Apnea

di
genere
prime esperienze

Se uno dovesse descrivere la vita ideale, penso che non si andrebbe molto lontani da ombrellone, una bella sabbia fine, bicchierone di succo di melagrana e una donna che mi stende la crema solare.
Io l'ho spalmata a lei prima, una cosa fatta bene, per quanto possa uno che non ha mai fatto corsi di massaggio.
Lei dopo ha cominciato con la schiena, mi ha girato, adesso sto sulla sdraio a pancia in su, è piccoletta quanto basta per potermi stare a cavalcioni sulle gambe.
Stende la crema sul viso, il collo, massaggia le spalle, pettina i peli del petto con le dita, le offro un tiro dalla cannuccia del bicchiere.
Visti dagli altri ombrelloni potremmo essere una coppia consolidata che ha già fatto queste cose cento volte.

In realtà non ci eravamo mai incontrati prima, profughi della generazione Internet che ha ucciso i rapporti sociali veri, questa vacanza è la prima occasione di vedersi davvero e toccarsi.
Non siamo ancora neppure al primo bacio, ma è questione di poco, con la scusa di passarsi la cannuccia le punte del naso già si toccano.
Chiude gli occhi, poso le labbra sul naso, sul lato del mento, ma ho una idea diversa.

" Non qua. Facciamo un bagno prima. "

La borsa resta abbandonata sotto la sdraio, c'è il suo cellulare, i quattro soldi per le bibite al bar, si rubino pure tutto, non vale quel che stiamo andando a fare.
Entriamo nell'acqua, si cammina fino a dove si tocca, poi nuotiamo più avanti, a metà strada tra il limite massimo segnato dalla boa e la fascia di acqua bassa affollata di gente.
E' strano quel che succede quando si nuota in acqua, siamo visibili a tutta la spiaggia, eppure è come essere soli, tutti sanno cosa succede alle coppie sotto la superficie visibile, a nessuno importa.
Nell'acqua fonda ci teniamo per le spalle e rimaniamo a galla col movimento delle gambe, siamo un sistema binario che ruota sullo stesso asse, le nostre labbra sono il fulcro.

Il primo bacio passa in un attimo, ma il suo ricordo è la trave che reggerà tutto il resto. Bisogna costruirlo bene.
Intanto che ci baciamo la stringo più da vicino fino ad avvolgerla, tra i tocchi delle lingue le chiudo il naso con due dita.

" Dicevi che non riesci a immergerti ? E se ti porto io ? "

Capisce, riempie i polmoni e mi chiude il naso a sua volta, con lei tra le braccia mi capovolgo. Quando si nuota in verticale non bisogna muovere i piedi come con le pinne, piuttosto bisogna aprire le gambe e chiuderle con forza, lasciarsi trasportare dalla spinta prima di riaprirle e imprimere un altro colpo. A testa in giù in viaggio verso il fondo, l'acqua sembra più fresca mentre ci corre attorno.
Nell'apnea i sensi si rivolgono all'interno, quel che abbiamo attorno ha meno importanza, ma diventa più facile sentire il battito del cuore, il movimento del sangue, le pulsazioni delle ruote segrete dentro di noi.
Qui abbiamo due cuori che si ascoltano e imparano a prendere lo stesso tempo.
Ho gli occhi aperti, vedo il fondo, stendo un braccio per toccarlo e darmi la spinta in su.
Con questo rimbalzo ci capovolgiamo nuovamente e assieme diamo il colpo di gambe.
La spinta idrostatica ci spara in alto più veloci, il mare ci espelle come un corpo estraneo.
E saltiamo fuori fino ai fianchi prima di ricadere e tornare a galleggiare, respiriamo, riprendiamo il bacio dove si era interrotto.

Passa in un attimo.
Nuotando sul dorso torniamo con calma verso l'acqua bassa e la gente, abbiamo la camera d'albergo, ci sono ancora tante cose e altre prime volte da prendersi, torneremo animali, ti annuserò il buco del culo, si.
Ma sarà tutto soltanto una eco del nostro primo bacio.
scritto il
2020-08-11
3 . 4 K
visite
2
voti
valutazione
5.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.