Caffè? Più tardi amore, più tardi.
di
Lucrezia
genere
sentimentali
Sabato mattina, non si lavora a casa Lù e Gió. Si dorme.
Oddio, dormire, sonnecchiare direi, dormiveglia dai.
L'abitudine ad alzarsi presto dopo un po' diventa uno spiacevole automatismo, al massimo si dorme un'ora in più, poi inizi la scalata verso la consapevolezza del giorno e delle sue priorità.
Anche la Marianna, la prole felina oggi ha deciso di darci una labile tregua. Ore sei e dieci minuti, forse 11, poi zampetta su una porta dell'armadio, sa che così mi sveglio.
Ma in realtà, ero proprio in quella fase percettiva del mondo che ci circonda, perciò cara mia, oggi ti ho fregata.
Solita routine liturgica, pipì con ai piedi gatta impaziente, scatoletta di cibo nauseabonda, caffè. Ah no!
Le analisi del sangue merda, Giovanna oggi ha le analisi del sangue, si fa colazione dopo. Merda.
Non facciamo mai la colazione insieme, io mi alzo sempre poco dopo le cinque del mattino, lei lavora il pomeriggio, quindi la mattina dorme per lo più, perciò ci restano il sabato e la domenica per coccolarci come si deve.
Torno a letto sconsolata, prendo il cellulare, Facebook lo chiudo subito, ER, ma sì, e già l'eccitazione monta, caspita che effetto.
Cellulare in una mano, l'altra mano sulla morbida chiappa di chi mi dorme accanto in un russare sommesso.
Cerco qualcosa da leggere, ma bene, Yuko.
Caspita è lungo, ma mi attira lo leggo tutto, mi emoziono al punto che mi sciolgo in lacrime, che stupida, ma no è normale emozionarsi.
Leggo i commenti, ce ne sono due lunghissimi dello stesso autore, che alla fine sono alla ricerca di un contatto.
Io il mio contatto l'ho già avuto, ed è più forte della mano che stringe la chiappa di Giovanna, anzi, non la stringe nemmeno più, sto recuperando guardando nel vuoto.
Per fortuna ci sono Samael, Inception, racconti che mi riportano su una strada conosciuta e sicura.
Eppoi commenti che mi fanno sorridere e infine la sveglia ore otto.
Apri gli occhi stiracchiandosi e dicendomi buongiorno, con quel sorriso che fa passare lo struggimento e mette allegria.
Ti abbraccio forte, come se volessi piangere, mi chiedi cos'ho, nulla solo voglia di vederti e fame.
Oh tu mangia, mi dici col tuo accento toscano che mi rimescola gli ormoni, vorrei mangiare te ora, ma mi sgusci dalle braccia gridando doccia.
"Facciamola insieme", ti urlò dietro ma niente ti distoglie dal tuo fare energico, "oh che hai sognato, che sniffavi coca? Che l'è tutta st'energia", ti dico scimmiottando il tuo toscano. La tua risposta mi arriva distorta dallo scroscio dell'acqua e dal vetro del box doccia, non la capisco ma sorrido lo stesso, la immagino, caustica e ironica, come solo i toscani le sanno tirar fuori.
Mi lavo i denti intanto che fai la doccia, poi entrò io.
Mi lavo bene, puzzo di endorfine e adrenalina, almeno credo, lo saprà Yuko, lei sa sempre la risposta quando si tratta di prodotti umani.
Esco e ti vedo già vestita, una veloce tuta, vorrei abbracciarti ma tu mi sgusci per la seconda volta, va bene che sono bagnata, ma almeno un bacio.
Mi asciugo nell'accappatoio e mi stendo sul divano ad aspettarti, quando torni non mi scappi, prendo il telefono ed inizio a scrivere questo diario, ho voglia di condividere.
Oddio, dormire, sonnecchiare direi, dormiveglia dai.
L'abitudine ad alzarsi presto dopo un po' diventa uno spiacevole automatismo, al massimo si dorme un'ora in più, poi inizi la scalata verso la consapevolezza del giorno e delle sue priorità.
Anche la Marianna, la prole felina oggi ha deciso di darci una labile tregua. Ore sei e dieci minuti, forse 11, poi zampetta su una porta dell'armadio, sa che così mi sveglio.
Ma in realtà, ero proprio in quella fase percettiva del mondo che ci circonda, perciò cara mia, oggi ti ho fregata.
Solita routine liturgica, pipì con ai piedi gatta impaziente, scatoletta di cibo nauseabonda, caffè. Ah no!
Le analisi del sangue merda, Giovanna oggi ha le analisi del sangue, si fa colazione dopo. Merda.
Non facciamo mai la colazione insieme, io mi alzo sempre poco dopo le cinque del mattino, lei lavora il pomeriggio, quindi la mattina dorme per lo più, perciò ci restano il sabato e la domenica per coccolarci come si deve.
Torno a letto sconsolata, prendo il cellulare, Facebook lo chiudo subito, ER, ma sì, e già l'eccitazione monta, caspita che effetto.
Cellulare in una mano, l'altra mano sulla morbida chiappa di chi mi dorme accanto in un russare sommesso.
Cerco qualcosa da leggere, ma bene, Yuko.
Caspita è lungo, ma mi attira lo leggo tutto, mi emoziono al punto che mi sciolgo in lacrime, che stupida, ma no è normale emozionarsi.
Leggo i commenti, ce ne sono due lunghissimi dello stesso autore, che alla fine sono alla ricerca di un contatto.
Io il mio contatto l'ho già avuto, ed è più forte della mano che stringe la chiappa di Giovanna, anzi, non la stringe nemmeno più, sto recuperando guardando nel vuoto.
Per fortuna ci sono Samael, Inception, racconti che mi riportano su una strada conosciuta e sicura.
Eppoi commenti che mi fanno sorridere e infine la sveglia ore otto.
Apri gli occhi stiracchiandosi e dicendomi buongiorno, con quel sorriso che fa passare lo struggimento e mette allegria.
Ti abbraccio forte, come se volessi piangere, mi chiedi cos'ho, nulla solo voglia di vederti e fame.
Oh tu mangia, mi dici col tuo accento toscano che mi rimescola gli ormoni, vorrei mangiare te ora, ma mi sgusci dalle braccia gridando doccia.
"Facciamola insieme", ti urlò dietro ma niente ti distoglie dal tuo fare energico, "oh che hai sognato, che sniffavi coca? Che l'è tutta st'energia", ti dico scimmiottando il tuo toscano. La tua risposta mi arriva distorta dallo scroscio dell'acqua e dal vetro del box doccia, non la capisco ma sorrido lo stesso, la immagino, caustica e ironica, come solo i toscani le sanno tirar fuori.
Mi lavo i denti intanto che fai la doccia, poi entrò io.
Mi lavo bene, puzzo di endorfine e adrenalina, almeno credo, lo saprà Yuko, lei sa sempre la risposta quando si tratta di prodotti umani.
Esco e ti vedo già vestita, una veloce tuta, vorrei abbracciarti ma tu mi sgusci per la seconda volta, va bene che sono bagnata, ma almeno un bacio.
Mi asciugo nell'accappatoio e mi stendo sul divano ad aspettarti, quando torni non mi scappi, prendo il telefono ed inizio a scrivere questo diario, ho voglia di condividere.
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