Sesso
di
Lucrezia
genere
saffico
Le mie dita affondano in te, avanti e indietro, la tua intimità secerne il liquido saporoso che tanto mi piace.
E che diventa bianco e pastoso, dovuto al lavorìo incessante delle mie dita.
Ora sono tre, scivolano dentro e fuori, la tua splendida fessura emette suoni di risucchio e il tuo pastoso olio scivola verso il basso, sul tuo buchino posteriore, vorrei violarlo, ma sono troppo presa dal lavoro che sto facendo.
Faccio scivolare un mare di saliva sulla tua figa pastosa, come se ciò che già secerne da se non bastasse a rendere guazza la tua pelle, scivola e riempie il letto sotto di te.
Affondo il viso, lecco gustosa questa prelibatezza, ti sento sussultare, allora sei viva, già che non muovevi più un muscolo, forse avrai quell'orgasmo che già ti negai altre volte questa notte.
Forse, o non so, mi piace essere carogna e avere questo potere di negarti la droga adrenalinica di un orgasmo.
Ma la negazione è anche attesa di un più potente piacere, non è cattiveria la mia, è amore ed ora questo amore si libera.
Decido che basta, aumento leccate e potenti affondi, con l'altra mano accarezzo l'altro tuo buco, ci entro dentro, è tutto così lubrificato che scivolo al suo interno.
Ti sento vibrare, il tuo corpo è scosso da movimenti scomposti, io resisto e insisto, voglio vederti godere, sentirti.
Godi, ti sento tendere i tuoi muscoli, dalla bocca esce un lamento continuo e poi ti rilassi di colpo, ti afflosci, splendida sensazione di nirvana.
Lenta faccio uscire le mie dita da te, raccolgo il tuo succo e me lo porto alla bocca, lo assaporo e poi lo lascio uscire, ci immergo il volto, mi sporco il viso del tuo piacere, poi mi accascio su di te, sento le tue mani che mi cingono la vita e mi attirano a te, prendi un cuscino, te lo porti sotto la testa, io mi abbasso e ti facilito.
Mi dai un bacio a schiocco sulle mie labbra, quelle inferiori, so che questo tuo gesto è amore e ne sono felice e fiera, anch'io ti amo Giovanna e così ci addormentiamo, come altre volte abbiamo fatto.
Domani sarà un altro giorno, oggi non importa buonanotte.
E che diventa bianco e pastoso, dovuto al lavorìo incessante delle mie dita.
Ora sono tre, scivolano dentro e fuori, la tua splendida fessura emette suoni di risucchio e il tuo pastoso olio scivola verso il basso, sul tuo buchino posteriore, vorrei violarlo, ma sono troppo presa dal lavoro che sto facendo.
Faccio scivolare un mare di saliva sulla tua figa pastosa, come se ciò che già secerne da se non bastasse a rendere guazza la tua pelle, scivola e riempie il letto sotto di te.
Affondo il viso, lecco gustosa questa prelibatezza, ti sento sussultare, allora sei viva, già che non muovevi più un muscolo, forse avrai quell'orgasmo che già ti negai altre volte questa notte.
Forse, o non so, mi piace essere carogna e avere questo potere di negarti la droga adrenalinica di un orgasmo.
Ma la negazione è anche attesa di un più potente piacere, non è cattiveria la mia, è amore ed ora questo amore si libera.
Decido che basta, aumento leccate e potenti affondi, con l'altra mano accarezzo l'altro tuo buco, ci entro dentro, è tutto così lubrificato che scivolo al suo interno.
Ti sento vibrare, il tuo corpo è scosso da movimenti scomposti, io resisto e insisto, voglio vederti godere, sentirti.
Godi, ti sento tendere i tuoi muscoli, dalla bocca esce un lamento continuo e poi ti rilassi di colpo, ti afflosci, splendida sensazione di nirvana.
Lenta faccio uscire le mie dita da te, raccolgo il tuo succo e me lo porto alla bocca, lo assaporo e poi lo lascio uscire, ci immergo il volto, mi sporco il viso del tuo piacere, poi mi accascio su di te, sento le tue mani che mi cingono la vita e mi attirano a te, prendi un cuscino, te lo porti sotto la testa, io mi abbasso e ti facilito.
Mi dai un bacio a schiocco sulle mie labbra, quelle inferiori, so che questo tuo gesto è amore e ne sono felice e fiera, anch'io ti amo Giovanna e così ci addormentiamo, come altre volte abbiamo fatto.
Domani sarà un altro giorno, oggi non importa buonanotte.
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