Sexual healing

di
genere
tradimenti

Anna era seduta sulla tazza del water quando udì la maniglia del bagno cigolare.
«Occupato!»
«Scusami: non ti avevo vista a letto e pensavo te ne fossi andata» disse Mirko.
‘Che cazzo ho fatto?’ si chiese la donna mentre premeva il pulsante dello sciacquone.
Era arrivata in hotel due sere prima, consigliata dal suo medico per curare i persistenti dolori cervicali: erano peggiorati durante lo smart working forzato dall’isolamento.
Il paese dove alloggiava sorgeva in una conca di prati, un uniforme tappeto verde che rivestiva le pendici delle montagne circostanti. L’Alto Adige era splendido e la tradizione delle cure termali si perpetuava da secoli. Tutto portava a concludere che sarebbe stata una vacanza rilassante. E invece…
Mirko era stato un imprevisto. Gradevole e devastante allo stesso tempo.
Fin dalla prima sera i suoi occhi avevano incrociato quelli di lui mentre si guardava intorno per conoscere i volti degli altri ospiti. Capelli biondi e carnagione mediterranea, l’uomo sembrava appena tornato da una assolata vacanza ai Caraibi. L’albergo ospitava soprattutto pensionati e lei, novella sposa da un paio di anni, risaltava come un brillante in mezzo a tante pietruzze ingrigite dalle impurità. Mirko era maturo ma di sicuro non pensionato. Il suo primo cavalleresco approccio fu l’offerta di un caffè al bar, accompagnato dalla proposta di cenare allo stesso tavolo la sera successiva.
Fu così che entrambi, single forzati a causa dei rispettivi consorti impegnati nel turismo, chiacchierarono a lungo, scoprendo delle insospettabili affinità nei loro gusti e nella loro idea di vita. Dopo il dessert, uscirono sulla terrazza ad ammirare la volta stellata.
L’estate in montagna è quanto di più il corpo brama. La piacevolezza dell’aria riaccende la passione per la vita, spinge due anime solitarie a incontrarsi per colmare il vuoto ineluttabile provocato dalla pandemia, costringendole a stare per mesi lontane dai propri compagni. L’incontro degli occhi e il silenzio che ne seguì furono i segnali che precedettero un timido bacio a cui ne fece seguito un altro e un altro ancora.
«Ti desidero» sussurrò Mirko all’orecchio di Anna, spostandosi poi a baciarle delicatamente il collo e facendola rabbrividire. Era uno dei suoi punti più sensibili e l’uomo lo percepì dal sospiro che gli giunse netto e inequivocabile al suo orecchio, spingendolo a osare lo spostamento della camicia per stringere la spalla tra le labbra.
«No, fermati» sussurrò Anna «non farmi questo».
«Mi pare che ti sia molto gradito: perché non vuoi lasciare che sia l’istinto a guidarti e non la ragione?»
«Non è giusto: sono sposata da due anni. Non sarebbe bello nei confronti di mio marito».
Mirko non replicò, ma rimase con le labbra sulla sua spalla. Risalì piano piano fino al lobo, lo strinse con delicatezza tra i denti e bisbigliò «andiamo in camera mia».
Anna alzò il viso verso il cielo stellato, chiuse gli occhi e non disse nulla, ma quando Mirko le prese la mano, non oppose resistenza e lo seguì, docile.
Quando la porta della camera si chiuse alle sue spalle, Anna si avvinghiò con le braccia al collo di Mirko, in preda alla passione tenuta a freno fino a quel momento dalla razionalità. La femmina che era in lei prese il controllo delle sue emozioni e lo baciò a lungo, con le lingue che danzavano un sensualissimo tango. Lento, lento, veloce, veloce. Le mani di lui sbottonarono con frenesia la camicia di Anna e con sorprendente facilità le sganciò anche il reggiseno. La donna fece altrettanto con lui, scoprendo dei pettorali muscolosi e sodi. Gli fece scivolare la camicia dalle braccia e finalmente i loro corpi iniziarono a parlarsi attraverso la pelle. I baci ora erano più sensuali e appassionati. Il bisogno animale di poco prima era stato sconfitto dal romantico erotismo diffuso dalla loro aura.
Mirko la portò a piccoli passi verso il letto e la fece sdraiare. Anna alzò le braccia in segno di resa e offrì i seni alle carezze e ai teneri baci dell’uomo. Mentre suggeva i turgidi boccioli che sporgevano irriverenti dal petto, Mirko si prodigò a sfilare la cintura dalla fibbia e ad aprire la zip dei pantaloni.
Anna chiuse gli occhi e si beò delle sensazioni che l’esperienza del quarantenne le donava. Le sue dita si erano insinuate sotto l’elastico degli slip e la lieve pressione sul suo bocciolo nascosto la fece gemere di piacere. Mirko era paziente, premuroso e attento. Il suo approccio con il sesso era modellato sulle esigenze della compagna più che dalla ricerca del proprio piacere. Anna non si stupì quando Mirko, dopo averle sfilato i pantaloni e le calze, appoggiò la sua bocca sugli slip e la tenne premuta fintanto che spostò gli elastici dalle natiche verso le cosce.
Quando il cotone si ritrasse e il pube rasato fu in vista, la donna ebbe un fremito. Aveva raggiunto un punto di non ritorno e non si stava pentendo affatto di quanto stava accadendo. Era tutto così spontaneo, impulsivo, irragionevole e senza malizia; non le sembrò affatto di essere una peccatrice. Lei amava il marito, ma amava un po’ di più sé stessa. E ora voleva che quel momento si dilatasse fino a portarla ad altezze mai raggiunte prima. Il suo corpo era uno strumento impolverato che desiderava essere suonato da un valente musicista e Mirko sembrava l’uomo giusto per farne uscire avvolgenti melodie e nuovi suoni.
Egli usò la lingua per stuzzicarla nei suoi punti più segreti…e ci riuscì benissimo. Ben presto il respiro lasciò spazio a gemiti e mugolii, inframezzati da sospiri prolungati.
«Basta, ti prego» lo implorò dopo un tempo indefinito «ti voglio dentro di me. Ora».
Mirko non obiettò e si tolse gli indumenti rimasti.
Anna non resistette alla curiosità di dare un’occhiata al suo corpo abbronzato e alla sua virilità, e ne rimase piacevolmente sorpresa. Prometteva di accoppiarsi bene con il suo fisico e la sua aspettativa non venne tradita.
L’uomo mantenne la sua pacatezza anche nel possederla. Volle solleticarle a lungo le labbra esterne prima di penetrarla e il gioco portò Anna quasi sull’orlo dell’esasperazione.
Mirko non attese oltre e la possedette fino in fondo: lei rovesciò la testa indietro, sopraffatta dall’intensità del piacere nascente dal suo ventre. L’uomo si mosse dentro di lei con movimenti circolari, pigri e possenti. Con il crescere della lussuria, aumentarono di volume anche i gorgoglii, i versi amorosi di Anna, così Mirko si trovò nella piacevole necessità di chiuderle la bocca con un bacio, per evitare le proteste dei vicini di camera.
Fu così che l’uomo aspirò il tanto agognato e prolungato orgasmo di Anna. Nel vedere i suoi occhi stralunati per il piacere, udire il suo respiro affannoso, percepire il calore della sua pelle, Mirko decise di lasciarsi andare, di viaggiare assieme alla sua amante e stavolta, al suo culmine erotico, fu lui a mugolare nella bocca di lei.
Mirko rimase adagiato sul suo corpo, in attesa che il suo cuore tornasse alla normalità. Anna intanto gli accarezzava la chioma bionda e gli massaggiava la schiena.
«Hai fatto di me un’adultera» lo accusò, sorridente.
«Occhio non vede, cuore non duole» commentò, farfugliando «e lo sono pure io. È la prima volta che mi succede, ma non sono pentito».
«Mi fai dormire con te? Sono mesi che non ho nessuno al mio fianco» miagolò.
«Faresti di me l’uomo più felice di tutto il paese. Buonanotte!»
scritto il
2020-06-29
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