L’alimentazione di Norma

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genere
orge

Direi che è tutto in ordine. Doccia profumata, capelli acconciati, abito in cotone bianco fino al ginocchio, intimo in pizzo dello stesso colore, scarpe con tacco otto, trucco leggero. Antonio non potrà dire nulla su come mi presento. A proposito, il campanello! Sarà sicuramente lui assieme a Costanza e Giulia. Sarà una gita scolastica in un centro storico senza rischi di incontrare animali. Ma non sono soli. Oddio! Ci sarà una ventina di uomini assieme a loro. Ho paura, il terrore mi paralizza. Come si permettono di entrare senza chiedere? Perchè Antonio, Costanza e Giulia sorridono? Ci sono anche Tiziana e Mara a chiudere la folla di invasori. Sono inquieta. L'angoscia mi blocca, il panico prende possesso del mio corpo, non riesco a parlare. Vedo la bocca di Antonio che sciorina una serie di parole incomprensibili. Il mio cervello registra “uomini reclutati al centro commerciale Quasar”, “gang bang”, “punizione”, “obbedienza” e “alimentazione biologica”. Giulia mi spinge a sedermi a terra, sui talloni, mentre gli sconosciuti si tolgono pantaloni e slip. Sono tutti in erezione e si masturbano. Si avvicinano in tre. Uno mi mette il suo membro in bocca e gli altri due afferrano ciascuno una mano e la chiudono sul loro cazzo. Devo spompinare uno e segare gli altri due. Antonio e le mie conoscenti, eccetto Mara, si sistemano su divano e poltrone come fossero al cinema e io sono l'attrice porno protagonista. La giovane cassiera resta in piedi dietro la mia schiena e dice di tenere la bocca aperta fino a che non mi concede di chiuderla. Il primo uomo mi viene in bocca seguito dopo poco dagli altri due che si masturbano fino a schizzarci dentro.
Intravedo poi la processione degli altri che si avvicinano, si segano per qualche secondo e poi fiottano in bocca. Sento la voce di Antonio che sogghignando mi informa che sono tutti uomini in astinenza da sesso da almeno dieci giorni. Ora mi spiego perché muovendo la lingua sento di avere il cavo orale mezzo pieno di seme. Questi individui hanno i testicoli gonfi di sperma e Antonio vuole proprio umiliarmi. Mara si prodiga a raccogliere i rivoli che colano lungo le bocca e le gote e mi spinge lo sperma dentro in bocca, così non va sprecato nulla.
Ho la mandibola che mi duole. Stare con la bocca spalancata per così tanto tempo è una sofferenza pari all'umiliazione di sapere che almeno una dozzina di cazzi si sono già svuotati.
Mara dirige la coda di chi non ha ancora sborrato. Intanto Tiziana si è alzata e scatta delle foto della mia faccia truccata e stravolta. Annuncia ad alta voce che girerà qualche minuto di video mentre finiranno di riempirmi. Non ne posso più. Antonio mi dice di fare dei gargarismi. Mi vergogno come non mai. So che il mio bel vestito è chiazzato e le macchie umide fanno intravedere quello che c'è sotto. Quel vecchio pervertito dice qualcosa a proposito di una sostanza miracolosa per il benessere corporale. Intuisco dove vuol andare a parare e un senso di nausea mi sconvolge le viscere. Mara e Tiziana ghignano mentre dicono di bere.
E io bevo tutto.
Non so come faccio, ma quella brodaglia viscida resta nello stomaco.
Ho gli slip zuppi di umori. Non posso fare nulla. Mara mi avvolge una cintura attorno al collo e mi trascina gattonando verso il divano. Antonio, Costanza e Giulia sono senza slip. Passo in rassegna con la bocca ciascuno fino a farli venire. Poi tocca alle due cassiere. Mara sta gorgheggiando il suo orgasmo quando sento dei getti caldi sulla schiena. Gli uomini mi stanno facendo la pipì addosso. Il mio bel vestito bianco si appiccica alla pelle. Uno degli sconosciuti mi urta un fianco con un piede e mi ritrovo supina a vedere una dozzina di uccelli che mingono su di me. Faccia, seni e pancia sono irrorati da fontanelle dorate e mi sento il solito oggetto utile a dare piacere alle persone, o almeno a quelle che lo dovrebbero essere. Non saprei come chiamare questi esseri perversi che traggono godimento nell'umiliazione dei consimili.
Si avvicina uno di colore. Non l'avevo notato prima e infatti ha un membro di dimensioni spropositate con uno scroto adeguato. Mi giro carponi, mi alza il vestito e mi strappa gli slip. Sento che mi sputa sull'ano e a quel punto urlo con tutto il fiato che ho in gola.
“Calmati, calmati!” sento la voce del mio compagno. Mi guardo intorno.
Nessuno.
Sono in camera. Ho avuto un incubo, ma gli slip umidi mi spingono ad andare in bagno. Mentre faccio pipì, penso all'uomo di colore e a cosa proverei se riuscissi ad accogliere il suo membro sia davanti che dietro. Un lieve tocco al clitoride e l'orgasmo mi travolge, improvviso.
scritto il
2022-12-15
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