più forte” – Non avevo mai visto un uomo così tanto eccitato.
“Uhnn, spiegati meglio, la sberla o il cazzo”
Lui ci pensò un attimo.
“Entrambiiii”
Diedi una bella sberla sul sedere e poi lo penetrai con forza, avevo paura di fagli del male, ma probabilmente era quello che voleva. Improvvisamente sentii il suo cazzo contrarsi, poi qualcosa scorrere lungo il condotto eiaculatorio, le mie dita umidificarsi e vidi il suo sperma uscire di getto, ne fui impressionata.
Il suo cazzo si ammosciò, ma io non smisi di penetrarlo – “Devo smettere?”
“Ti prego, fottimi ancora per un po’”
Eseguii il suo desiderio, però rallentai leggermente, volevo far scorrere quell’affare di gomma lungo tutto il suo sedere. Misi le mani intorno al suo collo. Il suo pene dondolava allegramente.
Diedi un ultimo colpo, un’ultima sberla e fui convinta che il mio lavoro fosse finito. Sfilai il pene, purtroppo era sporco delle sue feci, me lo tolsi e gli lo gettai addosso.
“Facciamo così, questo te lo regalo, spero che tua moglie sia brava ad usarlo” – Sorrisi – “Mi raccomando, per la tua felicità, confessagli la tua passione, io non posso scoparti tutte le settimane, non te lo puoi permettere”
Lui mi guardava stordito ed estasiato.
“Muoviti rivestiti, dobbiamo uscire da questa stanza entro pochi minuti” – Fissai il letto e vidi la macchia dello sperma – “Sicuramente le donne delle pulizie non saranno felici domani mattina”.
Una volta rivestiti lo fissai e allungai la mano destra – “Ora per cortesia mi devi pagare” – Analizzai un attimo la situazione e la sua persona – “Dai facciamo 200 euro”.
Increbilmente me li diete, sinceramente non me lo aspettavo.
Ci salutammo e non lo rivedetti più, chissà forse ha confessato a sua moglie la sua passione o forse ha trovato un amante maschile, la sua omosessualità era evidente.

Come ho detto all’inizio, questo racconto non piacerà a molti, ma a me piace raccontare tutte le mie esperienze e variare tra di esse. Anche se sono sicura che, a un certo mio seguace, piacerà moltissimo.
scritto il
2019-11-28
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