Michela e la Babysitter (parte 1)

di
genere
dominazione

Quella sera tornai a casa verso le 23.
Era stata una lunga giornata di lavoro, ed ero piuttosto stanco e ben contento di tornare alla mia dimora. Sapevo che mia moglie, Michela, dovesse tornare anche lei più o meno a quello stesso orario, perchè era stata a una cena con le sue amiche. Per questo avevamo chiesto la presenza di Sonia, la babysitter delle nostre bambine.
Sonia è una ragazzetta biondina, minuta, alta circa 1,55m, di circa 20 anni, magrolina, ma con un bel caratterino, assolutamente poco malleabile. Tuttavia, essendo molto brava con le bambine, ci siamo sempre ben guardati dal pensare di sostituirla.
Parcheggiai nel vialetto vicino a casa, e vidi che la macchina di Michela era già lì, segno che era già tornata dalla cena con le sue amiche. Infilai la chiave nella serratura, ed entrai in casa.
"Ehiiii, ciao, tesoroooo..." dissi a voce alta, ma non troppo, per non svegliare le bambine che sicuramente stavano già dormendo. Non ottenendo nessuna risposta, tesi l'orecchio, aguzzando l'udito, per capire dove fosse Michela. Sentìì delle voci al piano di sotto. La nostra casa è strutturata in una zona notte al primo piano, dove dormivano le bambine, una zona giorno al piano terra, dove ero io in quel momento, e una tavernetta al sottopiano, da dove provenivano le voci.
Scesi le scale per capire chi fosse in casa. Mi resi conto che Michela stava parlando con Sonia, la babysitter, che evidentemente non era ancora andata via. Il dialogo sembrava piuttosto concitato. Michela era davvero arrabbiata e la ragazzetta le rispondeva per le rime. Probabilmente avrei dovuto arrivare e intervenire, in modo da riportare la calma fra le due, ma spinto dalla curiosità di quale fosse il motivo del discutere, rallentai apposta il passo nelle scale, attendendo per non essere visto e poter ascoltare cosa stessero dicendo.
Michela, mia moglie, è una stupenda quarantenne, molto in forma, solo leggermente appesantita dalle due gravidanze, da sempre oggetto del desiderio degli uomini della città. E non è difficile da credere perchè. Alta poco più di un metro e settanta, castana, con due splendidi occhi azzurri, in un viso da modella, è fornita di un fisico mozzafiato, con due lunghe gambe affusolate, un bel sedere rotondo, e soprattutto due tettone piene e naturali, che sono sempre state l'invidia di tutte le donne.
Mi sporsi leggermente dallo spigolo, facendo in modo di poter vedere ma di non essere visto, e mi accorsi che mia moglie era vestita solo di una camicia da notte bianca, quasi trasparente. Questa vista mi fece già salire il sangue all'uccello, e mi annebbiò i pensieri. Comunque ascoltai cosa si dicevano le due.
"Signora, mi scusi, - diceva acidamente Sonia – sono già rimasta mezz'ora oltre l'orario che avevamo pattuito, non mi sembra che dovessi stare qui ancora mentre lei si cambia e si mette la camicia da notte, no?"
"Guarda, ragazzina, che questa mezz'ora in più ti viene abbondantemente pagata, eh?" rispose Michela con aria pittosto arrogante. Il ragazzina poi, era detto in tono particolarmente dispregiativo.
"Sì, ma che ne sa lei che io non abbia qualche impegno?" rispose l'altra sempre con modi poco accondiscendenti.
"Beh, quando dici che una sera vieni qui, a lavorare, è ovvio che possano esserci dei ritardi – rispose Michela, sempre più seccata – quindi ora è meglio se prendi i soldi, stai zitta e vai a casa."
"Beh, non mi dica di stare zitta, eh! Io parlo quanto voglio." rispose quell'altra piccata. Eh già, questa cosa di voler avere sempre l'ultima parola era un difettuccio piuttosto grave della nostra Sonia.
"Senti, è meglio che vai a casa, prima che mi venga voglia di darti due calci nel sedere." ribattè Michela spazientita. La vedevo parlare infuriata, e seguivo ipnotizzato il movimento delle tettone, che si muovevano al suo respirare.
Era ovvio che si stesse seriamente rischiando che la situazione degenerasse. Non posso negare che la situazione mi intrigasse. Michela aveva almeno quindici centimetri e venti chili di vantaggio sulla babysitter Sonia, e sapevo che la avrebbe distrutta. Ma sapevo anche che comunque non le avrebbe fatto realmente male. Mi pregustavo già lo spettacolo della mia giunonica dominante moglie, che prendeva quella sfrontata ragazzetta magrolina, se la metteva sulle ginocchia e le faceva diventare il culetto rosso a suon di sculaccioni.
Nella nostra coppia l'equilibrio era sempre spostato a favore suo. Michela apparteneva a una delle famiglie più ricche della città, mentre io no, e questo le conferiva tra noi un gran potere. Di fatto si faceva sempre ciò che diceva lei, non avevo mai nessuna voce in capitolo, anche perchè, caratterialmente, sono uno molto tranquillo, che lascia fare. Quindi il suo potere economico e il suo carattere dominante l'avevano sempre resa colei che comandava nel nostro matrimonio. E questa sfacciata arroganza la mostrava spesso e volentieri in tutti gli ambiti della vita, non solo in casa.
La povera Sonia, minuta e piccolina, le avrebbe prese di santa ragione.
Così, anche se l'idea mi divertiva, e mi faceva sinceramente un po' eccitare, decisi di intervenire per cercare di salvarla. In fondo era solo una minuta ragazzetta appena ventenne.
"Buonasera!" dissi con un gran sorriso, cercando di stemperare la tensione.
"Guarda, è un pessimo momento!" mi ammonì Michela. Era evidente che non avesse nessuna intenzione di farla passare liscia all'impertinente babysitter. La ragazza le stava di fronte, col suo abbigliamento casual, jeans, sneakers e maglietta, che contrastava decisamente con la super sexy camicetta da notte di mia moglie. E non sembrava particolarmente intimidita, anzi pareva quasi annoiata, nonostante Michela torreggiasse furiosa su di lei. E questo, era evidente, stava facendo incazzare ancora di più mia moglie. Dovevo fermarle prima che la facesse a pezzi, d'altra parte, pure se un po' impertinente, era la nostra babysitter.
"Andiamo.... - dissi con tono conciliante – non mi sembra il caso di innervosirsi così..."
Ma contemporaneamente osservavo il respiro furente di Michela che inceneriva con gli occhi la biondina. I suoi ampi capezzoli che erano ben visibili, dal semitrasparente indumento, mi stavano causando già una discreta erezione.
"Questa ragazzina pensa di potermi mancare di rispetto." sentenziò la mia consorte.
"Veramente è lei che manca di rispetto a me, signora Michela. Arriva tardi, mi fa aspettare perchè si deve cambiare, e lo fa pure lentamente come se fosse lei l'unica che ha da fare qua dentro. Ma cosa si crede, che tutti debbano aspettare i comodi suoi, della gran signora?"
A queste parole vidi gli occhi azzurri di Michela avvampare di rabbia, e capii che evitare il peggio era veramente difficile.
"Credo che forse dovrei insegnarti l'educazione, stronzetta." disse mia moglie, ormai pericolosamente vicina alla nostra babysitter.
"Tesoro... - cercai di intervenire – E' la nostra babysitter...Non mi sembra il caso di picchiarla, no?"
"Primo: da ora non è più la nostra babysitter. - mi comunicò freddamente - Secondo: se dice un'altra sola frase, prende anche ceffoni."
"Mi sta dicendo che sono licenziata, signora Michela?" disse Sonia con una espressione sempre più annoiata.
"Esatto." rispose Michela con un sorrisetto soddisfatto.
"Oh beh, è la prima volta che vengo licenziata da una mucca vestita come un troione." commentò sarcasticamente la babysitter. Mi misi una mano in faccia allibito e preoccupato. Sapevo quanto Michela, molto pudica e riservata, pur nel suo carattere dominante, odiasse riferimenti al suo seno prorompente. Vedevo quando si stesse infuriando per la sfrontatezza della ragazzina, e realizzai che stesse per sbriciolarla. Con calma apparente, e assoluta noncuranza di ciò che pensassi io, Michela si rivolse a me, impartendomi un ordine al quale non avevo nessuna possibilità di controbattere. Eraabituata a farlo.
"Tesoro – mi disse – Ti dispiace sederti sul divano, e attendere qualche minuto che sistemo questa stronzetta, dandole ciò che si merita? E ovviamente che non ti passi neanche lontanamente per il cervello di intervenire, capito?" fece poi, usando un tono fortemente imperativo.
"Huh?! Certo... - risposi un po' preoccupato, sedendomi – ma...mi raccomando, non farle troppo male..."
"No, troppo, no." rispose lei.
E diede un potente spintone alla malcapitata Sonia, spiaccicandola schiena al muro.
La biondina emise un gemito di dolore all'impatto, mentre Michela si diresse subito ancora contro di lei. Non potevo che ammirare le sue lunghe cosce, quasi per nulla coperte dalla corta camicina da notte, e il suo culo perfettamente tondo.
A quel punto, mi dissi, tanto vale mettermi comodo, e godermi lo spettacolo di quel massacro. Ovviamente se Michela avesse esagerato, sarei intervenuto, ma una bella lezioncina,e qualche sculaccione a quella giovane stronzetta, mi sembravano adeguati e molto erotici.
Con passo deciso e sguardo determinato, mia moglie si avvicinò alla ragazzetta, e le piazzò un sonoro schiaffone sul viso.
"E quindi sarei una mucca vestita come un troione, vero sciacquetta?" le fece, sorridendo maliziosamente nell'osservare la faccia dell'altra rossa dal ceffone subìto.
Sonia non rispose nulla inizialmente, reggendosi la guancia colpita. Ma rapidamente allungò le mani verso le tette di Michela, afferrando i capezzoli ben visibili dal tessuto trasparente. La mia consorte sobbalzò sorpresa e al tempo stesso incazzatissima.
"Ma che cazzo fai, puttanella?" le disse. Ma quell'altra strinse la presa delle dita, e dovette essere davvero una strizzata cattiva, perchè vidi il viso di mia moglie sbiancare, e la sentì emettere un urletto di dolore. Immediatamente portò le mani sui polsi della babysitter, per staccarle le mani dal proprio seno, ma la presa sembrava davvero solida, una sorta di tenaglia. Osservai come Michela ora stesse copiosamente sudando, rossa in viso. Non mi sembrava più così sicura di sè e dominante. La cosa si faceva ancora più interessante, pensai. Sonia le torceva i capezzoli, stritolandoli, digrignando i denti con cattiveria. A ogni torsione, Michela emetteva un urletto soffocato di dolore. Capì che doveva arretrare per distanziarsi dalla sua piccola ma agguerrita avversaria, e fece un passo all'indietro, picchiettando sugli avambracci della ragazzetta, cercando di farle perdere la presa sulle sue giunoniche forme. I gemiti di Michela mi eccitavano in modo sorprendente. O forse non così tanto sorprendente. Scuoteva la testa nel disperato tentativo di interrompere quella tortura alle delicatissime punte dei suoi seni. Ma Sonia, le rimaneva appiccicata, tenendo stretta la distanza e non dandole spazio per liberarsi, continuando a pinzare e torcere, con tutta la grinta che aveva.
"Vuole scappare, muccona?" la umiliò ridacchiando.
"Hnnnnnhhh...lasciamiiiii....Ti...ti...spacco il culo..." ansimò Michela, ma più che una minaccia sembrò una supplica. Infatti Sonia rise, e diede una ulteriore strizzata ancora più potente, facendola urlare, quasi in lacrime. Ammiravo le lunghe bianchissime gambe di Michela avere un equilibrio instabile. Era certo che fosse in estrema difficoltà. Bastava vederla in viso. Le sue sexy labbra carnose erano aperte e lasciavano uscire un continuo gemito di dolore. La sua fronte era imperlata di sudore, gli occhi socchiusi, e la sua pelle bianchissima, ora umida, aderiva perfettamente alla camicia da notte leggera, rendendola completamente trasparente. Era davvero un gran spettacolo, avrei voluto fotografarla. Michela continuava ad arretrare, ma ciò non le serviva a nulla, perchè la babysitter, in completo controllo, la seguiva facilmente, continuando a strizzarle i capezzoli. Le gambe di mia moglie sembravano quasi cedere, e arretrando si poggiò schiena al muro, completamente devastata. In pochi istanti la situazione si era completamente ribaltata, ora era lei spalle al muro, totalmente crollata. Aveva perso tutta la sua borìa, ma devo ammettere, vederla così mi stava eccitando a dismisura. Avevo sempre notato durante i nostri fantastici rapporti sessuali, quanto fossero sensibili i suoi grandi capezzoli, ma pensavo solo al piacere. Invece quella estrema sensibilità scoprivo ora essere bivalente, sia al piacere che al dolore. Davvero interessante. Sentendosi inerme, provò a trattare con la ragazzina, tentando di interrompere il supplizio delle sue tette.
"Aspetta...Sonia, - mormorò ansimando – R-ragioniamo..."
"Cosa vuole ragionare, signora Michela? - incalzò l'impertinente biondina – Quanto lei sia presuntuosa, e quanto io sia migliore di lei?"
E disse questo, tenendo con la mano sinistra la strizzata malefica, ma rilasciando la mano destra solo per rifilarle un umiliantissimo schiaffone sulla tetta sinistra. Michela urlò di dolore, sentendosi il seno sballottato senza nessun rispetto, e, non so se per il dolore, o se per l'umiliazione, vidi due lacrimoni scenderle lungo le guance.
"Dai, Miky, reagisci! - le gridai – Non puoi farti pestare così!"
Non so se le dissi quelle parole per incitarla a scuotersi, o per accentuare il suo senso di disfatta, ricordandole che suo marito stesse assistendo a quella figura penosa che stava facendo. Infatti quella gran signora di mia moglie non ebbe neanche il coraggio di guardarmi o di rispondermi. Le sue gambe cedettero di schianto, e si ritrovò inopinatamente ad accasciarsi in ginocchio di fronte alla ragazzina.
"Ha capito che deve stare in ginocchio davanti a me, signora Michela?" rise di gusto quella, vedendola indifesa, e dandole due schiaffetti sul volto, sicuramente non potenti, ma col solo scopo di farla sentire ancora più inerme. Cercando di sottrarsi a quella inaccettabile umiliazione, Michela provò a gattonare via. Ma Sonia ridendo soddisfatta, le afferrò la camicetta da notte, tirandola all'indietro, e ottenendo il gran risultato di strappargliela completamente, lasciandola con addosso solo un mini perizomino bianco. Mia moglie sgranò gli occhioni azzurri, per la sorpresa e lo sgomento di trovarsi a gattonare nuda, inseguita dalla nostra babysitter. Ma quantomeno, riuscì a mettere fra sè e l'odiosa ragazzetta, un paio di metri, garantendosi quindi la possibilità di respirare e di rialzarsi. Ancora una volta, ammirai il suo sexy incredibile corpo. Il perizomino lasciava vedere completamente il suo culo rotondo e sodo. Lei si accorse perfettamente che glielo stavo fissando, e notò anche che il mio cazzo stesse esplodendo dentro i pantaloni. Infatti mi apostrofò con
"Smettila di guardarmi così, porco!"
"Huh... - le dissi un po' imbarazzato – Giusto...Forza dai, Miky!"
Ritrovando un minimo di coraggio e di morale, per non sentirsi più addosso la sua aguzzina, Michela si massaggiò i capezzoli martoriati. Furiosa per quanto aveva subito, si buttò rapidamente all'attacco, ma doveva essere veramente frastornata, perchè Sonia con facilità la evitò, mandandola a vuoto. Michela maldestramente si schiantò contro il divano, finendoci sopra. E la nostra babysitter, veloce come un serpente, le salì sulla schiena bloccandola pancia sul divano. Le due immediatamente rotolarono a terra avvinghiate, ma ancora una volta Sonia fu più lesta di lei, e le chiuse le gambe intorno alla vita, stringendo in modo da toglierle il respiro. Michela sbuffò, nuovamente in difficoltà. Le gambe della baby sitter erano magre, ma le stringevano lo stomaco fastidiosamente. Ancora una volta la biondina si era dimostrata semplicemente più pronta e grintosa di lei.
Realizzai in quel momento che tutta la dominananza e la superiorità di mia moglie nei confronti del mondo, si stava miseramente sgretolando in pochi attimi, vedendola lottare contro un'altra donna sulla carta decisamente più debole di lei. Sonia diede una stretta di cosce, facendola gemere. Contemporaneamente le afferrò i polsi con le mani. Michela non riusciva a muoversi, nè a fare nulla. Il corpo a corpo stava rivelando impietosamente quanto fosse inadatta a combattere. La biondina, immobilizzandole sempre le braccia con le sue, sollevo la tenaglia delle sue gambe, portandola dallo stomaco alle tette, stritolandogliele dolorosamente. Ancora una volta Michela urlò.
"Ah Ah Ah signora muccona, mi sa tanto che queste tettone di burro sono proprio il suo punto debole, eh?" la derise la ragazzetta, ormai in totale controllo.
Michela poteva solo strillare, anche perchè il tessuto dei jeans, sfregandole contro i già dolentissimi capezzoli, le faceva letteralmente vedere le stelle. Bastarono pochi secondi di quel supplizio che i suoi occhioni si riempirono di lacrime, e senza nessun ritegno e orgoglio, sentii nitidamente mia moglie arrendersi.
"..nnnoooo...bastaaaa...mi fai troppo maleeee..." piagnucolava.
Santo cielo, Michela, pensai. Una parte di me era profondamente delusa, un'altra invece eccitatissima. Mi chiedevo ora che sarebbe successo.
Sonia aveva vinto, ma ovviamente questo non le bastava affatto. Dalla faccia si capiva che quella odiosa, irrispettosa, ragazzina, stesse sfogando un lungo rancore contro la mia spocchiosa moglie, gran signora e strafiga dell'alta società. Chiaramente l'aveva invidiata dal momento in cui era approdata in casa nostra, e la mia consorte non aveva fatto nulla per rendersi simpatica.
Michela era totalmente sconfitta, distrutta da una ragazzina che fisicamente non valeva un decimo di lei. Eppure vedere il suo meraviglioso corpo in un contesto così diverso da quello a cui ero abituato, dominato, senza nessuna scusa, mi intrigava da morire. Osservavo la cosa sempre più eccitato. E mi domandavo cosa Sonia volesse ancora farle dopo averla sconfitta in modo così eclatante...

scritto il
2021-02-17
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